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Autore: Loveless X    11/11/2016    0 recensioni
Corgan è una ragazza piena di sogni , rinchiusa in un paese in Italia, agli sgoccioli dell'ottocento.
La sua vita procede tra obblighi ed illusioni di felicità, finché un dramma improvviso ribalta le sue speranze: Emil, il diavolo , "l'essere più femminile che lei abbia mai visto" la trascina in un vortice di cattiverie, disperazione, situazioni buffe e coraggiose che la porteranno per tutta Europa, alla ricerca di sua sorella e -forse- di sé stessa.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Per come eravamo messe noi, ci facevamo bastare di tutto”
Corgan rilesse quella frase lentamente, tornando con l’indice ad indugiare sulla carta.
Stava leggendo vicino al camino, nel salone freddo e spoglio al piano terra.
Sedeva in modo scomposto sul divanetto, pericolosamente vicina alle fiamme per sfuggire alla morsa del freddo di quella sera di dicembre: non potevano permettersi alcuna stufa, viste le condizioni economiche di loro padre.


La pendola in corridoio rintoccò le undici esatte, e lei sollevò gli occhi dalla lettura un po’ ansiosa.
Sua sorella minore non era ancora rientrata .
Sapeva che Marzia tardava sempre, con il suo chiacchiericcio frettoloso e prorompente, ma sbirciando fuori dalla finestra vide che aveva ripreso a nevicare.
Le strade erano buie, giù dalla collina, si riusciva a malapena a distinguere l’inizio del bosco.
Corgan si mise con la guancia appoggiata al vetro freddo, stringendo un lembo della gonna tra le dita, con un misto di ansia e rimprovero verso sé stessa e sua sorella.
Rimase per un bel po’ a spiare fuori, come una donnola incuriosita, finché le luci di un calesse non apparvero in fondo al buio, come due puntini luminosi in cielo.
- Eccola, quella disgraziata! –
Tirò un sospiro di sollievo, gli angoli della bocca si rilassarono e la gonna cadde morbida lungo i fianchi. Si affrettò a tornare nella sua posizione assorta, afferrò il libro partendo da un punto a caso, guardando le lettere e le frasi senza leggerle davvero.
Il rumore degli zoccoli dei cavalli divenne sempre più intenso, poi delle voci, silenzio e infine la sorda, potente sbattuta di porta che solo sua sorella poteva fare.

-Sei ancora sveglia? -
Marzia parlò ad alta voce, incurante del rispetto per chi dormiva al piano di sopra. Si sfregò le mani lungo la vita, si tolse la mantella, il cappello ed i guanti e corse da sua sorella.
-Leggi ancora quel libro? – chiese sempre in tono sregolatamente alto per una casa di notte, mentre appoggiava le palme delle mani sulle spalle di Corgan.
-Stupida, sei fredda, mi stai facendo congelare! -
La sorella maggiore si voltò di scatto, lasciando perdere il libro e piantando un’occhiata permalosa alla sorella. Durò pochi secondi, come il discorso che si era ripromessa di farle riguardo all’ora di rientro. Sorrise, le accarezzò i capelli e le fece posto accanto a lei
-Dimmi com’è andata -
Marzia si sedette, divertita da quella richiesta. Avvicinò ancora il divanetto al fuoco, protese le mani verso il calore e si sciolse i capelli.
-Le odio tutte, dalla prima all’ultima -
Le due sorelle cominciarono a chiacchierare della serata di Marzia, che era stata invitata ad una serata da donne in società per entrare in un club cittadino. Cucito, beneficienza, cucina, assistenza dei malati erano gli impieghi riservati alle donne borghesi o alle ragazze benestanti in giovane età, da svolgere nel tempo libero per essere ben viste dalla comunità e trovare il partito migliore.
Anche Corgan aveva partecipato, anni prima, ad alcune attività sociali. Era stato gradevole, aveva odiato molte delle sue compagne, ma aveva sorriso a tutte, e con molte di esse aveva mantenuto persino rapporti cordiali, che si traducevano in lettere di convenevoli durante le festività.
Marzia era molto diversa da sua sorella, difficilmente riusciva a dissimulare i propri pensieri per una pacifica convivenza.
-La figlia dei Lotti non la smetteva più di elencare le facoltà della sua famiglia, così credo di aver detto qualcosa che l’ha fatta un po’ indispettire. Credo anche di aver bisticciato con lei e di essermi portata contro almeno sette delle dieci invitate. Ma se tu la vedessi, che persona odiosa! Con quella voce nasale e quei capelli così lucidi da sembrare sporchi! -
Corgan sorrise, con un po’ di rimorso -Lo sai, devi comportarti bene. Nostro padre è in difficoltà, e siamo la sua unica speranza. Un matrimonio è l’unica soluzione che abbiamo… Ho visto il fratello della signorina Lotti, secondo me è il tuo tipo -
- Biondo? Il ragazzino con il doppio petto che la accompagna? Sai che in ogni caso non mi interessa nulla di questa storia. Siamo in grado di trovarci un marito anche senza tutte queste cavolate! Non siamo brutte e cieche come loro! – Marzia si spinse verso la sorella, avvicinando la guancia al suo viso sapendo di condividere lo stesso pensiero. Era così, doveva passare questo periodo e forse sarebbe venuto il meglio, in primavera.
– Cosa stavi leggendo? Non sei stanca? -
Corgan riprese il libro, mostrandolo alla sorella
-Un romanzo femminile, dicono sia molto di moda in città, ma secondo me pecca un po’ troppo di autocommiserazione. La protagonista è una ragazza povera che arriva a sposare un principe -
Scoppiarono a ridere entrambe, su quel divano liso, scomposte e con le guance rosse per il fuoco.
All’improvviso due colpi secchi dal soffitto le fecero trasalire
- Dobbiamo andare, si stanno lamentando delle nostre chiacchiere – Corgan si affrettò a chiudere il libro, spegnere il fuoco e sistemare il divano.
Sua sorella salì le scale con lei, al buio, cercando di fare poco rumore.
Si diedero la buonanotte allegre, ma anche un po’ tristi di non poter allungare quella serata un altro po’, perché le pareti della casa erano sottili e l’indomani sarebbe venuto un ospite a pranzo da loro.

Si spensero anche i loro lumi, e mentre Corgan si metteva a letto, sperò di poter restare con Marzia ancora un po’, prima di trovare un marito ed andare via da casa sua.
 
   
 
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