Love Will Tear Us Apart
Per
l'ennesima volta in pochi minuti, Bonnie attraversò a grandi falcate
il perimetro che circondava il capannone, camminando avanti e
indietro come un animale ferito per la stradina ricoperta di ghiaia.
Sapeva
che era arrivato il momento di agire e che quel nervoso andirivieni
non avrebbe fatto altro che peggiorare il suo stato d'animo al
momento precario, ma era l'unico modo che conosceva per cercare di
stemperare la tensione. Anche se, in realtà, sentiva di camminare
sul bordo di un precipizio senza avere la possibilità di
sopravvivere.
Un
passo deciso, un altro ancora ed arrivò sulla soglia dell'entrata ma
si bloccò dopo aver dato una rapida occhiata al suo interno. Lo
stomaco divenne pesante e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Caroline,
le braccia strette sotto il seno, liberò un colpo di tosse misurato
lanciando contemporaneamente uno sguardo preoccupato all'amica. -
Bonnie? - La chiamò, cauta.
-
Vuoi che vada io? -
Bonnie
deglutì e un singhiozzo sfuggi al suo controllo. - No. - Si affrettò
a rispondere, strizzando le labbra con fare teso. - Spetta a me. Devo
farlo. -
Caroline
tentennò, decisa ad assicurarsi che Bonnie fosse pronta. - Sei
sicura? Davvero, lo capisco se non te la senti. -
Bonnie
serrò la mascella e scosse il capo, irremovibile. - Sì, Care. Ho
bisogno di vederlo...capisci? -
Caroline
annuì, posandole la mano sulla spalla. - Ok. Fai attenzione. Io sarò
qui vicino in ogni caso. Va bene? -
Bonnie
fece un sorriso tirato. - Grazie, Care. Non preoccuparti. - E il suo
cuore si alleggerì un poco del peso che portava da giorni.
Non
appena entrò nel capannone, però, avvertì nuovamente l'ansia
mischiata a una sensazione di totale impotenza che la faceva stare
male. Senza magia e alcun potere sovrannaturale, forse era davvero
inutile come pensava, ma il “lavoro” che stava per svolgere non
richiedeva particolari doti magiche, bensì una forza che sperava di
possedere ancora dopo l'ennesima delusione ricevuta da un fato fin
troppo crudele.
Una
luce fioca e appena visibile illuminava il magazzino che odorava di
grasso e pneumatici e che, in quel momento, sembrava troppo angusto
per ospitare lei e il suo tormento. Al centro giaceva un vecchio
trattore, sicuramente in disuso, e numerosi scaffali in ferro battuto
colmi di attrezzi di vario genere.
Nei
tre anni in cui aveva vissuto lì non le era mai capitato di
perlustrare lo spazio e, di conseguenza, si sentiva un po' spaesata.
Spingendosi
più in fondo, il suo battito cardiaco aumentò a dismisura e la sua
mente divenne completamente vuota.
Lo
intercettò poco dopo e l'immagine che vide la fece bloccare sul
posto, di colpo, come se le si fossero esaurite le batterie.
Enzo,
accovacciato a terra nell'angolo più buio del capanno, alzò
lievemente il capo e il viso, segnato dalla sofferenza, venne
ottenebrato da un'ombra sinistra che non prometteva nulla di buono. I
polsi e le caviglie erano legati da corde imbevute di verbena insieme
a catene spesse, attaccate saldamente alla parete. Pur essendo un po'
scettica sulla questione, in quanto il vampiro possedeva una
resistenza incredibile, Caroline aveva insistito che quello fosse
l'unico modo per impedirgli di scappare e farle del male e così si
era fidata, lasciando che l'amica si occupasse del tutto. Portava i
vestiti del giorno prima e lo squarcio aperto nella sua maglia era
ancora visibile, come ultimo segno della lotta avvenuta tra lui e
Damon per ordine di Sybil.
-
Ciao, tesoro. - Disse con un tono di voce falsato che Bonnie faticò
a riconoscere. Lo sguardo privo di qualsiasi emozione che le rivolse,
la fece rabbrividire.
In
quell'istante comprese amaramente di avere di fronte a sé una
versione sconosciuta del suo amato Enzo. Letale. Sempre
bellissimo e incredibilmente affascinate ma pericoloso.
Si
avvicinò lentamente, serrando i pugni fino a farsi male e sospirò.
- Dobbiamo parlare. - Annunciò, provando a controllare il tremore
acuto nella propria voce.
Enzo
la fissò negli occhi e sguainò una risata fredda che aveva un che
di perverso. - E hanno mandato proprio te? Una piccola e
insignificante strega senza poteri? - L'apostrofò, sprezzante. -
Credevo fossi più intelligente di così, Bonnie. - Allungò le gambe
per cambiare posizione, lasciando che le corde contaminate gli
bruciassero la pelle dei polsi e delle caviglie.
Bonnie
assorbì l'urto di quelle parole malvagie sbattendo più volte le
palpebre prima di riuscire a proferire parola. - Me l'hai chiesto tu,
ricordi? - Tentò, inginocchiandosi di fronte a lui, completamente
esposta. - Ed io farò di tutto per riportarti indietro. -
Enzo,
gli occhi brucianti iniettati di sangue e le guance deturpate da vene
violacee che scorrevano sotto l'epidermide, scattò in avanti
rapidamente ma, prima che potesse afferrare la ragazza, le catene lo
tirarono indietro e il movimento secco lo fece crollare ai suoi
piedi. Quando si rialzò, Bonnie arretrò, riconoscendo la bestia
inferocita nascosta
dietro l'avvenenza del giovane.
Aveva
sempre conosciuto la natura di Enzo ma quello,
era lontano anni luce dalla persona con cui progettava di condividere
il resto della propria vita. - Enzo... - Mormorò, abbracciandosi la
pancia con fare protettivo.
Lui tornò a guardarla,
furioso. - Sta zitta! Credi che sia sufficiente venire qui e dirmi
due paroline dolci per spezzare l'incantesimo? - Tuonò, spostandosi
da un lato all'altro, le catene che tintinnavano rumorosamente. - Sei
così dannatamente patetica a pensare che io voglia tornare a provare
qualcosa. - Continuò, sogghignando sottilmente.
Ancora una volta Bonnie non
si fece abbattere dalla reazione spropositata e il suo sguardo
determinato si fissò in quello del vampiro. La rabbia di Enzo in un
certo senso riusciva a darle coraggio perché lei credeva in ciò che
stava facendo. - Non è vero. Sei ancora lì da qualche parte. Non
puoi aver dimenticato noi e la nostra storia. Non può essere così
facile perdere se stessi e so che non vuoi buttare all'aria tutto
quanto solo perché una creatura subdola e malvagia ti chiede di
farlo! Tu sei più forte, io ti conosco! - Si sfogò lei, piena di
fuoco e coraggio.
Per un attimo soltanto,
Bonnie credette di vedere affiorare una scintilla nelle pozze scure,
un barlume di lucidità impercettibile che la fece ben sperare. La
possibilità però si sciolse nell'esatto momento in cui Enzo scoprì
i canini affilati, tremando. - Stai rischiando grosso, Bonnie. -
Sibilò, il solito accento inglese che in quel momento sembrava
annunciare una tragedia. - Ti vedo parlare e l'unica cosa a cui penso
è che vorrei squarciare la vena che ti pulsa nel collo e bere ogni
singola goccia del tuo sangue. Ecco cosa vorrei. - Sputò, iracondo.
Sembrava sul punto di esplodere; una belva in cerca di prede.
Bonnie percepì il nodo alla
gola espandersi fino a farle quasi male. Fu incapace di fermare le
lacrime che sgorgarono copiose dai suoi occhi già arrossati. Provò
a replicare, ma lui la interruppe ancora una volta arricciando il
naso in una smorfia. - Davvero non lo sospettavi?- Domandò,
allargando le pupille. - Dovresti sapere che le favole non esistono,
soprattutto quelle con protagonisti un vampiro e un'umana. Tu sei
solo un peso per me e adesso che non provo niente, riesco a dirtelo
senza problemi. - Fece una pausa solo per riprendere fiato, poi
attaccò nuovamente. - Sono così felice di non avere più a che fare
con te, inutile essere umano. - Concluse, ansimando e caricando le
parole di disprezzo.
Bonnie
sembrò impallidire di colpo vedendo davanti ai propri occhi l'amara
verità: il suo era un compito immensamente difficile e forse non
sarebbe stata in grado di vincere. “Non
questa volta.” Realizzò,
rimanendo a bocca aperta.
-
Ti ho sconvolto, dolcezza? - Domandò poi lui, fingendosi
preoccupato. - Adesso viene la parte in cui tu scoppi a piangere ed
io ti consolo? O forse quella in cui passiamo subito al sesso
sfrenato? - Ipotizzò, riducendo la voce in un sussurro roco.
-
Smettila. - Disse Bonnie, sussultando.
Enzo
la fissò avidamente. La furia sembrava essere sparita dal suo viso,
ma c'era qualc0s'altro a preoccupare Bonnie: il desiderio. Lo stesso
desiderio che lui tendeva a mostrarle prima di determinate situazioni
intime, solo che insieme ad essa serpeggiava in lui un'aria maligna e
sadica che non gli apparteneva. - Avanti amore, non puoi fingere con
me. So che vorresti essere presa qui in questo momento e so che ti
concederesti senza battere ciglio. - Sussurrò, avanzando un poco e
sorridendo, sornione.
Era
incredibile. Nonostante l'intera – maledetta – situazione Enzo
conservava la tipica bellezza fuori dell'ordinario che avrebbe potuto
stendere un'intera popolazione femminile.
Bonnie
ingoiò il groppo in gola ma non fiatò, colta alla sprovvista e
ancora sconvolta. Lo stomaco in subbuglio e il petto che si alzava e
abbassava rapidamente diedero al vampiro la conferma di cui aveva
bisogno. - Ho spento l'umanità, non sono mica diventato cieco. -
Ammiccò in modo allusivo. - Riesco a percepire le sensazioni
nascoste. Il tuo corpo parla al tuo posto e dice cose molto
interessanti. - Proseguì, rincarando la dose, deciso a scatenare in
lei una qualsiasi reazione.
Bonnie
trattenne il fiato e un gemito frustrato uscì dalla sua gola. - Non
sono venuta per questo, Enzo. - Puntualizzò, stizzita. Era troppo da
digerire. Prima la furia omicida e dopo quel mero tentativo di
sedurla. Non ce la faceva più.
Enzo
inclinò la testa di lato, regalandole un'occhiata obliqua. - Ah no?
Eppure desideri suscitare in me un qualsiasi tipo di emozione, no? -
Domandò, leccandosi le labbra.
-
Perché allora non proviamo in questo modo? - Propose, protendendosi
ancora un po' su di lei, fino a che le catene non lo spostarono di
qualche centimetro.
Bonnie
si mise entrambi le mani nei capelli, tirandoli indietro. - Non sono
una stupida, Enzo. Ho capito cosa stai facendo e non ci casco. -
Lui,
ritto di fronte alla ragazza, le fissò la bocca dischiusa. - Non
mentirmi, Bonnie Bennett.-
Bonnie
cominciava a sentirsi davvero sfinita nel corpo e nell'anima. Il suo
piano improvvisato era destinato a fallire dal momento in cui aveva
messo piede lì dentro. Non sapeva minimamente come sbrogliarsi da un
pasticcio del genere ed Enzo, nascosto nella sua corazza spessa di
ghiaccio, non era certamente d'aiuto.
Lo
guardò e, soffermandosi con attenzione sugli impenetrabili occhi
scuri che celavano la sua vera persona, capì di essere arrivata al
limite. Le mancava l'aria e ogni respiro era paragonabile a una
coltellata nel petto. Finalmente si decise a parlare, in balia delle
sensazioni che scorrevano dentro di lei come un fiume in piena. - Io
ti amo. - Disse semplicemente, inspirando a fondo e congiungendo le
mani per posarle sul petto, come se stesse pregando. - E lotterò
sempre per te, sempre. Ovunque tu sia, sappi che non ho intenzione di
abbandonare l'unica persona che è riuscita a farmi credere
nuovamente nell'amore, l'unica persona che mi ha messa al primo posto
nonostante tutto. - Si interruppe per cercare di captare qualsiasi
segnale nell'espressione impietrita di Enzo.
-
Quindi non importa quanto tempo ci vorrà o quante forze dovrò
impiegare per riaverti con me, ma io non ti abbandonerò. - Promise,
mostrandogli un sorriso genuino, vero.
Enzo
assimilò ogni singola parola e arretrò fino a schiantarsi contro il
muro. Serrò i denti per il dolore causato dalle corde infuocate che
affondavano le carni e si irrigidì quasi del tutto. Chinò il capo e
ansimò, mentre le sue spalle venivano scosse da spasmi
incontrollati.
-
Oh, Bonnie, Bonnie...- La rimbeccò lui, riservandole lo stesso tono
canzonatorio di poco prima. - Ti farei un applauso se solo non avessi
le mani legate. - Disse, ritrovando negli occhi quello scintillio
diabolico. - Che dire? Continui ad essere penosa nonostante
l'impegno. Notizia news: non hai passato il turno. -
Bonnie
fece in modo che le parole di Enzo non la sfiorassero e gli restituì
un'occhiata decisa. - Non mi arrendo. Questa persona non sei tu. Dì
ciò che ti pare, urla, arrabbiati...non mi importa. -
Lui
scrollò le spalle e ridacchiò. - Oh no, ancora niente. Magari la
prossima volta sarai più fortunata. -
Un
gemito basso scaturì dalla gola di Bonnie. - Puoi starne certo. Ci
vediamo, Enzo. - Detto ciò gli diede le spalle e se ne andò a testa
alta, precipitandosi fuori per prendere aria e cercare di ragionare.
Il
cielo era grigio in quel pomeriggio di metà settembre e il vento
freddo che tirava le scompigliò i capelli, facendola intirizzire.
Aveva promesso ad Enzo di salvarlo, ma improvvisamente si sentì
svuotata, annientata. Vederlo in quello stato non le aveva fatto
molto bene e il suo cuore semplicemente si era stufato di sanguinare
così copiosamente.
Eppure
c'era una parte di lei, al momento nascosta ma viva,
che la
spingeva a non arrendersi. Non lo avrebbe fatto. Se Enzo era in grado
di resistere a torture e controlli mentali, plasmato dagli anni nelle
prigioni dell'Augustine...beh allora anche lei doveva provarci
nonostante fosse veramente dura arrivare a fine giornata senza di
lui.
Non
era la prima volta che si preparava ad affrontare una battaglia e
probabilmente non sarebbe stata l'ultima nella sua pazza e insolita
vita.
Le
parole di Enzo le tornarono in mente di colpo. “Quando si
tratta
di te non mi arrenderei mai, supererei gli oceani e affronterei le
sirene solo per tornare da te.”
-
Anche io. - Disse Bonnie chiudendo gli occhi e promettendo a se
stessa di riuscire nel suo intento. - Tornerai da me, amore, tornerai
da me. - Sussurrò, alzando gli occhi al cielo e lasciando che i
ricordi dei giorni passati insieme le dessero la forza di cui aveva
bisogno per vincere.
Angolo autrice:
Se siete in pari con TVD allora saprete cosa si prova a vedere Enzo che spegne le emozioni chiedendo a Bonnie di riportarlo indietro. Io sono ancora triste e inondata di feels che non avete idea e quindi eccomi qui a cercare di colmare il vuoto che mi ha lasciato la 8x03. In questo caso, vediamo una Bonnie avvilita – giustamente – ma comunque forte, nonostante la difficile situazione in cui si trova. E' stata dura per me scrivere quelle frasi da far dire ad Enzo perché, beh, lui la ama tantissimo e non lo farebbe mai but...avendo spento le emozioni la storia cambia. Nella mia mente la scena si svolgeva in modo diverso e sinceramente non mi convince molto, ma ormai è fatta. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e quindi, se vi va, lasciatemi una recensione. Un abbraccio grande, alla prossima!
DS91 =)