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Autore: Sam__    18/11/2016    2 recensioni
Sanvers crossover Calzona.
Ambientata mesi dopo la 2x06, quindi SPOILER per chi non segue la diretta americana.
Alex e Maggie sono in una missione speciale a Seattle ed Alex viene ferita. Sarà ricoverata al Grey Sloan Memorial Hospital e qualcuno darà loro un po’ di consigli.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Maggie Sawyer
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un piccolo aiuto.
 

 
 
“Agente a terra! Agente a terra!”
Alex voleva disperatamente parlare.
“Presto, chiamate un’ambulanza.”
Ma riusciva solo a sentire la voce di Maggie e a vedere la sua immagine sfuocarsi davanti i suoi occhi.
 “Danvers!” sentì chiamarsi “rimani sveglia, okay? Resta con me.”
Voleva davvero restare con lei. Oh, se lo voleva!  Ma si sentiva stanca e aveva una gran voglia di dormire.
“Ehi!” la richiamò ancora Maggie “occhi su di me!”
 Era quasi certa che le sue mani le stessero tenendo il viso. Sentiva il suo stesso corpo assente, non importava quanto il suo cervello volesse reagire.
“Va tutto bene” la rassicurò Maggie “i soccorsi stanno arrivando. Starai bene.”
Tutto quello che Alex provava era molto lontano dallo stare bene. Ma Maggie era sempre stata onesta con lei, non le aveva mai mentito, sentiva di potersi fidare di lei.
Quindi d’accordo, le cose andavano bene e lei sarebbe stata bene. In quel momento però non riusciva più a combattere la stanchezza che la pervadeva. Avrebbe chiuso gli occhi, avrebbe dormito. Forse così si sarebbe davvero sentita meglio.
“Alex!” fu l’ultima cosa che sentì dire a Maggie.  
 
 
Quando aprì gli occhi, tutto quello che vide fu il colore bianco.
Sono morta. Pensò Alex.
Mettendo meglio a fuoco la vista, si accorse che quel colore bianco proveniva da una luce.
Forse era quella la famosa luce bianca di cui tutti parlavano, quella che appare quando è arrivata l’ora di andarsene.
Tuttavia  Alex non aveva proprio intenzione di raggiungerla. Anzi, se avesse potuto scegliere, le sarebbe bastato andare da una sola parte: indietro.
Voleva tornare indietro.
Voleva ancora  abbracciare sua sorella, voleva ancora lavorare per il DEO affianco a J’onn, voleva ancora vedere il viso di sua madre e, di certo, voleva ancora lottare per conquistare Maggie.
Diamine, se voleva tornare indietro!
Devo tornare, devo svegliarmi.
“Voglio svegliarmi!” urlò.
“Calmati, sei già sveglia.”
E solo in quel momento notò che effettivamente la luce bianca se ne stava attaccata ad un soffitto del medesimo colore.
Si girò verso il suono di quelle parole e vide un viso sconosciuto puntarle una lucina dritta negli occhi, al che li chiuse immediatamente.
“Apri gli occhi.” Le disse.
Fece come le era stato detto e attese un paio di secondi per permetterle di terminare il controllo.
Finalmente la lucina venne spenta.
“Tutto apposto! Benvenuta al Grey Sloan Memorial Hospital.”
Poté finalmente concentrarsi su quel viso che notò apparteneva ad una donna, che ora le stava sorridendo.
Era alta, pelle ambrata, occhi scuri come i capelli e un sorriso bellissimo.
Indossava un camice. Nel lato sinistro stava scritto in un corsivo blu: Calliope Torres M.D.
“Che cosa … ?” provò a dire, ma la dottoressa la troncò sul nascere.
“Ti hanno sparato. Ma per tua fortuna sono l’ortopedico migliore al mondo e ho sistemato il tuo muscolo” ammiccò “adesso devi solo riposare.”
Alex annuì titubante, troppo confusa dagli eventi appena accaduti.
“Se ti serve qualcosa, basta chiamare un infermiera premendo quel pulsante, d’accordo?” le indicò un piccolo aggeggio accanto al letto sul quale era sdraiata.
“Può chiamare mia sorella?”
“Credo lo abbia già fatto la tua ragazza.”
Alex la guardò confusa.
“La ragazza che era con te quando ti hanno sparato? Era qui quando ti sono venuti gli spasmi prima di svegliarti, è stata lei a chiamare l’infermiera. E poi ho dovuto buttarla fuori, non la smetteva di urlare.”
Poteva soltanto essere Maggie. “Ha detto di essere la mia ragazza?”
La dottoressa notò che gli occhi le si erano illuminati di colpo.
 “L’ho solo dedotto” fece spallucce “è stata con te per tutto il tempo dopo che sei uscita dalla sala operatoria e il modo in cui urlava … chi può tenere così tanto a te, se tua sorella deve ancora arrivare?”
“Non è la mia ragazza.” Affermò, leggermente infastidita.
“D’accordo, posso comunque farla entrare?”
“Certo.”
“Passerò dopo per un altro controllo.”
E così dicendo uscì dalla stanza, lasciando la porta socchiusa.
Dopo pochi minuti, ecco la ragazza che le piaceva tanto entrare nella stanza.
“Ehi, Danvers!” le sorrise “mi hanno detto che è difficile farti fuori.”
“Sawyer.” Ricambiò il sorriso “mi hanno detto che ti sei fatta buttare fuori dalla stanza.” 
Maggie fece qualche passo in più, fino ad arrivare accanto al letto.
Prese una mano di Alex tra le sue.
“Mi hai fatto preoccupare moltissimo, sai?”
“Non credevo ti importasse tanto.”
“Tu non immagini neanche quanto mi importi.”
Ci furono attimi di silenzio. Una domanda urlava per uscire fuori dalla testa di Alex: e allora perché non stiamo insieme? “Hai chiamato Kara?” chiese invece.
“Ha detto che sarebbe arrivata immediatamente, anche se non so come visto che in aereo ci metterebbe più di due ore.”
Alex sorrise, certa che sua sorella sarebbe arrivata da lì a poco.
 
Callie aveva osservato tutta la scena, e non riusciva proprio a capire.
Come cavolo era possibile che quelle due non stessero insieme?
Quella ragazza stava per avere una crisi di panico quando l’altra era in preda agli spasmi.
Aveva una gran voglia di entrare e chiederlo direttamente a loro, ma non c’era modo di non sembrare inopportuna facendolo.
Una ragazza bionda le passò accanto correndo. La vide fermarsi, guardarsi intorno, per poi tornare indietro verso di lei.
“Mi scusi, la stanza di Alex Danvers? Mi hanno detto che è su questo piano! Sono la sorella.”
Callie le indicò la porta che aveva accanto.
“Grazie mille.” Rispose, entrando immediatamente nella stanza.
Forse aveva appena trovato a chi chiedere.
 
Era stata bene attenta ad informare l’infermiera di avvertirla quando la ragazza bionda sarebbe uscita dalla stanza.
Così, quando finalmente accadde, la fermò mentre era di ritorno dalle macchinette di servizio con due bottigliette d’acqua in mano.
“Ciao.” Le disse Callie “sono la dottoressa Torres, ho operato tua sorella.”
La ragazza le si avvicino istintivamente “si, mi ricordo di lei! Mi ha aiutato a trovare la stanza di Alex.” Le porse la mano “io sono Kara Danvers.”
Callie gliela strinse.
“Grazie ancora per l’aiuto. Lei mi ha salvato la vita! In verità ha salvato quella di mia sorella, ma anche la mia perché, insomma, è mia sorella e non saprei come vivere senza di lei.”
Districò la mano da quella presa “ho solo fatto il mio lavoro.”
“Beh, grazie mille, davvero.”
“Posso chiederti una cosa?”
Kara annuì.
“Quella ragazza che era insieme a tua sorella durante lo sparo …”
“Maggie. Lavoravano insieme ad un caso.”
“Oh, sono colleghe allora.”
Kara storse il naso “non esattamente. Il caso coinvolgeva la polizia e l’USSS.”
“Beh, sembrano volersi davvero bene.”
“Mia sorella le vuole più che bene.”
“Cosa vuoi dire?”
“Ecco, vede, lei si è praticamente dichiarata ma Maggie le ha risposto che non potevano uscire insieme visto che per mia sorella è tutto nuovo, sa. E le ha detto che questo tipo di relazioni finiscono male. Quando si è a due fasi diverse della cosa insomma.”
Callie annuì.
Oh, sapeva molto bene di cosa Kara stesse parlando.
“A tua sorella sembra andare bene.”
“Maggie non le ha dato possibilità di allontanarsi, dice di essere sua amica e di volerle stare accanto.”
“Magari a Maggie interessa e ha solo reagito male al momento, perché si è fatta prendere dal panico.”
Kara la guardò confusa “Questo non c’entra nulla con le condizioni di mia sorella però, vero?”
“Potrei condividere un’esperienza con loro. Credi potrebbe aiutarle?”
“Aiutarle a …? Uhm, ecco io … non so nemmeno se potevo raccontarle tutto questo o perché l’ho fatto e-“
“Sta tranquilla, non faccio nulla se non vuoi.”
“No, io …  sarei molto felice se lei potesse aiutarle, davvero. Alex era veramente distrutta per la cosa.”
“Perfetto, passerò più tardi.”
 
 “La dottoressa ha pensato che fossi la mia ragazza.” Affermò Alex.
Maggie non percepì umorismo nel suo tono, capendo che Alex avrebbe affrontato nuovamente quell’argomento.
“E tu che hai risposto?”
“Le ho chiesto perché lo avesse pensato. Ha detto che solo una persona che mi amava si sarebbe spaventata in quel modo.”
“Vado nel panico quando non so cosa fare.”
Alex annuì “ovviamente.”
“E tu sei mia amica, ci tengo davvero tanto a te, è normale che mi sia spaventata.”
“Senti, era per dire, okay? Mi ha detto questa cosa ed ha risvegliato un’assurda speranza in me, mi sono detta: forse. Ma grazie per aver cancellato ogni dubbio.”
“Alex.”
“Lo so, lo so. Scusa. E’ che non sono brava a gestire questa cosa. Preferirei che tu non mi stia così vicina.”
“Staresti male il doppio se non ci fossi.” Le sorrise.
Capì che stava scherzando e voleva solo smorzare la tensione che si era creata.
“Questo lo dici tu.” Ricambiò il sorriso.
 
“Tesoro!” sorrise Arizona alla vista di sua moglie fuori dalla sala operatoria dalla quale era appena uscita “che ci fai qui?”
“Mi servi per una cosa.”
“Oh.” Fece un sorriso carico di malizia.
“Non quella cosa!” la spense Callie “quella magari più tardi.”
Arizona sorrise “okay” le si avvicinò, dandole un bacio sulle labbra “di che si tratta?”
“C’è una paziente-”
“E’ una bambina?”
Scosse il capo “no, Arizona, che c’entra.”  
“A che altro ti posso servire con una paziente?”
“Zitta e ascolta, okay? Si tratta di una ragazza che ha appena scoperto che le piacciono le ragazze, e vuole conquistare quest’altra ragazza, che non la vuole perché le ha detto che lei deve scoprire questa cosa da sé ma sicuramente ha solo paura e-“
“Okay” la interruppe Arizona, toccandole le spalle “puoi prendere fiato un secondo? E magari indicarmi un soggetto per poi procedere passo passo nel racconto.”
Callie annuì, prese un respiro profondo, e pensò di cominciare arrivando dritta al punto.
“Ti ricordi dopo la prima volta che mi hai baciato, quando ti sono venuta a parlare chiedendoti di uscire?”
“Certamente.”
“Perché non volevi uscire con me?”
“Perché eri una poppante in materia.”
“E il giorno dopo che cosa hai fatto?”
“Ti ho inviato ad uscire perché mi sono accorta che ero solo presa dal panico ed avevo valutato male la situazione.”
Callie le sorrise, al che Arizona capì.
“Aah! E’ il nostro stesso caso.”
“Esattamente! E adesso dobbiamo andare da loro a raccontargli la nostra esperienza.”
Arizona ci pensò un attimo “come fai a sapere che sono nella nostra stessa situazione?”
“Me l’ha detto la sorella.”
“Sei andata a chiederle della vita privata di sua sorella?”
“Mmh, una specie.”
“Callie, non puoi andare dalle persone a fare domande sulla vita privata o spuntargli in stanza facendo discorsi su come la situazione possa cambiare.”
“Ma è esattamente quello che faremo.”
“Invece no!”
“Arizona” piagnucolò la mora “noi dobbiamo aiutarle!”
“Noi non dobbiamo metterci in faccende che non ci riguardano.”
“Okay, e se fossimo state noi al loro posto? Se ci fosse servito un piccolo aiuto per ricongiungerci con la nostra anima gemella? Vogliamo davvero fargli perdere questa opportunità.”
“Callie, ma che stai dicendo? Non le conosci neanche! Cosa ne sai che una sia l’anima gemella dell’altra?”
“Se solo tu avessi visto il modo disperato in cui quella ragazza urlava quando all’altra sono presi gli spasmi, o come quest’ultima si sia illuminata a sentire le parole la tua ragazza. E poi, dovresti vedere come si guardano! Si amano, Arizona, te lo dico io.”
La bionda sbuffò “perché ti è preso questo bisogno di fare cupido?”
“Vieni a vedere queste ragazze, e capirai perché.”
Arizona alzò gli occhi al cielo “andiamo.”
 
“Quindi …” disse Maggie perplessa “cosa ci fanno quelle dottoresse davanti la finestra a fissarci come fossero due stalker?”
Kara sorrise, lievemente imbarazzata “staranno dando un’occhiata. Penso andrò a prendermi dei biscotti.”
Fece per alzarsi ma Alex la fulminò con lo sguardo “che cosa hai fatto?”
Kara sbuffò “Nulla, ti pare!” e si lasciò sfuggire una risata nervosa.
“Kara, perché quelle due dottoresse sono lì?”
“Perché pensi abbia fatto qualcosa, non ne so niente.”
Con la mano andò a spazzolarsi una ciocca di capelli, ancora ridacchiando e sbuffando, chiaramente a disagio.
“Io capisco perfettamente quando nascondi qualcosa!”
“Biscotti. Devo andare.” Disse, correndo fuori dalla stanza.
 
“Non lo so, Callie. Ma non hai nemmeno un po’ d’imbarazzo ad entrare lì dentro ed iniziare un discorso che non ti riguarda minimamente?”
“Quelle ragazze mi saranno grate.”
“E se incasini solo le cose?”
“Peggio di così ne dubito.”
“Ehi!” richiamò la loro attenzione Kara, che era appena corsa fuori “le ho detto quello che le ho detto per ricevere un aiuto, non per andare a raccontarlo a tutto l’ospedale!”
“Cosa?” chiese Callie, guardando Kara, poi Arizona e poi di nuovo Kara “oh no! Lei è parte dell’aiuto!” sorrise “ti presento mia moglie, la dottoressa Robbins.”
Kara arrossì “a-ah, mi scusi. Non avevo capito … “
“Va tutto bene” le sorrise Arizona “allora è tua sorella quella che dobbiamo aiutare?”
Annuì “lei e l’altra ragazza.”
“Le stavamo giusto osservando.”
“Già. Se ne sono accorte, hanno cominciato a fare domande e sono corsa via.”
“Allora è ora di entrare in scena.” Disse Callie.
 
Quando Kara rientrò nella stanza con due dottoresse al seguito, Alex e Maggie ebbero la conferma che qualcosa non andava.
“Che sta succedendo?” chiese la prima.
“Perché c’è un’altra dottoressa?” chiese l’altra.
Fu Callie a parlare “questa è la dottoressa Robbins.”
“Devo essere operata ad altro?” si allarmò Alex.
“No, no. Lei è mia moglie.”
Le due ragazze la guardarono perplesse.
“Okay, questo è ancora più strano degli alieni su Marte.” Disse Maggie.
“Sapete, la prima volta che la dottoressa Torres mi ha chiesto di uscire, io ho rifiutato! Perché era ancora tutto nuovo per lei, emozionante, un esperimento … e non volevo stare dietro a qualcuno che avrebbe potuto cambiare idea ma, se io non avessi cambiato idea e il giorno dopo non fossi andata a chiederle di uscire …”
“Non saremmo qui, felicemente sposate e con una bambina!” completò Callie.
Alex guardò sua sorella, che sfoggiava uno dei suoi sorrisi carichi di imbarazzo.
“Kara che cosa gli hai detto?”
“Sono stata io.” Rispose Callie in aiuto della ragazza “le ho chiesto io di dirmi cosa succedeva tra voi. Davvero, ragazze, impazzivo a non sapere il motivo per il quale non stavate insieme. E quando ho saputo che io e mia moglie avevamo avuto un problema simile, ho sentito il bisogno di aiutarvi.”
“Aiutarci con cosa?” chiese Maggie infastidita “l’esperienza di altre persone non ci serve a niente.”
“Smettila di fingere che non t’interessi, per poco non sei scoppiata a piangere quando ha avuto gli spasmi.” Replicò Callie.
“M’interessa, ma non in quel senso.”
“E’ perché hai paura.” Le disse Arizona “e lo capisco, davvero. L’ho avuta anch’io. La paura di stare con qualcuno che ha appena scoperto quello che vuole, che ha ancora tutto da provare e potrà anche cambiare idea alla fine. Pensi che io non abbia paura che lei cambi idea tutto il tempo?” fece un cenno verso Callie “e non sui suoi gusti, voglio dire, quelli sono già misti” rise “ma su tutto il resto: sulla vita con me, sull’amarmi, sulle nostre abitudini. E combatto ogni giorno con queste paure, ringraziando sempre a fine giornata che lei venga a dormire accanto a me.”
Arizona si avvicinò a Maggie “la paura non se ne andrà mai. Se superi questa, ne arriveranno altre, che supererai volta per volta. Ma il rimpianto di aver lasciato andare qualcuno che poteva essere la persona giusta? Quello non lo supererai mai, resterà sempre in una parte della tua mente a rintoccare e se?
Non lasciare che la paura ti costringa a farti quella domanda.  E’ questo che ho detto a me stessa la sera in cui ho chiesto a Callie di uscire. E anche che, se fosse andata male, almeno non avrei avuto rimpianti.”
Attimi di silenzio seguirono quelle parole.
“E comunque non andrà male tra voi.” Mise in chiaro Callie “so riconoscere due anime gemelle quando le vedo.” Ammiccò verso sua moglie.
Alex e Maggie si guardarono di sfuggita. Poi quest’ultima prese un respiro profondo.
“Okay, allora potete uscire e lasciare me e Alex da sole?”
“Si! Si! Avanti tutte fuori!” esclamò Callie, facendo cenno di uscire ad Arizona e Kara.
“E non spiate dalla finestra!” aggiunse.
“C-certamente, l’idea non mi aveva nemmeno sfiorato la mente.” Rispose mentre l’imbarazzo pervadeva il suo corpo.
 
Non appena uscirono, Maggie si andò a sedere sul letto, di fronte ad Alex.
“Forse hanno ragione.” Disse.
“Forse?”
Alzò le mani in segno di resa “d’accordo, hanno sicuramente ragione.”
“Quindi non è vero che non ti piaccio.”
“Non ho mai detto che non mi piaci.”
“Ma quella sera, al bar-“
“Ho detto che relazioni di questo tipo non finiscono mai bene, non che tu non mi piaccia.”
“O-oh.”
L’umore di Alex migliorò di colpo.
 “E hai paura?” le chiese
“Molta paura. Sarei la tua prima esperienza. E tutto ciò che ha elencato la dottoressa bionda è vero, è quello che penso.”
“Sai, non credo sarei in grado di cambiare idea, anche se tra noi non dovesse funzionare. Se davvero tra noi non andasse bene, probabilmente non doveva funzionare e basta, con o senza anni di esperienza alle spalle.”
Maggie annuì “è che non mi andava di dirti che avevo cambiato idea, riflettendoci. Non mi andava di farti credere che chiunque può averti quando vuole, non appena cambia idea.”
“Ma tu non sei chiunque.” Le sorrise Alex.
“Non va bene ugualmente! Tu potresti già essere felice e impegnata ed io rovinerei tutto.”
“Però non è così! Sono qui ad aspettarti da un bel po’.”
“Io non meritavo di essere aspettata.”
“Siccome mi hanno sparato e mi è difficile muovermi, se ti avvicini ti faccio vedere quello che davvero meriti.” Le sorrise, facendo inevitabilmente sorridere anche Maggie.
Quest’ultima le si avvicinò e prendendole il viso tra le mani, la baciò.
Alex voleva morire. E rinascere. E vivere tutta la sua vita da capo solo per arrivare ancora una volta a quel momento.
“Mi dispiace.” Disse Maggie quando si allontanò “di averti fatto aspettare tutto questo tempo.”
“Avrei potuto aspettarne dell’altro, se avessi la certezza che anche allora sarebbe andata così.”
“Ma davvero?” le lanciò uno sguardo di sfida.
“Non provarci!” e la tirò versò di sé per un altro bacio.
Bussarono alla porta e Kara si affacciò per ritrovarsi davanti sua sorella e Maggie che non riuscivano a smettere di sorridere.
“Tutto bene, voi due?”
“Più che bene!”
Kara le guardò con nervosismo. Alex colse subito il significato di quello sguardo. Allungò una mano verso la sorella e le fece cenno di sedersi vicino a lei.
“No, Kara, non sei nei guai, questa volta” scherzò e sentì la sorella rilassarsi.
“Grazie per quello che hai fatto per noi. Sei una super sorella.”
Si abbracciarono a lungo, mettendo nel loro abbraccio tutto il loro affetto.
Fu Kara ad interrompere l’abbraccio.
“Alex, mi sono accorta che ho una certa urgenza di fare una cosa.”
“Che devi fare?”
“Devo tornare a National City. Mi hanno convinto che amare non è mai inutile, anche se si rimane feriti. È  sempre meglio provarci . Ho un rimpianto che non voglio più portarmi addosso. Sono certa di lasciarti in buone mani. Tornerò presto.”
Alex la guardò perplessa.
“Cosa? Ma dove devi andare?”
“Da Cat. Devo dirle quanto mi manca.”
 
 


​NDA:
Quello che Maggie ha detto ad Alex quando l’ha “rifiutata”, mi ha ricordato troppo quello che Arizona ha detto a Callie quindi ecco qui il motivo di questa one-shot.
Comunque confido pienamente nella Sanvers, c’è solo da aspettare!
Ed il finale Supercat DOVEVO metterlo, perché le shippo da morire e perché Cat mi manca come l’aria quando sei sott’acqua.
E’ la prima volta che scrivo di una ship, senza conoscerla davvero (le prime fan fiction sulle mie OTP le ho sempre scritte almeno un anno dopo averle conosciute a pieno), quindi il modo in cui agiscono Alex e Maggie è più mia “fantasia” e per questo sono sicuramente OOC.
Ringrazio Hendy per il betaggio, per le proposte, per le correzioni  e soprattutto per aver sistemato le scene con il personaggio di Kara.
Grazie a chi ha letto e a chi vorrà lasciare una recensione!
Sam

“Ad un tetto? L’hanno messa in terrazza?”[cit.] 
(Ti adoro Mama Bear, grazie infinite!♥)

 
  
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