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Autore: ginny1063    18/11/2016    2 recensioni
Il mio..." C'era una volta..."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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LA MIA MIGLIOR NEMICA 

 
Erano le dieci. L'incontro con lo staff stava per iniziare. Come ogni lunedì mattina l'ammiraglio avrebbe convocato tutti gli avvocati in sala riunioni affidando a ciascuno un nuovo caso, o chiedendo notizie sugli sviluppi di indagini in corso. Bud ed Harriet erano già seduti e stavano aspettando che i loro amici e colleghi prendessero posto. 
 
- Buongiorno Harriet! Bud!- 
- Salve comandante, vuole del caffè?-
 
Annuendo Harm si sedette di fronte ai suoi sottoposti e prese la tazza che la mamma del suo nipotino gli stava porgendo. Si appoggiò bene allo schienale e cercò con lo sguardo Mac oltre la porta, rimasta aperta. 
 
Aveva un incontro con Chegwidden, signore...- si permise di parlare Harriet, consapevole di chi stesse cercando il pilota. 
 
Ma abbiamo una riunione...- disse voltandosi verso la bionda. 
 
- Sì, ma credo che fosse una faccenda un pochino più delicata, signore...-  
 
Harm preoccupato guardò i suoi amici. Bud come lui non aveva la più pallida idea di quello che stava accadendo. Harriet cercava in tutti i modi di non incrociare lo sguardo con quello del comandante. Entrarono poi Sturgis e Coates portando un plico di fascicoli e cartellette, probabilmente casi che sarebbero poi stati affidati loro.
 
- Ehi Stu, non sai di cosa dovesse parlare Mac con l'ammiraglio?-
 
Coates lanciò un'occhiata ad Harriet e il comandante Turner guardò l'amico sorpreso.
 
- Credevo lo avessi saputo!-
- NO! Ora qualcuno vuole dirmi che cosa sta succedendo?-
 
Tutti lo stavano fissando e lui iniziava sentirsi a disagio e anche piuttosto infastidito. Si alzò in piedi, appoggiando la tazza del caffè sul tavolo. 
 
- Allora?-
- Mac ha tirato un pugno alla Singer!- 
 
 
DUE ORE PRIMA 
 
Stava cercando di far partire la fotocopiatrice. Di solito funzionava abbastanza bene ma quella mattina non c'era verso di riuscire ad avere copie delle testimonianze in tempo per la riunione delle dieci. Gettò uno sguardo alla scrivania di Harriet, non era lì. Cercò Coates ma pensò dovesse essere chiusa dall'ammiraglio cercando di programmare la settimana. Diede un altro colpo deciso al cassetto dell'inchiostro e provò a far ripartire la macchina. 
 
- Problemi, signora?- 
 
No! Anche lei no! Si girò con un sorriso tirato in volto. 
 
- No, tenente Singer, la ringrazio...-
- Tutto bene, signora? La trovo piuttosto stanca. Noto anche che ha le occhiaie-
 
Pensò mentalmente di metterla ko con qualche mossa imparata in addestramento ma si trattenne, sorridendole sarcasticamente. 
 
 - Ho avuto una nottata difficile, tenente...-
- Immagino...- 
- Mi scusi?- 
 
Poteva passare sopra il commento sulle occhiaie, ma frecciatine del genere non le erano mai piaciute, specialmente da una sua sottoposta. 
 
Nulla, colonnello- 
 
La fulminò con lo sguardo prima di concentrarsi di nuovo sulla fotocopiatrice. Niente, quel giorno non ci sarebbe stato verso di avere i documenti pronti. Si avviò verso l'ufficio di Harm ma a metà strada si accorse che non era ancora arrivato. Dannazione! Lui, la sveglia e il lavoro. Tornò indietro, dirigendosi questa volta verso la propria scrivania. 
 
- Non si chiede dove possa essere?-
- Il comandante sa badare a se stesso, tenente!- 
 
Non aveva voglia di discutere, non con lei e non quella mattina. 
 
- Non è nemmeno curiosa di sapere con chi abbia passato il weekend, signora? -
 
Cercava la guerra, perfetto, gliel'avrebbe servita su un piatto d'argento. 
 
- Tenete, quello che il comandante fa o non fa nel suo tempo libero non è affar mio!-
Però, colonnello, non può negare che le interessi...-
Che cosa vuole dire con questo...-
Dico solo che non le farebbe piacere sapere che il suo partner abbia trascorso due giorni con la giornalista di turno o qualche bionda del bar...-
 
Oggi per caso si era svegliata con un premente desiderio di morte? Le si avvicinò fino ad esserle ad un palmo dal naso. 
 
- Mi faccia essere più chiara possibile, tenente. Primo, la vita privata dei suoi superiori non le deve interessare. Secondo non si permetta mai più di mancare di rispetto al comandante Rabb. Terzo se solo la sento ancora parlare in questa giornata, la sbatto in archivio per un mese. Sono stata abbastanza chiara, tenente Singer?-
 
La donna non le rispose. Si allontanò leggermente, recuperò i suoi documenti e guardandola un'ultima volta, giusto per essere sicura che il messaggio fosse passato, le diede le spalle, ritornando al proprio ufficio. 
 
- Che cosa aveva detto una volta il comandante? Che tutti gli uomini che avevano a che fare con lei finivano per farsi male o essere uccisi? È per questo che fa finta che non le interessi?  Ha paura colonnello?- 
 
Sì, evidentemente aveva deciso di voler morire. Lasciò cadere la cartellette per terra e si voltò verso la collega. Non passarono molti secondi prima che alcuni ufficiali cercassero di separarle e dall'ufficio di Chegwidden uscissero Coates, Harriet e l'ammiraglio in persona che di peso la sollevò dalla tenente Singer. Sturgis arrivato in quel momento la recuperò dalle braccia del suo superiore e la portò nell'ufficio del capo. Mentre in sala si cercò di ristabilire l'ordine e Harriet scortava la strega in cucina per mettere del ghiaccio su quello che sarebbe diventato un occhio nero, AJ ordinò di tornare al lavoro e sistematosi la divisa si avviò dal colonnello. 
Mac era in piedi, incapace di muoversi, non riusciva a capire come avesse potuto perdere il controllo. Non era la prima volta che le mancava di rispetto, ma mai in quel modo, mai toccando un tasto così dolente per lei, mai parlando di Harm. 
 
Sull'attenti!-  Chegwidden entrò in ufficio, fumante di rabbia. Si mise davanti a lei fissandola negli occhi. 
Non parlava, quasi non respirava. Passarono così cinque minuti, o forse di più prima che il suo capo le chiedesse spiegazioni. 
 
- Le do trenta secondi per giustificarsi e che sia qualcosa di valido colonnello o giuro che la spedirò così lontano che non saprà come tornare indietro!-
- Non ci sono scuse, signore- 
 
Non che non credesse a Mac, ma di solito quello che perdeva le staffe era il comandante, non di certo il colonnello. E soprattutto fino a quel momento era stata la sola in grado di resistere al desiderio omicida verso la Singer. Le lasciò qualche secondo per aggiungere qualcosa. 
 
Sarah rimase in silenzio, aspettando quella che sarebbe stata la sua punizione. Non che fosse pronta a corti marziali e altro, però le avrebbe preferite ad un congedo per disonore. Che cosa avrebbe detto Harm? Che cosa avrebbero detto i suoi colleghi? Non poteva certo riferire al suo superiore perché aveva letteralmente sbattuto in terra la Singer, prendendola a pugni. Doveva prendere in considerazione l'idea di una vacanza. 
 
Molto bene, colonnello, prenda le sue cose e vada a casa- 
Glielo aveva detto molto tranquillamente. Ecco, era appena stata licenziata, se così si poteva definire un colonnello dei Marines che era stato mandato via dal posto di lavoro. Guardò Chegwidden. Niente urli? Niente scenate? Niente...
 
- Colonnello, mi ha sentito?- 
- Si, signore...-
- Vada a casa, domani mattina la voglio vedere nel mio ufficio...-
 
Si mise sull'attenti e uscì. Cercò di trattenere le lacrime fino al suo ufficio. Fortunatamente non c'era nessuno e poté dare libero sfogo al suo stato d'animo. Prese la giacca e la valigetta e mezz'ora dopo era già sdraiata a letto, sotto le coperte, a fissare il soffitto. Che cosa aveva fatto? Aveva davvero preso a pugni la più insopportabile delle colleghe davanti allo staff?  Decise di continuare a fissare il muro e smetterla di preoccuparsi. Domani avrebbe ricevuto i suoi nuovi incarichi. Chissà se le sarebbe stato permesso di andare a trovare ogni tanto Harm o i suoi amici. 
 
 
IN SALA RIUNIONI
 
- Sa...Mac ha fatto cosa?- 
- Lo so, ehm, Harm stai tranquillo, staranno discutendo...-
- Io non sto tranquillo, vado a ...- 
 
Fece per muoversi verso la porta ma l'ammiraglio entrò, seguito dalla Singer che teneva vicino all'occhio una busta di ghiaccio. Harm dovette fermarsi, bloccato nello slancio da supereroe dal suo capo che con uno sguardo lo fece sedere. Se non fosse stata quella una situazione alquanto delicata si sarebbe sicuramente messo a ridere. Lauren era conciata malissimo. Si potevano già vedere i contorni di un livido piuttosto esteso. Bravo il suo marine! 
 
- Tenente Sims, i fascicoli...-
 
 Dov'era Mac? Credeva che li avrebbe raggiunti insieme all'ammiraglio. E se l'avesse cacciata? Non poteva non vederla più? Se quella strega aveva fatto cacciare Sarah...
 
- Signore, il colonnello?-
- È stata impossibilitata a prendere parte alla riunione, procediamo...- 
 
Nessuno parlò più fino alle undici quando ognuno si alzò per continuare il proprio lavoro. Harm non si mosse. Era intento a giocare con la penna ed immerso a tal punto nei suoi pensieri da non accorgersi che Chegwidden aveva già lasciato la sala. 
 
- Signore... Harm...-
 
Si risvegliò richiamato dalla voce di Bud che appoggiatagli una mano sulla spalla lo aveva distratto dal suo pensiero fisso: Mac. 
Gli sorrise. Raccolse le sue cose e si avviò verso il suo ufficio. Era quasi arrivato quando decise di provare a chiedere all'ammiraglio spiegazioni. Si avviò fino alla porta del suo capo e bussò. 
 
- Entri, Rabb!-
- Come...-
- Beh mi sarei preoccupato se non fosse immediatamente venuto a chiedermi spiegazioni!-
- Signore?-
- Il colonnello è a casa. Ho preferito darle una giornata perché facesse chiarezza. Ho avuto un colloquio con il tenete Singer e credo di aver capito cosa possa essere successo-
- La sospenderà, Signore?-
- Voi due mi farete morire giovane! Devo ancora decidere Rabb...- 
- Non mi dirà per che cosa si sono... Ehm...scontrate, vero? 
- No, ma non credo ci sia una legge che vieti di chiedere, comandante! Buona giornata!-
 
 
 
Non era pienamente soddisfatto, ma quel ghigno sul volto dell'ammiraglio gli alleggerì quel peso che da un'ora aveva dentro. Uscì e decise di voler scoprire che cosa fosse successo. 
 
- Tenente Singer, nel mio ufficio, per favore...-
 
La donna lo seguì senza fiatare. Entrò e si chiuse la porta alle spalle. 
 
- Si sieda, tenente!-
- Sto in piedi, signore...- 
 
La guardò alzando un sopracciglio e prese posto alla sua sedia. 
 
- Mi dispiace per il suo occhio, tenente-
- Anche a me, signore!-
- Suppongo sia il risultato dello scontro con il colonnello Mackenzie-
- Sì, signore. Un gesto assolutamente scorretto da parte sua...-
 
Harm pensò che forse se lo fosse anche meritato ma evitò di dirlo ad alta voce. Chiese piuttosto di essere messo al corrente del loro diverbio, sperando di non tirare troppo la corda e far chiudere a riccio la Singer. 
 
- Non ci trovavamo d'accordo su un argomento, signore?-
- Mmm...-
- Una semplice discussione tra donne, signore...-
- Quindi mi vuol dire che il colonnello, dopo aver discusso amabilmente con lei le ha tirato un pugno nel bel mezzo dell'ufficio...-
- Sì...- 
 
All'occhiataccia di Harm quel sì le morì sulle labbra. Il pilota si alzò in piedi, fece il giro della scrivania e si mise a poca distanza dalla donna, senza battere ciglio. 
 
- Io... potrei aver... aver mancato di rispetto...-
Potrebbe, dice?- 
- Io... mi sono permessa di ... -
Vada avanti, tenente...-
Ho fatto commenti poco piacevoli su...-
Tenente, ambisce ancora ad una carriera in marina?-
- Ho detto che gli uomini della sua vita finiscono per farsi del male o...-
Rimanere uccisi...- 
 
Quelle due parole vennero quasi sussurrate da Harm che non poteva credere alla meschinità di quella donna. Ora almeno era chiaro per quale ragione Mac avesse reagito in quel modo. Esagerato certo. Probabilmente esasperata dal comportamento della Singer.
 
- L'ammiraglio ne è al corrente?-
- Sì, signore. Lavorerò all'archivio per le prossime due settimane, signore...-
- Credo che debba delle scuse...-
- Quella che si è presa un pugno sono io comandante, nonostante lei straveda per il colonnello...-
- Se fosse stato per me, in archivio ci sarebbe rimasta molto più tempo, prenda il cappotto-
 
 
 
GEORGETOWN 
 
Si era messa una tuta, non volendo passare tutto il giorno in pigiama. Il caffè era appena stato fatto e se ne stava versando una tazza. Mezzogiorno e mezza e non aveva fame. Stava davvero male. 
 
Si sistemò sul divano, prendendo il telecomando. Cercò una coperta lì vicino ma inutilmente. Appoggiò la tazza sul tavolino e si diresse in camera. Nel tornare sentì suonare alla porta. Appoggiò il panno sulla testiera del divano. 
 
- Harm! - 
 
Disse davvero sollevata nel vedere la faccia del suo migliore amico di fronte a lei. 
 
- Tenente...- 
 
Si compiacque dell'occhio nero che aveva fatto a quella strega ma il senso di colpa la tornò a pervadere e non poté fare a meno di starci male. Solo il fatto che quei due fossero lì insieme voleva dire che Harm sapeva e questo non era sicura fosse un aspetto positivo. 
 
- Entrate, prego...-
 
Si spostò permettendo ai due due di varcare l'ingresso di casa sua. 
Il tenente Singer era piuttosto silenziosa e Harm cercava di non sembrare in imbarazzo. 
 
- Posso offrirvi qualcosa?- 
- No. Il tenente è qui perché ...-
- Mi dispiace colonnello, non avrei dovuto mancarle di rispetto in quel modo-
 
Non ci poteva credere, il tenente Singer si stava scusando?
 
Dispiace anche a me averle fatto male...-
- Me lo sono meritato, signora... L'aspetto in macchina, signore...-
 
Uscì dalla porta, lasciando i due un attimo da soli. 
 
- L'hai davvero picchiata! Non ci posso credere, questa cosa andrà raccontata!- 
- Harm rischio la carriera...-
- Chegwidden sa che cosa ha detto la Singer...-
- Sì, ma io non avrei dovuto ...-
- Usarla come sacco da boxe?-
 
Scoppiarono a ridere contemporaneamente. Che spettacolo si era perso il comandante! Allargò le braccia e Sarah gli si avvicinò fino a farsi abbracciare. 
 
Grazie, marine!-
- Per cosa?-
- Per aver difeso le mie conquiste del sabato sera!-
- Ti ha raccontato anche questo?-
- Mmm...più o meno... Mentre venivamo qui-
- Beh, sappi che io odio le bionde!- 
- Hai ragione, forse dovrei iniziare a darti ascolto...-
- Portano solo guai!-
 
 
Sorrisero entrambi, staccandosi dall'abbraccio. Stavano per dire qualcosa ma il cellulare di Mac l'avvisò di aver ricevuto un messaggio. 
 
No! No! ...-
- Mac?-
- È Harriet. L'ammiraglio mi ha spedito tre mesi sulla Seahawks come avvocato a bordo... NO!-
- Beh meglio di una lettera ufficiale di rimprovero, no?-
- No... Cioè sì...- 
 
La guardò rispondere al messaggio e non poté fare a meno che sentirsi un po' in colpa. Sentì il cellulare vibrare nella sua tasca e lo recuperò prontamente. Sbarrò gli occhi nel leggere quello che vi era scritto. Corse alla porta. 
 
- Harm?-
- Nulla, ti spiego stasera, porto io la cena!- 
 
Sparì sulle scale lasciando Sarah allibita. Doveva tornare in ufficio e anche velocemente. Salì in macchina e sorrise. 
 
- Sta bene, comandante?-
- Certo, tenente...-
 
E sorrise di nuovo, ripensando al messaggio.
 
 
" L'ammiraglio le dà dieci minuti per tornare in ufficio, e si è raccomandato di ricordarle che le qualificazioni semestrali iniziano settimana prossima. B.R."
  
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