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Autore: Pandroso    11/11/2016    3 recensioni
Aveva lasciato un biglietto, doveva sposarsi, prometteva di tornare. Tutti erano preoccupati per lui.
A Zoro non interessava.
One Shot breve, Yaoi della coppia ZoSan, per voi fan e per me felicemente disperata a riguardo delle sorti di Sanji. Contiene Spoiler.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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A Zou si affrontano problemi ontologici

 
 

“Who are you to me? 
Who am I supposed to be? 
Not exactly sure anymore 
Where's this going to? 
Can I follow through? 
Or just follow you, for a while?”

 




«Non entri con noi?» domandò Wanda, vedendolo fermarsi davanti all’ingresso del rifugio dei guerrieri.
«No, grazie. Aspetterò qui» disse lui, cercando con lo sguardo un posto dove sedersi.
Rufy e Nami erano già davanti al capezzale del convalescente sicario di Big Mom, Pekoms, appartenente anche lui alla tribù di visoni governata da Gattovipera. 
«Credevo foste compagni, non vuoi sapere come raggiungere il tuo amico?» insistette lei, riferendosi a Sanji.
Una panca di legno era poco distante dalla porta. Lui la raggiunse; si sfilò le spade dalla cintola, lentamente, e, con fatica, si accomodò. Era stanco di una condizione esulcerante; nessuno poteva comprenderlo.
Incrociò le braccia dietro la testa e chiuse il suo unico occhio ancora vedente, fingendo di addormentarsi.
Il “senza pelliccia” non voleva seccature, intese Wanda; che saggiamente lo lasciò stare, raggiungendo il resto del gruppo.

 

Ovunque tu sia, fatti tuoi.


Pensò Zoro. Aveva la testa invasa  dalle ultime gesta del... come lo aveva appena chiamato la cagna, amico? Compagno? Ah, non importava... cos’era Sanji lui non lo sapeva; prima, la visone gli aveva fatto salire il dubbio, mettendolo in difficoltà, e non le aveva risposto. Era stato incerto se considerare l’attuale condizione come la loro condizione, oppure unicamente come propriacondizione. Se analizzare solo Sanji. O Sanji più lui. Insieme o isolato? Amico e compagno? Compagno? Amico?
Difficile dare un giudizio per comprendere di qual fatta potesse esser diventato il cuoco. E Zoro non era abituato a pensare troppo.
Lui e il cuoco, comunque, non potevano essere amici, non più. Sanji era quello che sussurrava compiacimento quando si sporcavano insieme di caldo piacere, Sanji aveva l’abilità di tirare fuori il peggio da lui, o si limitava a sbottonargli i pantaloni; Sanji era capace di sopportare bene il dolore, Sanji stringeva forte i denti, Sanji faceva bene l’amo-...
No, Zoro non poteva continuare a chiamare amico uno che si comportava così.
Allora compagno? Non era corretto, pur avendo spesso condiviso con lui – quando  l’occasione lo permetteva – anche il letto, il medesimo cuscino e le lenzuola. Odoravano sempre e fastidiosamente di tabacco, ma Zoro non glielo aveva mai detto per evitare di fare la parte della moglie straccia palle; non gli si addiceva.

Moglie... che brutta e assurda parola.

Loro erano semplici nakama, entrambi Mugiwara perché appartenevano alla ciurma di Cappello di Paglia, lui era lo spadaccino, Sanji il cuoco, avevano ruoli definiti, avevano viaggiato sulla Merry, stavano continuando a navigare sulla Sunny, insieme, da molto tempo e... Sanji se ne era andato.
Cos’era Sanji?

 
Niente.

 
I pensieri in sobillazione gli friggevano la ragione e un moto di rabbia latente lo rendeva voglioso di battersi, con chiunque. Anche con Kaido, specie con Kaido. Magari fosse stata colpa di Kaido. Zoro avrebbe avuto modo di risolvere in maniera semplice, eliminandolo. 
Il cuoco sfortunatamente non si poteva eliminare.

Lo spadaccino vide passare un gruppo di visoni - aveva riaperto l’occhio nel frattempo - questi pattugliavano il territorio. Erano lontani da lui, non riuscì a capire a che razza essi appartenessero; vedeva code, vedeva pelame, ma non li distingueva. Guardandoli, si domandò se, in quella tribù, ci fossero mai stati casi non dissimili dal proprio, di copulazioni innaturali e insospettabili.
Era un pensiero che lo stava momentaneamente affascinando: avrebbe dovuto chiedere a Wanda se un visone di tipo cane poteva accoppiarsi con uno di tipo coniglio, giusto per levarsi il cruccio e capire se metterli o no al suo stesso livello. 
Lui la copulazione innaturale l’aveva sperimentata, iniziata, perpetrata e nascosta, proprio con “devo incontrare una ragazza”; come aveva scritto di suo pugno il cuoco, aggiungendo anche un’altra riga a cui Zoro però non aveva dato attenzione. S’era fermato alla parola ragazza e alla notizia matrimonio.

«Che strazio!»

Disse ad alta voce, bilioso. Stava provando fastidio, gli si era raggrumato al centro del petto, come qualcosa che lo tritava dall’interno con l’intento di volere uscire e manifestarsi. La sensazione era la stessa provata quando, a Rogue Town, una donna marine divenuta ora Capitano, lo aveva accusato a suo modo di essere un sessista, che non aveva combattuto sul serio con lei perché era una donna e quindi da considerarsi un essere inferiore. 

Zoro si portò una mano al petto, chiuse il palmo e arricciò la stoffa della maglietta tra le dita.
Magari avesse potuto fare lo stesso con l’immagine di sopracciglio maldestro, l’avrebbe accartocciata per gettarla proprio lì, ai suoi piedi, come chi faceva finta di far cadere per sbaglio un fazzoletto usato, senza poi raccoglierlo, per liberarsene facilmente.
Sarebbe stato comodo. Sarebbe stato veloce. Sarebbe stato davvero impossibile.
Sanji non era un fazzoletto e restava lì: immobile presenza nei suoi pensieri. 
Zoro se lo stava immaginando in ogni dettaglio, stupendosi nello scoprire quanto spazio egli aveva occupato nella sua testa, che se fosse stata una camera, bisognava dire che il cuoco ci si era piazzato bene arrendendola come voleva, scegliendo pure il colore della carta da parati. 
Zoro ricordava addirittura il numero dei giri delle sue ridicole sopracciglia, con la loro stupida inclinazione: sopracciglio destro arrotolato a destra, sopracciglio sinistro idem. Lo immaginava comportarsi come un provolone, a scodinzolare dietro la sottana di ogni appetibile femmina. Lui faceva il cascamorto con tutte. Anche con la figlia dell’Imperatrice Big Mom.

 

Big Mom...

‘ Cazzo ti è saltato in testa, eh idiota?!

 

I Mugiwara avevano troppi guai alle spalle: messa ko la mamma nutritrice, Doflamingo, Kaido era certamente infuriato. Aveva già sguinzagliato le sue bestie; quel Jack dalla forza devastante a naso aveva raggiunto Zou, sterminando gran parte della popolazione e, sicuramente, c’era da aspettarselo, sarebbe tornato per terminare il lavoro lasciato in sospeso.
La mossa di Sanji stava aggravando la loro precaria situazione, Zoro lo aveva anticipato agli altri, consigliando loro di evitare di assecondare i capricci dell’idiota, ma nessuno aveva voluto ascoltarlo, anzi, lo avevano tacciato di essere un insensibile egoista. Il Capitano anche non gli aveva dato manforte!
Ma sotto, in verità, c’era altro: Zoro non era capace di mentire a nessuno, men che meno a se stesso. L’ingarbugliata occasione del Tea Party di Big Mom aveva portato a galla un grave problema. 
Kaido era un freno inibitore che lo spadaccino imponeva a se stesso per bloccare qualcosa che lo avrebbe spinto a calpestare la giusta condotta di uno spadaccino.

 

***

 

 
Rufy stava gridando contro Pekoms; Wanda aveva lasciato la porta aperta, si sentiva bene ogni singola parola. Furba la cagna.
Il Capitano diceva che era uguale: anche accettando il matrimonio, Sanji avrebbe continuato il viaggio insieme a loro. Insieme a loro, ma con sua moglie. Piccolo dettaglio; tuttavia, Zoro voltò la testa da un’altra parte, come a voler rimuovere l’evenienza. Guardò le katana, erano una di fianco all’altra, come lui le aveva appoggiate... ed erano le uniche di cui non dubitava.

La moglie del cuoco... faceva impressione solo a pensarla. Questa donna sconosciuta avrebbe condiviso con l’idiota pure il letto, e col vantaggio di non doverlo nascondere a nessuno. 
Invece, lo spadaccino si era sempre dovuto preoccupare di non farsi scoprire, per volere di Sanji, quando a lui non era mai importato. 

Sopraggiunsero altri ricordi, inevitabili.
 

***

  
Accadde nell’osservatorio della Thousand Sunny.
Zoro stava rinforzando i suoi bicipiti con un manubrio che superava i duecento chili, roba per disumani e animali come lui. Il sudore era asperso sul tappeto in metallo e l’aria ne era densa del forte odore. Le finestre chiuse.
Era solo, finché sentì qualcuno arrampicarsi sulla scaletta che dalle sartie portava alla palestra. 
Dalla botola vide far capolino un caschetto di capelli biondi e un vassoio con sopra una bottiglia e un bicchiere. Lo spadaccino si concentrò prima sul liquido che in essa poteva esser contenuto, dopo aggrottò la fronte non capendo il motivo di quella inaspettata visita. Che voleva il cuocastro?

«Senti che caldo qui! Marimo, apri le finestre ogni tanto!» 
«Ohi, se sei venuto a rompere gira a largo, nessuno ti ha chiamato. Mi sto allenando»
«Sì, lo vedo… e lo sento. Ti consiglio un bagno quando avrai finito»
Zoro fece cadere di proposito il manubrio, girandosi incazzato verso il cuoco.
«E io ti consiglio di andartene prima che mi arrabbi»
«Oh, paura! Sennò che fai? Mi tagli?» rispose Sanji, allungando un sorrisetto mefistofelico. Stava architettando qualcosa, il tono di sfida non era il solito, era fin troppo sfacciato. 
Sanji si accomodò sulle panche in legno.
La bottiglia faceva sicuramente parte del piano, Zoro ne era convinto, «Che c’è lì dentro?» domandò al cuoco, indicandola e credendo di poter prendere il toro per le corna e anticipare le sue mosse. 
Sanji appoggiò il vassoio accanto a sé, «Niente per te…» disse, pronunciando le parole in modo strano, quasi soffiandole, per mostrare la lingua. Che non sfuggì all’attenzione dello spadaccino. 
«Ma potrebbe diventarlo» proseguì ancora, allargando le gambe.
«Bene, non mi interessa. Il buco per andartene lo conosci, altrimenti ci sono le finestre che ti piacciono tanto. Buttati... », Zoro raccolse il manubrio  e riprese a piegare le braccia. Non poteva negarlo, si sentiva agitato, inspirava aria velocemente, non coordinando la respirazione con gli esercizi. Forse il cuoco aveva ragione, lì faceva troppo caldo.
Passarono pochi minuti, «Ancora qui? Ti ho detto di andartene, non voglio giocare con te» puntualizzò lo spadaccino. 
«E chi ti ha chiesto di giocare, questo lo stai pensando solo tu» rispose Sanji alle sue spalle. 
«Fatti capire che non ti seguo, a cosa starei pensano io, eh?!»
Zoro mollò di nuovo il manubrio e si precipitò contro Sanji, che se ne stava seduto e per niente disturbato. 
Si chinò su di lui, appoggiando le mani alla spalliera, sovrastandolo, in piedi davanti a quella faccia da schiaffi.
«Rispondi, a cosa starei pensando?»
Il cuoco lo guardò divertito, alcune gocce di sudore caddero dalla fronte dello spadaccino sul suo volto. Una a bagnargli le labbra. Sanji la leccò via mostrando ancora la lingua. Zoro deglutì e serrò la mascella, aveva le guance rosse.
«Togliti i pantaloni» disse il cuoco, e non fu un suggerimento, ma recitare un’azione nello stesso attimo in cui la si compiva. Sanji tirò giù quelli dello spadaccino con una mano, con l’altra sbottonò frettolosamente i suoi.
C’era poco tempo, il concetto era chiaro ad entrambi, c’era sempre stato poco tempo; puntò in alto i piedi, agganciandoli al collo di Zoro, il quale spostò tutto il proprio peso a schiacciare le gambe dell’impudico compagno accovacciato sotto di lui. 
In quella posizione Sanji poteva baciarsi le ginocchia.

«Era questo quello che volevi, bastardo?» domandò Zoro, digrignando i denti e mordendosi il labbro.
«No, questo è quello che vogliamo tutti e due» lo corresse il cuoco.
Zoro sbuffò, ma era pronto a soddisfarlo. Gli piantò le unghie corte nella carne, tenendogli ferme le cosce villose, e prese la mira; alle prime non riuscì a trovare la strada, scivolava su, donando comunque brividi di attesa a chi ridacchiava sotto di lui. 
Aggiustò il tiro aiutandosi con le dita, accompagnando la punta, un principio di resistenza non gli rese la vita facile.
«Lo fai apposta, vero? Perché non la smetti di ridere e ti rilassi?!»
«Non trovare scuse se non sei capace, marimo» lo accusò Sanji. 
«Non sono…», Zoro afferrò il cuoco per i capelli e lo obbligò ad usare la lingua che tanto gli aveva ostentato, per rendere tutto più scorrevole e ricoperto di saliva. Preparato lo strumento, lo spadaccino tornò al punto in cui aveva interrotto. Con una  mossa decisa del bacino rese giustizia a se stesso troncando il fiato di chi aveva sotto si sé. Per fargliela scontare meglio, non lasciò al cuocastro neanche il tempo di abituarsi alla sua intrusione, prese a stantuffarlo forte e lancinante.

Ecco cosa era in grado di fare Sanji, era capace di fargli perdere il controllo, di piegarlo alla carne, di renderlo diverso. A volte lo odiava, come in quel momento.

Zoro pulsò più forte. L’attrito era piacevole ed insopportabile a giudicare l’espressione del cuoco, che socchiudeva gli occhi, ferito, e stringeva le labbra in un oh di gaudente incitamento. 
Lo spadaccino si lasciò scappare un rantolo rumoroso e subito una mano arrivò a schiacciargli le labbra con veemenza. 
Sanji gli aveva tappato la bocca.
«Sta’ zitto, o ci sentiranno» farfugliò il cuoco.
«Lo so, idiota» rispose Zoro, strusciando le labbra contro il palmo bollente che lo soffocava.
La testa del cuoco sbatteva contro la spalliera, colpa del movimento lubrico dei loro corpi che si azzuffavano.
L'amplesso era arrivato a produrre rumorii viscosi e imbarazzanti.
Sanji non tolse più la mano dalle labbra di Zoro e anzi, coprì anche la propria bocca per contenere a stento i cori del godimento.

 

Era sempre andata così… Sanji lo obbligava a mortificarli, a tenere il segreto, a restare niente.

 

 

***

 

La futura moglie, la ladra, si sarebbe presa le labbra, le mani, gli occhi...  il cuore, certamente, perché  l’idiota cuocastro sarebbe stato capace di innamorarsi di lei e donarle se stesso. A lei non sarebbe stato imposto di nascondere nulla.
Messi a confronto con questa figura femminile forte dei diritti assunti dal matrimonio, lui e il cuoco rimanevano un nulla agli occhi degli altri e un nulla a loro stessi. Le sveltine, come quella che lo spadaccino aveva da poco ricordato, sbiadivano in un atto goffo e concitato, in un labile attimo buono per sfruttarsi a vicenda ed arrivare a brevi e devastanti scosse di piacere, scambiate in un consenziente opportunismo pregno d’egoismo. Era stato un inganno, un abbaglio per entrambi. Zoro lo aveva sempre saputo. Era sufficientemente cosciente delle sue azioni, non aveva mai creduto o cercato amore in quello che facevano. Accadeva e basta. 
Probabilmente, non sarebbe più accaduto. Ne avrebbe fatto a meno, lo poteva fare, ne era sicuro.
Ma sì: che mettesse pure su famiglia con lei! A Zoro non importava, la loro storia, se così potevano riassumersi una decina d'inguainate, era una barzelletta.

Però, da una colpa, Sanji non poteva esimersi. 

Potrai incantare Nami, Rufy, Chopper e gli altri. Ma non me.

In nuce, a Zoro non rodeva per l’imminente arrivo degli imperatori, l’esserne preoccupato era sì dimostrazione di responsabilità, ma era anche una facciata per motivare il suo dissenso allo sguardo degli altri. Lo scontro con i potenti faceva parte del naturale corso degli eventi: si trovavano nel Nuovo Mondo, li avrebbero comunque dovuti incontrare; venissero pure insieme gli Imperatori, se ne sarebbe disfatto più velocemente.
Zoro era rimasto agghiacciato da altro, e non dalla moglie ladra che gli avrebbe portato via l’idiota. 

Sanji aveva deciso di andarsene. Aveva deciso da solo. Non affrontando il problema con loro, con lui.

Il Capitano e gli altri gli stavano andando dietro per incontrarlo e parlarci, per capire. Ai loro occhi Sanji appariva come l’eroe che si stava sacrificando per salvarli... Zoro lo vedeva diversamente: Sanji aveva girato le spalle ai suoi compagni non considerandoli all’altezza , non considerandolo all’altezza, senza dare loro la possibilità di aiutarlo, senza dargli la possibilità di salvarlotagliandolo fuori dalla sua vita.

 
Grazie per la mancanza di fiducia, bastardo.

 
Questo era più grave di qualsiasi temibile stuolo di nemici o moglie scippa amicocompagno, cuoco da strapazzo!


 

 

 

“Does anyone ever get this right?
I feel no love
I feel no love”

 

 

Il pezzo scelto proviene dall’ultimo album dei Queens of the Stone Age: da ascoltare qui.

Io non vado pazza per loro ma questo brano mi garba sullo scritto.
Buonasera, non credevo di pubblicare questa proprio oggi che è il giorno dei cornuti, cioè, scusate, del compleanno di Zoro. Ma così accadde.  ^_^ 
Essì, Zoro, Sanji t’ha messo pure le corna. ^^ Dillo che in realtà sei arrabbiato per questo.

L’idea non è originale in quanto prima di me qualcuno ha già affrontato egregiamente la situazione drammatica a noi lettrici fan di tutte le salse in cui Sanji può essere abbinato a qualcun altro che non sia Puddin’ (ok, lo ammetto, lei è così carinaa e dolce, mi sta piacendo); però volevo dire la mia su Sanji attraverso il punto di vista dello spadaccino che, dolore, mi ha lasciata così quando ha detto chi se ne frega! T_T Ma come?! Insomma, che gli sarà passato per la testa? Ecco nascere la one-shot, nel momento in cui se ne resta solo e non segue Rufy da Pekoms. E più che fine l'ultima riga è un'interruzione, volevo sapesse di incompiuto. Il seguito a quando Oda ci illustrerà come andrà la storia, fremo in attesa che Zoro e Sanji si rivedano. Mi chiedo cosa potrebbero dirsi! *__*

Insomma, questa one-shot è stata anche un pretesto per rimpolpare un po’ la coppia Yaoi, e placare le ire di quei lettori che stanno attendendo l’aggiornamento di Loverman (a proposito, modificherò il primo capitolo, prima di pubblicare il secondo, perché ho scoperto che mi annoia, lo renderò più attivo. ;) Quando decido, decido.)

Spero vi vada di lasciare una recensione, parliamone. E grazie comunque per averla letta.

Pandroso

Qui sotto vi linko tutte le mie altre storie, congliata Mein Herz Brennt.



Mein Herz Brennt

TERZO CAPITOLO PUBBLICATO, NUOVA ILLUSTRAZIONE
Non importa quanto si creda crudele, ogni cuore è capace di ferirsi.
A volte, le ferite non guariscono, continuano a sanguinare, diventano più profonde, e uccidono, se si è fortunati. Ma se si sceglie di non morire, queste si tramutano in una spietata condanna.
Raccolta dedicata alla Famiglia Donquijote. NON è una Yaoi anche se... scopritelo da soli.
Dal TERZO CAPITOLO: 
«Lo senti?… Quanto mi sei mancato»
Fa schifo.
La donna fece scorrere le sue unghie lunghe giù e su per un binario isolato, che non accennava la partenza di alcun treno.
«Fratellino perduto, giuramelo…»
Andrai all’Inferno, Dofy.
«Il tuo cuore mi appartiene e batterà solo per me, fu fu fu»
La smetterai di ridere.
Consigliata come lettura serale. Ma attenzione che i contenuti sono forti, l’ho messo pure nelle note.

Pubblicata: 10/09/16 | Aggiornata: 13/10/16 | Rating: Arancione
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Donquijote Rocinante, Trafalgar Law 
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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Curami (Zoro/Perona/Mihawk) NEW: pubblicato IV CAPITOLO!
Una convivenza forzata, un addestramento in corso e forse un’attrazione accidentale che non vuole nessuno. L’isola Kuraigana non è solo un luogo di morte; e Perona e Zoro non sono soltanto una coppia di disgraziati spediti sulla stessa macchia di terra.
Facciamo luce su due anni di buio.
Buona lettura.
III capitolo on-line
Pubblicata: 11/09/13 | Aggiornata: 31/08/16 | Rating: Arancione
Genere: Azione, Romantico | Capitoli: 4 | In corso
Tipo di coppia: Het | Note: Missing Moments | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Drakul Mihawk, Perona, Roronoa Zoro
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Loverman…
Sanji non avrebbe mai dovuto provarlo, non avrebbe mai voluto scoprirlo, non avrebbe mai dovuto desiderarlo. Anche la più piccola mancanza di volontà verso se stessi è ripagata con un tormento peggiore; a meno che si accetti la propria natura.
Consiglio: lasciate perde’ sto trip di parole, buona lettura.
Pubblicata: 15/08/16 | Aggiornata: 15/08/16 | Rating: Arancione
Genere: Angst, Introspettivo | Capitoli: 1 | In corso
Tipo di coppia: Yaoi | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
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L’impensabile inaspettato (Zoro/Sanji) 
Sanji ha un urgente problema. Zoro… beh, lui fa quello che può.
One Shot che disturba persino chi l’ha scritta, attenzione alle note. E a voi la lettura.
Pubblicata: 03/11/13 | Aggiornata: 03/11/13 | Rating: Rosso
Genere: Angst, Introspettivo | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Yaoi | Note: Lime | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro 
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Ultime previsioni prima di Dressrosa (Rufy/Nami/Trafalgar Law) 
Meno di un giorno all’arrivo sulla prossima isola. A bordo della Sunny chi può si riposa, altri non dormono: si incontrano casualmente, o per mistico volere.
Una One Shot breve e indolore, e con i personaggi IC; però spetta a voi valutarlo.
Buona lettura.
Pubblicata: 20/10/13 | Aggiornata: 20/10/13 | Rating: Giallo
Genere: Sentimentale | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Nami
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