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Autore: belle_delamb    19/11/2016    6 recensioni
Ecco una raccolta di storie su quanto possa essere oscuro l’amore, soprattutto se interviene la magia. Fate innamorate di mortali, ragazze tanto gelose da uccidere, scienziati desiderosi di creare la moglie perfetta, antiche maledizioni, uomini dei sogni oppure usciti da un qualche libro e tanto altro.
Partecipa al Challenge: Mal d’amore challenge
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Christine era innamoratissima. In casa se n’erano accorti tutti, sia il padre sempre distratto, sia la madre perennemente preoccupata, addirittura il fratellino che passava tutto il giorno chiuso in stanza a giocare ai videogiochi. Impossibile non riconoscere i sintomi dell’amore. Testa sempre tra le nuvole, quel perenne sguardo sognante e quel camminare a mezz’aria.
-Nostra figlia cresce- diceva la madre, guardandola con inquietudine.
-Vorrei proprio vedere il tipo che le ha rubato il cuore- borbottava il padre.
-Passerà- rispondeva il fratellino –è solo un’infatuazione-
Christine salutò tutti con un gesto della mano prima di correre fuori, svolazzante. Le pareva di vedere tutto il mondo di un rosa shock tanto era forte il sentimento che le opprimeva il cuore. Il suo amore si chiamava Kevin ed era a capo della squadra di basket della scuola. Capelli biondi come l’oro e muscoli scolpiti nella roccia. Christine, cheerleader, lo vedeva sempre agli allenamenti e ogni volta era invasa dalla stessa folle euforia che la metteva di ottimo umore e la spingeva a fare acrobazie di ogni tipo. Quel pomeriggio aveva indossato l’abito più bello e si era diretta con un’idea in testa. Voleva chiedergli di accompagnarla al ballo di fine anno. Già si vedeva in mezzo alla sala abbracciata a lui, il vestitino blu a palloncino che era andata comprare giusto il giorno prima, i capelli biondi sciolti, i tacchi a spillo e lui … oh, quelle braccia forti e quel sorriso sicuro. Non avrebbe desiderato altro che essere baciata da quelle labbra. Entrò in palestra persa nei propri pensieri. Era ancora presto, mancava mezz’ora agli allenamenti per cui si diresse allo spogliatoio. E fu proprio quando fu dentro che sentì dei gemiti. Una delle ragazze l’aveva scelto come luogo d’amore? Stava quasi per uscire, troppo persa in sé stessa per disturbare una delle sue compagne di disavventure, quando riconobbe una voce.
-Sei bellissima, Mary -
Ci fu un attimo di negazione da parte di Christine. No, non poteva trattarsi della voce amata, ma ben presto ebbe la triste conferma.
-Non adularmi, Kevin – e poi un altro gemito.
Se il mondo in quel momento le fosse crollato addosso Christine avrebbe reagito meglio. Frastornata uscì e andò a sedersi su una delle panche della palestra, cercando di mettere ordine nella sua esistenza. Cosa poteva fare ora che la sua vita era andata in mille pezzi? Non era neppure certa di avere ancora il cuore nel petto, forse era andato in mille pezzi dopo ciò che aveva visto. Sospirò stancamente e restò in attesa di qualcosa. Infine, non arrivando nulla, si diresse verso casa e disse alle compagne che incrociava per strada che non si sentiva bene. Arrivata in camera si gettò sul letto e scoppiò in lacrime. Solo quando si fu calmata decise che non l’avrebbe proprio fatta passare a quel ragazzo e alla sua bella, dopotutto non era vissuta quattrocento anni senza imparare nulla sulla vita.

La prima cosa che fece fu dirigersi ad Avalon, terra in cui era nata. Non aveva proprio un piano in mente, ma sapeva a chi doveva rivolgersi affinché la vendetta andasse a buon fine. Si recò da Jane, sua vecchia amica e grande conoscitrice delle arti magiche.
-Carissima!- esclamò questa correndole incontro e abbracciandola con forza –a cosa devo questa visita? Pensavo che non avresti più lasciato il mondo mortale da quando ti sei trasferita lì con la tua famiglia-
-Ho bisogno di una mano- disse Christine, diretta, e rapida spiegò la situazione in cui si trovava.
Jane si mostrò subito scandalizzata. Come poteva un mortale rifiutare una figlia di Avalon? Non avrebbe mai potuto ricevere onore più grande del suo amore. –Ho proprio quello che fa per te- disse –non è una polvere fatata normale quella che ti voglio consegnare, ma una nuova formula appena uscita da palazzo reale-
-Dammela-
Jane sorrise. –Prima però devo invitarti alla prudenza, è molto potente e distorce la realtà del mortale con cui va a contatto-
-Allora è proprio quella che fa per me- esclamò Christine. Forse non avrebbe dovuto rinunciare del tutto alla sua infatuazione per Kevin.

Giunto il giorno del ballo Christine si preparò con grande cura. Scelse il suo abito più bello, di un rosa intenso, quasi fucsia, così che potesse nascondere eventuali macchie vermiglie, si sistemò i capelli dorati in uno chignon, lasciando scendere alcune ciocche sulle spalle scoperte, si truccò con attenzione, usando la matita viola sulla palpebra superiore e quella nera su quella inferiore. Infine scelse le decolté più seducenti che aveva e afferrò la pochette rosa. Guardatasi un’ultima volta davanti allo specchio uscì, svolazzando e lanciando un urlo di saluto ai genitori e al fratello.
-Ci risiamo- esclamò il padre–ormai ha quattrocento anni, possibile che non capisca che non si può innamorare di chiunque?-
-Caro, alla sua età non eravamo forse anche noi così?-
-Hai ragione, cara, hai fin troppo ragione- e tornò a leggere il giornale.

Christine aveva dato appuntamento a Mary dinnanzi alla palestra con la scusa di volerle comunicare una scelta importante riguardante le cheerleader. Quando la fata giunse la ragazza era già arrivata e ciondolava su e giù sui tacchi da venti centimetri e con un rossetto così rosso da risplendere al buio.
-Allora?- l’accolse.
Christine la raggiunse con passo sicuro. –Sei promossa-
-Cosa?-
- All’oltretomba- e con un gesto rapido le strappò il cuore dal petto, restando impassibile quando il sangue le macchiò l’abito e il viso. Non era certo una di quelle fatine schizzinose che non riuscivano a tenere in mano un cuore senza urlare, lei aveva visto tante guerre nei suoi secoli di vita e quello non era il primo organo con cui aveva avuto diretto contatto. Lasciò che la rivale cadesse al suolo, quindi, gettato il cuore a terra, si voltò e andò laddove sapeva che Kevin avrebbe incontrato Mary: davanti all’ingresso del teatro dove si sarebbe svolto il ballo.
-Ehi- la salutò il ragazzo e Christine poté ammirare i muscoli che spingevano sotto la camicia bianca –hai visto Mary?-
Per risposta la fata gli gettò sul viso la polvere magica e questa penetrò non solo negli occhi ma anche nelle orecchie e nel naso. Kevin sbatté le palpebre e guardò imbambolato Christine per un attimo.
-Non mi riconosci più, tesoro? Sono Mary -
- Mary – sussurrò lui, sorpreso.
-Schiocchino, non mi aspettavi?- gli diede un colpetto sulla guancia, quindi si attaccò al suo braccio, palpando il muscolo sodo. Oh, quasi lo aveva perdonato! –Su, entriamo, questa sera voglio ballare fino a crollare a terra dalla stanchezza-
Lui ubbidì senza dire nulla.
Christine fu subito illuminata dalle luci che erano state montate appositamente nel teatro e si chiese cosa vedessero gli altri. Una bella dama con il suo valoroso cavaliere, come già le era successo mille volte nel passato. Sospirò e si strinse un po’ di più a Kevin.
-Mi concedi questo ballo?- chiese con un bel sorriso.
-Certo- esclamò lui.
La fata buttò indietro i riccioli biondi sfuggito allo stretto chignon e lo trascinò dietro di sé. Andarono al centro della sala e iniziarono a ballare.
-Dimmi, Kevin, cosa ti piace di me?- chiese la fata, cingendogli le spalle con le braccia.
-Sei bellissima-
Lei ridacchiò. –Non puoi nemmeno immaginare in quanti me lo abbiano detto- così tanti uomini che molto spesso non riusciva a evocarne il nome, o il volto, o entrambe le cose.
-Nessuno è mai stato sincero come me-
Oh, anche questa frase non era nuova. Mille l’avevano detta dopo che lei li aveva incantati. Ben pochi erano stati sinceri con lei. Gli accarezzò il volto. Era uno dei tanti pensò con tristezza, solo uno qualunque, come gli altri. Questo le dispiacque, ma allora tanto valeva terminare subito. Lo attirò a sé, conducendolo in un angolo buio del teatro senza dire nulla.
-Dove mi porti?- chiese lui.
Christine si voltò silenziosa, quindi gli prese il viso tra le mani a coppa e posò le sue labbra su quelle carnose di lui. Fu un bel bacio, almeno quello. Sentì la vita entrare dentro di lei come un liquido, come acqua. Non era la prima volta che lo faceva per cui riuscì a non sprecarne nemmeno un goccio mentre il giovane si contorceva. Lo lasciò cadere a terra solo quando ebbe finito. Finalmente la sua fame era placata. Erano tutti così presi dal ballo che non se ne accorsero. Lei si rimise il rossetto che le era andato via, quindi si spostò nuovamente al centro della pista. E proprio da lì vide John, il nuovo capo del giornalino del liceo. Non si era mai accorta di quanto fossero belli i suoi occhi blu e di quanto fosse alto e slanciato. Sorrise, il cuore che riprendeva a battere forte. Improvvisamente il mondo le sembrò nuovamente rosa e sentì le ali che si muovevano sotto l’abito, contro la schiena. Ecco il suo prossimo amore.

Note: Questo racconto partecipa al challenge Mal di challenge e parla dell’infatuazione.
Questo racconto partecipa anche al challenge La sfida dei duecento prompt con il prompt 19 l'infatuazione.
   
 
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