Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Mel_deluxe    17/11/2016    2 recensioni
Seguito di "La Ragazza dai capelli rossi"
"O mio Dio! Cioè, davvero questo è un seguito della nostra vecchia storia?"
Esattamente.
"Ma la scorsa non se l'erano cagata in tipo tre persone?
Sì, ma l'autrice delle nostre avventure è così megalomane da voler tentare la fortuna con un seguito.
"Ma non è che poi farà schifo come seguito, tipo come è successo a Twilight, o che so io?"
Spero proprio di no. Con tutto l'impegno che ci abbiamo messo...
"Quindi ci saranno tutti, ma proprio tutti i vecchi personaggi? Oh, aspetta! Ci sono anche io?"
Sì, Lea, sei la protagonista, è ovvio che ci sei!
"E vabbè, mica è tanto ovvio. Di solito i lettori mi odiano. Ero convinta che per il seguito mi avrebbero licenziato."
Sì, ma il titolo si riferisce a te.
"Ah... Quindi ancora si ostinano a riferirsi a me con quel dannatissimo soprannome?"
Precisamente.
"Che schifo di vita che ho."
Sì, tesori: è tornata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Ragazza dai capelli rossi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Il giorno dopo alzo la testa dal cuscino solo dopo le dodici e mezza.
Tasto il mio comodino, in cerca del cellulare. Quando finalmente lo trovo, inizio a scrollare tutti i messaggi che mi sono arrivati durante la mattinata.
Quello che mi colpisce di più è uno che ha mandato Marc circa due ore fa.
Messaggio da: Biondo.
“Oh mio dio, ho appena visto un anatroccolo giocare con un cucciolo di labrador! È stato fantastico.”
Sbuffo, rimettendo il cellulare giù.
Come sospettavo, non si ricorda assolutamente nulla di ciò che è successo ieri sera.
Bene, almeno il piccolo incidente della mezzanotte è acqua passata ormai.
Decido con calma di alzarmi da letto e di raggiungere il resto della famiglia giù in cucina.
In salotto trovo la mia intera comitiva di fratelli in pigiama che si guarda le repliche di Dawson’s Creek in tv.
«Andiamo, Joey!» sento urlare Anna, rivolta alla tv. «Lo sai che Dawson non ti merita. Devi tornare subito da Pacey!»
Subito i miei fratelli iniziano a discutere e a litigare su chi dovrebbe stare insieme a Joey Potter, mentre io ne faccio rigorosamente a meno.
All’improvviso sbuca mia madre, dalla porta della cucina.
«Oh, ma buongiorno!» esclama, contenta di vedermi finalmente alzata. «Vuoi qualcosa per colazione o preferisci direttamente saltare?»
«No, prendo solo uno yogurt.»
Mi dirigo in cucina, dopo di lei e, arrivata lì, prendo uno yogurt alla frutta dal frigorifero. Mi siedo di fianco a mio padre, che intanto legge il giornale del giorno. Mia madre intanto sta già preparando il pranzo.
«Ho sentito che una nuova famiglia si è trasferita qui.» dice mio padre, rivolgendosi a me.
«Ah sì? Dove?» domando incuriosita.
«Qua davanti, nella vecchia casa dei Richardson.»
«Fico.»
«Sì, ho sentito anche io.» interviene mia madre, senza voltarsi. «Si chiamano Miller, mi sembra. Forse dovremmo dare loro il benvenuto. Portare dei biscotti o qualche altro regalo.»
«Direi di no.» conclude in fretta mio padre, ritornando a leggere il giornale. «Ho sentito che sono americani. E a noi gli americani non piacciono.»
«Allan!» lo ammonisce mia madre, questa volta distogliendo la sua attenzione dal cibo.
«Oh, dai Heidi!» ribatte lui sbuffando. «Lo sai benissimo che è così.»
«Come mai a noi non piacciono gli americani?» chiedo a mio padre, leggermente confusa.
Lui si avvicina al mio orecchio e mi risponde a bassa voce, per non farmi sentire dalla mamma.
«Perché a nessuno piacciono gli americani. Non hanno una cultura, però si ostinano ancora a credere di essere meglio di noi europei.»
Io rido, totalmente sbalordita.
« È una cosa così stupida e razzista, papà!» affermo ad alta voce. Poi mi rivolgo a mia madre. «Ci vado io a dargli il benvenuto, non preoccuparti, mamma.»
E infatti, tre ore dopo mi ritrovo a bussare alla casa di fronte, con una teglia di biscotti in mano.
Suono al campanello una, due volte, attendendo che qualcuno mi venga ad aprire.
Finalmente al terzo tentativo una donna dal sorriso cordiale mi apre la porta.
«Buongiorno!» dico allegra. «Sono Lea McEwitch, abito nella casa di fronte. Io e la mia famiglia vorremmo darvi il benvenuto a Réimse Wonders.»
La donna apre ancora di più le labbra in un sorriso e poi esclama, con un forte accento americano:
«Oh, che carina! Io sono Nora Miller, piacere.» dice stringendomi la mano. «Entra pure cara.»
Mi apre la porta per lasciarmi entrare e io varco il vano della porta, ritrovandomi in quella casa che in realtà conosco già a memoria, essendo stata casa dei Richardson per quasi un anno. Appoggio la teglia sul tavolo facendo finta di non ricordarmi tutte le cose assurde che mi sono successe l’anno scorso all’interno di queste quattro mura.
Sulla poltrona del salotto è seduto un signore esageratamente grasso, con una camicia sudata e pochissimi capelli in testa.
«Gerald, questa è la nostra vicina Lea.» mi presenta Nora al marito, il quale mi stringe la mano per poi risedersi sulla poltrona.
«Piacere di conoscerti. Quanti anni hai, Lea?» mi chiede Gerald Miller.
«Sedici.»
«Oh!» esclama subito. «Proprio come la nostra Emily!»
«Già, e le somigli pure!» dice invece Nora.
Subito dopo sento la signora Miller che alza la voce e chiama la figlia che, deduco sia al piano di sopra.
«Emily! Vieni a salutare la tua nuova vicina!»
Mentre aspetto che la figlia dei Miller si presenti, noi tre iniziamo ad addentare i miei biscotti. Fanno anche in tempo a raccontarmi un po’ di loro: sono entrambi chirurgi e vengono da Boston, in più adorano gli gnocchi fritti, esattamente come me.
Beh, mio padre dopotutto si sbagliava, gli americani non sono poi così male.
«Eccomi!» sento una voce provenire dal piano di sotto, e subito dopo dei passi sulle scale.
Mi alzo dalla sedia per andare incontro alla ragazza.
Mi chiedo proprio che tipo sia. Insomma, ha la mia età e abita di fronte a me, è molto probabile che diventeremo amiche. Sono estremamente curiosa di incontrarla.
Finalmente dalle scale sbuca fuori una ragazza, dal viso molto grazioso, che indossa un maglione rosso molto elegante.
Non appena la vedo in faccia, il mio sorriso scompare improvvisamente, come per magia. Tutta la mia allegria si riduce.
Emily Miller viene verso di me, con un gran sorriso spensierato.
«Scusami tanto per il ritardo. Piacere, sono...»
Non appena Emily alza lo sguardo su di me, si immobilizza. Anche io la osservo, ad occhi più che spalancati, senza più fiato in bocca.
Non ci posso credere.
È...è lei. È proprio lei.
È la ragazza che Marc ha baciato la notte di capodanno.
 
 
«Tu!» urlo in preda allo shock.
Emily si fa subito irrequieta, senza sapere come gestire la situazione.
«Ehm... ciao...»
I suoi genitori intanto notano che il nostro incontro non è andato proprio come si erano aspettati.
«C’è qualche problema, Lea?» domanda la signora Miller, preoccupata.
«Io...» Mi volto verso di lei un secondo, poi mi rivolgo di nuovo a Emily, che resta in silenzio tremante.
Mi guardano tutti impazienti.
«Io non...»
Oh, che razza di situazione!
«Potete scusarmi un secondo?»
In un lampo attraverso il salotto, raggiungendo la porta principale. Senza nemmeno aver dato ai Miller il tempo per realizzarlo, sono fuori nel loro giardino.
Perchéééé?!
Perché tutte le disgrazie di questo mondo devono capitare sempre a me?! Sette fratelli, una casa nel peggior paese europeo, un ragazzo incontrollabile e ora questo!
Ok, devo pensare ora, devo pensare, devo pensare.
Ragioniamo:
Opzione 1: ritorno dentro e mi lancio in una rissa all’ultimo sangue con Emily; sono sicura che avrà un successo strepitoso su youtube.
 
EPICO: Ragazza dai capelli rossi super sexy rompe la faccia a stronza sempre dai capelli rossi che ha limonato con il suo ragazzo la notte di capodanno! Da vedere!!1!1
 
Opzione 2: spiego gentilmente tutta la situazione ai suoi genitori e poi la picchio, contando però anche sul loro consenso.
Opzione 3: scappo urlando e poi do fuoco alla loro casa. Questa funziona sempre in caso di insetti fastidiosi.
Lea, Lea, stai calma. Perché tutta questa violenza?
Beh, cosa dovrei fare, scusa? Sono sicura che non è mai capitata a nessuno una situazione del genere.
No, in effetti no... Ma perché tutta questa agitazione?
Perché... Lei ha baciato il mio ragazzo!
No, no, lui ha baciato lei. Se devi prendertela con qualcuno prenditela con Marc, lei non ha fatto nulla.
Da che parte stai, stupida coscienza?!
Trovo solo che dovresti provare ad essere gentile con lei. Potreste diventare amiche. Dimentica quella storia, suvvia!
No e ancora no! Non c’è nulla che mi possa far mantenere la calma!
Penso che dovresti ragionare...
Non lo voglio fare invece! Io giuro qui, in presenza di... me stessa, che non sarò mai amica di Emily Miller, mai e poi mai!
Lea, tesoro, ti ricordo Emily non ha fatto nulla di male, è solo capitata al momento sbagliato nel posto sbagliato. E poi, va bene, ti concedo la promessa. Non saremo mai sue amiche. Però ora devi comportarti bene, pensa che figura ci farai con i suoi genitori. La gentilezza prima di tutto. Quando poi la rivedrai potrai farle quello che vuoi.
Ma lei ha...!
Daiiiiii!
Oh, odio quando hai ragione e non posso fare a meno di ascoltarti!
Con rabbia mi volto e ritorno dentro alla casa dai Miller. Sono ancora nella stessa posizione in cui li ho lasciati, solo un po’ più sconvolti.
«Oh, eccoti!» urla Nora Miller rivedendomi comparire. «C’è qualcosa che non va, cara?»
Io sospiro. Emily mi sta guardando allarmata.
Ricorda: contieniti.
«No.» mi sforzo al massimo per riuscire a dire quelle parole. «Assolutamente nessun problema.»
 
 
Sono seduta al mio banco, con un sorriso smagliante sulla faccia. Finalmente la scuola è ricominciata, eppure non credo che le cose non potrebbero andare meglio di così.
Emily Miller è a Galway, certo, ma non è un problema più di tanto. Io evito di parlarle e dubito che lei muoia dalla voglia di diventare mia amica. Non la saluterò mai per strada, perciò la mia reputazione è al sicuro, almeno per il momento. Ora devo solo fare in modo che Marc non scopra mai che la ragazza di capodanno si è trasferita esattamente di fronte a noi.
Non mi preoccupo affatto tuttavia. Basta fare in modo che lui e Emily non si vedano mai fuori di casa, e anche se lo facessero, probabilmente non si parlerebbero per l’imbarazzo.
Sorrido tra me e me, mentre tutti in classe si apprestano a sedersi, essendo appena entrata la professoressa Terrin in classe.
La scuola è riniziata da una settimana ormai, ma non ne sento minimamente il peso. Anzi, penso di non essere mai stata così spensierata come in questi ultimi giorni.
«Ti vedo allegra oggi.»
Marc è seduto nel banco di fianco a me, che mi osserva mentre sorrido nel vuoto, in modo totalmente ridicolo.
«Oh, è solo che...» cerco di rispondere in fretta, ma abbasso di colpo la voce non appena vedo che la Terrin si è già seduta alla cattedra. «Trovo che stia andando tutto perfettamente nell’ultimo periodo. Insomma vado d’accordo con la mia famiglia, ho un sacco di amici, e non vado nemmeno male a scuola. E poi ci sei tu, ovviamente, forse la parte migliore.»
Marc mi concede un veloce sorriso, ma poi continua a ignorarmi. Mi piego verso di lui, per continuare a parlargli a bassa voce.
«Sai cosa ho pensato? È da tanto che non andiamo alle Isole Aran.» gli dico. «Che ne dici di farci un salto questo sabato?»
È precisamente da giugno che non andiamo alle Isole, dal giorno del mio compleanno. È un po’ strano considerando che è il posto preferito di entrambi, ma tra la scuola, le vacanze e i vari impegni, non abbiamo mai avuto un momento libero per andarci insieme.
Vedo che Marc sta per rispondermi, quando sento improvvisamente la stridula voce della Terrin richiamarmi.
«McEwitch, è un peccato che tu non sia capace di parlare così tanto durante le interrogazioni.»
Mi rimetto composta sulla sedia, cercando di accettare il rimprovero. Per fortuna due secondi dopo la Terrin riprende a parlare alla classe, questa volta riuscendo a conquistare anche la mia attenzione.
«Come vi stavo dicendo, tra poco accoglieremo in classe un nuovo compagno dall’estero. O compagna. Sì, in realtà non lo so perché non mi interessa minimamente, fate un po’ voi.»
Per nessun apparente motivo mi sento subito allarmata.
Nuovo compagno? Nessuno mi aveva mai parlato di un nuovo compagno. Non sarà un altro di queei ragazzini stranieri a cui piace cambiare stato per sei mesi perché sono dei ricchi annoiati come in Downton Abbey, spero.
Mi ritorna il viso di quel Joe in mente.
Oh, diamine.
Improvvisamente tutti in classe sentiamo un timido bussare alla porta.
Il mio cuore sta battendo più forte del dovuto.
Devo stare calma, devo stare calma. Non c’è nulla per cui allarmarsi per il momento.
Tutti ci sporgiamo per vedere il nuovo acquisto, non essendo stati minimamente informati fino a quel momento. La Terrin sbuffa e va ad aprire.
Nel preciso istante in cui entra dalla porta il nostro nuovo compagno, il fiato lascia immediatamente la mia bocca.
Tutti i miei incubi si avverano in un istante.
Non ci posso credere. Non è possibile. Ti prego, tutto ma non questo.
Tutti quanti improvvisamente si girano verso di me, stupiti e anche divertiti. Le mie guance diventano color rosso sangue. Anche Marc si volta verso di me, completamente stupefatto, chiedendo spiegazioni con lo sguardo.
Ormai non so più cosa dire.
Non si tratta affatto di Joe Donovan.
Oh, no, questo è qualcosa di molto peggio...
La Terrin presenta la nostra nuova compagna alla classe, con un’indifferenza degna di nota:
«Dunque, questa è la vostra nuova compagna, direttamente da Boston, Elena...»
«Emily.» la corregge lei, imbarazzata.
«Sì, quello.»
La Terrin non mi è mai piaciuta, ma in questo momento è la persona che adoro di più al mondo.
Stringo le mani ai braccioli della mia sedia, quasi stessi per crollare da un momento all’altro.
Tutti i miei piani andati in fumo. Non solo Emily Miller, la ragazza che ha baciato Marc la notte di capodanno e che tutti ricordano come “la finta Lea”  è la mia nuova vicina di casa, ma è anche la mia nuova compagna di classe.
Emily mi nota, in fondo all’aula e mi concede un piccolo gesto di saluto con la mano, pensando di essere gentile. Io la continuo a guardare in modo cagnesco.
«Vedo che conosci McEwitch...» fa la Terrin all’improvviso, avendo notato quel piccolo gesto. La guardo stupefatta.
A quel punto vorrei alzarmi da banco e urlare “Non è vero! Non l’ho mai vista in vita mia!” ma so che ci farei soltanto una brutta figura.
Così cerco di resistere, anche se il dolore è forte.
Sfortunatamente il dolore diventa ancora più lacerante nel preciso istante in cui la Terrin ha all’improvviso l’idea creata apposta per rovinarmi la vita.
«Emily, perché non metti un banco tra McEwitch e Richardson e non ti siedi lì? Almeno quei due finiranno di parlare una volta per tutte.»
VOGLIO MORIRE.
Marc mi lancia uno sguardo dispiaciuto, mentre Emily, imbarazzata per la situazione, ci divide improvvisamente. Pone un’ostacolo a noi due, in qualsiasi senso.
Tutta la classe ci guarda e ride, sia per l’assurdità della situazione in cui ci troviamo, sia perché d’ora in poi sapranno chi prendere in giro per i prossimi mesi, mentre la Terrin, ignara di tutto, continua a spiegare, senza sapere che, con ogni probabilità, mi ha appena condannata a un’eterna vita di pubblica umiliazione.





ANGOLO AUTRICE
I'm back, anche se in ritardo e con un capitolo più corto che non è nemmeno così bello.
Lo so, sono una persona orribile, mi spiace.

Mel.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Mel_deluxe