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Autore: yoichispurpose    19/11/2016    1 recensioni
Due ragazzi.
Un disastro.
Un bellissimo disastro...
Tratto dal testo: "Insieme forse sarebbero potuti sopravvivere. Erano un'ottima squadra infondo, no?"
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esplosione. Reazione violenta, rapida, che l’aveva scaraventata fuori dal suo appartamento con violenza inaudita.
Acqua. Liquido trasparente, incolore, inodore, insapore. Fondamentale per la vita degli esseri viventi. Eppure si sentiva come sotto di essa. Oppressa. Respirava affannosamente mentre correva per le vie della città, con l’udito ovattato e un braccio sanguinante a causa dell’esplosione avvenuta poco prima. Aveva perso la sua famiglia. Li aveva visti trasformarsi lentamente in quegli esseri. E non aveva fatto in tempo ad allontanarsi da quelli che una volta erano la sua famiglia che un’esplosione – causata forse da una fuoriuscita di gas, probabile dato lo stato in cui erano ridotte le persone – l’aveva catapultata fuori dalla finestra di casa sua, al primo piano. E così si era ritrovata a dover sopravvivere per la vita, in mezzo a quell’orda di non morti. Si era diretta dal suo migliore amico. La sua ancora di salvezza. Anche la sua famiglia era mutata. Erano entrambi distrutti, sia mentalmente che fisicamente. Ma avevano l’altro su cui contare in caso di bisogno. Ogni qualvolta succedesse qualcosa, la ragazza si rifugiava dall’amico, che senza esitare un solo istante la consolava, la rallegrava con le sue buffonate. E la ragazza era sempre felice con lui. Insieme forse sarebbero potuti sopravvivere. Erano un’ottima squadra infondo, no? Erano riusciti anche a procurarsi delle armi: la ragazza aveva trovato una Colt Python che aveva dichiarato sua immediatamente. E il ragazzo ovviamente, per far felice la sua compagna, aveva accettato prendendo in custodia un fucile. Ogni giorno che passava si convincevano che forse, arrivando ai confini della città, sarebbero riusciti a sopravvivere. Si erano diretti all’RPD in cerca di sopravvissuti, ma non avevano trovato nessuno. Ne all’RPD ne nel resto della città. La ragazza era demoralizzata e , anche se cercava di non darlo a vedere, il giovane se n’era accorto. Aveva deciso di impegnarsi di più per lei, la sua migliore amica, la sua compagna di sventure. E ci aveva provato davvero, ma non ci era riuscito. Avevano scoperto che il giorno seguente, – il primo ottobre – all’alba, la città sarebbe stata rasa al suolo da un missile. E in quel momento soltanto, si resero conto per davvero di quanto avevano bisogno l’uno dell’altra. 
 
La ragazza urlava, battendo i pugni sul petto di lui, che non era giusto. Non era giusto che morissero a soli quindici anni a causa di un virus che trasformava tutti gli infetti in non-morti. Non era giusto che morissero a causa di un missile che avrebbe raso al suolo tutta la città. E nel frattempo piangeva. Il ragazzo tentava di calmarla asciugandole le lacrime con i pollici o con delicati baci. Erano gli ultimi istanti che passavano insieme e lui voleva assolutamente confessarle ciò che provava. Quando la giovane smise di urlare, sempre piangendo, arpionò una porzione di maglia del ragazzo all'altezza del petto e lui la strinse a se. Calò il silenzio tra i due ragazzi. Si udiva solo il singhiozzare della ragazza, il battito furioso dei loro cuori e in lontananza il lamento delle creature che avevano portato alla morte della città. E pensare che anche i loro parenti erano diventati come quegli esseri... Carne putrefatta, priva di intelletto. Erano rimasti solo loro due a Raccoon City. Oramai mancavano una decina di minuti alla distruzione totale della città. Il giovane decise allora di confessare i propri sentimenti a quella che era la sua migliore amica, ma non riusciva a trovare le parole. Così passò direttamente ai gesti. Essendo un tipo impulsivo ma timido, le cose pratiche i riuscivano molto meglio. Prese il mento della ragazza tra l'indice e il pollice e la costrinse ad alzare il viso, rigato ancora da silenziose lacrime. Si avvicinò lentamente: doveva darle il tempo di respingerlo, di dirgli che magari per lei erano solo grandi amici e niente di più. Ma non era affatto così. Anche lei era innamorata dell'amico, ma era convinta che lui fosse interessato ad un'altra. Una di quelle che di solito piacevano. Sempre. A tutti. Infatti lei non accennava a muoversi. Così, dopo qualche secondo, le loro labbra furono unite nel più dolce dei baci. Un bacio casto e delicato, approfondito poi dal ragazzo che lo trasformò in qualcosa di dolce e passionale al contempo. Un bacio a cui la ragazza rispose più che volentieri. Non seppero quanto durò quel bacio, ma quando si staccarono mancava già poco all'arrivo del missile. In quel momento esistevamo solo loro. Le loro labbra si ritrovarono di nuovo insieme, così come le loro lingue, che si cercarono nuovamente.
 
Il tempo di un 'Ti amo' sussurrato all'unisono, una risatina, un sorriso felice. E poi il nulla. Il missile si schiantò con tutta la sua devastante potenza sulla città. Tutto fu raso al suolo. Era stata la scelta del governo. Secondo gli Stati Americani eliminare la cittadina di Raccoon City era la scelta migliore per debellare il virus. Il primo Ottobre la città di Raccoon City fu cancellata definitivamente dalle cartine. Quel giorno quei due ragazzi rimasero per sempre insieme, nonostante la morte. L'Umbrella un giorno avrebbe pagato per tutte le morti che aveva causato. L'Umbrella avrebbe pagato per la morte di quei due giovani ragazzi che avevano appena conosciuto l'amore.
   
 
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