Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Pawa    19/11/2016    5 recensioni
Gli Heart Pirates sono convinti che il corpo del loro capitano sia sacro (e questo perché sono disagiati, oltre il fatto che Law è figo) e conseguentemente, se lui si tatua qualcosa, quella cosa deve avere un'enorme importanza per il loro adorato Captain.
Quando un giorno si accorgono di un nuovo tatuaggio sui suoi polpacci e si rendono conto di cosa rappresenta, non possono che soffocare Trafalgar D Water Law di coccole.
E con tre fiction di Detective Conan/Magic Kaito e non so quante di Dragon Ball in sospeso, eccomi qua, nel fandom di One Piece!
Tornerò presto ad aggiornare!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bepo, Penguin, Pirati Heart, Shachi, Trafalgar Law
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heart Pirates One Shot'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tatuaggi
 
 
Era risaputo, anche al di fuori della ciurma, che il corpo del capitano dei Pirati Heart, oltre ad essere mozzafiato, era reso più aggressivo e accattivante da una ricca collezione di tatuaggi.
 
Probabilmente era considerato il tipico gesto di ribellione di ragazzi disadattati come poteva essere stato lui e forse anche un sotterfugio per mettersi in mostra.
 
Sicuramente, gli donavano.
 
Unicamente i suoi nakama conoscevano il significato di ogni singolo tatuaggio che gli costellava il fisico e sapevano che se una persona o un simbolo aveva l’onore di decorare il corpo di Trafalgar Law, significava che, nel bene o nel male o in quanto tali, sarebbe sempre rimasto nel suo cuore.
 
Sul petto “Cora-san” circondava un abbozzo del loro Jolly Roger, che allo stesso tempo era il marchio del fenicottero demoniaco, ma non tagliato.


Doflamingo toglieva il sorriso, ma gli Heart potevano soccombere la
Family e riportarlo.
 
Sulla schiena il loro Jolly Roger, integro e perfetto, come sulla loro bandiera nera.
Le spalle riprendevano il ricordo di Corazòn.
Gli avambracci avevano un significato più ambiguo, anche perché, ammise Law stesso, era stato più un suo sfizio, ma quando Penguin gli chiese se quello al centro fosse il simbolo di Flevance e attorno fossero state rappresentate le fiamme che l’avevano divorata, il capitano non aveva negato.
Le mani avevano i disegni più divertenti, secondo Shachi, Jan Bart e altri compagni che avevano conti in sospeso col Governo Mondiale.
Farsi tatuare il simbolo del Governo Mondiale aveva dato il voltastomaco al chirurgo, ma ci aveva tenuto molto a rappresentare qualcosa che lo ricordasse più che vagamente vicino alla scritta DEATH che aveva sulle dita.
Quest’ultima, poi, riassumeva semplicemente nonché tristemente il passato di Trafalgar D Water Law in un’unica e sola parola e non era simbolo dell’immensa crudeltà del folle Chirurgo della Morte.
 
Tale concezione dell’amato Captain, inoltre, era assolutamente priva di fondamenta, secondo i membri del suo equipaggio.
 
Certo, aveva alcune macabre e bruttine abitudini, quali quella di sventrare la gente e usarne i cadaveri per i propri esperimenti e ricerche, ma si trattava sempre e solo di nemici e persone crudeli e ignobili, oppure quella di lasciare pezzi di cadaveri nel frigorifero della cucina del Polar Tang.
In quest’ultimo caso in particolare, i Pirati del Cuore potevano dar credito a chi definiva il loro Captain psicopatico, ma assolutamente non era un uomo senza cuore o freddo e distaccato come poteva sembrare.
 
Quel giorno, ne avrebbero avuto un’ulteriore conferma.
 
Era una mattinata stranamente tranquilla, complice il sole cocente che in quel tratto di mare del Shinsekai faceva desiderare di aver ingerito un Frutto del Diavolo del tipo Zoo Zoo, per trasformarsi in lucertola e vivere felice sotto i raggi caldi.
 
Il sottomarino giallo era emerso dopo un piagnisteo di Bepo ed ora i corsari stavano tutti bivaccando sul ponte, con la maglia della loro divisa arrotolata ai fianchi nella speranza di patire meno la calura.
Stranamente, anche il loro capitano aveva preferito un momento di ozio al posto dello studio.
Stava sdraiato prono ai margini del ponte, con la testa poggiata ad una mano ed un braccio oltre la ringhiera di sicurezza, intento a pescare con una semplice lenza legata al polso o forse più concentrato a contemplare l’oceano che presto avrebbe dominato.
 
Anche lui, come molti dei suoi compagni, era vestito estremamente leggero e ringraziò mentalmente la propria giovane età per potersi permettere di indossare pantaloni sopra al ginocchio, senza creare lo scandalo della gamba da merlo peluccosa.
 
Crimine designato e reso penale dall’unica donna della sua sgangherata ciurma.
Costretta a far da mamma un po’ a tutti quegli idioti, nonostante fosse pure lei mentalmente deviata, aveva assistito per ben due volte alla sfilata dei suoi nakama di ritorno dalle terme interne del Polar Tang e nonostante in molti fossero nudi, si era imposta che ciò che la scandalizzava di più erano le gambe pelose e vecchie dei suoi compagni più anziani.
 
La legge che proibiva a chi superava la quarantina di indossare pantaloni più corti della caviglia, era immediatamente entrata in vigore.
 
Non passarono che circa venti minuti prima che, una dopo l’altra, vedesse le ombre dei propri sottoposti, nonché amici, sovrastare la sua figura.
Si girò quel tanto che bastava per constatare che effettivamente si erano tutti radunati attorno a lui.
 
“Che c’è, ragazzi?”
 
Fu il loro cuoco a parlare, mentre gli porgeva un gelato a tre gusti e pieno di zuccherini colorati, appena preparato.
 
“Captain, abbiamo notato che hai dei nuovi tatuaggi…”
 
Law assaggiò il mix di fior di latte e chissà che gusto aveva inventato il suo chef e sorrise all’esplosione di sapori in bocca.
 
Soppesò le parole del suo nakama e ci impiegò qualche istante per capire che si stava riferendo ai tatuaggi sui polpacci.
In realtà li aveva fatti tempo addietro, ma non indossava pantaloni corti da una vita ed essendo la sua cabina munita di bagno personale e non amando il troppo calore delle terme, effettivamente gli altri Heart non avevano avuto occasione di notarli.
 
“In realtà li ho già da un anno, più o meno…” sentì un brusio di lamentele e disappunto, circa il fatto che “Il nostro adorabile Captain non ci ha chiesto il permesso!” manco il corpo fosse il loro, ma oramai Law si era rassegnato all’atteggiamento da chioccia iperprotettiva dei suoi pirati.
 
“Ci spieghi che significato hanno questi?” Penguin sembrava un bambino che aspetta l’inizio del racconto di una favola, tanto era l’entusiasmo che aveva messo nella domanda.
L’inseparabile socio, Shachi, non era da meno, visto come fremeva mentre leccava il suo ghiacciolo a due colori.
 
Il dottore tornò a guardare le onde che si infrangevano sullo scafo del proprio sommergibile, ridacchiando.
 
“Che c’è da ridere, Captain? Vuoi tenertelo segreto?” era stato uno dei suoi primi nakama dopo Shachi, Penguin e Bepo a interrogarlo e nonostante fosse anche uno dei membri dell’equipaggio più anziani, aveva usato un tono a dir poco bambinesco, che fece allargare il sorriso di Law.
 
“Non riuscite a capirlo semplicemente guardandoli?”
 
Gli Heart spostarono lo sguardo sul retro dei polpacci del loro capitano, che intanto sembrava essere riuscito a far abboccare un pesce (o più probabilmente un mostro marino, visto il mare che stavano attraversando) e osservarono per la prima volta, attentamente, i nuovi tatuaggi.
 
Trafalgar era in procinto di alzarsi, per far perno sulle gambe ed ingaggiare una degna lotta con quello che si era reso conto essere un Re del Mare, ad aver abboccato.
Non che non se lo aspettasse, conoscendo la grande emotività della sua ciurma, ma fu comunque preso alla sprovvista quando dopo un assordante “CAPTAIN, TI AMIAMO!!” che probabilmente si era udito fino all’ultimo livello della prigione di Impel Down, si sentì sollevare dal suo carpentiere e finì stritolato in un abbraccio di gruppo struggente in ogni senso.
 
Shachi, Penguin e Bepo piangevano come fontane, mentre i membri dell’equipaggio  più maturi cercavano, invano, di darsi un contegno. La loro principessa versava fiumi sulla canotta nera dell’Uomo Mascherato ed insieme bofonchiavano un “Captain!”, mentre il suo macchinista impregnava di lacrime la fascia con cui era solito tenersi i capelli grigio elettrico sparati in aria e Jean Bart, che era il maggiore del gruppo dei giganti, li circondava tutti in un possente abbraccio ed ad ogni suo singhiozzo, asfissiava i compagni più al centro.
 
Semplicemente inutili furono le disperate richieste di ossigeno di Trafalgar Law, che quella mattina rischiò la vita non per un cacciatore di taglie, non per un rivale né per un nemico, ma perché sui polpacci si era tatuato, nell’ordine in cui li aveva conosciuti, i nomi dei suoi venti nakama.
 
Mai ci avrebbe creduto se gliel’avessero detto anni addietro, quando il suo unico desiderio era distruggere e ripudiava la razza umana e ogni tipo di sentimento oltre l’odio ed il disgusto, ma le persone di cui si era circondato erano diventate così importanti da dover essere indelebili nella sua esistenza ed i suoi compari di avventure, di questo, ora ne erano più consapevoli che mai.
                                                                                              

Angolo della Pawa
Non è la massima espressione di bellezza questa fiction, anzi, è un po' banale e infantile, ma volevo rendervi partecipe del disagio che ho per questa ciurma. 
Trovo che siano troppo teneri, belli e pazzi a modo loro e sono sicura abbiano un bellissimo rapporto. 
Scriverò altre cosucce sugli Heart Pirates, spero vorrete leggerle e magari lasciarmi un vostro parere :D 

Perdonate se non mi dilungo oltre, anche se vorrei aggiungere alcuni accorgimenti circa la storia, ma sono di fretta :C 

Bacioni, 

Ja ne


Pawa
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Pawa