Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: DavideMedio    18/11/2016    0 recensioni
Questa bizzarra avventura narra delle vicende di Freddie, un giovane ragazzo inglese che per un viaggio personale alla scoperta di se stesso si ritrova a Napoli. Inizialmente razzista nei confronti della città, conoscerà Elisa, una ragazza atipica, che gli farà cambiare completamente punto di vista. Insieme ad altri amici, combatterà con persone con il loro stesso potere, lo Stand... e affronterà una terribile minaccia!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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WISH YOU WERE HERE

 

Torniamo indietro di qualche minuto da dove ci eravamo lasciati l'ultima volta, e andiamo in cima al monumento fuori la Mostra d'Oltremare: qui troviamo una Laura, seduta sulla costruzione a chiocciola del monumento, disperata perché per l'ennesima volta si ritrovò con il cuore in frantumi. Si ricordò di tutte le volte che provò a legare con qualcuno, e tutte le volte finirono allo stesso modo: Laura veniva cacciata via, odiata e disprezzata da tutti. Ma lei non si rendeva conto di dove sbagliava, e non faceva altro che biasimarsi. Quella volta però decise che sarebbe stata l'ultima volta: aveva deciso di farla finita! Si sarebbe uccisa lì, così che tutto il suo dolore causato dall'abbandono di suo padre potesse finalmente trovare pace. Ma era più facile a dirsi che a farsi: là sopra era davvero molto in alto! E poi non sapeva cosa aspettarsi: avrebbe sofferto? Avrebbe fatto davvero tanto male? O sarebbe morta sul colpo senza sentire nulla? Non lo sapeva, e questo la faceva tentennare.

Ma mentre faceva questi pensieri, qualcuno le parlò: «Posso disturbarti?»

Laura: «UAAAAAAAAAH!» Per poco non cadde per lo spavento, ma si resse con le mani su una delle colonne e riuscì a rimanere con il sedere sulla torre. «T-Tu chi sei?! Come hai fatto ad arrivare qua su?!» Quel qualcuno era Freddie! Era riuscito a salire sulla torre volando con il suo Prodigy, senza dare nell'occhio a nessuno.

Freddie: «Scusami se ti ho spaventata, ma ti ho visto correre via piangendo da quella scuola, e quindi ti ho seguita. Voglio solo parlarti.»

Laura, piangendo: «... sigh... no, non mi rivolgere la parola... chiunque lo faccia poi se ne pente... sono una persona orribile...»

Freddie: «Uh? Perché dici così?»

Laura: «... sniff... perché l'unica cosa che so fare nella vita... è essere un peso... e alla fine tutti finiscono per odiarmi... persino mio padre... sigh...»

Freddie non sapeva come rispondere, non era mai stato bravo a consolare qualcuno per via del suo carattere. Guardò il panorama di Napoli che si vedeva da lassù, davvero magnifico, e in qualche modo cercò in quella visione le parole da dire. Alla fine, disse ciò che ritenne più opportuno per lui: «Quand'ero piccolo e vivevo in orfanotrofio, c'era il direttore Mars che era un gran bastardo.»

Laura: «... sigh... cosa?»

Freddie: «A lui non gli importava niente di noi bambini, ci trattava con poca dignità, e litigava sempre con gli altri addetti ai lavori perché gli dicevano di finirla e di trattare noi bambini con più rispetto, ma lui li licenziò tutti. Quando l'orfanotrofio stava per andare in malora, Mars se ne andò, senza dire nulla a nessuno: al suo posto venne un altro direttore, Ray Charles, un uomo davvero buono che ci trattò come se fossimo suoi figli, e noi gli abbiamo voluto davvero bene. Una sera, mentre eravamo a cena, un bambino disse "Meno male che c'è lei, signor Charles! Il vecchio Mars era davvero cattivo e antipatico, spero che sia morto!" Noi bambini eravamo d'accordo, ma Charles dissentì: "Non dire cose del genere, perché così diventi tu quello cattivo." Il bambino non capì e rispose "Ma cosa dice? Sa come ci trattava? Se provavamo a rispondergli lui ci prendeva a schiaffi sul sedere, poi beveva in continuazione e si addormentava sui nostri letti, lasciandoci odore di vino! Poi trattava male anche gli inservienti e i cuochi, per questo se ne sono andati tutti, nessuno lo sopportava!" Charles, però, disse una cosa che nessuno di noi si aspettava: "Dovete sapere che il signor Mars un tempo non era così: io lo conoscevo da quando studiavamo all'università insieme, era una brava persona e noi eravamo buoni amici... e a quei tempi era innamorato di una ragazza bellissima. Dopo gli studi si sposarono, e io gli feci da testimone. Dovevate vederlo, era così felice! Ed io ero felice per lui, gli ho augurato ogni bene. Però... quella ragazza, qualche anno dopo, lo abbandonò. Non disse nulla, semplicemente fece le valigie e lasciò la loro casa. Mars non capì cosa fosse successo, era disperato, non sapeva dove cercarla e cosa fare per riaverla. Io gli sono stato vicino, ma lui credeva di aver fatto qualcosa di sbagliato, di non essere stato un bravo marito, che se fosse stato più vicino a sua moglie lei non se ne sarebbe mai andata. Alla fine, finì per affogare la sua disperazione nell'alcol, e divenne la persona che avete conosciuto. Tutte le persone che lo conoscevano finirono per abbandonarlo perché divenne intrattabile, solo io però comprendevo il suo dolore ed ho provato a farlo smettere di bere. Se solo mi avesse dato ascolto, a quest'ora lui... lui..." e improvvisamente vedemmo il direttore piangere! Per noi bambini era strano vedere un adulto piangere, e forse davvero in pochi capirono il senso delle sue parole. Io le ho capite solo adesso.»

Laura era perplessa dalla storia che aveva appena sentito: «Che... che cosa vuoi dirmi? Non capisco... cosa c'entra questa storia con me?»

Freddie: «Quello che voglio dirti è che non devi sentirti così colpevole, come se nessuno ti capisse: c'è gente che vuole solo il meglio per te, come il direttore Charles voleva solo il meglio per Mars. Ma non fare il suo stesso errore, non ti chiudere a riccio, sii anche tu comprensiva degli altri. Le persone sono empatiche per natura, ma alcune non si rendono conto dei sentimenti altrui perché hanno sofferto così tanto nella vita che per loro esiste solo la propria sofferenza.»

La sensazione che ebbe Laura nel sentire quelle parole fu come se nel petto si stesse creando un nodo. Sentiva quelle parole così sue.

Freddie continuò: «Ma tutti abbiamo sofferto nella vita, e ognuno di noi ha il proprio modo di affrontare il dolore della solitudine. Io, ad esempio, tendo ad essere freddo e non lasciar trasparire nulla di me, ma mi sto accorgendo in questi giorni che è un atteggiamento stupido e sto correggendo questa cosa. Al contrario, Mars non si è mai aperto ed è finito per uccidersi con l'alcol.»

Laura: «Quindi mi stai dicendo che dovrei aprirmi? Ma se ogni volta che lo faccio finisco per essere odiata! Tutte le persone che mi conoscono poi non mi vogliono più vedere... sono io ad essere sbagliata!»

Freddie: «Mph, forse. O forse sbagli il modo. Quello che voglio dirti davvero è che... non c'è nulla da temere!»

Laura: «Eh? In che senso?»

Freddie: «La vita è così lunga che può accadere di tutto, potrai conoscere tante persone diverse, e tu scoprirai tanti lati di te che prima ignoravi... ma prima di farlo, devi essere disposta a cambiare. Perché solo cambiando e migliorando se stessi le persone possono capirsi l'un l'altro e vivere insieme. Io sono qui in questo momento perché sto cambiando me stesso, prima me ne sarei fregato di vedere qualcuno morire, ma ora so che se non ti avessi mai conosciuta... me ne sarei pentito per tutta la vita!»

Laura aveva smesso di piangere, e i suoi sentimenti cambiarono: quel ragazzo, con quelle parole, era riuscito a colpire nel segno. Ma una domanda le sorse spontanea: «Tu... chi sei? Perché vuoi aiutarmi?»

Freddie: «Oh, scusa, sono un maleducato! Ahah! Mi chiamo Freddie, piacere.» Le tese la mano.

Laura vide il sorriso sincero di quel ragazzo dalla cresta verde: per quanto il suo abbigliamento e i suoi piercing non lo direbbero, si era dimostrato una persona sensibile e altruista, e Laura improvvisamente sentì uno strano legame che stava nascendo tra loro due. Rispose al saluto: «Uhm... piacere, io mi chiamo Laura...» Ma appena si strinsero la mano...

Freddie: «... Prodigy!»

All'improvviso, Laura vide sopra le loro teste un grosso drago nero e una sorta di robot femmina color rosa pallido afferrarsi l'un l'altro! Si spaventò e indietreggiò: «UAAAAAAH!! C-Che cosa sta succedendo?! C-Cosa sono?! Me li sto immaginando o li vedi anche tu? C-Ci sono un drago e un robot sopra le nostre teste! Ma com'è possibile? Non può esssere reale una cosa del genere!»

Freddie: «... si chiamano Stand.»

Laura: «E-Eh? M-Ma allora li vedi anche tu! E sai cosa sono!»

Freddie: «Sì: il drago è il mio Stand, mentre il robot è il tuo Stand.»

Laura rimase shockata da quelle parole: «I-Il mio Stand?» Vide quello che Freddie aveva appena chiamato "suo Stand": aveva le fattezze di una ragazza, non sarà stata più alta di 1,70 m, però aveva delle linee di separazione tra le parti del suo corpo che le davano l'aspetto di un manichino o di un robot. Era completamente color rosa pallido, tranne per i capelli (lunghi e lisci che cadevano sul lato sinistro della testa) e per le mutande che invece erano rosso mattone. Il viso era particolare: i lineamenti erano quelli normali di una ragazza, ma al posto degli occhi aveva uno strano visore lungo e sottile, con una specie di luce rossa al suo interno che fungeva probabilmente da sensore visivo; inoltre, la bocca aveva una forma rettangolare e non aveva le labbra, era perennemente aperta ma senza vedere il suo interno, che era chiuso da una specie di parete luminosa che si illuminava quando parlava.

Laura: «Che significa che questo è il "mio" Stand? Non l'ho mai visto prima! Ma poi che cavolo significa "Stand"?!» Non riusciva a tranquillizzarsi e iniziò a spaventarsi ancora di più: «Mi stai forse prendendo in giro?! Chi sei tu veramente?! Cosa vuoi farmi?!»

Freddie non si scompose: «Nulla, solo spiegarti che sta succedendo. Ti spiego: uno Stand è la proiezione della propria energia vitale che ci protegge. Non tutti ne hanno uno, ed ogni Stand ha un potere e un aspetto diverso dagli altri. Per esempio, il mio è un drago che può sparare onde d'urto dalla bocca. Il tuo Stand, invece... non l'hai mai visto prima perché ha il vizio di nascondersi dentro il corpo delle proprie vittime.»

Laura: «C-Cosa? Ma cosa stai dicendo?»

Freddie: «In questo momento lo vedi perché io sono riuscito a bloccarlo in tempo con il mio Stand. Vedi Laura, quando tu provi un legame affettivo nei confronti di qualcuno, attivi inconsciamente il tuo Stand, che dal tuo corpo si trasferisce a un altro con lo scopo di proteggerlo.»

Laura non capiva: «... D-Dici sul serio? Io... ho davvero questo potere? Ma... perché?»

Freddie stava iniziando a sudare: «Beh... non so bene neanche io le dinamiche di come gli Stand si manifestano. Però alcuni di loro sono un riflesso della personalità del proprio portatore. Quindi tu, Laura, sei una persona buona che vuole proteggere le persone a cui vuoi bene. E soprattutto... nngh... sei forte, più forte di quel che credi.» Lo Stand di Laura stava iniziando ad avere la meglio su Prodigy, che iniziò a barcollare: «Ggghhh... sei persino in grado di battere il mio Stand... ormai... non ce la faccio più...» Le sue gambe iniziarono a tremare e si dovette inginocchiare: «Tra non molto... perderò i sensi...»

Laura era terrorizzata: «O-Oh mio Dio! C-Che devo fare? Hai detto tutte quelle cose... ma non mi hai detto come fermarlo!»

Freddie sudò ancora di più: «Mmnnnggh... I-Il tuo Stand... N-Non puoi controllarlo direttamente... P-Però puoi richiamarlo a te...»

Laura: «E c-come faccio?!»

Freddie: «Devi... prova a... nngghh... provare indifferenza... nei miei confronti...»

Laura: «C-Cosa? Ma che stai dicendo?! Come faccio ad essere indifferente in un momento simile?!»

Freddie: «D-Devi riuscirci, Laura... s-so che... c-ce la puoi fare... nngghh... il tuo Stand si attiva... quando provi affetto per qualcuno... ma quando questo sentimento svanisce... si ritira... mmnngghhh... f-fallo Laura... ormai... non potrò più resistere...»

Lo Stand di Laura stava letteralmente spingendo indietro Prodigy, e Freddie non ce la faceva più a mantenere il suo Stand attivo: se fosse stato sconfitto avrebbe perso i sensi e sarebbe caduto da un'altezza di quasi cinquanta metri!

Laura era nel panico: "C-Cosa faccio? Q-Questo ragazzo così gentile... sta rischiando la vita per me! E questo per colpa di questo Stand! Devo fermarlo, devo fare come mi ha detto lui. Forza Laura... lui per te non conta nulla... non significa niente... non provo nulla per lui... Oh, così non funziona! Devo crederci di più! No... devo pensare che lui non esiste... esisto solo io... soltanto io... chiudi gli occhi Laura... non guardarlo... non pensare a lui... solo a te stessa... esisti solo tu e nessun altro..."

Freddie: «Ugh... b-brava, ce l'hai fatta! Ora puoi aprire gli occhi Laura.»

Laura: «Eh?» Aprì gli occhi e vide che i due Stand erano scomparsi. Disse: «M-Ma... sono spariti? Me li sono immaginati? Era tutto un sogno forse?»

Freddie: «No, li hai visti davvero. Guarda.» Fece uscire di nuovo il suo Stand: «Lui è Prodigy, il mio Stand.»

Laura: «O-Oh... capisco... quindi... ora che dovrei fare? Ora che ho scoperto di avere questo potere... cosa dovrei farmene? Sembra soltanto pericoloso...»

Freddie: «Beh, perché non inizi col dargli un nome? Ognuno dà un nome al proprio Stand.»

Laura: «U-Un nome? Come ai cani... o ai propri figli?»

Freddie: «Certo, così gli dai una sua identità. Ehi, che ne dici di questo nome? "Wish You Were Here". Calza a pennello con il tuo Stand!»

Laura: «E-Eh? W-Wish You Were Here? Mmh... Wish You Were Here... Suona bene! Ok, ci sto! Ma... ora che gli ho dato un nome dovrei... che so... addestrarlo o cose simili?»

Freddie: «Gli antichi greci dicevano sempre "Conosci te stesso" nel senso di conoscere i propri limiti e le proprie potenzialità. Laura, il tuo Stand sei tu, devi sono conoscerlo e imparare ad usarlo! E per farlo... devi iniziare a cambiare approccio. Quando sarai riuscita ad impadronirti di questo mezzo, la tua prospettiva sulla vita cambierà radicalmente. Fidati di me!»

Laura era turbata: erano successe così tante cose insieme e si sentiva confusa. «Tu... mi stai dicendo tutte queste cose... Sei molto gentile, ma... sembra più facile a dirsi che a farsi. Cioè, come dovrei cambiare il mio approccio, che significa?»

Freddie: «Uhm... ti capisco. Anche io quando ho scoperto di avere uno Stand non ci capivo molto, ma adesso per me è una cosa naturale. Facciamo così: ti addestrerò io!»

Laura: «C-Cosa? M-Mi vuoi allenare?»

Freddie: «Sì, ma non ti immaginare allenamenti tipo Karate Kid o cose simili: l'allenamento di uno Stand è più una cosa mentale, devi abituare la tua mente ad usare il tuo potere quando lo decidi tu e secondo le tue condizioni. Sembra difficile ma, fidati, dopo un po' ti sembrerà semplice come allacciarsi una scarpa.» Poi guardò dietro Laura e sorrise: «Non temere, non sarò il solo ad aiutarti: guardati dietro.»

Laura: «Eh? Dietro?» Si girò e... vide un cobra che le parlò!

«Ragazzi! State bene?»

Laura: «UAAAAAAAAAAAAH!!» Lo spavento le fece perdere l'equilibrio e per poco non cadde giù, ma Freddie era preparato e il suo Prodigy la aveva già afferrata e riportata sulla torre.

Laura: «Oh... C-Che diavolo... ?!»

Il cobra: «Acc... scusa! Non volevo spaventarti! Tutto bene?»

Laura, ancora più turbata di prima: «E-Ehm... S-Sì, ma... questa voce... Elisa? S-Sei davvero tu?»

Elisa: «Sì, vi sto parlando tramite il mio Stand. Io sono qua sotto!» I due ragazzi dalla torre guardarono giù: si era formata una grande folla ed erano arrivati anche poliziotti e vigili del fuoco. Si stavano attrezzando per portare i due ragazzi al suolo in sicurezza. Ma notarono anche che il lungo corpo del cobra era arrivato alla loro altezza allungandosi dal corpo di una persona in mezzo alla folla... ed era proprio Elisa! Anche se la vedevano da lontano, la riconobbero subito!

Laura era perplessa: «M-Ma che... Elisa, anche tu porti uno Stand? Ma... perché non me l'hai mai detto?»

Elisa: «Laura, ti chiedo scusa. Hai ragione, non dovevo trattarti così e dovevo dirti subito le cose come stavano. Se è successo tutto questo, è solo colpa mia. Mi sento davvero una persona orribile!»

Ma Laura non era arrabbiata, anzi: «... No Elisa, tu non hai colpe. Se c'è una persona orribile, quella sono io. Avevi ragione su tutto: per tutto questo tempo ho cercato la compassione degli altri senza mai preoccuparmi di chi mi stava intorno, e soprattutto senza mai fare nulla per cambiare la mia persona. Sono stata egoista nei tuoi confronti, ed avevi tutte le ragioni per arrabbiarti. É vero, ho un passato difficile, mi manca mio padre e vorrei che qualcuno mi compatisse... ma non è giusto che io diventi un peso per questo! Vorrei anzi essere... come dire... come te, Elisa.»

Elisa si stupì: «C-Cosa? C-Come me?»

Laura: «Sì!» Si rigirò: «E anche come te, Freddie. Voi due siete delle persone magnifiche! Su di voi, so di poter contare! Ed un giorno, spero anche io di poter contare per qualcuno!»

Elisa: «W-Wow... non pensavo di avere una tale considerazione. Beh, farò il possibile per te! Anche tu, Laura, sei una bella persona, anche se non te ne rendi conto. E farò il possibile per aiutarti a capire meglio il tuo Stand. Quindi... che ne dite di scendere? Così evitate di farmi prendere altri infarti?»

Laura: «Oh, altri cinque minuti!»

Elisa: «C-COME CINQUE MINUTI?!»

Laura guardò il panorama: «Sai, da quassù la vista è magnifica.»

Freddie si girò a sua volta per vedere il panorama: «Già, concordo.» Da lassù si vedeva tutto il quartiere di Fuorigrotta: il quartiere fu costruito all'interno di un gigantesco cratere vulcanico, di cui il vulcano è ormai spento da millenni. Tutto attorno si vedevano le montagne che un tempo costituivano la bocca del vulcano, e su cui ora poggia il quartiere di Posillipo. E quella vista da lassù era a dir poco mozzafiato. Freddie pensò una cosa, ma la pensò soltanto, senza dirla: "Elisa sta provando in tutti i modi a farmi cambiare idea su questa città. Non credo glie lo dirò mai, ma... ci sta riuscendo. Sento di starmi innamorando di Napoli."

Si dice che i portatori di Stand si attraggono l'uno con l'altro, come calamite, e che ognuno di loro è destinato a incontrarsi durante il cammino della propria vita. Era per questo motivo che Freddie, Elisa e Laura si conobbero? Forse non lo sapremo mai, ma una cosa era certa: da quel momento in poi, le loro vite sarebbero cambiate per sempre! E nuove, bizzarre avventure li stavano aspettando!

 

TO BE CONTINUED...

 

ALCUNE NOTE, LEGGI SE VUOI:

Come avete capito, questo è stato l'ultimo capitolo di presentazione dei protagonisti. Vi chiedo scusa se c'ho messo così tanto per presentare il personaggio di Laura, mi sono lasciato prendere dalla scrittura e dalle vicende e mi sembrava brutto concludere prima la sua storia, e posso capirvi se per voi è risultato noioso. Posso solo sperare di aver fatto colpo con il suo Stand, perché ve lo dico, ad ora è il mio preferito tra quelli che ho ideato.
Comunque non sono qui solo per fare delle scuse, voglio anche informarvi che la pubblicazione prenderà una pausa. Non perché non ho idee, sia chiaro, io so già come proseguire la storia e come concludere il primo arco narrativo (ops, piccolo spoiler?), ed ho già in mente quali saranno i prossimi combattimenti da adesso in poi (sì, si ritorna alleBBOTTE) e quali Stand sviluppare. MA per rendere il tutto più verosimile, avvincente e meno sparato a cazzo (cosa che mi è sembrato essere il cap. di Zero Assoluto, correggetemi se sbaglio) ho bisogno di più ispirazione: devo visitare meglio le location in cui voglio ambientare le prossime vicende, e studiare alcune caratteristiche dei prossimi nuovi Stand, anzi, di uno in particolare per permettere a me e a voi migliore comprensione di quello che si sta leggendo. E anche per rendere tutto più figo, perché no.
Bene, spero di aver detto tutto. Io mi sto divertendo tantissimo a scrivere questa storia, e spero davvero di starvi trasmettendo il mio divertimento! Ho ancora MOOOOOOLTO da imparare, la strada è lunga... ma a piccoli passi spero di far crescere questa mia passione e di creare un giorno una storia che possa lasciare il segno! Intanto, mi impunto di migliorare e sviluppare questa, così che un giorno, in futuro, potrò rileggerla col sorriso. Ciao e grazie!
  
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