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Autore: lapisblu    21/11/2016    1 recensioni
La gente comune li rifiuta.
La gente comune ne ha paura.
E hanno ragione!
Sono persone pericolose, sono degli assassini, sono degli squilibrati e...
...sono qui per salvarvi, ma non lo faranno gratis.
Dovrete prima stipulare un regolare contratto con Loro.
In questo mondo devastato dai postumi della Grande Guerra Meccanizzata, Loro sono la migliore polizza assicurativa che possiate stipulare, a patto di avere abbastanza soldi per pagarli..
Non c'è mostro meccanico, pirata transdimensionale, oligarca folle o semplice bandito che possa resistergli.
Avanti! Ingaggiateli per una taglia!
Coraggio! Non mordono!
Siete pronti?
Questa è la storia della Prima Gear Commando della Compagnia di difesa Legacy.
Questa è la storia di Thomas, Leone e Mikoto.
Genere: Avventura, Dark, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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[….]

“non trovi che tutto questo sia folle, Thomas? I nostri nonni hanno visto la seconda guerra mondiale. I nostri genitori hanno visto o sono scampati alla grande guerra meccanizzata. Alcuni di noi hanno visto o hanno preso parte alla guerra civile europea e adesso dobbiamo raccogliere i cocci”

 

“ Ci sono cose che non cambiano mai, Mikoto. Ogni generazione ha avuto la sua guerra. Alcune anche più di una....”

[….]

 

 

Tenebre!

Diciasettemila seicento novanta due

Diciasettemilaseicento novanta tre

Diciasettemila seicento novanta quattro

Da quanto…

Diciasettemila seicento novanta cinque

…tempo…

Diciasettemila seicento novanta sei

…sto contando…

Diciasettemila seicento novanta sette

Diciasettemila seicento novant’otto

…queste tenebre…

Diciasettemila seicento novanta nove

…che pulsano?

Diciasettemila settecento

minuti? Ore? Anni?

Diciasettemila settecento uno

Non fa freddo qui.

Diciasettemila settecento due…

sono solo?

Diciasettemila settecento tre…

Diciasettemila settecento quattro…

Sono solo!

Diciasettemila settecento cinque

Quanto tempo è passato …

Diciasettemila settecento sei

… prima che iniziassi a contare?

Diciasettemila settecento sette?

Non ricordo

Diciasettemila settecento … uhm, sette?

Accidenti! Ho perduto il conto.

Di nuovo!

Mancava una pulsazione, la settecento sette... Perchè?

Uno

due

tre

Cerco di alzare il braccio sinistro, ma non si muove.

Quattro

… ho ancora il braccio?

Cinque

Il mio corpo?

La pulsazione è di nuovo sparita.

Dalle tenebre emerge qualcosa: Un cubo.

La sua forma si affina.

È una casa.

Un casa di campagna.

Una casa di campagna con il tetto in pietra.

Una casa di campagna con il tetto in pietra grigia.

Una casa di campagna con il tetto in pietra grigia e le facciate verdi.

Una casa di campagna con il tetto in pietra grigia, le facciate verdi e un pergolato davanti all’ingresso.

Tutto mi è così è familiare.

Il glicine è in fiore, ne posso sentire l’odore.

C’è una festa in casa.

Esce un ragazzo: sono io.

È solo. – non è esatto, ricordo che c’era un’ altra persona che mi accompagnò fuori

Escono due persone, una delle due sono io. - va bene! Lei era con me il ragazzo si accende una sigaretta. -- Io non ho mai fumato. – La sigaretta scompare. La ragazza parla al cellulare.— lei non parlava al cellulare quando uscì. - la ragazza tiene in mano un cellulare ma non lo sta usando.

i due iniziano a parlare Lei:” te ne vai?” Lui-io:” sì. Non mi va di restare. Sono annoiato”

Lei:”ci rivedremo ancora?”

Lui:” ho intenzione di presentarmi all`esame come farai anche tu. Quindi è un sì`”

lei:” scusami mi sono espressa male. Volevo chiederti se ci vedremo ancora, dopo l` esame”

 

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ha una reazione!

pressione in calo!

era stabile!

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Lui resta senza parole. Non sa cosa dire. Cosa puoi dire ad una ragazza già fidanzata che ti fa questa domanda?

 

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sta avendo un arresto cardiaco!

Perde troppo sangue!

riducete la ferita! Altra adrenalina!

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La tenebra inizia ad avanzare facendo scomparire la scena a poco a poco.

 

Lui: “perché no? Studieremo nello stesso college”

io:”non succederà. Tu e lei non vi rivedrete mai più dopo stasera. Questo è il vostro destino.... il mio destino“

lei:” se è così, allora baciami! Fallo adesso! Un regalo di buona fortuna!”

la ragazza gli si getta addosso

lui” ehi?””

lei: " scusami! sono un poco ubriaca non capisco molto quello che dico. Immagino che ora tu mi crederai una persona poco seria..."

lui-io"tu sai che non ti ho mai giudicato e non lo farò mai... è che... io non vado bene per te...."

 

Quasi non riesco a vederli più. La tenebra ha quasi ricoperto tutto

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dai che ce la facciamo!

Hanno pagato bene per salvare la vita di questo pazzo! Non deve morire sotto i ferri!

Non succederà: la pulsazione riprende!

Cazzo! Sì!

Siamo i migliori!

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nella tenebra mi è pare di vedere qualcosa..

Vedo una linea?

La linea si avvicina il suo colore è giallo. I

n realtà questa cosa non è una linea ma un pavimento che fluttua sotto i miei piedi; mi pare che si stia avvicinando ai miei piedi, anche se è più probabile che sia io a scendere da lui.

Sono atterrato sul pavimento con delicatezza.

L’orizzonte è vuoto, non si scorge nient’altro che la tenebra.

Un momento!

una luce flebile si agita in lontananza.

i raggi luminosi timidamente si diffondono tutti intorno al punto

La superficie sulla quale mi trovo inizia ad emettere una debole luminescenza ocra, ad ogni passo che faccio la luce si spegne dietro di me

Il pavimento diventa sconnesso mano a mano che vado avanti verso quella piccola luce.

 

Alla fine ne trovo l'origine.

Cresciuto tra le crepe del pavimento, proprio davanti ai miei piedi, c’è un piccolo fiorellino che sembra essere fatto della stessa sostanza di quella casa che usciva dalle tenebre. Anche lui pur mantenendo l’aspetto di un fiore cambia costantemente la sua forma ed i suoi colori. Ora giallo, ora bianco, ora rossa, ora tulipano, ora rosa canina, ora gliglio.

 

“FINALMENTE RITORNERAI DA ME ! COGLIMI E BEVIMI! SEGUIMI!”

 

Mi dice con voce flebile

 

Appena lo raccolgo, si liquefa nella mia mano. Lo bevo con frenesia e desiderio.

 

Per la prima volta i miei occhi si aprono realmente, adesso vedo intorno a me il buio ma non le tenebre.

Qualche istante dopo inizio a distinguere nella penombra le pareti della stanza, una tenue luce diffusa ocra si riflette sulle coperte dal monitor della macchina accanto a me, vedo molti strani grafici su quello schermo.

Sono disteso su un letto ad acqua perché sono in un ospedale.

Il braccio sinistro non si vuole muovere, ma non importa.

E anche stavolta non mi hanno voluto all'altro mondo.

Se neppure il diavolo vuole avere qualcosa a che spartire con me e anche Dio mi ritiene un ospite molto sgradito, non posso che esserne più che felice.

Adesso lascerò passere un poco di tempo prima di provare a chiamare qualcuno.

Ho bisogno di tempo per pensare: ho ricordato qualcosa di molto doloroso che pensavo fosse sepolto da tanto tempo.

Chissà come stanno gli altri.

Se sono qui, lo devo a loro.... appena mi sarò ripreso, staneremo quel simpaticone che mi ha ridotto così e ha tentato di uccidere Mikoto.

 

 

******

 

“ciao bellezza, come va?”

l'infermiera all'ingresso della clinica alza lo sguardo.

Il turno di notte all'accesso sempre molto noiso e spesso inganna il tempo limandosi le unghie delle mani.

Stanotte, però, c'è questa novità: questo strano tipo in vena di approcci goffi.

È Alto.

Molto alto.

Sarà almeno un metro e novanta abbondante, forse arriva ai due metri.

Fisicamente è messo molto bene: i muscoli sono in evidenza sotto la camicia azzurra.

Indossa un completo completamente bianco.

Una cravatta a righe crema e azzurra.

Porta i capelli biondi raccolti in un codino.

Barba lunga.

 

“desidera?”

l'uomo sorride

“ecco. Hanno portato qui un mio amico e sono venuto a trovarlo”

“le visite sono solo la mattina dalle 10 alle 13. torni domani”

“capisco. Tuttavia sono venuto a dare il cambio ad un'amica”

“l'accesso è vietato a quest'ora della notte”

“il mio amico fa parte della gear commando. Può fare una ricerca, magari per soggetto pagante? Legacy dovrebbe essere convenzionata in chiaro con voi. La prego.”

l'uomo mostra all'infermiera un distintivo. È il distinitivo che legacy fornisce a tutti i propri operativi.

l'infermiera lo vede, segna su un tacchiuno il numero del distintivo e solo dopo averlo fatto controlla la lista delle persone ricoverate.

“Effettivamente abbiamo uno dei vostri operativi qui da noi”

“può lasciarmi passare oppure possiamo restare qui a parlare tutta la notte? Non che mi dispiaccia passare la notta insieme ad una donna così carina come lei”

la porta a vetri interna oltre il bancone dell'atrio si apre.

“primo piano. Prenda le scale sulla destra. Buona sera, signore.”

“buona sera anche a lei, signorina”

l'uomo si aggiusta la cravatta prima di superare il bancone dell'atrio. Sta sorridendo.

 

Ci sono giorni in cui non vale la pena di alzarsi dal letto, questo è risaputo, ma pochi ricordano che esistono giorni in cui ti alzi dal letto pensando che la giornata debba andare bene salvo poi arrivare alla sera e scoprire che tutto quello che hai passato è stato soltanto l’anticamera per l'inferno.

La giornata appena trascorsa rientrava nell’ultima categoria.

 

L'uomo sale le scale con passo elastico passando di fianco alla rampa per Handicappati.

Arrivato in cima trova corridoio illuminato a giorno.

“chissà se era cosciente quando è passato di lì.....

l'uomo si accarezza il mento

“ammesso che sia passato di lì. Forse lo hanno portato su direttamente dalla camera rossa con un'ascensore di servizio”

“certo che sono stato davvero un stronzo con quella donna.... del resto faceva il suo lavoro....”

l'uomo si mette le mani in tasca

“Stanotte sarà una lunga nottata. Vediamo cosa hai in serbo per me, Thomas.”

una porta a vetri gli sbarra la strada

$TERAPIA INTENSIVA$

 

l'uomo apre lentamente la porta.

Gira a destra e va verso la saletta di aspetto, si muovo nelle ombre, al buio.

Sembra quasi che chi ha messo i neon nei piani inferiori si sia dimenticate di metterli anche qui e...

cestino.

 

L'uomo ha appena urtato il cestino dei rifiuti, che pura fortuna che non si è rovesciato.

La luce della saletta di aspetto, finalmente un faro da seguire per raggiungere la meta.

Una ragazza dai tratti orientali sta aspettando l'uomo nella saletta. È seduta su una delle poltroncine.

Sta dormendo, anzi è in dormiveglia. Il capo è buttato all'indietro sulla spalliera della poltroncina

 

“ehi, Mikoto. Sei sveglia?”

“con tutto il rumore che fai? Leone, che hai buttato in terra?” la ragazza raddrizza il capo e guarda Leone con sguardo stanco.

“nulla. Solo un cestino che passava di lì per caso e mi ha fatto lo sgambetto! Allora l’ho preso a ceffoni . Così, per sport”

“…Leone...”

“… Ehm. Okey la pianto.

“grazie”

“uhm... Mikoto, ti senti bene?”

“ dicono che è fuori pericolo ed ora sta smaltendo l'anestesia. Lo hanno ripreso per il rotto della cuffia”

“Thomas è un duro anche a morire. Non avevo dubbi lo avrei trovato vivo. Come stai?”

“ stanca ed impotente.... tu come ti sentiresti?”

“come te, Mikoto. mi sento stanco”

“stanca ed impotente. Non ti senti in colpa?”

“ho fatto tutto quello che potevo fare sia nella lotta che dopo”

“non hai nulla da rimproverarti?”

“ nulla. E anche se avessi qualcosa da rimproverarmi non cambierebbe tutto questo”

“io non faccio che chiedermi se non avrei potuto fare qualcosa di diverso. Ti invidio davvero”

“davvero pensi che se ti fossi comportata differentemente in quel momento lui non si sarebbe gettato nella mischia per difenderti? Thomas ama questo nostro strampalato gruppo, quindi farà di tutto per preservarlo.”

“e questo mi fa stare ancora peggio. Sapere che l'ha fatto per difendermi, come se non sapessi farlo da me.”

“no, Mikoto. Non è così. Lo sai. Ognuno guarda le spalle dell'altro. Non è la prima volta che ci salviamo a vicenda”

“ma è la prima volta che... che.... gli succede.”

“Lo so. Lo so. Non doveva finire così. Sarebbe dovuta finire come le altre volte” Leone si gratta la testa

“ascolta, Leone. Torno a casa. Ho bisogno di farmi una doccia e di mangiare qualcosa. Tornerò appena possibile.”

“ricevuto, Mikoto. Resto qui con lui. Ti faccio sapere”

“grazie.”

 

“ah, stai attenta perché credo che il cestino sia finito in mezzo alla stanza e potresti inciampare nel buio.”

“starò attenta.... “ Mikoto sospira.

“bene” Leone sorride.

Mikoto se ne va dalla stanza.

Leone si sistema su una poltroncina e si mette ad aspettare qualcosa.

Non sa cosa potrebbe essere, forse l'anima di Thomas che gli passa davanti mentre passeggia insieme a un vecchio con la barba bianca, che gli declama la bontà del caffè che servono nel posto dove stanno andando.

“Certo, come no. è ancora troppo presto. Figurarsi se lo voglio lassù. È più probabile vedere Mikoto tornare indietro, irrompere nella stanza di Thomas e iniziare a baciarlo… in effetti la cosa che in assoluto è più probabile è che non succeda nulla.”

 

passano alcuni minuti.

 

“che palle”

Leone guarda l'orologio al polso destro.

 

“uhm... solo 5 minuti da quando Mikoto se ne è andata..... che ri-palle”

Leone si alza e inizia passeggiare avanti ed indietro per la sala d'aspetto.

Dopo aver fatto avanti indietro per un paio di volte, guarda ancora una volta l'orologio.

“che palle al quadrato. Ancora altri 5 minuti.”

molto bene. Visto che devo aspettare voglio cercare di capire come sta. Vediamo un po'.... dove potrebbe essere la stanza dei medici?

 

Leone esce dalla saletta d'aspetto con le mani appoggiate sulla cintura dei pantaloni.

“se io fossi la stanza dei medici, dove starei?”

Si tocca il mento. Si liscia la barba.

“ovviamente lontano dalla sala d'aspetto. Nel reparto.”

Leone inizia a girare la maniglia della porta che dà l'accesso al reparto vero e proprio.

 

“VIETATO L'INGRESSO AL PERSONALE NON MEDICO – VISITE PERMESSE SOLO NELL'ORARIO STABILITO”

 

“bel tentativo! Riprovateci, magari chiudendo a chiave questa porta la notte.”

il buio più totale lo accoglie.

Leone è attirato dalla luce che filtra sotto una porta.

“Chi è in terapia intensiva non ha bisogno della luce a quest'ora della notte, deve essere quella la stanza dei medici.... in before, è il bagno delle donne e mi arrestano per atti osceni in luogo pubblico. Sai le risate? Mikoto mi ucciderebbe”

 

Leone è davanti alla porta, ascolta con attenzione per sentire se c'è qualcuno dentro.

Nessun rumore.

Si china per vedere se da sotto la porta vede i piedi di qualcuno dentro la stanza.

nessuno

 

Con delicatezza gira la maniglia, apre uno spiraglio nella porta e butta un'occhiata dentro.

Non c'è davvero nessuno.

 

“ottimo”

 

in un attimo scivola dentro la stanza sfruttando il piccolo spiraglio che aveva aperto.

Chiude la porta dietro di sé.

Si strofina le mani soddisfatto.

“allora se fossi la cartella clinica di Thomas, dove sarei? O meglio se fossi un medico del reparto, dove la metterei?”

 

Leone si guarda intorno e nota lo schedario alla sua destra.

“banale”

apre lo schedario ed inizia a cercare

“certo che usare le chiavi da queste parti è un optionale. Vediamo come è stato organizzato questo schedario....”

 

la porta della stanza si apre.

 

“ehi. Lei che ci fa qui?”

“eh? Cosa? Io? Me? Io passavo per caso da queste parti. Non faccia caso a me. Mi chiamo nessuno”

Leone guarda stupito il medico sulla quarantina che è appena entrato. È calvo, porta un paio di occhiali ed è decisamente fuori forma fisica. Accanto a Leone, il medico è un pigmeo campione di lancio del telecomando dal divano

“e per caso sta frugando nello schedario... guardi che chiamo le guardie”

“un momento. So che lei è spaventato. Trovarsi a quest'ora della notte in un posto che si ritiene sicuro un bestio come me fa paura. Voglio dire sono 1,98 per 100 kili di muscoli e sono vestito in modo particolare. Non mordo, però”

“se ne vada da qui”

“calma. Voglio solo sapere come sta il mio amico. Per questo e solo per questo sono venuto a cercala”

“lei... è amico di chi precisamente?”

“Si chiama Thomas. Lo hanno portato qui circa 5 ore fa. È un... '''impiegato''' di legacy come me”

“non ce la faceva prorio ad aspettare domani mattina e doveva entrare come un ladro nel mio reparto?”

“ah. È il primario? Davvero? Che fortuna”

“è stata una giornata pesante e ...“

“anche la nostra lo è stata e se siete ancora in piedi tutti interi lo dovete a noi. Posso rubarle un po' di tempo al suo riposo per sapere come sta il mio amico?”

“uff...”

 

il dottore si avvicina alla caffettiera elettrica sul bancone addossato alla parete. Si versa un po' di caffé dentro un bicchiere di plastica. Non chiede a Leone se ne voglia un po' anche lui

 

“quello che succede a kilometri da qui non si viene a sapere subito quando riguarda i mostri meccanici. Non credevo che quell'uomo fosse uno dei vostri.”

“non facciamo molta pubblicità. Per ovvi motivi. Gli assicurati devono solo sapere che saranno difesi dai mostri meccanici, non devono conoscere chi li difenderà. Rende il lavoro più pulito e asettico.”

“non riesco a darvi torto del tutto.”

“felice che la pensi come noi. Adesso mi dica come sta il mio amico”

“allora ha ricevuto una brutta ferita al fianco e il polmone stato perforato cioé è stato bucato. Il braccio è rotto in alcuni punti ”

“ascolti, io posso capire i termini medici. Mi chiamo Leone e sono un medico come lei anche se non ho mai esercitato la professione. Non c'è bisogno di usare termini semplici con me.”

“sul serio?”

“da quello che ho potuto vedere quando lo hanno tirato fuori dalla cabina di pilotaggio dello shin aveva un polmone perforato. È molto probabile che avesse anche alcune fratture alla cassa toracia e forse un trauma alla colonna vertebrale. Voi avete fatto collassare il polmone per farlo ''''guarire''' e avete suturato la ferita.”

“in effetti ha riportato alcune fratture sul lato della perforazione e un paio di vertebre si sono incrinate. Il braccio sinistro è fratturato in diversi punti. Brutte fratture scomposte. Ancora mi stupisco della fortuna che ha avuto a non morire dissanguato.”

“sicuramente ha avuto fortuna. Però fino a che le lame di metallo erano in posizione nei muscoli, chiudevano la ferita bloccando il sangue. Se voi lo avete salvato, i nostri tecnici lo hanno tirato fuori di lì senza smuovere quelle dannate lame.”

“un lavoro di equip. Cos'altro vuole sapere?”

“la prognosi. Non sono un chirurgo e non sono un medico della medicina d'urgenza.”

“vivrà.”

“quando pensate di iniziare a ricostruirgli le vertebre e il braccio?”

“le vertebre sono state già fissate con il cemento osseo, per il braccio ci manca il materiale per ricostruire il sistema nervoso. Tra un paio di giorni, se non peggiora, lo riportiamo in sala e in anestesia locale gli ricostruiamo il braccio”

“danni al midollo spinale?”

“nessuno. Incredibile a dirsi.”

“bene. Era la cosa che mi preoccupava di più. Praticare un bypass nervoso in quelle zone espone al rischio di sviluppare un'epilessia non controllabile con i farmaci classici”

“non c'è di che preoccuparsi per questo. Certo che a ripensarci... è stato davvero fortunato a non essere stato tagliato in due”

“davvero, collega?”

“certo. Il braccio sinistro è ancora attaccato al corpo e la colonna è ancora integra perché qualcosa, credo uno dei chiodi di titanio che ha nel braccio, ha deviato quella cosa che lo ha ferito. Quasi non potevo crederci quando l'ho visto e dire che ne ho viste di tutti i colori perché sono stato chirurgo durante la guerra”

“Il ricordo di un vecchio incidente. Thomas sa di averli: non è stata fortuna”

“quindi l'ha fatto di proposito?”

“lo conosco. L'ha fatto sicuramente. Quando si è disperati, si trasforma ogni cosa in un'arma o in uno scudo, anche i chiodi per l'osteosintesi che sono rimasti nel braccio dopo un precedente intervento. Il nostro è un mondo duro”

“e ha funzionato. Per curiosità Lei dove ha studiato, Leone?”

“mi sono laureato in medicina e facevo la specializzazione in farmacologia clinica e sperimentale al Dipartimento Morgagni-Golgi prima che la Guerra Civile Europea arrivasse in Italia. Dopo la guerra non ho più voluto continuare a fare il medico.”

“un'università privata? In Italia?”

“è....una clinica universitaria convenzionata. Era l'unica clinica a non essere diventata azienda ospedaliero universitaria, perciò si faceva molta ricerca. Vedevamo solo i casi clinici che avevano interesse didattico e quelli molto gravi che gli altri non sapevano curare.”

“certo che il mondo è piccolo, alcuni colleghi qui vengono da quell'istituto. Ed è finito a fare questo mestiere?”

“dopo quello che mi è successo durante la guerra civile, questa ne era la logica conclusione. Comunque si è fatto tardi, non le ruberò altro tempo. Ritorno nella sala d'aspetto. A domani, collega”

“bene. Allora a domani”

 

Leone esce dalla stanza felice di aver troncato sul nascere un discorso che poteva diventare spiacevole per entrambi.

 

Tornato nella sala d'aspetto si sistema sulla poltroncina che occupava makoto quando era arrivato e si mette ad aspettare.

 

“avanti, Thomas. Non puoi lasciarci soli. Non è da te farci aspettare”

Leone guarda l'orologio al polso.

 

“quattro ore al sorgere del sole..... ehi, Thomas, ne è passato di tempo da quando ci siamo conosciuti, vero?”

 

******

 

Notte fonda a città del Messico.

Zorro sta camminando con passo veloce accompagnato da due gendarmi.

È insolito vedere un gruppo di persone a quest'ora della notte e così vestiti per di più.

La festa a casa del governatore è ancora in pieno svolgimento ma questo personaggio ha preferito andare via prima del previsto accompagnato dai suoi amici.

 

Raggiungono un quartiere dormitorio.

C'è un silenzio di tomba.

I lampioni della strada mandano una luce ocra.

Il gruppo passa accanto a due barboni che si fanno scappare una risata appena li vedono passare.

 

“ubriachi”

“lascia fare. Non abbiamo tempo da perdere” dice zorro.

 

Passano oltre.

Qualcuno passa a sua volta accanto ai barboni. Stavolta non ridono, anzi, si allontanano da lì.

 

Zorro e il suo gruppo raggiungono un parcheggio a cielo aperto recintato da un basso muretto di pietra con un solo ingresso.

 

Entrano nel parcheggio.

 

Uno dei gendarmi guarda dietro di sé preoccupato.

 

“avete sentito qualcosa?”

“calma! Il silenzio è perfetto. Nessuno ci sta seguendo”

“prendiamo la macchina e ce ne andiamo il prima possibile. Semplice, facile e pulito”

 

Quel gendarme è rimasto indietro. Si è allontanato dagli altri. È diventato vulnerabile. Un'ombra si stacca da una macchina parcheggiata e si getta addosso al gendarme solitario. Un centinaio di kili che arrivano senza avvertimento alle spalle sono più che sufficenti a sorprendere chiunque.

 

“arhg”

“cosa diavol..”

“ehi?!?”

 

zorro e l'altro gendarme si voltano e vedono che l' assalitore del loro compagno è capitan america.

Il gendarme giace ai suoi piedi, lo scudo è leggermente sporco di sangue e capitan america è leggermente piegato in avanti pronto a scattare.

 

“sorpresi? Avete due scelte: la via facile o quella di...”

 

prima che capitan america possa finire la frase una pallottola sfonda il finestrino della macchina alla sua destra.

Il gendarme gli sta sparando contro con un uzi.

Capitan america scivola sopra il cofano dalla macchina lì ferma e si mette dietro al riparo.

 

“cazzo! Ci ha trovato!”

“prendi la macchina. Lo tengo inchiodato io. Corri!”

zorro corre via mentre il gendarme continua a sparare contro la macchina dietro la quale cap. si è rifugiato.

 

“vediamo. Ho uno scudo... potrei lanciarglielo contro. Bella idea! Se faccio cilecca, resto totalmente disarmato. Non posso certo correre contro uno armato di un uzi. Non è igienico.”

 

il gendarme si sta spostando di lato, vuole prendere capitan america di sorpresa passando dietro alla macchina.

“uh. Ha smesso di sparare?”

 

capitan america si volta appena in tempo per vedere il gendarme sta mirando verso di lui.

Troppo tardi?

“dannazione”

 

un colpo di pistola.

 

Il gendarme cade a terra colpito alle gambe.

Capitan america non si fa sfuggire l'occasione e gli piomba addosso, disarmandolo.

Poi si gira e lo vede appollaiato sopra una macchina nera.

È un'ombra nera, una sagoma familiare.

Il mantello che svolazza.

 

“ehi, batman? Da quando in qua usi le pistole? Tu non spari mai. ehi, aspetta! Nei film usi le mitragliatici sulla batmobile. Come non detto, allora”

 

zorro ha raggiunto la macchina e l'ha messa in moto.

Sta cercando di scappare .

 

Batman sorride.

Sorride in modo sinistro.

Corre sopra le macchine verso l'uscita del parcheggio.

La macchina di zorro deve passare di lì per uscire.

I fari della macchina illuminano Batman.

 

Batman vede la macchina arrivare e prende la mira con molta calma.

Spara.

Il primo colpo fa saltare uno dei fanali della macchina.

Il secondo manda in pezzi il parabrezza.

La pistola si inceppa.

La macchina accellera per investirlo

Batman si limita a saltare in avanti e scivola sul cofano della macchina e finisce nell'abitacolo.

 

La macchina sbanda con decisione verso destra e si schianta contro il muretto del parcheggio.

 

Lo sportello del guidatore si apre, zorro finisce a terra con il naso sanguinante incosciente.

 

Capitan america arriva correndo.

“ ehi, batman, Sei davvero un duro! altro che ''' io lavoro in nero o la massimo in grigio scuro'''. Certo dovresti fare qualcosa per i tuoi metodi un po' brutali ”

batman esce dall'abitacolo della macchina. Sputa una boccata di sangue e saliva. Si tasta in bocca i molari sul lato destro

“i denti sono ancora al loro posto. Bene.”

“vedi è esattamente questo che ti dicevo batman. Sai essere più raffinato di così”

“falla finita.”

“eh?”

“batman non esiste così come tu non sei capitan america. Finiamo questa farsa. Anche se sono vestito come lui, non lo sono”

“d'accordo! D'accordo!. Cerchiamo l'ambasciata, lasciamo questi cazzoni e poi andiamo a berci qualcosa. Ti va.... batman?”

“solo bar di un hotel. Non mi va di finire coinvolto in una rissa in un locale malfamato.”

“ehi? Per chi mi hai preso?”

“ti devo ricordare cosa è successo due giorni fa in quel bordello?”

“ehi, ma è stato divertente”

“hai un concetto strano di divertimento. Se non ricordo male ti hanno sfasciato una sedia sulla schiena”

“dettagli, dettagli. Io sono uno che bada al quadro generale: abbiamo avuto la soffiata giusta, no?”

“andiamo ''''quadro generale'''. Buttiamo la spazzatura nella pattumiera”

 

[….]

 

all'hotel continentale ne hanno viste di tutti i colori. Perciò non si stupiscono nel vedere capitan america seduto vicino a batman che bevono insieme qualcosa.

 

Capitan america senza la maschera è un giovane con i capelli biondi tagliati a spazzola, mentre batman senza la maschera è un giovane con i capelli castano scuri e numerose ritrose.

“ senti un po', ma volevi davvero ucciderlo?”

“volevo spaventarlo e bucargli le gomme per farlo sbandare. Non credevo che si sarebbe inceppata la pistola”

“hai avuto sfortuna.”

“ho registrato male la molla di ritorno”

“la molla di ritorno?”

“io modifico sempre le mie pistole per avere un rateo di fuoco più rapido”

“e corri il rischio di restare disarmato”

“nulla di che. Basta riarmare espellendo la cartuccia”

“se ne hai il tempo..... comunque sei davvero abile. Pochi avrebbero pensato di fare quello che hai fatto tu.”

“quelli normali si sarebbero buttati di lato e tanti saluti alla nostra cattura e alla taglia sulla testa di quei cretini”

“vivi o morti. Chissà cosa hanno combinato.”

“chi se ne frega: mi hanno pagato. Basta questo”

“anche a me.”

un attimo di silenzio.

“barista, un altro.”

“ehi, biondo. Non ti farò male bere così tanto” dice batman a capitan america

“ehi, ricciolo. Non mi conosci per nulla”

“in effetti è proprio così.”

“lo vedi. Mi dispiace non poter lavorare con te ancora.”

“ma davvero?” batman si ferma nell'atto di bere il drink

“certo. Hai buone abilità e sei un professionista. La caccia all'uomo è stata molto divertente con te.”

“e quindi vorresti fare coppia con me per le prossime taglie?”

“non sarebe una cattiva idea ma il mio contratto libero professionale è in scandenza”

“anche il mio lo è”

“inoltre mi hanno contattato da legacy. Hanno accettato la mia candidatura perciò diventerò un loro operativo”

“allora ci rivedremo, anch'io ho ricevuto parere positivo per la candidatura che avevo mandato.”

“davvero? Bhè, non credo che ci rivedremo, sai? Tu avrai chiesto di diventare uno dei loro detective, io sono stato accettato per quel posto nel reparto di gear che stanno mettendo su.”

“mi sa che ci rivedremo invece. Anch'io sono stato preso per quel posto.”

“tu hai il brevetto per pilotare i gear? Da non crederci”

“ehi, biondo, che significa? Cerchi la rissa? Se ce l'hai tu, lo posso avere anch'io”

“calma, calma, ricciolo. Non volevo mancarti di rispetto. Dicevo che non sembri un pilota di gear uscito dall'accademia.”

“non ho mai detto di averla fatta”

“allora sei un pratico come me”

“....uhm... tu che pseudonimo hai comunicato a legacy? Sai, la loro policy.”

“Leone. E tu?”

“Thomas. ”

“allora è un piacere, Thomas.”

“altrettanto per me, Leone”

i due si danno la mano.

“da dove hai detto che vieni, Thomas?”

“dagli stati uniti e tu?”

“dall'Italia.”

“come mio padre..... che grado hai?”

“operatore e tu, Thomas?”

“operatore. Hanno rifiutato la mia candidatura a caposquadra, perché non ho sufficiente esperienza referenziata in compagnie riconosciute. Quel posto è stato assegnato ad una persona più qualificata. È vero che, da quanto ho capito, solo io e te e il nostro caposquadra abbiamo presentato domanda.”

“cosa?!? gli bastava solo quella???.... ad averlo saputo avrei presentato domanda. Io ho lavorato per eye of beholder, che è una compagnia riconosciuta, per un paio di anni”

“ogni lasciata è persa. Se non ricordo male quella compagnia lavora sul territorio americano, sulla costa del pacifico.... vero?”

“sìììììììììì....... un attimo di silenzio per il mio dolore.”

Thomas è pensieroso, poi tira una pacca sulle spalle a Leone.

“avanti, Leone. Bevici sopra. Chissà chi è il caposquadra...”

“magari qualcuno dall'accademia..... non tutti trovano lavoro negli eserciti privati e alcuni potrebbero pensare alle compagnie private di protezione”

“un sotto lavoro....”

“un lavoro, Thomas.”

“alla salute, Leone”

“sigh, alla salute. risigh

 

“ehm... scusate”

Leone e Thomas si girano all'unisono e vedono un omino basso occhialuto un po' brufoloso che li fissa con in mano la macchina fotografica.

“cosa vuoi?”

“già, cosa vuole?”

“eh... ecco... voi due... sembrate batman e cap. america. Potreste darmi la mano come avete fatto poco fa? Sono un disoccupato che si è reinventato blogger e cerco foto curiose per attirare lettori e..... un team up tra batman e cap.america in carne ed ossa non si vede da 20 anni”

“da non credere....”

“non ci posso credere..... batman e cap. america non esistono, coso.”

“ma i lettori credono che esistano. Non avete visto le polemiche che nascono ad ogni film quando il personaggio non è fedele alla controparte data per canonica. Allora ci state a farvi fare qualche foto?????”

la risposta di Thomas e Leone si è persa nella notte di tanti anni fa a Città del Messico.

******

Mikoto esce gocciolante dalla doccia.

Si avvolge nell'asciugamano.

Pettina i capelli neri.

“avevo scelto di tagliarmi i capelli corti.... l'altro ieri.... per cambiare e vedere la tua... reazione. Sai?”

inizia ad asciugarli con il phon.

“avevo scelto questo taglio, che ricorda quello di akane tendo, perché è legato alla mia infanzia. Non avrei mai pensato che avrei finito per associarlo a qualcosa di brutto”

finisce di asciugare anche il corpo ed esce dal bagno vestita solo con le mutandine nere.

Lo smartphone giallo è fissato alla vita, stretto tra la pelle e l'elastico.

Sta aspettando quella chiamata da Leone.

Non vuole perderla per nulla al mondo.

In cucina prende alcuni avanzi dal frigorifero.

“sai che se le cose fossero andate diversamente, adesso tu saresti insieme me? Ti piace come cucino, vero?”

 

Pollo avanzato dall'altro ieri

 

“questo lo avevo preparato per quella giornata a casa di Leone. Noi tre ci siamo divertiti quel giorno. Dopo tanto tempo eravamo di nuovo insieme. Finalmente”

 

Lo butta in una padella e inizia riscaldarlo sul fuoco

 

“non avrei creduto che sarebbe potuto succedere così. Sono il caposquadra, la vostra incolumità è la cosa più importante. Come ho fatto a mancare il bersaglio?”

 

butta dentro un po' di salsa di soia e continua a scaldare la padella.

 

“cosa penseranno i miei genitori, se faccio morire chi mi è stato affidato? A loro non è mai successo. Come potrò guardarmi allo specchio se permetto ad uno dei miei operatori di farmi da scudo perché mi sono scoperta troppo durante la lotta? Me lo sai dire, Thomas?”

 

spegne il gas

 

“come faccio a perdonarmi se... se tu non dovessi essere più in grado di guidare un gear? La gear commando esiste perché io, te e Leone ne facciamo parte e.... perché tu l'ha rimessa insieme quel giorno”

“vedi: se tu non potrai più lottare allora, io farò quello che volevi fare per me.”

 

 

§§§§

 

arizona.

Un piccolo paese sperduto in mezzo al nulla.

Alcune case, un emporio, un motel e poco altro.

Sta facendo sera.

L'autobus che collega il paesino con la civiltà passa una volta alla settimane ed è appena passato.

Nessuno scende qui, di solito.

Oggi è diverso.

Oggi è sceso qualcuno.

Un uomo con un piccolo zaino sulle spalle...

nella piccola tavola calda del paese una donna dai lunghi capelli neri sta leggendo un libro seduta al tavolo. In qualche modo è riuscita a farsi servire dell'acqua calda e ha messo un po' di thé in infusione.

Le ombre della sera si allungano dentro il locale.

Una di queste è familiare.

“sempre la solita infusione? Ti dispiace se mi siedo qui con te, Mikoto?”

“Thomas? Cosa? Che? Come hai....”

“è stato facile trovarti. Senti, quando hai finito, dobbiamo parlare. Magari in privato”

“di cosa?”

“potresti spiegarmi cosa fai di bello in questo periodo, per esempio. Ho fatto una lunga strada per arrivare da te.”

“capisco. Ti va un po' di thé?”

“ne hai fatto abbastanza per due?”

“dove ce ne è per uno, ce ne è anche per due. Basta adattarsi.”

“giusto.”

 

Thomas e Mikoto escono dal locale a sera fatta. Si incamminano verso la pianura, lontano dalle case, lontano da orecchie indiscrete. Alcune stelle si vedono già in cielo.

Thomas si mette al fianco di Mikoto

“bene. Adesso, vuoi spiegarmi che succede, Mikoto?”

“cosa intendi, Thomas?”

“te ne sei andata via così di punto in bianco senza dire nulla a nessuno. Dicevi di avere delle ferie arretrate”

“ed è la verità.”

“certo. E tu passi le tue ferie nel nulla sottovuoto spinto di questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini, e forse anche dal Diavolo? Mikoto, che sta succedendo?”

“non sai mai quando è il caso di finirla? Va tutto bene, credimi”

“manchi da circa un mese. Non ti fai sentire. La prima gear commando è finita sotto il comando di quella pazza invasata complessata e rischia di essere cancellata per causa sua. Direi che tutto va male.”

“devi accettare il fatto che non posso essere sempre con te. So che non sopporti Susanne”

“ascolta, Mikoto. Ho fatto una gran fatica ad arrivare fino a qui e per me è molto pericoloso tornare negli Stati Uniti. Credo di essermi meritato una spiegazione sincera”

“non capiresti”

“ti ascolto”

“ti ho detto che non mi capiresti. Non sai cosa ho provato”

“allora aiutami a capire. Fallo provare anche a me”

“non ti piacerebbe.”

“sono stato già una volta all'inferno.... non mi fa paura”

“e se fosse una cosa personale?”

“e se ti facesse stare meglio? Questa non sei tu: Mikoto non si nasconde”

“e va bene. Con te è impossibile ragionare, Thomas”

“sono decisamente un tipo irragionevole. Lo so.”

Mikoto sorride. Si stacca dal fianco di Thomas e si mette proprio davanti a lui

“come preferisci.... Thomas, tu sai perché sono entrata nella gear commando?”

lo fissa negli occhi.

“all'incirca. È per causa dei tuoi genitori, vero?”

“Esattamente. Durante la guerra, sono stati piloti di gear e sarebbero finiti davanti ad un tribunale per crimini contro l'umanità, se non fossero stati dalla parte dei vincitori”

“guai ai vinti.”

“Esattamente. Ciò nonostante le loro colpe non furono cancellate e il loro nome rimase macchiato dalla colpa. E lo è tutt'ora”

“non capisco come ti possa interessare”

“ho deciso di diventare pilota come loro per ripulire il nome dei miei genitori”

“ripeto: non capisco come ti possa interessare. Non è affare tuo. Tu non sei i tuoi genitori”

“lo vedi che non capisci, Thomas?”

“come può la colpa dei tuoi genitori ricadere su di te? Mikoto, tu non eri neppure nata.”

“il guaio è che la loro colpa, il loro disonore, ricade lo stesso su di me. Sono stata più di una volta insultata e... altro per.... a causa della loro colpa”

“bullismo?”

“sì. È per questo che se pulisco l'onore dei miei direttamente anche la mia vita migliorerà.”

“e per questo sei entrata in legacy?”

“sì. Non potevo entrare in un esercito vero e proprio perché i miei non facevano parte di un esercito. La alfa gaiden era una squadra paramilitare”

“altri tempi. Oggi non sarebbe più possibile fare una cosa simile. Solo la guerra poteva giustificare l'esistenza di un gruppo come l'alfa gaiden.”

“precisamente. Inoltre la disciplina miltare è troppo restrittiva perciò non averi potuto fare quello che mi propongo, Thomas.”

“va bene. ok. Ora spiegami perché sei qui.”

“tu sai chi è il capo degli Ottimati?”

“quella mezza sega che si fa chiamare jaques.”

“jaques era mio compagno di corso all'accademia in francia. E già all'epoca andava dicendo che noi, essendo i migliori elementi della società, avevamo il dovere di guidare la gente. Noi sappiamo usare delle macchine di morte micidiali, siamo più istruiti della popolazione normale, noi siamo liberi da ogni convenzione sociale, noi soli sappiamo cosa è Bene. Se la gente ci seguirà bene, se non lo farà la rieducheremo.”

“un fottuto visionario elitario. Non mi intendo di politica, io preferisco uccidere per i soldi. Meno problemi e meno scrupoli. Tutto quello che ti serve si trova nel contratto della taglia”

Thomas sputa per terra in segno di disprezzo.

Mikoto arretra di un passo.

“è insolito, Thomas. Non ti ho mai visto reagire così.”

“provo solo disprezzo per gente come jaques, perché uccidono a fin di '''bene'''. Per il bene degli altri, dicono. Invece lo fanno solo per il potere e si lavano la coscienza dicendo che lo fanno per fare il bene degli altri. Bastardi Schifosi!”

“hai ragione, Thomas. Sono disgustosi.... anch'io sono disgustosa.”

“ehi? Cosa hai detto?”

“vedi.... io non mi sono alzata una mattina e ho scelto di entrare nell'accademia per essere un pilota di gear. Successe questo: nella mia classe del liceo stavamo per iniziare un compito in classe molto importante, per alcuni il risultato di questo compito avrebbe cambiato la vita, e dovevamo scegliere chi avrebbe sorteggiato la domanda del compito.”

“e....nessuno voleva farlo. C'è sempre un po' di incertezza su chi debba farlo. Lo so per esperienza, Mikoto. Ma come può questo riguardarti? ”

“io mi alzai, senza guardare nessuno, andai alla cattedra e mi offrii per farlo. Scelsi la peggiore domanda possibile per i miei compagni mentre io la sapevo.”

“Bella vendetta. Davvero, Mikoto. Bella vendetta!”

“aspetta. In realtà, io non ero felice di essermi vendicata, ero felice perché per una volta la mia vita non era stata ostaggio dagli altri, io avevo avuto la vita degli altri in pugno e l'avevo distrutta. Questa forma di dominio distruttivo mi rendeva felice. Allora capii come si erano sentiti i miei genitori all'epoca della guerra”

“guarda guarda. Abbiamo un piccolo cuore nero che batte sotto quel petto di donna, Mikoto. Interessante”

Thomas fa un passo in avanti

Mikoto non si muove.

“è per questo che fui colpita dal proselitismo di jaques. Il dominio sugli altri mascherato per il bene del prossimo.... Lo ammiravo.... volevo.... entrare nel suo gruppo... mi aveva stregato”

“ma ci sei andata a letto?”

“no”

“allora che problema c'é?”

“siamo in guerra contro di lui, Thomas. Ci hanno pagato per ucciderlo. Cosa pensi che succederà se si dovesse sapere che...”

“che hai frequentato la stessa accademia di mister simpatia? Nulla. Non ti sei compromessa con lui. Non sei stata la sua donna. Dov'è il problema? Perché scappi?”

“perché pensi che gli altri si fideranno ancora di me? Sono stata una simpatizzante degli Ottimati”

“la gear commando siamo io, te e Leone. Io mi fido di te, Leone se ne frega di quello che i tuoi genitori hanno fatto durante la guerra e non dubita certo di te.”

“io preferirei restare qui ancora un po'.”

“ascolta Mikoto, jaques e i suoi accoliti hanno portato via qualcosa ad ognuno di noi. È l'ora di fargliela pagare. A Leone hanno portato via Elisa che viaggiava su quell'aereo, a me sta portando via te e a te sta portando via il comando della prima gear commando. Vuoi lasciarli fare?”

“lo so, ma non riesco a pensare. Mi sento come se mi avesse spezzato le gambe. Vorrei lasciare perdere tutto, perché i miei ideali si sono rivoltati contro di me. Io sono diventata un pilota perché adoro dominare gli altri..... non tornerò indietro con te”

“se questa è la tua decisione, allora io ho preso la mia”

“cosa?”

“hai bisogno di guarire. Devi capire che tu non sei come jaques, tu non giustifichi il tuo desiderio dicendo che lo fai a fin di bene per gli altri. Tu sei diventanta un pilota di gear solo per aiutare te stessa.”

“e quindi?”

“Quindi visto che vuoi seppellirti qui. Io mi seppellirò qui con te”

“ma sei pazzo a voler restare con me? Ti licenzieranno”

“e con questo? La gear commando non esiste senza di te. Inoltre è meglio che io resti qui con te. Per tutti.... sai quanto posso essere pericoloso senza di te...”

“Se questo ti rende tranquillo”

“Certamente. La mia stanza è la numero 6.”

“Thomas!”

“se ti va di parlare, mi puoi trovare lì dentro. Lascerò la serratura aperta. Puoi entrare quando e come vuoi.”

Thomas si avvia verso il paese

“ehi, dove vai?”

“all'emporio. Magari trovo qualcosa di interessante. È da tanto tempo che non provo un marshmellow sotto un cielo stellato”

“pensi di cenare così?”

“hai qualche altra idea, Mikoto?”

“forse...”

“ma davvero?”

“hai la macchina?”

“no. La mia vecchia patente americana è scaduta e non posso farla rifare. Non mi fido ad usare la mia patente internazionale che contiene i miei dati biometri attuali con il mio vero nome e cognome, perché non posso tentare troppo la sorte con le autorità americane.”

“quindi sei venuto in autobus?”

“sì. E tu?”

“io non ho una patente valida qui in America.”

“ok. Siamo appiedati.... ehi, Mikoto. Fammi il favore di disattivare la geolocalizzazione del tuo smartphone. Rischiamo di ritrovarci qui anche Leone. Lui sa usare solo quel trucchetto per trovare le persone e io mi guardo bene dall'insegnargliene altri.”

“vuoi una cosa intima?”

“Decisamente. Questo è un sepolcro matrimoniale”

“e non siamo neppure sposati”

“già. Eppure litighiamo abbastanza.”

 

*****

 

ti sei svegliato in un letto d'ospedale.

Sei totalmente immerso nella penombra.

Una piccola luce nella stanza fornisce una minima illuminazione: una sorta di luce notturna.

Alcuni schermi mostrano i tuoi segnali vitali.

Guardi il tuo braccio sinitro.

È totalmente fasciato e steccato.

Non riesci a muoverlo in alcun modo: con grande fatica riesci solo e soltanto a far piegare l'ultima falange del pollice della mano.

I nervi sono andati completamente.

Credi che sia notte fuori.

Non riesci a capire quanti tempo sia passato, ma sai che devi chiamare qualcuno.

Devi dire a Leone e a Mikoto che sei vivo, anzi, che sei cosciente.

Li conosci: sai che si stanno preoccupando per te.

Stai cercando di riorganizzare i tuoi pensieri e ti sembra che loro non siano rimasti feriti.

Almeno per quello che riesci a ricordare, infatti un certo punto hai perduto conoscenza per il dolore, ma la lotta contro il mostro meccanico era già finita.

Cerchi di alzarti a sedere sul letto, ma una forte fitta al fianco ti ferma.

Ti tasti la parte con la mano e senti una fasciatura.

Rinunci all'idea perché la ferita è troppo recente e potrebbe farti ancora più male di così.

Ne approfitti per riflettere ancora sulla lotta contro il mostro meccanico degli Ottimati. Da quello che ricordi la lotta andava bene fino a che quel dannato non ha usato un campo di stasi per deflettere la fucilata a particelle di Mikoto, che è rimasta esposta al suo contrattacco. A quel punto, per proteggerla, lo hai attaccato colpendolo con tutto quello che avevi: dovevi lasciare a Mikoto il tempo per ricaricare l'arma e lei era vulnerabile perché il suo campo di stasi era stato disattivato per permetterle di sparare.

Ricordi che dal corpo della macchina degli Ottimati sono partiti dei fulmini argentati.

Qualunque cosa fossero hanno perforato il braccio dello shin e hanno colpito la cabina di pilotaggio.

Tu hai resistito e poi non ricordi altro di sensato.

L'unica cosa certa è che ad un certo punto la testa del mostro è stata liquefatta della fucilata laser di Mikoto.

Poi ci pensi e meno capisci cosa sia successo.

Dovresti smettere di farlo e dovresti tornare dai tuoi amici....

sì, dovresti davvero farlo il tuo posto non è in questo letto.........

…..........inoltre dovrei smetterla di riferirmi a me stesso in seconda persona!

Dannazione!

Cosa mi è preso?

Mi sono comportanto in modo davvero sconsiderato, potevo trovare almeno due modi diversi per soccorrere Mikoto.

Invece ho tentato il tutto per tutto senza pensare che potevo non farcela.

Peggio! non avevo un piano.....

Nulla!

Ho davvero rischiato di morire e di lasciare sola Mikoto.

Peggio: l'avrei lasciata con il rimorso di esserle morto davanti ai suoi occhi senza che potesse fare nulla per salvarmi.

Se mi fossi comportato in modo diverso, adesso sarei a casa sua, magari nel suo letto.

Invece sono qui solo soletto in questo letto freddo.

Spezzato e ferito.

Mi manca davvero tanto quella notte in America, quando andai a recuperare Mikoto oppure a seppellirmi con lei.

È bello dormire sul suo petto. E quella notta lo è stato particolarmente.

 

§§§§§

arizona, una sera di non molto tempo fa

la stanza numero 6 di un motel.

Mikoto sta dormendo tranquilla a pancia in sù nel letto di Thomas.

Thomas si è rannicchiato contro il suo fianco destro.

Mikoto si agita nel sonno e sbuffa perché è Thomas si sta spostando.

“uff..mhhhh”

Thomas mette la testa sopra il petto di Mikoto. Proprio al centro.

“uhhhh... sonno... voglio”

mormora Mikoto

Thomas inizia a picchiettare con le dita la pelle nuda intorno all'ombellico di Mikoto.

“ziga zago ziga....”

“fammi dormire....” Mikoto mette la mano destra sopra la testa di Thomas, le dita affondano tra le ciocche dei capelli di lui.

“fai il bravo... ti prego”

per un po' Thomas si mette tranquillo e smette di picchiettarla.

Il respiro di Mikoto torna normale.

“Mikoto... ehi Mikoto....” bisbiglia Thomas

Mikoto non risponde continua a dormire

“Mikoto... piccolo giglio, piccolo giglio tigrato, Saki, va meglio ora? Ti senti meglio?”

Mikoto torna cosciente in un attimo

“Thomas.... Francesco, mi sento meglio e tu?”

“sì. Anch'io è rilassante passare la notte con te, vicino a te. Mi mancavi, Saki”

“a me sembra che ti mancasse un cuscino. Mi stai usando come se fossi il tuo personalissimo cuscino. Sono il tuo personalissimo body pillow, Francesco”

“sì. Hai ragione, Saki, sono venuto fin da te perché volevo avere un cuscino sul quale dormire”

“mi mancavi anche tu, Francesco”

“Saki.... è così strano chiamarti con il tuo vero nome. Ancor più strano è sentire che mi stai chiamando con il mio vero nome”

“lo so.... lo so.... è intimo”

“già.”

Mikoto inizia ad accarezzare i capelli di Thomas.

“aspetta, mi metto meglio. Torno al tuo fianco”

Thomas sposta il capo per mettersi di nuovo rannicchiato al fianco di Mikoto.

“no. Resta qui. Sul mio petto. Magari un po' più di lato”

Thomas si mette un po' più verso il fianco destro di Mikoto

“va meglio? Respiri meglio?”

“sì, grazie”

“allora che facciamo? Prendiamo la prossima corriera che passa tra circa una settimana?”

“sì. Torniamo indietro. Tu sei d'accordo?”

“sì. E tu, Mikoto?”

“sì. Torniamo alle nostre vite.... anche se tu me l'hai davvero sconvolta”

“perché lo dici?”

“io volevo starmene in santa pace da sola e tu vieni a ricordarmi quando sia bello dormire con te. Non è giusto.”

“perché non è giusto”

“perché mi hai ricordato quanto mi stavo perdendo.”

“sono lunsingato”

Mikoto afferra una ciocca di capelli di Thomas e fa l'atto di tirarla verso di sé

“e fai bene. Per causa tua Thomas, il mio fisico è molto cambiato”

“in che senso?”

“prima non avevo problemi a dormire nuda nel letto. Adesso quando sono sola non ne vedo la necessità e dormo con un pigiama, mentre quando sono con te sento il bisogno di sentire la tua pelle sulla mia”

“e dormi nuda come adesso. Sai che sei una stufetta portatile? Fai molto caldo. Sei quasi rovente.”

Mikoto accenna un piccolo schiaffo sulla guancia di Thomas

hentai!

“ah ah ah ah. Io sono il tuo hentai, ricordatelo” Thomas sorride

“è vero. Sei tutto mio.”

“certo. Non chiedo di meglio. Anche se io preferisco dormire con te con una t-shirt e gli slip”

Thomas disegna piccoli cerchi sulla pelle intorno all'ombellico di Mikoto.

“devo convincerti a dormire meno vestito. Adoro il contatto con la tua pelle, Thomas.”

“non mi sembra una buona idea, almeno stanotte”

“Ti fa freddo?”

“quando non sono appicciato a te, un pochino. Non ho dormito granché”

“allora stammi vicino, Thomas.”

“sì”

….

le prime luci del mattino filtrano dalla finestra.

“perché hai scelto il nome di Mikoto?”

“perché era il nome della protagonista di un manga che leggevo da bambina. Nazo no kanojo X”

“la misteriosa X?”

“la fidanzata misteriosa X.”

“ah. Certo.”

“Sai che dovresti leggerlo? Ti piacerà”

“davvero lo pensi?”

“è molto atipico. Dai, fidati di me, Thomas”

“va bene. Quando torniamo cercherò questo manga”

“bene. E niente scan”

“va bene: niente scan. Hai qualche numero da farmi leggere?”

“sì”

“mi dicevi di Mikoto. Perché avevi scelto lei?”

“perché lei è una forza dalla natura e... è anomala e affascinate, Thomas.”

“spiegati meglio”

“ad esempio, urabe Mikoto ama profondamente il ragazzo protagonista della storia e quando una vecchia fiamma di lui si fa rivedere, lei l'affronta. La straccia su tutta la linea dimostrando che il cuore di Akira Tsubaki appartiene solo a lei”

“in che modo?”

“in un modo atipico, molto atipico. Dovresti vederlo”

“non mi puoi dirmi di più?”

“ti rovinerei la sorpresa. Comunque io ho scelto quel nome perché io ammiro questa ragazza così anticonformista nelle sue reazioni e così per certi versi coraggiosa. È una persona verosimile”

“capisco. Allora dovrò leggerlo”

“eheheh” Mikoto sorride

“alla fine anche tu ottieni quello che desideri”

“ho imparato da lei.... senti, Francesco, perché ti fai chiamare Thomas?”

“vuoi saperlo?”

“sì. Potrei dirti che lo pretendo: tu hai voluto conoscere la mia piccola storia, adesso io voglio conoscere la tua.”

“ti racconterò la versione breve: è il nome di un mio amico. L'unico che abbia mia avuto quando ero ragazzo. Grazie a lui non mi sono sentito solo quando fui separato da mia sorella. Fine della storia”

“e la versione lunga? Dai! Sono curiosa!”

Mikoto inizia ad accarezzare il collo di Thomas e scende verso le sue spalle.

“come vuoi: allora mio padre scappò negli USA alla fine della seconda guerra mondiale. Non gli piaceva quello che stava succedendo in Europa. Visto che aveva lavorato insieme ai migliori chimici dell'epoca, gli americani lo fecero entrare senza problemi: non volevano lasciarsi scappare una persona che poteva rivelarsi il nuovo Natta.”

“me ne avevi parlato tempo fa. Poi che successe?”

“conobbe mia madre, un'esule come lui. Si sposarono e... quando io nacqui.... mia madre morì di parto. Una trombosi, almeno secondo Leone, per quanto possa essere affidabile uno studente mai laureatosi in medicina che va dicendo di essere un medico.”

Mikoto con delicatezza si gira, attira Thomas verso di sé e lo abbraccia.

“non lo sapevo. Vieni più vicino. Senti il battito del mio cuore”.

Thomas coglie l'occasione e si stringe ancora di più a Mikoto.

“dopo poco tempo, mio padre si risposò con una donna tedesca fredda come il ghiaccio e dai capelli rossi, mamma fiamma. Fu così che Hilda divenne mia sorella. '''Hilda di polaris''' è stata la mia vera famiglia. La mia mamma e la persona con la quale stavo bene. ”

la mano di Mikoto adesso è passata ad accarezzare le spalle di Thomas

“passavamo molto tempo insieme sia a scuola che a casa. Un brutto giorno, i nostri genitori decisero di mandarci in due scuole diverse. Volevano che imparassimo a stare da soli, a farci degli amici e altre idiozie simili... quel giorno avrei voluto ucciderli....”

Mikoto adesso accarezza la schiena di Thomas e lo tiene stretto a sé

“il periodo del liceo fu molto brutto: non avevo amici con l'eccezione di Thomas “tom” e di Iris. Noi tre facevamo sempre casino e ci spalleggiavamo a vicenda. Finita la scuola tornavo a casa e passavo il tempo restante con Hilda. Quanto mi mancava non poter stare sempre con lei.”

“è dura passare una vita così. Ne so qualcosa anch'io. Ho passato tutto il liceo da sola, vessata per le colpe dei miei genitori”

“già. Finita la scuola, mi resi conto che qualcosa non andava in me: decisi di andarmene di casa e non feci l'università perché temevo di fare del male a chi mi stava vicino. Con grande dolore lasciai Hilda, Thomas e Iris. Leone dice che nascondo bene il mio disturbo della personalità borderline. Sarà....”

“il che è tutto dire detto da uno come te, che si è presentato a casa mia nella notte chiedendomi di ucciderlo perché in una rissa in strada aveva perso il controllo e aveva sparato ad un ragazzino in fuga.”

“avevo davvero perduto ogni freno in quell'occasione. Tutto per colpa dei petardi di quegli stupidi, mi avevano ricordato le granate che avevo sentito tanto tempo durante una missione finita male”

“e ora sei qui con me anzicché sette piedi di terra. Direi che ti è andata bene”

“Decisamente. Ricorda la tua promessa, però”

“riuscirò a tenerti sottocontrollo. Sempre ci riuscirò, Thomas”

Thomas disegna un piccolo cuoricino sulla pelle di Mikoto proprio sopra il seno.

“eh eh eh. Mi fai il solletico. Ma non hai più rivisto i tuoi amici? Non sei curioso di sapere cosa fanno?”

“non mi interessa saperlo. Tom è diventato un avvocato, Hilda so che lavora e ha tanti amici.”

“e Iris?”

“con lei la vita non è stata gentile”

“e? cosa fa la tua fidanzatina del liceo?”

Mikoto tira un pizzicotto a Thomas.

“racconta, Thomas”

“il ragazzo con il quale stava spacciava. Il resto lo puoi immaginare. Da alcuni anni Iris vive in una clinica.”

“cosa le è successo?”

“postumi di un bad trip finito molto molto male. Inoltre le hanno ammazzato il ragazzo davanti agli occhi. eh.”

“mi dispiace”

Mikoto tocca la fronte di Thomas con la propria.

“è stato un peccato. E dire che doveva essere un lavoretto pulito ed indolore”

Mikoto smette di accarezzare Thomas

“davvero?”

adesso inizia ad accarezzagli il fianco libero

“ero tornato in città da poco. Nessuno lo sapeva. hilda non era a casa ,così passai da tom. Da lui vengo a sapere quello che è successo a Iris e decido di fare qualcosa. Tom conosceva l'indirizzo di casa di Iris e del suo ragazzo e me lo faccio dare.”

“e cosa volevi fare?”

“nulla di cattivo. Mi sarei fatto passare per un compratore per conto di terzi. Avrei comprato un po' di roba dal ragazzo di Iris e avrei portato via con me Iris con una scusa, poi avrei usato la droga acquistata come prova per denunciarlo alla polizia. In seguito avrei portato di filata Iris in una clinica a ripulirsi. Tom e io avevamo abbastanza soldi per farla curare. Negli States i soldi regolano tutto.”

“la volevi davvero bene, se eri pronto ad assumerti tanti rischi”

“Ero in debito con tom e Iris, inoltre si vedeva lontano un miglio che tom nutriva un forte sentimento per Iris. Purtroppo le cose andarono in modo differente da quanto previsto”

“contavi sulla complicità di Iris?”

“Anche. In realtà non mi aspettavo che il ragazzo di Iris avrebbe rifiutato la mia danarosa proposta dicendo che Iris era la sua... schiava. Usò un termine più volgare, ma ''la sua schiava'' rende ugualmente il concetto.”

“che persona simpatica”

“a quel punto gli dico che avremmo trovato una soluzione per questo problema”

“e lo hai ucciso”

“la polizia pensa ancora che sia stato un regolamento di conti tra spacciatori. Non hanno mai pensato a me. Purtroppo Iris entrò nella stanza e vide tutta la scena mentre era sotto l'effetto di chissà quale droga, così da quel giorno perse il contatto con il mondo reale”

“Thomas....”

“cose che capitano. Sai? Succede.”

“Francesco, tu stai piangendo....”

“pensavo davvero di riuscire a farcela. Di riuscire a recuperare Iris. Non so cosa mi fosse preso, mi ero gettato in quell'impresa senza uno straccio di piano. Un po' come in quella rissa con quei ragazzi.”

“sshh sshh. Ci sono qui io con te. È finita. Quello è il passato. Adesso ci sono io. Adesso ci penserò io a te.”

Mikoto e Thomas si baciano.

 

§§§§§

 

già.....

ho scelto questo nome per ricordarmi cosa successe con Iris ed evitare che la storia si ripeta.

Direi che non ho avuto molta fortuna, visto e considerato quello che è successo con quei piccoli teppisti e poi quello che è successo qualche ora fa.

La prima cosa che devo fare è scusarmi con Mikoto per quello che ho fatto là fuori.

Ma prima di tutto devo chiamare qualcuno.

Ora, come faccio a farlo?

 

 

 

*****

 

due voci vengono dalla sala d'aspetto vicino alla terapia intensiva. Brandelli di una discussione iniziata poco tempo prima.

“vede collega, lei non riesce a capire come mai dopo aver dato a Thomas una dose da cavallo, capace di stendere un elefante, lui adesso sia bello sveglio ed arzillo come un grillo. La verità è che Thomas non è una persona normale. Mi creda.”

“in tanti anni non ho mai visto un fisico recuperare dall'anestesia come lui.”

“ha un fegato molto allenato. Lui e gerald di Rivia se la giocano tra chi dei due ha il fegato più efficiente nell'eliminare le sostanze tossiche. Ha un metabolismo anarcoide, completamente.”

“non capisco il paragone, però devo ammettere che la faccenda mi ha stupito. Il suo amico è una continua sorpresa”

“lo è stato anche per me. E non ha visto neppure...”

 

“AHEM”

Mikoto interrompe la discussione.

 

“oh, Mikoto! Ciao. Non ti avevo sentito arrivare. Sei qui da molto?”

Leone sorride

“da quanto tempo è sveglio, Leone?”

Mikoto non sorride

“credo da alcune ore.”

“capisco...”

“ehi, non sei contenta, Mikoto?”

“moltissimo, Leone. Gli hai già parlato?”

“non ancora”

“vorrei farlo io per prima.”

“in realtà non possiamo ancora farvi passare, dobbiamo ancora”

“.... in privato. Ho bisogno di stare da sola con lui. 5 minuti basteranno”

l'occhiataccia che Mikoto rivolge al dottore è eloquente di mille parole: sarebbe capace di far fuggire un branco di lupi affamati.

“bene, collega, venga. Voglio offrirle la colazione per complimentarmi con lei per l'ottimo lavoro con il mio amico.”

“veramente, io sono in servizio”

“insisto. Andiamo! Mi voglio scusare per ieri sera. Venga, dopo di lei!”

Leone prende sotto braccio medico e gli bisglia nell'orecchio.

“non è il caso di restare qui per i prossimi 5 minuti. Ne va della nostra incolumità fisica: due titani stanno per scontrarsi e noi siamo sulla loro strada”

“va bene. Andiamo”

si lasciano alle spalle Mikoto che sta varcando la porta del reparto di terapia intensiva.

Una volta dentro, dopo un attimo di incertezza, vede la porta socchiusa di una stanza.

Uno dei due infermieri che si trovano in quel momento nel corridoio le va incontro

“scusa ma non puoi stare qui”

“la ringrazio, ma conosco la strada. Non c'è bisogno che mi accompagni. Sto andando a trovare il mio ragazzo. Ci sono dei problemi?”

l'occhiataccia di Mikoto lo tramuta quasi in pietra

“eh no. No, non ci sono problemi... nessuno”

Mikoto entra nella stanza di Thomas, con un movimento fluido chiude la porta senza quasi fare rumore.

 

“oh, ciao, Mikoto. Che piacere rivederti. Cosa ci fai da queste parti? Sei capitata qui per caso? Ti trovo bene. Tutto bene a casa?”

“che figlio di puttana che sei.”

“non nego di esserlo. Ma sono il tuo foglio di puttana”

Mikoto si siede sul letto vicino al braccio fasciato di Thomas. Passa le dita sulle fasciature.

“come stai, mio figlio di puttana?”

“bene. Alla fine non è suiccesso nulla di male. Davvero.”

“nulla di male? Farsi ammazzare rientra nell'insieme delle cose che non sono nulla di male?”

“non sono un aspirante suicida. Ho sbagliato a valutare la situazione”

“a valutare la situazione, dice lui. Lo shin è ridotto ad un puntaspilli. Ti abbiamo tirato fuori con l'apriscatole. Accidenti che errore che hai fatto”

“okey, ammetto di aver esagerato. Però ti faccio anche le mie scuse”

“per cosa? “

Mikoto passa le unghie della mano destra sulla pelle del collo di Thomas

“perché stavo per lasciarti da sola. Scusami.”

“ti scusi per questo e non per avermi fatto preoccupare?”

“tra le due cose mi sembra più grave l'averti fatto pensare che saresti potuta restare sola. Io impazzirei all'idea”

“non sono arrabbiata con te.”

“davvero? Io lo sarei”

“sono solo triste. Tu sei importante per me. Non voglio vederti morire.”

Thomas prende la mano destra di Mikoto e l'appoggia sulla guancia mimando l'atto di subire un schiaffo.

“Anche tu lo sei per me. Cosa posso fare per non renderti triste?”

“Non gettare via la tua vita. Non degradarti a vittima sacrificale”

“tutto per te. Starò più attento.”

“la prossima volta cerchiamo di coordinarci. Ok? Niente lupi solitari e niente eroismi. Ok?”

“ok. Si combatte insieme.”

“si vince insieme, Thomas”

“parlando d'altro. Leone che combina?”

“il solito. Senti questa, ha stretto amicizia con il tuo medico e lo chiama collega. Adesso gli ha offerto la colazione.”

“prima o poi finirà nei guai”

“te la immagini la scena? Serviranno almeno tre poliziotti per arrestarlo”

“di più di più. Credimi, Mikoto, Leone è alto e robusto e sa come muoversi. Non lo tiri giù facilmente.”

“ne sai qualcosa, Thomas?”

“quella volta a città del messico. Ne stese sei in rapida successione.”

“e tu stavi a guardare.”

“perché togliergli tutto il divertimento? Era nel suo ambiente naturale: una rissa in un bordello.”

Thomas e Mikoto si mettono a ridere.

le loro risate si sentono anche fuori dalla stanza, nel corridoio del reparto.

“ridono? E io che credevo..... quei due sono strani”

“decisamente. Io, però, non entro lì dentro finché c'é lei. Mi è già bastata una occhiataccia di quella donna, non voglio scoprire cosa è capace di fare quando passa ai fatti”

“allora siamo in due”

 

*****

 

intorno a me gli schermi collegati alle telecamere esterne non mostrano nessuna immagine comprensibile. Dal vetro corazzato che mi dà una visione dell'esterno, vedo tante pozze di luce.

Mi concentro sugli strumenti esterni. Alla mia destra scorrono le immagini del nostro prossimo compito registrate dal satellite di videosorveglianza.

Alla mia sinistra la radio digitale trasmette a Thomas e a Leone le mie parole, i canali di Leone e di Thomas sono aperti.

Attivo la registrazione della comunicazione come da procedura.

 

Mikoto-radio: Thomas, Leone, siete pronti? Avete già visto le immagini della posizione attuale dei nemici?

 

Leone-radio: certamente

 

Thomas-radio: sì

 

Mikoto-radio: appena ci materializiamo, li leviamoli di torno dal magazzino e poi li facciamoli a pezzi.

 

Leone_radio: io mi occupo del rettile

 

Thomas-radio: io te lo metto in posizione al volo

 

Mikoto_radio: io tiro giù l'unità terreste. Ho una linea di tiro diretta e pulita.

 

Mikoto_radio: il salto dimensionale si concludera tra 3... 2... 1...

 

I nostri tre gear concludono il salto dimensionale e si materializzano proprio alle porte della periferia della città sotto l'attacco dei mostri meccanici.

 

Si vede un lontananza un incendio, una specie di iguana completamente bianca si sta arrampicando su un magazzino nella zona industriale. Raspa con le zampe cercando di aprirsi un varco nel tetto.

 

Un bizzarro incrocio cane per il corpo e una formica per la testa, ornata con un lungo corno avanza nel vialone centrale che conduce al magazzino

 

Lo shin, il gear di Thomas, simile ad un grosso coleottero antropomorfo, scatta in avanti, volando sopra gli edifici spinto dal motore anti-G.

 

L'intelligenza artificiale del cardiatron dell'iguana ha rilevato il salto dimensionale appena avvenuto e il mostro meccanico si volta verso lo shin.

La schiena dell'iguana si illumina e il mostro meccanico spara contro lo shin una fiammata azzurra.

Lo shin si limita schivarla scostandosi di lato, afferra l'iguana per la coda e tira a sé la bestia meccanica, strappandola dal tetto del magazzino.

L'iguana si schianta nella piazzola di carico davanti all'ingresso dell'area industriale

 

Thomas radio: tuo Leone.

 

Leone radio: al volo.

 

Il gear di Leone le corre incontro e la travolge assestandole un violento calcio all'addome. Il colpo allontana ulteriormente il mostro meccanico dal suo obiettivo.

 

L'iguana è atterrata di schiena e si rimette in piedi a fatica, il calcio le ha danneggiato la sezione centrale così adesso ha difficoltà a far funzionare le zampe posteriori.

Prende di mira il dark emperor e gli sputa contro il liquido incendiario.

 

Il dark emperor utilizza le proprie ali come uno scudo contro la fiammata

Leone radio: rust rain

 

Dalle griglie pettorali del dark emperor si genera un fortissimo vento che estingue le fiamme e investe in pieno l'igunana. L'intero rivestimento di metallo della bestia meccanica inizia ad sfaldarsi.

 

Leone radio: doppio turbo smascher punch

 

I pugni del dark emperor colpiscono l'iguana da due direzioni diverse e la spezzano in due.

 

Il cane-formica mi ha visto. Sono proprio tra lui e il magazzino.

 

Le gatling montate sul mio avambraccio sinistro lo crivellano di colpi.

Le antenne vengono segate dalla prima scarica, gli occhi perforati e la ganscia sinistra viene staccata via di netto. Anche il rivestimento della zampa sinistra vola via. Un colpo gli trapassa la spalla. Concentro il fuoco contro il centro della testa.

Tutto il rivestimento esterno salta via. Il cranio meccanico spappolato alcuni colpi lo trapassono da parte a parte per tutta la lunghezza del corpo.

 

*caricatore esaurito

 

Il corno del mostro rotola via.

 

sgancio il caricatore dall'avambraccio e innesto quello nuovo dalla cintura porta oggetti del mio gear.

 

*caricatore on line. Inizio ricarica tra 10... 9.... 8.... 7...

 

Mikoto_radio: non rilevo segnali. Bersaglio abbattuto. Ripeto bersaglio abbattuto.

 

Thomas_radio: confermo. Gli hai spappolato la testa e fatto saltare via il collo e parte della spalla. Il suo cardiatron è inattivo. Forse distrutto.

 

Leone_radio: adoro questo lavoro. Dovrebbe andare sempre così.

 

Lo shin di Thomas sta volando sopra il magazzino, disegnando un ampio cerchio in cielo.

 

Per un attimo vedo qualcosa che striscia tra gli edifici.

 

Una frustata centra in pieno lo shin alla schiena.

 

Si schianta di pancia contro uno degli edifici lì vicino.

 

Un grosso tentacolo si alza per colpirlo ancora.

 

La scarica delle mie gatling lo tronca in due.

 

Lo shin quasi scompare alla vista e si materializza al mio fianco.

 

Mikoto-radio: guarda chi è venuto a trovarci

 

Thomas-radio: è lo stesso modello che ha distrutto lo shin e mi ha spedito quasi all'inferno.

 

Leone-radio: ragazzi...... abbiamo un doppio problema.

 

Rivolgo la mia attenzione al dark emperor che sta lottando contro un mostro meccanico simile ad una grossa vipera. Ha il volto di una donna e la prima parte del corpo assomiglia ad un millepiedi. Il dark emperor sta lottanando per non essere avvinghiato dalla bestia meccanica

 

Thomas-radio: il naga è mio.

 

Lo shin parte all'istante con la spada in pugno

 

Mikoto-radio: ok. io mi occupo dell'unità piovra. Tempo di vendetta.

 

La vipera proietta dalla bocca un rostro con il quale colpisce il viso del dark emperor: gli fa saltare via la lente dell'occhio destro e gli ammacca lo zigomo.

 

Leone-radio: ehi? È il primo appuntamento e vuoi già mettermi la lingua in bocca? Sapevo di essere irresistibile per le donne, ma insomma. Voglio dire: andiamo per gradi. Non pensarai che io sia un puttano, vero?

 

lo shin arriva di gran carriera: pianta la spada dritto nella faccia da donna della vipera. L'urto è così violento che la parte superiore del mostro meccanico perde in parte la presa, lo shin le afferra la coda e spicca il volo.

 

La vipera si arrampica sul suo stesso corpo usando le zampe del millepiedi.

 

Thomas-radio: qualunque cosa tu voglia fare, caschi male con me. Anzi caschi proprio.

 

Lo shin lascia la presa e la vipera precipita verso il suolo.

 

Thomas_radio: tuo Leone.

 

Leone_radio: ora che è lontana da me, posso usare la rust rain senza esserne vittima a mia volta.

 

Leone si dirige dove sta cadendo la vipera

 

Leone_radio: rust rain.

 

La vipera viene investita dalla pioggia corrosiva e si schianta al suolo con un suono molle. Parte del mostro si sono piegati e deformati, il mostro, però, è ancora attivo. La parte del millepiedi si stacca dal corpo delle vipera completamente deformato ed inservibile.

Leone le salta addosso, la schiaccia sotto il proprio peso e inzia a farla a pezzi a mani nude cercando di distruggerne il cardiatron.

 

L'unità che mi trovo davanti ha un aspetto umanoide, è curvata in avanti a causa di una grande gobba dalla quale escono numerosi tentacoli. La testa è una protuberanza traforata senza viso.

Un globo voloante, una torretta in remoto, la accompagna. La torretta è collegata all'unità tramite uno di quei tentacoli

 

Sgancio il fucile d'assalto.

 

Mikoto_radio: Fucile, caricare la shock-shell

 

* shock-shell caricata. Pronto al fuoco

 

Il globo spara una raffica di gatling verso di me.

Il mio S-field deflette la raffica.

Sono sotto la pioggia di colpi di quella dannata torretta protetta dalla cupola verdastra generata dal mio S-field.

Non posso spararle contro finché S-field è attivo e non posso neppure levarmi da lì senza disattivarlo.

 

L'unità pianta uno dei tentacoli nella schiena della carcassa del cane formica. Il corpo del mostro viene scosso da tremiti. La muscolatura si ingrossa, la corazzatura salta via da alcuni punti della schiena rivelando una muscolatura ipertrofica. Una mostruosa mano artigliata esce fuori dal moncone della testa del mostro. Il tentacolo si stacca dal mostro meccanico che ha appena rianimato.

 

Lo shin si materializza dietro il globo e taglia il cavo di collegamento tra l'unità e il globo, che smette di sparare e cade a terra.

 

Il mostro rianimato si lancia contro lo shin, che schizza via per ricomparire alle sue spalle e piantargli la spada nella schiena. Lo shin lo porta via con sé in cielo.

Sparo immediatamente il colpo in canna contro l'unità

 

La pioggia esplosiva della shock-shell lo investe in pieno

L'unità si protegge usando il suo S-field. Del resto il suo modello è una versione aberrante del mio. Abbiamo le stesse abilità.

 

Mikoto_radio: vediamo quanto ho sovraccaricato il tuo s-field.

 

Levo la sicura e tiro il secondo grilletto del fucile d'assalto.

 

Il laser viola del fucile d'assalto sfonda lo S-field dell'unità e le trancia via all'istante l'intero braccio sinistro e i tre tentacoli su quel lato. Le ho inferto un grave danno e per circa 30 minuti non potrà più generare alcun s-field, perché, quando l'ho sfondato, l'eccessivo assorbimento energetico l'ha mandato in cortocircuito.

 

Mikoto_radio: iniziare lo scontro con il laser carico al 100% è tutta un'altra storia, vero? I laser nell'ultravioletto sono stati creati apposta per uccidere le unità come le nostre, capaci di creare s-field e di rigenerarsi.

 

*laser in carica. Tempo stimato 10 minuti.

 

Mikoto_radio: finiamola.

 

L'unità scatta in avanti contro di me.

 

Dalla testa dell'unità partono numerosi raggi di luce che illuminano il corpo del mio gear in numerosi punti: li sta prendendo la mira.

Con questo attacco l'altra volta ha sfondato il mio s-field e ha quasi demolito lo shin

 

tanti fulmini argentati partono dalla testa dell'unità.

 

Mikoto_radio: s-field alla massima potenza.

Gli aculei di metallo magnetizzato si scontrano contro il mio s-field e lo penetrano.

O meglio, penetrano uno dei miei s-field.

Al terzo si fermano perché hanno esaurito la carica magnetica che gli permetteva di distruggere il mio s-field.

 

Mikoto_radio: sei un modello vecchio. Questo attacco non può nulla contro un gear moderno come il mio, se ,al massimo del proprio potenziale energetico, crea tanti s-field concentrici. L'altra volta avevo consumato tutta la mia energia per difendermi dai tuoi gregari rianimati.

 

Il corpo dell'unità inizia a mandare delle piccole scariche elettriche

 

Mikoto_radio: attenzione! Vuole usare il salto dimensionale per scappare

 

Leone_radio: ci penso io

 

il dark emperor placca letteralmente l'unità e la butta al suolo.

 

Leone_radio: la tengo.

 

Si sente il rumore di un grosso fulmine. L'unità diventa per un'istante luminosa e... resta qui nella morsa d'acciaio del dark emperor.

 

Leone_radio: che succede? Non hai abbastanza potenza per fare il salto dimensionale? Siamo troppo grossi per il tuo dispositivo? Oh, che peccato

 

i tentacoli dell'unità avvolgono il collo e le braccia del dark emperor e lo lanciano lontano come se fosse di carta.

 

Si è liberato dalla presa!

 

L'unità tenta un attacco disperato: spicca un salto verso di me allungando i tentacoli. Sembrano tante punte di lancia.

 

Lo shin la intercetta mentre è in volo. La afferra per i tentacoli e la scaglia lontano da me.

L'unità si schianta sul piazzale dove era atterrata prima l'iguana.

 

Thomas_radio: questo non è un combattimento leale. Siamo tre contro uno. Non dimenticarlo.

 

Mikoto radio: giusto. Noi non combattiamo per la giustizia. Non siamo la giustizia. Fucile, Proiettile dirompente.

 

*proiettile dirompente caricato. Buona giornata

 

il mio S-field si trasforma avvolgendo la canna balisitica del fucile d'assalto: la prolunga in modo innaturale.

 

Mikoto radio: buon viaggio all'inferno.

Sparo.

Il colpo centra in pieno la piastra toracia dell'unità ed entra dentro. Un enorme cratere si forma pochi istanti dopo: metallo, tessuto muscolare artificiale e fluidi idraulici volano via.

I tentacoli dell'unità smettono di agitarsi.

 

Mikoto radio: bersaglio abbattuto.

 

Thomas radio: confermo. Il pilota sarà ridotto in poltiglia

 

l'osservazione di Thomas non mi disgusta come dovrebbe, anzi, mi rende felice. Forse aveva ragione quando diceva che ho un cuore nero.

 

Un fulmine fa saltare via la spallina sinistra della shin e lo fa precipitare al suolo

 

Il mostro meccanico rianimato avanza zoppicando verso di noi.

 

Thomsa radio: guarda guarda. Sei ancora funzionante dopo la caduta

 

Il mostro si lancia contro lo shin.

 

Lo shin si rialza e si limita a rivolgere il palmo della mano destra contro il mostro

 

Thomas radio: vieni avanti.

 

Il mostro meccanico scaglia un'altra saetta contro il gear di Thomas.

 

Lo shin si china in avanti, la saetta gli passa sopra, e tocca l'addome del mostro con il palmo della mano.

 

Thomas radio: stress sonico.

 

Il mostro inizia a tremare, il metallo della corazza esterna si spezza con violenza: con un violento scoppio il mostro meccanico che cade con il corpo a pezzi.

 

Thomas radio: si chiama fatica del metallo. Ricordatelo. E ora sparisci dalla mia vista. Esplosione sonica

 

il mostro viene schiacciato al suolo dall'onda d'urto degli ultrasuoni dello shin

 

la battaglia è vinta....

 

****

 

Mikoto, Thomas e Leone sono comodamente seduti sul divavo di casa di Leone.

Leone sta alla sinistra di Thomas e Mikoto alla sua destra. Il tavolino davanti a loro è un chaos tra piatti, teglie di alluminio, bottiglie e bicchieri: i resti del pranzo in comune per la vittoria.

 

“ma davvero sei un nobile, Leone?”

 

“certo. Di discendenza normanna”

 

“per me è una balla. Sono passati secoli.”

 

“è la verità, Thomas!”

 

“certo e io sono mazinga Z”

“e io il grande mazinga”

 

“ma davvero?”

 

“davvero!”

 

“ah sì?”

 

“ah, sì”

 

“su, su, buoni. Parlando di altro, ragazzi. Non possiamo che complimentarci con noi stessi”

 

“già, Mikoto. I generatori a particelle di hysaron di quel magazzino del nostro cliente facevano davvero gola agli Ottimati, ma sono rimasti a bocca asciutta. Dovranno trovare un altro modo per alimentare i loro gear”

 

“lo abbiamo fatto nero stavolta. Eh, Thomas? Eh, Mikoto? Siamo i più forti. Giusto?”

 

“come ti dicevo, Thomas? si combatte insieme.”

Mikoto sorride

 

“e nessuno può vincerci, neppure toccarci, se ci coordinamo. Avevi ragione, Mikoto”

“giusto, Thomas! Ci senti jaques? Stiamo venendo a prenderti. Questa è la nostra dichiarazione di guerra. Io sono pronto e voi ragazzi?”

 

“io sono pronta! e tu Thomas?”

 

“anch'io. Che domande mi fai?”

 

Mikoto allunga la mano davanti a sé e si rivolge a Thomas e a Leone

“molto bene. Allora siamo tutti d'accordo: uniti siamo e uniti restiamo”

 

“certo, Mikoto. Chi se la prende con uno di noi, se la prende con tutti e tre”

Thomas mette la mano sopra quella di Mikoto

 

“giusto, Thomas. Giusto, Mikoto. Ognuno di noi guarda le spalle all'altro e lo sostiene.”

Leone mette la mano sopra quelle di Mikoto e di Thomas

 

“jaques, non sai in che casino ti sei messo”

commenta Thomas

 

“davvero non lo sa”

rilancia Leone


“lo scoprirà presto. Avremo la sua taglia e con un po' di fortuna anche la sua testa”

Mikoto sorride.

 

   
 
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