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Autore: Asia Dreamcatcher    10/11/2016    4 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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... Un bel respiro e... Eccoci di nuovo qui con il primo capitolo di questa folle terza parte! Dunque... per il momento lascerò che a parlare sia il capitolo stesso; ma tengo a fare una precisazione per chi non seguisse la storia dal principio, ovvero da "Lasciati Salvare", "Dark Eagle" è il diretto continuo di "La Danza della Stanza Rossa" per questo motivo consiglierei a chiunque non l'avesse letta di andare a darci un'occhiata al fine di comprendere meglio personaggi e situazioni presenti in questa storia :) Vi ringrazio fin da subito (come al solito ci si vede a fondo pagina!)
Buona Lettura!



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Capitolo Uno: Anno Nuovo Problemi Nuovi






Non importa chi vince o chi perde,

i guai tornano sempre...”

~ Nick Fury, “Avengers Age of Ultron”


Novembre, New York City.

Driiin”

Al suono della campanella gli eleganti corridoi della Dalton School si gremirono di giovani studenti e del loro allegro e confuso chiacchiericcio.

«La lezione di oggi è stata un trauma! Odio fisica!» borbottò una ragazzina dai corti capelli biondi, appoggiandosi di peso contro la fila di armadietti e rivolgendosi a una sua quasi coetanea estremamente carina, dai lunghi capelli color cioccolato – stretti in una morbida treccia a spina di pesce – e luminosi occhi grigi.

«Dai, non è stata poi così tragica» ridacchiò quest’ultima riponendo con cura i suoi appunti e afferrando un grosso volume di matematica avanzata.

«Parli facile tu! Sei un genio» replicò la biondina con un broncio divertito;

«Ma no dai» rise Alexandra Constantin portandosi una ciocca dietro l’orecchio, lievemente imbarazzata.

«Senti, oggi sei libera?»

«No mi spiace Ash… Oggi devo proprio allenarmi, tornerò con Jace…» spiegò mordendosi il labbro, gli occhi dell’amica si illuminarono;

«Oh Jace! Ascolta non è che metteresti una buona parola per me con lui? È troppo carino!» trillò, Alex alzò gli occhi al cielo e scosse il capo leggermente divertita;

«Guarda che non è così inavvicinabile»

«Bah sarà! Ma non so se hai notato che a parte te non bada nessun’altra ragazza!?» protestò l’amica gonfiando le guance. Alexandra arrossì sentendo il cuore sussultare appena.

«Ti sbagli».


«Ehi Jace!» gridò la quasi tredicenne all’uscita della scuola, attirando l’attenzione di un ragazzo alto e dalle spalle larghe. I suoi occhi blu oltremare guizzarono nella direzione della voce mentre la mano correva a scompigliarsi la folta zazzera bionda. Le sue labbra carnose e pallide si stesero in un enorme sorriso caldo. Un gruppetto di ragazze accanto a lui e ai suoi amici sorrisero inebetite.

«Sasha1!» esordì allegro circondandole le spalle con un braccio.

Alexandra si lasciò andare al calore di quell’abbraccio, era stata sua madre a chiamarla per prima ‘Sasha’ e oltre a lei, suo padre. Alexandra non aveva mai permesso a nessun altro di usare quel diminutivo, ma con Jace era stato diverso. Ora solo lui e suo padre potevano chiamarla in quel modo a lei così caro.

«Non ti ho visto oggi in pausa pranzo» asserì il quindicenne pizzicandole divertito il naso.

Da quasi un anno infatti, i due ragazzi frequentavano la prestigiosa e elitaria Dalton School.

«Avevo compito di letteratura Ace! Dovevo dare un’ultima letta», l’altro levò un sopracciglio;

«Solo perché sei entrata un anno in anticipo non ti devi ammazzare di studio… Non hai nulla da dimostrare agli altri!» le ricordò Jace semiserio, Alex roteò gli occhi;

«Ti devo far presente che ho un quoziente intellettivo superiore alla media!?»

«Adesso non ti vantare!» scherzò lui sfilandole il basco dalla testa e iniziando a correre;

«Ace!! Ridammelo!»

«Dai dai! riscaldamento fino alla Tower!» sghignazzò saltando prima su un muretto e poi su un altro eseguendo delle acrobazie da parkour.

«Così non vale» celiò la ragazza indispettita;

«Andiamo Sasha, devi migliorare sotto questo aspetto!» replicò Jace appendendosi senza difficoltà alla grata di una finestra;

«Ora chi è che si vanta?» disse Alex saltando con grazia e agilità su una ringhiera.

A un isolato dall’Avengers Tower i due giovani arrestarono la loro corsa, entrambi ancora ridacchiando cercarono di riprendere fiato mentre una neve soffice e lieve iniziava a addensarsi per le strade.

«Oggi dovrebbero tornare» asserì Jace osservando perso i piccoli fiocchi di neve cadere dal cielo plumbeo.

«Sì. Papà me l’ha detto» annuì Alex, sollevata che gli altri stessero tornado, sperava che la missione avesse portato a qualcosa di utile.

«A proposito è ancora impegnato con quel progetto per le Stark Industries?»

«Già! Lo sta tenendo abbastanza occupato, almeno per i prossimi giorni non tornerà a casa, così resterò alla Tower».

Dopo gli avvenimenti di quasi un anno prima, Niko Constantin era stato assunto come ingegnere chimico alle Stark Industries, per volere di Tony Stark in persona.

Così lui e Alexandra si erano dovuti trasferire definitivamente a New York. Capitava, a volte, che Niko non riuscisse a tornare a casa per più di un giorno, preso da qualche problema col progetto di turno, e Alex allora era ospite di Steve e Natasha e, in mancanza di entrambi, stava alla Tower.

«Speriamo che la loro non sia stata una missione completamente inutile» sospirò Jace pensieroso, poi scrollò le spalle e sorrise in direzione dell’amica che, comprese perfettamente il suo stato d’animo, e fece una smorfia divertita.

«Credo dovremmo preoccuparci più per noi, ora come ora»

«Già! Sharon non ci va giù leggera quando si tratta di allenamento!»

«Perché Maria? Non so se ti ricordi, ma il suo ultimo programma di allenamento ci ha fatto vomitare l’anima!».


*


Natasha inserì il pilota automatico e si sgranchì le braccia.

Il jet variò di alcuni gradi e continuò il suo placido viaggio.

Steve Rogers riposava a braccia conserte, seduto compostamente sul duro sedile, le palpebre pallide chiuse, il capo appena chino.

La spia gli si inginocchiò davanti accarezzandogli piano la guancia, il capitano aprì immediatamente gli occhi, attirato da quel tocco delicato.

«Siamo arrivati?» domandò stropicciandosi il volto e guardandosi attorno, Natasha scosse il capo divertita;

«No, ho solo impostato il pilota automatico, non saremo a New York prima di tre ore» lo rassicurò lei.

«Buc e Sam?»

«In branda… Forse dovrei dire a Sharon che dovrebbe cominciare a essere gelosa di quei due» rifletté scherzosamente, poi gettò un’occhiata profonda al compagno «Dovresti riposare anche tu…» continuò mentre la sua mano correva fra i suoi corti capelli biondi;

Steve si alzò e l’abbracciò, lasciando che il suo profumo gli riempisse i polmoni;

«Sto bene qua» replicò serio, mentre la spia sollevava lo sguardo fra il divertito e l’esasperato. Nel profondo contenta di quel contatto, erano stati giorni intensi e finalmente lei e il supersoldato avevano un momento tutto per loro.

Erano dovuti volare fino in Cina dopo che al telegiornale, una notizia buttata lì quasi per caso, avevano scoperto della tragica morte del Dottor Yen.

Tutti loro erano stati quasi certi che dietro alla misteriosa dipartita del creatore dello psychotron, vi era la mano dell’Hydra.

Natasha e Steve insieme a Bucky e Sam si erano immediatamente messi in viaggio per il paese del Sol Levante, dove Vedova era riuscita senza troppe difficoltà a entrare nell’obitorio, in cui era depositato il corpo di Yen, e fare delle copie della sua autopsia.

Avevano appreso che il Colonnello Ling non era più alle dipendenze del governo e, grazie alla spinta di qualche vaga intimidazione da parte del Soldato d'Inverno, erano venuti a conoscenza che lui e un manipolo di suoi fedelissimi erano partiti segretamente per la Russia.

Quella notizia aveva complicato non poco le cose ai quattro, l'idea di rimettere piede in quella fredda terra li faceva rabbrividire, senza contare che nessuno di loro era più il benvenuto nel paese dopo le vicende dell'anno prima.

Malgrado lo S.H.I.E.L.D. avesse promesso che non si sarebbe più infiltrato in suolo russo – quantomeno senza “permesso” esplicito – sapevano che le cose non stavano proprio così. L'ex Crimson Dynamo, Yuri Petrovich, era stato assoldato dall'agenzia come agente operativo a capo della neofita sezione russa.

Grazie al suo fratellastro, Natasha e gli altri erano riusciti a rientrare in Russia, costretti a mantenere un profilo estremamente basso, avevano cercato di rintracciare i movimenti di Ling.

La prova che dietro a tutto ci fosse l'Hydra divenne evidente quando i quattro si dovettero scontrare con uno squadrone di loro agenti, probabilmente con funzioni di sorveglianza, alle ex fabbriche delle Kronas Corporation poste ancora sotto sequestro. Lo scontro in sé non aveva causato nessun problema a Steve e compagni ma aveva fatto perdere loro le tracce di Ling.

Impossibile dire che fine avesse fatto.

«Te l'avevo detto che era meglio fargli un segnale!» berciò Sam comparendo nell’ampia cabina insieme a Bucky, alludendo al fatto che Steve e Natasha fossero ancora abbracciati.

Vedova scosse il capo, mentre il supersoldato sospirò grattandosi la nuca.

«Appuntatevelo per la prossima volta» soffiò la donna ironica. James alzò le mani, come a segnalare la propria colpa;

«Okay, colpa mia. Mai più entrare in stanza senza bussare se all’interno ci siete voi due! Possiamo fare il punto della situazione?»

«Quale situazione? Oh intendi il fatto di esserci fatti scappare Ling da sotto il naso?» berciò Falcon alquanto affranto.

«Se Ling è finito nelle mani dell’Hydra a quest’ora è con tutta probabilità morto» rifletté Natasha osservando Steve per avere conferma delle proprie parole. Dalla sua espressione capì che condivideva il suo pensiero.

«Quello che mi chiedo è perché a casa di Alexei?» disse il capitano «Perché si è diretto lì?»

«Shostakov aveva dei dubbi riguardo Lukin...» fece presente Bucky passandosi stancamente una mano fra i crini scuri;

«Che avesse raccolto delle prove?» domandò con tono incerto Sam;

«E ci ha usato come prova finale?» gli fece eco il capitano;

«Qualunque cosa ci fosse lì, ormai non c’è più» celiò grave Natasha «E la cosa preoccupante è che ora, di qualunque cosa si trattasse, è nelle mani o dell’Hydra o di Ling. E non so quale sia la cosa peggiore.»

«Se è nelle mani di Ling è più che probabile lo usi come merce di scambio con l’Hydra, per evitare di fare la fine di Yen» ragionò il capitano;

«Sempre che il colonnello non sia già nelle loro mani» replicò James, poi si volse verso Natasha;

«Yuri ci avvertirà se accadrà qualcosa di anomalo, per il momento non possiamo che tornare a casa e ricominciare a seguire altre piste»

«In pratica dobbiamo aspettare che succeda una catastrofe prima di muoverci, che meraviglia!» berciò Sam sarcastico, stropicciandosi il volto.

«A volte non possiamo far altro che lasciare che l’avversario scopra le sue carte, prima di poter compiere la nostra mossa» affermò Vedova inspirando profondamente. Poco dopo, con estrema nonchalance si allontanò dal terzetto di uomini presi ancora nella discussione e scivolò in bagno.

La spia fece appena in tempo a chiudere la porta che fu costretta a piegarsi su se stessa, cercando di tenere a bada un forte conato di vomito. Strinse i denti mentre apriva il getto d’acqua del lavandino e si affacciava al water pronta a dare di stomaco.

La nausea si quietò dopo qualche minuto, ma il lieve bussare alla porta la fece sussultare.

«Nat» la voce soffocata di Steve dall’altro lato della soglia, le arrivò come un trillo acuto alle orecchie «Hai voglia di mangiare qualcosa?»

«No non ora...» si schiarì la voce Natasha «Direi che non è proprio il caso...» bisbigliò per non farsi sentire. Attese che i passi del compagno sfumassero e poi immerse il viso sotto il getto ghiacciato per ritornare presente a se stessa.

Si guardò allo specchio. La sua immagine riflessa aveva la pelle tirata e un lieve accenno di ombre scure sotto gli occhi. Scosse il capo e calmò il respiro; si era trattato solamente di un po’ di stanchezza accumulata, niente di cui preoccuparsi, si disse.


*


Playground, Quartier generale dello S.H.I.E.L.D.

«Direttore? È arrivata...»

Phil Coulson alzò lo sguardo distratto dal tablet, i suoi occhi grigio-azzurri si puntarono in quelli scuri e penetranti della sua vice, rivolgendole poi quel sorriso pacato e bonario che solo lui possedeva.

«Molto bene Melinda. Falla entrare».

Lo sguardo dell’agente May tornò nuovamente severo e imperscrutabile, uscì dall’ufficio del direttore, per tornarci quasi subito scortando una giovane donna, – non doveva avere più di trent’anni – aveva un viso fresco e magro, occhi sapientemente truccati, dal taglio leggermente allungato castano-verdi e corti capelli a caschetto neri.

«Direttore Coulson, è un piacere conoscerla.» esordì la giovane porgendo elegantemente la mano;

«Il piacere è tutto mio, signorina Holstein. Le sue credenziali sono notevoli: laureata con lode in Criminologia e Master2 in neuropsicologia»

Erica Holstein sorrise con modestia, chinando rispettosamente il capo;

«La ringrazio direttore, spero che le mie competenze vi risulteranno utili...».

Le labbra di Coulson si stesero in un accennato sorriso sghembo;

«Oh vedrà, troveremo qualcosa da farle fare… Benvenuta allo S.H.I.E.L.D., agente Holstein».





Noticine a piè pagina

1= Diminutivo russo di ‘Alexandra’

2= Nel sistema universitario americano il ‘master’ indica, per intenderci, una laurea magistrale.

_________________________________________________Asia's Corner

Or dunque! Cosa ne pensate di questo capitolo? Lo so è un inizio un po' in punta di piedi, ma in qualche modo bisogna pur cominciare! Anche se, vedete da voi, ho già inserito un personaggio nuovo, gli Avengers e sparizioni di cinesi vari (un bel tuffo nel passato eh?), il tutto farcito da un po' di teen drama con i miei amatissimi Jace e Alexandra, che spero vi siano piaciuti :) 
Ah, sappiate che io adoro, letteralmente, la "coppia" Coulson&May... Quindi cercherò, se riesco, di approfondire questo rapporto, che a me personalmente attrae moltissimo!

Allora per il momento l'aggiornamento della storia avverrà ogni 15 giorni, se dovessi avere degli imprevisti ve li comunicherò prontamente qui, nel mio angolino autrice, questo perché a dicembre dovrei laurearmi e i preparativi mi stanno prendendo molto tempo, quindi vi chiedo di essere pazienti!
Okay per questa volta è tutto! Io ringrazio dal profondo del mio cuore ogni persona che leggerà o vorrà commentare questa mia nuova avventura!

Spero ci "rivedremo" al prossimo capitolo, che verrà pubblicato GIOVEDI' 24 NOVEMBRE!

Grazie a tutti!

A presto!

   
 
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