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Autore: Class Of 13    19/11/2016    1 recensioni
Yuri, un momento di sconforto e un programma libero che racconta la sua personalissima storia, una storia d'amore.
«Yūri, per caso hai cambiato il tema della musica?».
«Sì. All'inizio volevo che il pezzo riassumesse la mia carriera di pattinatore ma poi ho deciso di cambiare». Victor ti osserva con un sorriso sornione mentre attende con pazienza la tua risposta. «Ho deciso di parlare del mio amore».
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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僕の愛について ~ Yuri On ICE.

Riguardo al mio amore ~ Yuri On Ice.

 

«Abbi fiducia nella mia vittoria più di quanta ne abbia io! Non dire nulla e rimani al mio fianco!».

Yūri era sinceramente imbarazzato per essersi lasciato andare ad uno sfogo simile davanti a Victor Nikiforov, il suo idolo e, da non molto, il suo coach. Erano usciti da quel parcheggio mal illuminato con una strana tensione tra di loro; non era una sensazione che avrebbe definito come negativa ma era comunque qualcosa di nuovo nel suo rapporto con Victor. L'altro, con il suo innato carisma e savoir-faire non aveva mai avuto problemi a relazionarsi tanto con lui quanto con gli altri, eppure, dinanzi ad una dimostrazione dei suoi nervi deboli più evidente delle altre, lo aveva visto spaesato, come se non avesse idea di cosa fare. Era stata un po' una sorpresa, un lato di Victor che non aveva mai visto, e, quasi a volerlo ringraziare di questo suo involontario regalo, aveva dato sfogo ai suoi sentimenti, lasciando che questi si manifestassero a gran voce assieme a delle lacrime tanto inaspettate quanto necessarie.
Dal momento in cui avevano abbandonato quella penombra quasi confortante non era più stato in grado di guardare Victor in faccia, fino a che le lame dei suoi pattini non avevano toccato il ghiaccio. Per qualche motivo il solo stare sul ghiaccio sembrava essere in grado di schiarirgli la mente.

 Victor era umano.

Aveva realizzato questo, nel suo momento di maggiore sconforto. L'espressione del suo coach davanti alle sue lacrime era stata impagabile, e solo allora Yūri aveva compreso come la persona che aveva sempre visto come un idolo intoccabile e un modello da imitare fosse molto più umana di quanto potesse mai sognare. Victor non era onnipotente, aveva sbagliato, ma aveva trovato modo di scusarsi, lo aveva ascoltato e, adesso, in quel silenzio carico di elettricità, stava cercando di fare del proprio meglio per fare ciò che Yūri gli aveva chiesto: credere in lui, ma, soprattutto, rimanere al suo fianco.

«Il prossimo pattinatore a scendere in pista è Katsuki Yūri. La canzone si intitola "Yūri On Ice"».

L'arena gli sembrò svuotarsi e, quasi come se fosse tornato all'Hasetsu Ice Castle, sul ghiaccio ci furono solo lui e i suoi pensieri. Yuri si sentiva decisamente meglio dopo aver sfogato le sue preoccupazioni: nonostante su di lui gravasse la stanchezza di due notti insonni il suo corpo si muoveva leggero e senza sforzo sul ghiaccio. Nella sua mente si susseguirono una serie di rimproveri bonari al suo mentore che, come lui, in un certo senso aveva ancora molto da imparare, anche se in un ambito diverso. Victor era come lui, e il pensiero lo rendeva carico di una strana euforia che formicolava sotto la sua pelle lambita dall'aria gelida della pista di pattinaggio. Era così preso dai suoi pensieri che quasi non fece caso al buon esito del primo quadruplo del suo programma libero.

«Yūri, per caso hai cambiato il tema della musica?».

«Sì. All'inizio volevo che il pezzo riassumesse la mia carriera di pattinatore ma poi ho deciso di cambiare». Victor ti osserva con un sorriso sornione mentre attende con pazienza la tua risposta. «Ho deciso di parlare del mio amore».


Una mano sfiorò il ghiaccio liscio mentre il suo triplo axel guadagnava una rotazione di troppo. Poco male, era andato bene pur non avendolo provato agli allenamenti. La musica si addolcì, gli altri strumenti si acquietarono, lasciando spazio a pochi ma intensi accordi di piano che accompagnavano i suoi eleganti passi di danza. Chiuse gli occhi, protendendo con grazia le braccia verso l'esterno. Nella sua personale storia che quel pezzo raccontava, quello era il momento in cui cui Yūri aveva compreso cosa fosse l'amore.  Capirlo lo aveva reso più forte e sapeva che sarebbe stato capace di diventarlo ancora di più, se avesse saputo tenersi le persone - la persona - giuste al proprio fianco. Era l'amore che lo aveva spinto a mostrare al mondo una nuova versione di se stesso, un Katsuki Yūri deciso a sorprendere tutti, ma soprattutto Victor. Perché l'amore era il calore del supporto della sua famiglia e dei suoi amici, perché l'amore era Victor che rimaneva al suo fianco e credeva fermamente in lui e nella sua vittoria. Voleva vedere le sue espressioni, voleva sorprenderlo, mostrargli tutto ciò di cui era capace.

Atterrò con eleganza dopo il suo triplo flip e un pensiero si insinuò nella sua mente, sinuoso come i segni che le lame lasciavano sull'immacolata superficie ghiacciata.

"Ah, chissà che espressione farebbe Victor se come ultimo quadruplo facessi un flip al posto di un toe loop."

Il susseguirsi di note si fece più veloce e concitato mentre volteggiava su se stesso in una trottola combinata prima di prendere nuovamente velocità. E saltò.


L'esplodere della urla della folla che seguì il concitato commento del reporter Morooka - il quale faceva notare come nemmeno Victor stesso aveva mai osato tentare un salto così difficile al termine di un programma -  riportò Yūri alla realtà. Il suo primo pensiero, mentre rispondeva con un sorriso imbarazzato all'ovazione del pubblico, fu cercare lo sguardo del suo coach, il quale, però, aveva il volto nascosto tra le mani, rendendogli impossibile decifrare da quella distanza la sua reazione a quanto era appena successo.

"Sta piangendo? È arrabbiato? Non riesco a capire!"

Nel momento in cui intravide Victor sorridergli piano all'entrata della pista sentì le lame graffiare il ghiaccio prima ancora che il cervello avesse impartito alle sue gambe l'ordine di muoversi. Il suo viso era rosso per il freddo e ancora madido di sudore per l'esibizione, ma allo stesso tempo era tutto un sorriso.

«Victor! Sono andato bene, vero?!».

Fu un attimo. Dopo che questi gli aveva regalato, con un cenno di assenso del capo, un sorriso orgoglioso, vide Victor gettarglisi addosso con trasporto. Non si sarebbe mai abituato del tutto a vedere quegli occhi di un azzurro incredibile così da vicino, al contatto della pelle di Victor contro la sua, e non poté fare a meno di arrossire impacciato mentre una mano dell'altro si insinuava tra i suoi capelli, quasi a volerlo proteggere dall'impatto che avrebbe sicuramente seguito quell'abbraccio così pieno di sentimento. E poi il tempo sembrò rallentare fino a scorrere in modo quasi impercettibile. Le lunghe ciglia chiare andarono ad oscurare le iridi cerulee del russo mentre questi posava senza remore le proprie labbra su quelle di Yūri.

«Questa era l'unica cosa che potevo fare per sorprenderti più di quanto tu abbia sorpreso me».

Qualunque fossero stati i risultati di quella sera, Yūri, stretto tre le braccia di Victor e accarezzato da uno sguardo così carico di dolcezza e orgoglio, sentiva di aver vinto.
   
 
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