L’ho sognata nuovamente. La porta ad arco, che pare scavata nella roccia, che si apre sulla rampa di scale e oltre a cui si vede il mare schiumoso e azzurro. Questa volta però il sogno non si è fermato qua. Questa volta ho superato la porta e mi sono ritrovato sulle pietre scivolose a osservare la scogliera rocciosa e verdeggiante. La brezza marina mi ha immediatamente colpito, ho inspirato a fondo il profumo del mare. E poi ho sentito un rumore alla mia destra. In fondo alla rampa di scale stava una donna avvolta in un bianco sudario, il viso pallido più bello che avessi mai visto, lunghi capelli neri come la notte. Stava piangendo ed erano lacrime di sangue quelle che le rigavano le guancie.
-Perché piangi?- le ho chiesto e solo allora mi sono accorto che la sua bocca era cucita con un filo nero.
Inutile domandare, non mi avrebbe mai potuto rispondere. Ho fatto un passo verso di lei, ma mi sono accorto che non riuscivo a muovermi.
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