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Autore: Bali2607    16/11/2016    0 recensioni
Aisling è una ragazza come tante altre della sua età, alla quale il destino non ha però riservato una sorte molto felice.
Orfana di entrambi i genitori e costretta a trasferirsi dalla verde e limpida Irlanda nella nebbiosa Boston, tenterà in tutti i modi di ricostruirsi una vita ricomponendone i pezzi andati distrutti. Ma certe volte la rottura è irrimediabile e ti si apre davanti un sola strada: ricominciare da zero. I nuovi incontri a Boston cambieranno la dolce indole di Aisling o la ragazza riuscirà a rimanere immune al fascino oscuro dell'America? A quale ragazzo spetterà il privilegio di occupare un posto nel suo cuore? Le pagine sono ancora bianche e la sua storia è ancora tutta da scrivere.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Alle 7.00 di mattina del fatidico 16 settembre la sveglia iniziò a emettere quel suo trillo così odiato dalla maggior parte degli studenti.
Aisling si allungò sul materasso per spegnerla e poi rimase sdraiata pancia all'aria a fissare il soffitto, cercando di prepararsi psicologicamente per il primo giorno nella nuova scuola.
Si alzò controvoglia e si diresse in bagno, ma arrivata sulla soglia, chiusa, sentì un allegro fischiettio provenire dall'altra parte.
Zio Richard stava canticchiando a bassa voce "Jesus of Suburbia" e lei si chiese come qualcuno potesse essere così di buonumore a quell'ora del mattino.
Decise di rimandare al doccia a più tardi e scese in cucina per la colazione: almeno mettere qualcosa sotto i denti la avrebbe aiutata a stemperare la tensione.
Zia Meg la accolse con un caloroso sorriso di incoraggiamento e le mise davanti un bel piatto di pancakes, bacon e uova fritte. Quel profumino era irresistibile e Aisling divorò tutto alla velocità della luce.
"Cara, rilassati e mangia con calma, non vorrai fare indigestione proprio oggi" sussurró dolcemente zia Meg, con un velo di preoccupazione negli occhi.
Dopo l'episodio che le aveva viste coinvolte nella rapina era diventata, se possibile, ancora più ansiosa del solito.
"Mmmh mmh, tranquilla" mugugnò Aisling tra un boccone e l'altro.
"A proposito, pensavo di farti una sorpresa ma ormai mi sembra giusto dirtelo: abbiamo chiesto al figlio degli Spencer di accompagnarti fino a scuola, così, ecco, non sarai sola" disse esitante.
La ragazza alzò gli occhi sulla zia e mandò giù a forza il boccone di pane tostato: "Ma se la scuola è appena a due isolati da qui! Zia, davvero ti fidi così poco di me?!"
"Pensavo fosse un'opportunità per iniziare a conoscere qualcuno della zona, per "socializzare", diciamo"
Se c'era una cosa che a Aisling non andava giù era quel modo di fare della zia, quella sua voglia di intromettersi sempre in tutto e cambiare la cose a suo favore, anche se, in quel caso, un favore lo stava facendo a lei.
Si alzò da tavola e senza dire una parola volò al piano di sopra, fece una doccia rilassante e, una volta in camera, indossò le prime cose trovate nell'armadio: un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una camicia a quadri rossa e nera, di quelle comode e larghe che le piacevano tanto. 
Calzò ai piedi le sue all star preferite e, zaino in spalla, ridiscese di sotto.
Erano ormai le 7.45 e stava per mettere il piede fuori dalla soglia quando zia Meg la raggiunse: "Ma non puoi andartene, ho detto a Lucas che lo avresti aspettato qui. Dovrebbe arrivare tra pochi minuti"
"Allora lo troverò fuori immagino. Fidati, andrà tutto bene zia" disse scoccandole un sonoro bacio sulla fronte, e approfittando del momento di stupore della zia sgattaiolò fuori di casa.
"Aspetta Lucas, vai a scuola con Lucas, segui Lucas... Che poi chi sarà mai questo Lucas perché io debba stargli appiccicata..."
Aisling blaterò tra sè e sè ancora per qualche secondo, si sistemò le stringhe e alzò lo sguardo. Fu allora che vide un ragazzo che se ne stava appollaiato sul muretto di cinta della casa e la fissava con una evidente curiosità.
"E tu chi diavolo sei?" 
"Tenendo conto che hai appena pronunciato il mio nome per ben tre volte penso che tu abbia qualche idea" 
"Ah, sei tu Lucas?" 
"Perspicace vedo" le sorrise "Comunque piacere di conoscerti... Aisling, giusto?" 
"Già, scusa la reazione, è che non mi aspettavo di trovarti qui fuori"
"Non scusarti, è colpa mia se mi sono appostato nel tuo giardino come un killer pronto a saltar fuori dalle ortensie per attaccarti" 
Aisling non riuscì a trattenere una risata, le stava già simpatico quel ragazzo.
E per giunta sembrava proprio un tipo riservato e che non si impicciava degli affari degli altri, non il classico vicino di casa nerd e curioso che aveva tanto temuto di trovarsi davanti.
Si fermò ad osservarlo meglio e constatò che non era per niente un brutto ragazzo: alto e abbastanza muscoloso, aveva dei folti e luminosi capelli castani e quell'adorabile sorriso misterioso sul volto. 
Lui sembrava leggermente compiaciuto di sentire i suoi occhi che lo squadravano e la fece fare.
Quando Aisling si riscosse si accorse che si era avvicinato, tanto che riusciva a distinguere il colore dei suoi occhi. Per un folle momento si era ritrovata a sperare che fossero verdi, verdi come quelli del ragazzo dello scorpione, ma dopo averli visti di un banale marrone aveva abbassato lo sguardo, sconfitta.
"Ehi, tutto bene?" fece Lucas con una nota di preoccupazione nella voce.
"Oh sì, tutto alla grande, ma penso sia meglio avviarci a scuola ora, no?"
"Quanta fretta di andare incontro alla morte" scherzò Lucas mentre si incamminavano per il viale 
"In realtà sono abbastanza curiosa di entrare a contatto con l'ambiente, le persone... Non ho mai frequentato una scuola americana, quindi mi stavo chiedendo se qui fosse tanto diverso dall'Irlanda"
"Ah, piccola dolce Aisling, l'America è tutt'altra cosa. Ti posso assicurare che qui ci sappiamo divertire molto di più e che ti troverai a tuo agio alla Joseph"
"È quel 'piccola dolce Aisling' da dove ti è uscito?" rispose lei scoppiando a ridere 
"Non lo so, mi è venuto spontaneo, non ti sta bene?" 
"Piccola te lo concedo, data la mia imbarazzante statura. Soltanto, non mi considero per niente dolce."
"Questo lascialo decidere a me" le strizzò l'occhio Lucas.
Parlando del più e del meno giunsero al cancello della scuola.
La Joseph si presentava come un enorme istituto dall'orripilante color giallo canarino, circondato da un campo da football piuttosto ben tenuto e una pista da corsa che lo affiancava.
Bene, pensò Aisling, aveva sempre amato correre e già questo era un buon inizio.
"Lo so, il colore non è dei migliori, ma dentro è meglio, hai la mia parola. E fortunatamente non è nemmeno richiesta una divisa, il che è già una gran cosa, non trovi?"
Aisling annuì distrattamente e si preparò a compiere il primo grande passo la avrebbe introdotta nella sua nuova vita. 
Una sensazione simile a questa la aveva provata solo al momento di scendere dall'aereo e poggiare per la prima volta i piedi sul suolo americano. 
Le era sembrato tutto così strano e diverso da quello che aveva immaginato da bambina per il suo futuro, ma al tempo stesso così giusto, come se fosse esattamente ciò che il destino le aveva riservato.
Si avviarono per il cortile antistante la scuola, già gremito di studenti che attendevano l'inizio delle lezioni.
Aisling aveva immaginato di ritrovarsi gli occhi di tutti puntati addosso al suo ingresso nella nuova scuola, ma a quanto pare nessuno sembrava aver fatto caso a lei.
Ciascuno era impegnato nelle proprie quotidiane occupazioni: alla base della scalinata non era difficile riconoscere il classico gruppetto di nerd che discutevano dei risultati dei compiti delle vacanze, gli unici ad essersi probabilmente preoccupati di svolgerli; poco distante un circolo di ragazze carine e dall'aria disinvolta si sbizzarriva nell'esecuzione di ruote e verticali agitando pompom, fermandosi di tanto in tanto per scambiarsi chiacchiere sull'estate appena trascorsa: le famose cheerleader americane che Aisling aveva tanto sentito nominare; e laggiù, in fondo al campo, ecco avanzare le robuste sagome illuminate dal sole nascente dei giocatori di football. 
Il resto degli studenti della Joseph era costituito da ragazzi che all'apparenza parevano non distinguersi gli uni dagli altri, banchi di pesci in un mare di sguardi, colori, odori e pensieri che si mescolavano tra di loro, intrecci di aspettative e speranze per il nuovo anno misti a sospiri di delusione per le vacanze ormai giunte a termine.
In mezzo a tutti quei pesci, Lucas si diresse sicuro verso tre figure sedute su una panchina, ai lati del cortile. "Ehi ragazzi, tutto bene?" E dopo la domanda di circostanza per spezzare il ghiaccio, aveva aggiunto, schiarendosi la gola: "Vi presento Aisling, sarà in classe con noi quest'anno. Si è appena trasferita dall'Irlanda, vicino a Galway, giusto?" la aveva rivolto un'occhiata dubbiosa.
Aisling lo aveva guardato confusa, certa di non avergli mai raccontato del suo paese di provenienza, ma Lucas si limitò a dire con fare sicuro: "Tua zia ha un'adorabile parlantina"
Aisling allora aveva annuito con decisione ricambiando lo sguardo con un timido sorriso.
Stranamente questa volta non era rimasta infastidita dal comportamento di zia Megan; non riusciva ancora a capire chiaramente il perché, ma in un qualche modo le faceva piacere che Lucas sapesse già qualcosa su di lei, sulla sua vita. 
Era quasi come se si conoscessero da tempo invece che da quella mattina.
"Beh, loro sono Nate, Roger e Emily, i miei amici di più vecchia data, si può dire" aveva aggiunto Lucas, già più a suo agio dopo la presentazione.
"Piacere di consocerti Aisling! Sono Nate...  lui è Roger" esclamò indicando l'altro ragazzo seduto i fianco a lui, che aveva dipinta in volto un'espressione vacua e alquanto assente, ma che comunque le rivolse un sorriso cordiale e accennò un saluto.
"Non preoccuparti, non è sempre così, oggi è un po' depresso perché ha litigato con Carrie, la sua ragazza. Ma tralasciamo i drammi amorosi di Roger e parliamo di cose serie, voi due com'è che vi conoscete?"  disse ammiccando a lei e Lucas con sorrisetti. 
Aisling e Lucas erano rimasti per un attimo spiazzati, ma ancora prima che avessero tempo per rispondere era intervenuta la ragazza mora, fino a momento rimasta in silenzio: "Non fare caso a lui, è decisamente troppo estroverso" aveva sospirato fulminando Nate con lo sguardo, che per tutta risposta le rivolse un sorriso ammiccante.  "A proposito, io sono Emily, e ci conviene sbrigarci: abbiamo lezione di storia alla prima ora e il professor Kendall non ammette ritardi" disse poggiandole un braccio sulle spalle, quasi fossero amiche di vecchia data "Per nessun motivo, nemmeno se una povera ragazza non ha fatto in tempo a finire di mettersi lo smalto" aggiunse tristemente, mostrando ad Aisling la mano destra per metà pitturata di un viola acceso e per metà no.
Soffocando una risata, la giovane si avviò verso l'ingresso dell'istituto, contenta di avere al suo fianco non uno, ma ben quattro nuovi amici che la avrebbero accompagnata in quella "avventura" che l'attendeva oltre il varco, spiegandole, almeno sperava, come orientarsi attraverso i tortuosi corridoi di quell'irritante color gallo canarino della Joseph.
   
 
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