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Autore: Kamala_Jackson    15/11/2016    3 recensioni
Dal testo:
"Pervinca esplodeva. A volte poco a poco, altre volte tutto in una volta sola."
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One Shot palesemente ispirata a una frase di ReMoved, "I explode inside. Sometimes slowly, sometimes all at once."
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pervinca Periwinkle, Vaniglia Periwinkle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
i personaggi qui presenti non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Elisabetta Gnone.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.


 
Exploding Stars

 
 
Pervinca esplodeva. A volte poco a poco, altre volte tutto in una volta sola.
Era come il mare, Pervinca. Calma un minuto prima, in tempesta quello dopo. E diventava un vortice di rabbia e rancore, una forza che travolgeva e spazzava tutto via, finché non degenerava in una nuova calma.
Piatta, vuota, fasulla.
Vaniglia lo sapeva bene, e si chiedeva cosa fosse successo a sua sorella per cambiarla così tanto.
Il dubbio che tormentava la sua famiglia era quello dell’intero villaggio. Era davvero caduta in una vecchia trappola? O era entrata in contatto col nemico?
 
Pervinca era silenziosa. Camminava a testa bassa per le strade, rapita dai suoi pensieri, senza quella mistica aura di potere che per lei era sempre stato motivo di invidia.
Era strano, come cambiavano le cose. Prima era sempre la maggiore a difenderla, adesso Vaniglia si ritrovava ad affrontare da sola Scarlet e le altre malelingue che le insultavano.
E Babù provava tanta rabbia. Perché non reagiva? Perché restava zitta di fronte a quegli insulti, quegli sguardi pieni di sospetto?
Glielo chiedeva, qualche volta; e quando Pervinca la guardava con gli occhi verdi e gelidi, e l’ammoniva con lo sguardo vibrante di parole non dette, di segreti oscuri, che la divoravano dentro e la distruggevano, Vaniglia sospirava e tornava a contare le sue matite.

Pervinca non dormiva la notte. Se n’era accorta per caso, svegliatasi all’improvviso da un incubo, senza trovarla nel suo letto.
Felì era con sua zia, e la finestra era aperta. Babù era scivolata fuori dalle calde lenzuola e si era affacciata, alzando lo sguardo verso il cielo sgombro di nuvole.
L’aveva trovata lì, persa in mezzo alle stelle che tanto amava, frustata dall’aria gelida di novembre, le guance e il naso rossi, le labbra violacee, lo sguardo volto verso la Rocca. Le erano venuti i brividi a vederla in quello stato, con quegli occhi puntati con ostinazione verso ciò che governava l’oscuro. Se n’era tornata a letto, Babù, ma non era riuscita a riaddormentarsi, vittima dello stesso tormento della gemella.

Pervinca litigava con tutti. Con Acanti, con Francis, con Tommy, persino con Grisam. Sembrava cercare in tutti i modi di rimanere da sola, di allontanare chiunque, di non far entrare nessuno nel suo piccolo mondo fatto di bugie.
Vaniglia scrollava le spalle di fronte all’ira e alla delusione degli amici. Non riusciva a trovare conforto in nessuno, e a nessuno riusciva a darne. Era come se quel comportamento così scostante stesse prosciugando via tutta l’energia della Banda.

E un po’ la odiava. Odiava Pervinca perché aveva sempre avuto tutto, era sempre stata quella più considerata anche da quelli che erano i suoi migliori amici, e ora li rifiutava. Li feriva. E sembrava non rendersene conto. Ma Babù era la gemella buona, calma, gentile. Lei che si vedeva scivolare via dalle dita tutte le cose belle e che amava, e quindi doveva semplicemente stare zitta. Perché mamma e papà avevano già abbastanza problemi. Perché zia Tomelilla era già preoccupata per il villaggio e per Pervinca, la stessa Pervinca per cui Felì non dormiva più la notte.

A volte, anche Vaniglia esplodeva. Ma lo faceva di nascosto, lontana dagli occhi del mondo, mentre l’uragano che aveva dentro le spezzava il cuore. Dopo ogni tempesta, però, lei riusciva sempre a far rinascere qualcosa di buono.

Perchè Vaniglia era la luce. E Pervinca, invece, era il buio.
   
 
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