Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: SaWi    17/05/2009    3 recensioni
Questa fanfiction riguarda i due vampiri di Tsubasa, apparsi durante i capitoli di Acid Tokyo: Kamui e Subaru. Tutta la vicenda si svolge in un futuro prossimo alla morte di Seishiro in X, e dopo l'avventura dei due vampiri ad Acid Tokyo.
È stremato, ha il fiatone. Delle gocce di sudore imperlano la sua fronte. Ogni muscolo duole. Vorrebbe fermarsi, sedersi a terra e riposare, riprendere fiato. Ma non può: deve continuare a cercarlo, sa che è lì, da qualche parte nel buio e ha bisogno di lui.
Ma chi?
Chi ha bisogno del suo aiuto? In quel momento sembra lui il bisognoso di soccorso...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Fuuma, Kamui, Seishiro
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Ohayo ~
Eccomi qui con un altro capitolo... e peggioro di volta in volta XDD
Ma comunque, procediamo in ordine: rispondiamo ai vostri commenti, senza i quali non continuerei questa tortura settimanale XD



@li_l: Noo, non voglio farmi odiare *mente* XD. comunque sì, Subaru è sempre e perennemente arrabbiato con se stesso. Da quando è nato quel ragazzo no fa altro che prendersela con sé.
PS: riguardo a un tuo commento su “Him” [la one-shot su X xD] volevo risponderti qui^^ [sperando possa farlo XDD].
Allora, sono molto contenta ti sia piaciuta XDD la ho scritta con il sorriso sulle labbra quella fic. E, riguardo al tuo appunto: sì, hai ragione. Subaru non è mai cambiato... il Subaru di TB è lo stesso di X... però è anche vero che in X ha un atteggiamento diverso nei confronti di Seishiro. Dopo quello che quel fetentone gli ha fatto...!
@Pikki SakuraChan: Nyaaa! Non uccidermi XD sono contentissima ti sia piaciuto, nonostante sia stata così crudele con quei due piccoletti! XDD






Ed ora, eccoci al capitolo^^
Vi avviso che siamo alle battute finali della storia, più o meno manca poco!






Capitolo 8 ~
~ Oblivion





- SUBARU!! -
Fuuma lo strinse con più forza, e rise crudele alla disperazione del povero vampiro, che infuriato si dimenava, peggiorando però la situazione.
No.
Quell’umano non era Fuuma. Fuuma era gentile, sensibile... e dolce. Era la persona che lo aveva aiutato, che aveva conquistato il suo cuore. L’uomo che lo comprendeva, con cui si sentiva bene e libero di esprimersi. Colui che lo completava. Era il cacciatore di tesori che aveva conosciuto alla Tokyo della pioggia acida, quello che dopo lo aveva raggiunto in un altro mondo per aiutare il fratello.
Era il Fuuma che aveva rischiato la vita perché non voleva vederlo ferito.
Era colui che si era accorto di amare.
Come poteva l’uomo che aveva alle spalle essere il suo Fuuma?
- Cosa... sei? Perché... perché sei uguale a... Fuuma? – riuscì a sussurrare, tra i singhiozzi. Le parole uscirono spezzate e tremolanti, quasi incomprensibili.
L’uomo però, sembrò comprenderle.
- Ma come...? – rispose l’Angelo, con tono fintamente stupito. - Viaggi per i mondi col tuo caro fratellino e non sai nulla degli abitanti dei luoghi che visiti? –
Kamui sgranò gli occhi.
Come sa tutte queste cose su di noi?
Senza alcun preavviso, l’uomo voltò l’esile corpo del vampiro, così da poterlo guardare negli occhi ametista. Ovviamente, non lasciò andare il suo braccio, sempre costretto dietro la sua schiena.
Kamui tentò di liberarsi dalla presa, spingendo contro il petto dell’uomo con la mano libera, ma non riuscì nel suo intento.
Non aveva forze, e l’uomo era troppo potente.
Sarebbe morto lì, insieme al fratello.
E non avrebbe mai detto a Fuuma quel che provava.
Le lacrime sgorgarono numerose dai suoi occhi.
Aveva perso ogni speranza.
Che sciocco.
Delle dita raggiunsero il suo volto, e bloccaono il suo mento in una ferrea presa.
Il vampiro alzò lo sguardo, e incontrò quello dorato dell’Angelo, a pochi centimetri dal suo.
Percepiva il suo respiro caldo sulle labbra.
- Lascia che ti spieghi... – ghignò questi, e annullò la distanza tra i loro volti.

***



Era da poco che aveva lasciato quel mondo dalla pioggia acida. Fuuma aveva già ripreso il suo viaggio, ed era giunto in un altro mondo, questa volta in uno che sembrava vagamente industrializzato.
Forse sarebbe finalmente riuscito a ricavare qualcosa di utile per sé, o qualcosa che avrebbe potuto rivendere.
Chi l’avrebbe sentita, altrimenti, Yuuko-san!
La metropoli nella quale era capitato era molto grande e caotica, ricca di negozi e affollatissima di gente. Scoprì che si chiamava Tokyo, proprio come la città del mondo precedente.
Che coincidenza. Anzi, forse era il tanto decantato Hitsuzen.
Vagò tra le vie della città, con occhio attento, guardandosi intorno, e scrutando tra le vetrine dei vari negozi alla ricerca di qualcosa di valore. Ma non trovò nulla di interessante.
Poiché la ricerca non aveva fruttato, ed il sole stava per tramontare, Fuuma decise di passare la notte in quel mondo. Era stanco, e se il suo istinto funzionava ancora, era sicuro che il giorno successivo avrebbe trovato qualcosa di davvero interessante.
Infatti fu così.

La mattina seguente fu svegliato da un potente frastuono, seguito da numerose grida di terrore e da una lieve scossa di terremoto.
Svegliato di soprassalto, e quindi un po’ stordito, si affacciò sulla finestra della camera d’albergo dove s’era intrufolato –ovviamente senza pagare- e non vi è dubbio che ciò che vide fu molto interessante.
Un altro Fuuma.
Mai gli era capitato di vedere un suo alter ego.
E non avrebbe mai immaginato che un altro se stesso potesse saltare così agilmente tra i grattacieli della metropoli.
Veramente interessante.
Decise di non chiamarlo, ma comunque tentò di attirare la sua attenzione.
Come?
Semplicemente lo fissò intensamente, mentre quello fuggiva via, molto probabilmente dal luogo dell’esplosione. Che l’avesse causata lui?
Non importava.
Continuò a fissarlo, finché il suo alter ego non si accorse del suo sguardo.
Lo sapeva, era proprio come lui. Se qualcuno lo osservava, riusciva a percepirlo. Poteva tranquillamente dire di possedere il “sesto senso”.
Quello si voltò, sorpreso quando si trovò davanti al suo riflesso. Poco dopo si fermò a mezz’aria, e un sorriso indecifrabile si disegnò sulle sue labbra.
Fuuma lo salutò con la mano alzata, sorridendogli serafico.
L’altro alzò un sopracciglio, e si diresse verso l’altro se stesso, quello che, affacciato alla finestra, lo salutava con una faccia da idiota.
Entrò nella camera con un fruscio delle tende. Toccò il pavimento a pochi passi di distanza dall’altro.
Lo squadrò, notando che aveva indosso solamente dei boxer. Sorrise malizioso.
- Persino meglio dello specchio. –
- Eh sì. –(1)
Una pausa.
- Chi sei? –
- Fuuma. –
L’Angelo nascose abilmente la sua sorpresa.
Squadrò nuovamente il cacciatore, che aggiunse:
- Sono un tuo alter ego. Non sono di questo mondo.
- Capisco. -
Si mosse piano, lo sguardo sempre fisso sull’altro, e si sedette sul letto sfatto. Le molle del materasso cigolarono sotto il suo peso, mentre si piegavano.
Non sembrava intenzionato ad andarsene.
Sempre più interessante.
Il cacciatore, rimasto in piedi, si voltò verso l’Angelo. Un sorriso beffardo spalmato in faccia.
- Tu chi sei? –
- “Kamui”. –
- Non Fuuma? -
- Una volta sì. – ghignò l’altro, celando qualcosa sotto quelle labbra increspate.
Fuuma lo osservo sorpreso.
Poi, senza aggiungere altro, si buttò di schiena sul letto, affondando nel morbido materasso. Le molle cigolarono ancora.
- Non vuoi sapere altro? –
- Non ne ho bisogno. –
Silenzio.
- Effettivamente mi ricordi un po’ Kamui... – cominciò Fuuma, esprimendo a parola i propri pensieri.
L’Angelo sussultò sorpreso. Si girò, e con il suo corpo sovrastò l’altro se stesso. Le mani posate ai lati del volto del cacciatore. Sul viso un’espressione indecifrabile: un misto di divertimento, di arroganza e di... possessività.
- Prego? – esordì.
- Mh... Però sei un po’ troppo aggressivo... – rispose l’altro, beffardo.
Il Drago scrutò nel cuore del cacciatore.
- Vedo che abbiamo gli stessi gusti. – aggiunse poco dopo, una punta dì malizia nella voce.
- Allora dovresti sapere anche che non amo particolarmente “stare sotto” – rise.
L’altro lo osservò ancora, immobile.
- Anche tu dovresti sapere che non sono molto gentile quando qualcuno tocca ciò che è di mia proprietà. –
- Non preoccuparti, non toccherò il tuo Kamui. –
L’Angelo continuò a fissarlo, i suoi occhi riflessi negli altri, dorati ed identici ai suoi.
Solo dopo qualche istante, si scostò permettendo al cacciatore di mettersi a sedere.
Seguì altro silenzio.
Poi, il cacciatore domandò:
- Conosci un certo Seishiro? –
- Sì, presto morirà. –
Pausa.
- E Subaru? –
- Sarà lui a porre fine alla sua vita. – rispose l’Angelo con una nota triste nella voce. - Quell’ orbo è un totale deficiente. –
- Allora è proprio destino... –(2)
L’Angelo scrutò il cacciatore, conoscendo fin troppo bene il significato, e il peso di quelle parole.
- Destino, eh... – ghignò amaro.
Ancora silenzio.
Entrambi i Fuuma erano persi nei loro pensieri.
- Sai... – iniziò il cacciatore d’un tratto. – Il Kamui e il Subaru che conosco io sono due vampiri. Viaggiano per i mondi... –
Il Drago lo osservò attento, memorizzando ogni singola sfumatura nella voce del suo alter ego.
- Se si presentano in questo mondo, non osare fargli del male, e... – lo guardò truce. – quel Kamui è mio. –
L’altro non rispose, ma sembrò ricevere il messaggio. Sembrò.
- Beh, ora che ci siamo chiariti vado a farmi una doccia. Ci si vede. – e si alzò, entrando nel bagno della camera.
Il Fuuma Drago della Terra stette seduto sul letto ancora per un po’, ripensando a quello che aveva appena appreso.
Alter ego, altri se stessi, e altri Kamui.
Interessante.
Si udiva il rumore dell’acqua che scorreva provenire dal bagno. Il cacciatore si stava sicuramente facendo la doccia. Ghignò al solo pensiero di entrare nel bagno per andare a “disturbare” l’altro se stesso, ma dopo aver calcolato che avrebbe sicuramente rischiato la pelle in una lotta per la supremazia, decise di sopprimere i suoi istinti e di andarsene.
Infondo, il suo alter ego gli aveva dato una splendida notizia. Era soddisfatto.
Gli aveva parlato di due vampiri: Kamui e Subaru, e inoltre gli aveva detto –per essere precisi glielo aveva quasi ordinato- di non fargli del male, perchè quel Kamui era suo.
Evidentemente il cacciatore non conosceva bene la personale definizione di “male” che aveva l’Angelo.
Sì alzò svogliato dal letto, si diresse alla finestra e spiccò un salto fuori, tuffandosi nel vuoto, nell’aria carica di smog della metropoli.


***



- T-Tu... hai incontrato... Fuuma...? -
- Hai sentito o no la mia storia, piccoletto? -
Certo che la aveva sentita.
E ne era rimasto tremendamente scioccato.
Non riusciva ancora a credere alla realtà degli alter ego... e tutto il resto.
Ogni mondo era abitato dalle stesse persone? Perché non se ne era accorto prima? Perché non ne sapeva nulla? Perché... Ah, ecco perché. Né lui, né il fratello, si erano mai preoccupati di parlare con gli umani del luogo, né mai avevano chiesto nulla alla Strega delle Dimensioni. Nemmeno quando gli avevano chiesto di esaudire il loro desiderio. Si erano semplicemente preoccupati di scappare e quindi non si erano interessati del resto.
Avevano sempre vissuto soli, chiusi in loro stessi, avvolti dalla loro sofferenza.
Quel dolore che si erano sempre portati dietro.
E che avrebbero sempre tenuto con loro, fino alla morte.
Sì, perché Kamui sarebbe sicuramente morto lì, tra le braccia di quel sadico.
Ormai, aveva smesso di resistere, e si era completamente lasciato andare.
Quello lo aveva sbattuto qua e là, contro i palazzi diroccati, contro i massi. Lo aveva graffiato, gli aveva scagliato contro sfere luminose e sicuramente gli aveva rotto qualche osso.
Tutto questo mentre gli narrava il suo incontro con Fuuma.
Ora Kamui giaceva a terra, tremante e privo di forze. A pochi passi di distanza da lui vi era l’altro Kamui, accasciato contro un muro e impossibilitato a muoversi a causa delle ferite.
- Che fai... non ti rialzi? – domandò Fuuma, crudele più che mai. - Uff, pensavo saresti durato un po’ di più. – aggiunse deluso.
Cominciò ad avanzare, con passo lento e misurato verso il vampiro a terra.
Un passo, un altro ancora.
Tap, tap, tap.
Ed era giunto accanto al corpo.
Ghignò.
Fece per chinarsi per farlo rialzare, quando d’improvviso si immobilizzò.
Kamui lo osservò terrorizzato, il volto una maschera di dolore e di sangue rappreso.
Mi ucciderà... ora?
- Questi Draghi del Cielo sono una vera seccatura. – esordì l’Angelo all’improvviso. – Vengono sempre ad interrompermi. Peccato, non potremo più giocare. – e fulminò il vampiro con lo sguardo. - Ci si vede. -
Detto ciò si voltò, e si diresse verso l’altro Kamui, che impotente lo osservò avanzare.
- Tu cucciolo vieni con me, abbiamo tutta la notte per divertirci. – gli sorrise perfido Fuuma, appena lo raggiunse.
Il giovane alzò lo sguardo terrorizzato a quell’affermazione, le parole che si rifiutavano di uscire dalla sua bocca. Senza poter reagire fu preso in braccio e portato via, nei suoi occhi una grande sofferenza e tanta paura.
Il vampiro non poté far nulla per fermare quel demonio, i sensi lo stavano abbandonando.
Che stesse morendo?
Con le sue ultime forze riuscì ad alzare la testa e a scorgere il corpo del fratello tra delle macerie poco distanti. Era tutto ricoperto di sangue.
Subaru...
Le lacrime solcarono le sue guance.
Lo avrebbe presto raggiunto... dove non lo sapeva. Ma ne era comunque certo.
Le palpebre ormai troppo pesanti si chiusero inesorabilmente.
Fu solo l’oblio.
Ma nell’oblio, gli sembrò di udire una voce lontana, molto lontana. Non riusciva a capire di chi fosse, ma era sicuro che stesse urlando, urlando il suo nome.

***



Era incavolato nero. Quel deficiente era riuscito a rovinare quello splendido momento tra lui e quello stupendo angelo che era la sua dolcissima e leggiadra Himawari.
E come se non bastasse ora lo stava anche pedinando.
- La smetti di seguirmi?? – urlò, camminando con grandi falcate.
- Non ti sto seguendo. –
La solita voce calma e impassibile di sempre.
Si voltò.
Lo stesso volto apatico e inespressivo di sempre. Quanto odiava quell’arciere.
- E allora sai spiegarmi perché mi stai così appiccicato?! -
E quello si tappa un orecchio, come sempre.
- Sei rumoroso. -
Watanuki urlò ancora, più esasperato di prima.
- Non devi andare al TEMPIO?! -
- No. Yuuko-san mi ha espressamente chiesto di proteggerti dagli spiriti. -
Dannata Yuuko-san!
E maledettissimi spiriti!
Se non ci fosse Duomeki, Watanuki sarebbe stato già assalito da centinaia di spiritelli desiderosi di divorarselo. Possibile che proprio Doumeki fosse quello con maggior potere spirituale nella zona? Proprio lui doveva proteggerlo?
Riprese a camminare, sempre veloce e sempre più infuriato. L’altro lo seguiva poco dietro, silenzioso.
Il resto della camminata sembrò interminabile.
Non aveva mai desiderato così tanto in vita sua di arrivare il prima possibile al negozio di quella stregaccia alcolista, quale sua datrice di lavoro.
- Beh, ciao. – disse secco sulla soglia del negozio; negozio totalmente invisibile agli occhi di Domeki. Lui non desiderava nulla.(3)
- Portami il bento anche domani. – non era una richiesta, ma un ordine.
Watanuki, ancora più arrabbiato, si voltò e senza una parola attraversò la barriera invisibile, scomparendo agli occhi dell’arciere che rimase qualche istante a contemplare il vuoto rimasto dalla sparizione della figura di Watanuki. Poi si allontanò flemmatico, diretto al tempio.
Watanuki, invece, era entrato nell’ abitazione.
Era assolutamente inconcepibile che lui e Doumeki potessero andare d’accordo, non importava cosa dicesse Yuuko-san. Auto-convincendosi di ciò, si tolse le scarpe all’uscio e salutò entrando.
- Yuko-san sono arrivato! -
- Presto Watanuki – sentì la voce di Yuuko preoccupata. - Prendi delle fasciature e dell’acqua e vieni qui. Corri! -
Rimase un attimo fermo.
Yuuko-san stava urlando, ed era inquieta.
Era mai accaduto?
Allarmato, si affrettò a prendere i medicamenti richiesti e l’acqua, e in tutta fretta raggiunse la donna, chiedendosi cosa fosse accaduto.
Questa era piegata in avanti, verso due corpi dai vestiti logori ed insanguinati. Accanto a lei c’era Mokona che si agitava e saltellava lì attorno preoccupata.
Watanuki si affrettò a porgere i medicamenti, e con la donna fasciò i ragazzi a terra, spogliandoli delle vesti stracciate e pulendogli le ferite.
Il giovane era angosciato: non sapeva chi fossero quei due poveretti, e la faccia di Yuuko-san non prometteva nulla di buono. Ma poi, quei due erano vivi?
Non li vedeva respirare...
Mentre si adoperava a fasciare la spalla di uno dei ragazzi –e lui sapeva a malapena come si facesse, ma Yuuko-san gli aveva detto di non preoccuparsi- tentò di chiedere spiegazioni alla donna: come fossero finiti quei due lì, chi erano e chi li aveva ridotti così, e perché.
Ma la donna non rispose.
Poco dopo sopraggiunsero anche le due ragazzine, Maru e Moro, che li aiutarono a finire i medicamenti.
Quando i due furono adagiati dentro due caldi futon, Yuuko-san disse rivolta a Watanuki:
- Non preoccuparti, ce la faranno. -
Solo dopo scoprì che i due ragazzi erano due vampiri.






TO NEXT










(1): Vi prego perdonatemi! La mia indole da maniaca si mostra in queste piccole cose...! XD
(2): Si capirà il perché di questa affermazione =D ovviamente riguarda il nostro vampirello e il Seishiro cacciatore.
(3): Non me lo sono sognata questo fatto, vero...?












_______________________________________________________________________________________________________________
Beh, direi che questo capitolo è concluso! *delira*
È stato orribile, non mi andava di scriverlo ma mi sono costretta davanti al pc u_ù e forse è per questo che è venuto così male XDD spero solo di aver reso decentemente lo stato di abbandono di Kamui e_e

PS: nel pezzo del racconto ho appositamente usato uno stile "scarno", se così si può chiamare l'ammasso di parole.


Come sempre, vi prego di commentare!
Così vado avanti con la storia :P



Bye bye ~



   
 
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