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Autore: alexichains    13/11/2016    0 recensioni
Ti cercavo ovunque e tu, seduto, i capelli che ti baciavano il viso, le gambe lunghissime tutte da guardare, forse (nella più bella delle ipotesi) cercavi me, con quel tuo sguardo da cerbiatto eroinomane.
Genere: Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La prima che facciamo è Heartbreaker.”
“Ma stai scherzando?”
 
 Era come se fossi stata sballata; è inutile cercare di concretizzare le emozioni che lui e la sua chitarra furono capaci di farmi provare quella mattina. Ancora più inutile dare giustizia alla situazione che si era creata fra la gente; c’erano un’infinità di persone che ballavano e urlavano, cantavano o facevano finta di farlo solo per aumentare il caos, i capelli delle ragazze sbucavano dal pubblico come piccoli razzi incandescenti, i ragazzi battevano le mani sul palco e i nostri sguardi continuavano a cercarsi fra altri mille.
Ho avuto la possibilità di osservarlo in silenzio, nascosta dietro le schiene di altra gente ignara di tutto ciò che stava accadendo in quel momento. Quando abbassavo lo sguardo il suo era già lì, pronto ad avvolgermi senza però incontrare il mio, quasi mai. Ci sono state diverse volte in cui le sue iridi si sono mescolate alle mie, parliamo di diverse frazioni di secondo ma non importa perché l’energia, l’alchimia, la chimica che avvertivo era tale da farmi morire ogni cazzo di volta.
Ha gli occhi grandi, segnati da occhiaie tanto scure da farlo sembrare stanco - o triste -, capelli tanto lunghi da nascondere i lati del viso, mani tanto grandi da poter suonare e scagliare fulmini inconsapevolmente, gambe che non finiscono più, ossa che guizzano fuori dalla schiena e carezzano le più eleganti delle sue magliette, così buffo e impacciato, sembra che la mia mente l’abbia disegnato per un fumetto dove ci siamo solo io e lui. Lui è un fulmine, io sono un pezzo di metallo.
Due calamite, due pezzi di puzzle; lui una stazione alchemica io un metallo liquido, lui un disco blues io un giradischi un po’ impolverato, lui una sigaretta io un accendino.
Io e lui, perché non posso funzionare se non è con me.
 
 Lui è perennemente a passeggio nella sua stessa testa.
Non ci siamo parlati a parole, ma i nostri sguardi tradivano entrambi.
Ti cercavo ovunque e tu, seduto, i capelli che ti baciavano il viso, le gambe lunghissime tutte da guardare, forse (nella più bella delle ipotesi) cercavi me, con quel tuo sguardo da cerbiatto eroinomane.
 
Bello e immenso, come il mare
che ti prendo
ti stringo
ti bevo
e tu
non finisci mai.
 
 Feci camminare il mio istinto verso di lui, ma il mio volto restava intatto, immobile, nel buio della mia pelle e dei capelli. Il suono difficile della chitarra.
 
M’incamminerei
per mille strade
sia deserte
che colline di gente
in continua
dinamicità.
 
Giusto per la speranza
d’incontrarti
ad un incontro di condominio,
in un bagno pubblico,
all’interno di un cinema
o di un bordello,
nel vialetto di casa di mia nonna,
al supermercato.
Giusto per la speranza
d’incontrarti ovunque,
qualsiasi posto proiettato dalla mia mente,
immaginario o reale che sia,
e lì,
fidati di me,
chi ci separa più.



(Ps: credo di aver scritto di meglio, ma volevo postare questa piccola storia per 'esorcizzare' la mia comparsa su questo sito. spero che piaccia! se volete, lasciate una sincera recensione.) 
  
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