Dedico questo
scritto ancora a Davide. Sono sicura che è molto più
affascinato dalle fan fiction di quanto non dica. Se ci trovate qualche
frase di senso compiuto, è merito suo. Grazie…
La camera dei segreti
We’ll crucify the insincere tonight
We’ll make things right, we’ll fell it all tonight
We’ll find a way to offer up the night tonight
The indescribable moments of your life tonight
The impossible is possible tonight
Believe in me as I believe in you, tonight
-Tonight tonight-
Smashing Pumpkins
Hermione guardò Harry, Luna e Neville che si allontanavano
da loro rapidamente, poi si voltò verso Ron che sorrideva ai volti eccitati dei
loro compagni, stipati nella Stanza delle Necessità. Lo prese per un braccio e
lo strattonò lievemente in modo da farlo abbassare, per poter parlare al suo
orecchio.
- Che succede? – le chiese lui accigliandosi, notando
l’espressione preoccupata dell’amica.
- Ron, anche se Harry trovasse il Diadema, come facciamo a
distruggerlo? C’è ancora
Ron la guardò un attimo negli occhi, così intensamente che
lei si sentì arrossire, poi si rimise dritto, fissando un punto davanti a lui,
evidentemente perso nei suoi ragionamenti. Rimase in silenzio qualche istante,
Hermione continuava a tenere la mano posata sul suo braccio e lo osservava
concentrarsi, quasi ipnotizzata, talmente stordita dalla serie di avvenimenti
accaduti fino a quel momento, da non riuscire a ponderare lucidamente con la
propria testa.
Improvvisamente, Ron, inarcò le sopracciglia, sorpreso da
qualcosa che Hermione non vedeva, puntò lo sguardo su di lei ed esclamò – Il
bagno delle ragazze! –
- Il bagno… cosa? – gli domandò senza riuscire a capire.
Ron non disse nulla, la prese per mano e la trascinò verso
il punto in cui erano scomparsi Harry e Luna. Fatti alcuni passi, Hermione
ancora reticente, lui si bloccò, le lasciò la mano e tornò indietro
dileguandosi tra la piccola folla degli altri studenti, ricomparendo un attimo
dopo, con una scopa sotto braccio, - Ci servirà questa al ritorno! – riprese la
mano di lei e ricominciò a tirarla verso Neville, fermo di fronte all’uscita
della Stanza.
- Al ritorno? Al ritorno da cosa? – strepitò Hermione perplessa.
Ron nemmeno l’ascoltò, raggiunse Neville, - Io ed Hermione
abbiamo bisogno di uscire! – annunciò all’amico.
- Dove dovete andare? – chiese Neville, guardando a turno
Ron, Hermione e la scopa che lui teneva in mano.
- Ecco… ci serve il bagno! - replicò Ron.
Neville parve confuso – Un bagno? Ma ce n’è uno anche qua!
E poi… dovete andarci insieme? – farfugliò, arrossendo lievemente alle ultime
parole.
- Non c’è tempo per spiegare ora, solo facci uscire! –
insistette Ron.
Neville sembrò indeciso per un attimo, alla fine annuì
indicando le scale che pochi minuti prima avevano salito Harry e Luna, - Non so
a quale piano sbucherete, perché il passaggio, cambia direzione ogni volta, e
dovete stare attenti, pattugliano sempre i corridoi di notte. Buona fortuna!
- Grazie amico! – disse Ron oltrepassandolo e cominciando
a salire le scale con Hermione al seguito.
Avanzarono velocemente per la rampa che sembrava infinita,
sui muri danzavano le fiammelle delle torce che illuminavano la via; superata la
prima curva, quando ormai il suono delle voci dei loro compagni era solo un
indistinto brusio, Hermione ritrasse bruscamente la mano da quella di Ron,
facendolo fermare e voltare verso di lei.
- Giuro che non faccio neanche un altro passo, se prima
non mi fai capire qualcosa! Che bagno? Dove stiamo andando? – chiese con voce
acuta ed incrociando le braccia al petto, stizzita.
Ron sbuffò – Al bagno delle ragazze al primo piano, dove
c’è l’ingresso della Camera dei Segreti. Ci serve qualcosa per annientare gli Horcrux, no? Beh, se qualcuno non l’ha spostato, e non
credo proprio che nessuno l’abbia fatto, nella Camera c’è ancora il…
- Il Basilisco! – concluse Hermione per lui con un lampo
di comprensione sul volto.
- Già. Il veleno del Basilisco ha permesso ad Harry di
distruggere il Diario, ed ha reso
Hermione lo guardò ammirata, - Certo! Ma perché non ci ho
pensato io? – gli rivolse un gran sorriso, - Ron, è geniale! – e gli buttò le
braccia al collo.
- Sì, beh, non abbiamo tempo per questo! – biascicò lui a
disagio, ma solo dopo averla stretta a sé lievemente.
- Hai ragione, scusa! – Hermione
si distaccò continuando a sorridergli.
Ron le tese la mano, – Andiamo! – lei gli diede la sua, e
correndo colmarono la distanza che li separava dall’uscita.
In fondo alle scale, scoprirono un muro che scomparve ad
un tocco di Ron, di fronte a loro si apriva un lungo corridoio, illuminato
dalla luce della luna che filtrava dalle grandi finestre del Castello. Si
assicurarono che fosse deserto, poi, appiattendosi contro le pareti,
scivolarono furtivi fuori dal nascondiglio; il passaggio per
Hermione studiò i quadri che li circondavano, dove i
personaggi erano tutti immersi in un sonno profondo, - Siamo al secondo piano.
– sussurrò verso Ron, che accennò con la testa alla rampa di scale che arrivava
al piano inferiore.
Sfoderarono entrambi le bacchette, pronti
ad un eventuale scontro nel caso in cui fossero stati scoperti e, facendo meno
rumore possibile, scesero al primo piano. Con un sospiro di sollievo, si
accorsero che anche lì non c’era nessuno, quindi si mossero velocemente verso
il bagno che al loro secondo anno li aveva visti impegnati con
Entrarono, ed Hermione sigillò la porta alle loro spalle
con un incantesimo. – Siamo fortunati, avrebbe potuto esserci Mirtilla Malcontenta! – constatò mentre lui esaminava
attentamente i lavandini.
Gli si affiancò, - Come si fa ad entrare? – domandò nel
momento in cui, Ron, sfiorava uno dei rubinetti di rame.
- Harry ha parlato in Serpentese.
– replicò lui senza guardarla.
Hermione sembrò delusa, - Oh… allora abbiamo bisogno di
lui, andiamo a cercarlo! – e pensò seccata, che avevano corso un rischio
inutilmente.
Si girò verso la porta, pronta a tornare sui suoi passi, ma Ron la fermò, - Aspetta! Gli ho sentito ripetere
la stessa parola due volte, posso provare ad imitarlo! – disse mentre strizzava
gli occhi concentrandosi.
Lei fissò il suo profilo scettica,
- Ron, non credo che… - ma prima che potesse finire di esporgli i propri dubbi,
lui, si era schiarito la voce ed aveva emesso un verso simile ad un sibilo.
Hermione trattenne il fiato ed attesero irrequieti, ma non
successe nulla. Ron provò ancora, stavolta il sibilo fu più lungo e più acuto,
ma di nuovo niente si mosse.
Hermione fece un passo indietro, - Ron, così perdiamo solo
tempo, ci serve Harry!
- No, lasciami provare ancora una volta, so che posso
farlo! – strinse i pugni deciso ed irrigidì la mascella; lei percepì la
tensione, gli si avvicinò e gli accarezzò il braccio, che si rilassò sotto il
suo tocco. Ron sbuffò, richiuse gli occhi ed emise un terzo sibilo sordo.
Per un attimo tutto fu immobile, poi con un debole
cigolio, il lavandino che avevano di fronte, cominciò a sprofondare, fino a
scomparire del tutto.
I due ragazzi scrutarono, meravigliati, il grosso tubo
largo che si apriva davanti a loro, - Non ci posso credere! – soffiò Hermione.
- Nemmeno io! – disse Ron incredulo.
Si guardarono a vicenda per un poco, notando lo stesso
stupore nel viso dell’altro, ed insieme presero a ridere nervosi. Hermione
represse l’impulso di abbracciare ancora Ron.
- Sbrighiamoci! – intimò lui, prendendole di nuovo la
mano, e si lasciarono cadere giù.
Il tubo somigliava ad uno scivolo ripido, disseminato di
curve e giravolte, proprio come lo ricordava Ron, solo che ora sembrava più
stretto, angusto; Hermione, dietro di lui, lanciava acuti ogni volta che
imboccavano una curva particolarmente spigolosa.
Dopo una picchiata che ad Hermione parve lunghissima, il
tubo tornò in piano, lei si rimise dritta barcollando in preda alla nausea, Ron
invece scattò in piedi con un salto, - Bello! Lo rifacciamo? – sghignazzò.
Lei lo incenerì con lo sguardo.
- Ok, scherzavo! – disse lui alzando le braccia in segno
di resa.
Hermione seguitò a fissarlo irritata, - Lumos! – esclamò subito imitata da Ron, e si
incamminarono per un tunnel scuro, pieno di diramazioni, guidati dalla luce
argentea delle bacchette accese.
Ron procedeva a passo sicuro, riconoscendo l’ambiente che
aveva esplorato già una volta. Superarono una piccola frana, causata, come lui
spiegò ad Hermione, dall’incantesimo maldestro del professor Allock; dopo qualche metro si trovarono dinanzi ad una
parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati, quattro occhi di
smeraldo brillavano alla luce delle bacchette. Stavolta, Ron, non ebbe
esitazioni, emise lo stesso sibilo che gli aveva permesso di scoprire l’entrata
alla Camera, e la parete si divise lasciandoli passare.
Si addentrarono in una lunga sala gocciolante che odorava
di muffa ed umidità, le bacchette accese diffondevano sulle pareti verdastre
una luce spettrale, ai lati si ergevano giganteschi pilastri decorati dagli
stessi serpenti aggrovigliati della porta. Avanzarono rapidamente fino
all’altra estremità della sala, dove, l’imponente statua di Salazar Serpeverde, li attendeva con la bocca spalancata ed un espressione di rimprovero scalfita nella faccia di
pietra, ai suoi piedi, perfettamente conservato, c’era lo scheletro del
Basilisco.
Si avvicinarono alla gigantesca carcassa, lunga più o meno
sei metri, squadrandola sbigottiti, quando gli furono proprio sopra, Hermione
non riuscì a trattenere un brivido e si aggrappò a Ron.
- Mamma mia, è enorme! Non so come, Harry, non sia morto
di paura, quando se l’è trovato di fronte! – affermò lui mentre, senza
rendersene conto, le cingeva le spalle col suo braccio.
- Harry è stato un vero incosciente ad affrontarlo da
solo, aveva appena dodici anni! – aggiunse Hermione, senza staccare gli occhi
dal serpente, intimorita ed affascinata allo stesso tempo.
- Harry ha salvato mia sorella, è stato un eroe… è un
eroe! – ammise Ron verso il Basilisco, allentando leggermente la presa sulla
spalla dell’amica.
Lei spostò l’attenzione sul volto pensieroso di lui, reso
più pallido del solito dalla luce fioca delle bacchette, - Ci saresti stato
anche tu, se gli imprevisti non ti avessero fermato; avreste combattuto insieme
per Ginny. Eri poco più di un bambino, ma non ci hai
pensato due volte a seguire Harry in un’impresa sconsiderata… sei un eroe
quanto lui, Ron! - gli si accoccolò maggiormente addosso e gli
sorrise.
Ron la guardò sorpreso, - Lo pensi davvero? – mormorò a
disagio, arrossendo lievemente sulla punta delle orecchie.
Hermione annuì, - L’ho sempre pensato.
Le sorrise a sua volta, e rimasero a fissarsi per qualche
minuto, persi uno negli occhi dell’altra, crogiolandosi nella soddisfazione di
essere soli dopo tanto tempo.
Fu Ron a spezzare l’idillio, - Credi che dopo tutti questi
anni, il veleno faccia ancora effetto? – chiese.
Hermione abbassò lo sguardo e lo riportò sul gigantesco
scheletro, - Il veleno dei serpenti mantiene le sue proprietà molto a lungo, se
è ben conservato. Le zanne del Basilisco sono rimaste chiuse qui dentro per
cinque anni, al riparo dagli agenti esterni, inoltre, questo, non è un serpente
come gli altri, ma una creatura magica… non posso averne la certezza, ma non mi
stupirei se il veleno, fosse ancora perfettamente efficace. – enunciò tutto
d’un fiato come se stesse ripetendo una lezione.
Ron continuò a studiare il suo viso e percepì una punta di
ammirazione farsi strada nel proprio petto, perché la guerra non era riuscita a
cambiarla, perché quella che stringeva tra le braccia era la stessa Hermione
che aveva conosciuto secoli prima sul treno per Hogwarts,
la stessa che gli lasciava copiare i compiti e lo sgridava se non stava attento
a lezione, la stessa Hermione con cui aveva condiviso i momenti più belli della
sua infanzia e l’aveva consolato, l’aveva aiutato, l’aveva abbracciato senza
riserve, anche quando lui, proprio non se lo meritava. Ed in quel momento capì
che lei non sarebbe mai cambiata, che sarebbe stata il suo punto fermo, il
perno su cui ruota il mondo, e che lui avrebbe avuto bisogno di lei, sempre.
Avvertì il cuore riempirsi di tenerezza, e non poté fare a meno di sorridere
come un idiota.
Hermione si rese conto del suo sguardo insistente e
incantato, aggrottò la fronte sorpresa, - Che c’è? – gli domandò.
Ron scosse la testa senza smettere di sorridere, - Sei
sempre la solita so-tutto! – ma non era un’accusa, il suo tono aveva un che di
affettuoso.
Hermione se ne accorse, si mordicchiò appena il labbro
inferiore, - E tu il solito sciocco! – rispose ridacchiando e raggomitolandosi
più vicina al suo fianco.
Ron indicò il Basilisco, - Beh, c’è un solo modo per
sapere se venire quaggiù è stata solo una perdita di tempo… - si staccò a
malincuore da lei e si accovacciò all’altezza della bocca spalancata del
rettile. Puntò la bacchetta contro le fauci, ed esclamò - Diffindo! – una delle zanne giallastre si staccò dalla mascella e cadde a
terra con un tonfo sordo.
Ron cercò nella giacca, tirò fuori la piccola coppa d’oro
con lo stemma di Tassorosso e la depose sul pavimento
di pietra, prese la zanna e si rialzò esaminandola brevemente, era talmente
grossa, che per
impugnarla bene, aveva bisogno di entrambe le mani, si voltò verso Hermione e
gliela tese, - E’ tutta tua! – annunciò facendo un cenno con la testa, verso la
coppa.
Lei spalancò gli occhi per la sorpresa, - Io? Ma io… non…
no, Ron, io… - balbettò arretrando.
- Perché no, Hermione? Harry ha eliminato il diario, io il
medaglione, questo spetta a te. Ne hai il diritto ed il dovere, proprio come
noi! – le disse, cercando di essere convincente, agitando la zanna all’altezza
dei suoi occhi, affinché la afferrasse.
Hermione restò in silenzio, come a valutare la proposta di
Ron, - Che succederà? Se ne starà lì buono, a farsi distruggere? – chiese alla
fine.
Ron fece un passo verso di lei, serio, per un attimo gli
tornarono alla mente le immagini che erano uscite dal medaglione, e la
sofferenza che aveva provato udendo le parole che avevano pronunciato, - Non so
cosa accadrà, ma non credo che sarà piacevole, tantomeno facile. – si accostò
di un altro passo, - Ma ci sono io qui con te, non devi avere paura!
Hermione gli lanciò uno sguardo insicuro, ma prese la
zanna, annuì e raggiunse la coppa per terra, lui indietreggiò per lasciarle
spazio.
Quando lei fu proprio sopra l’Horcrux,
inspirò profondamente, pronta a colpire, tese le braccia in aria, alzando la
zanna sopra la testa. Nell’istante in cui le riabbassava per trafiggerla, la
coppa iniziò a vibrare. Hermione si bloccò con le mani a mezz’aria, stupita,
fissava la coppa che sbatacchiava sul pavimento di pietra con un leggero
tintinnio, e mentre si chiedeva cosa stesse accadendo, sentì tremare la terra
sotto i piedi, così forte che fece quasi cadere la zanna, per non perdere
l’equilibrio.
- Che succede? Il terremoto? – urlò spaventata, e prima
che potesse voltarsi verso Ron e riavvicinarsi a lui, si aprì una larga crepa
nel pavimento, ad un centimetro dal suo piede. Hermione balzò indietro
strillando, Ron cadde a terra mentre le gridava di fare attenzione, poi, così
improvvisamente come era cominciata, la scossa si esaurì.
Ron si rialzò rapido, - Stai bene? – le domandò apprensivo
e raggiunse il bordo della spaccatura che li divideva, una voragine buia e
profonda che sembrava senza fine.
Lei annuì, ancora un po’ scossa.
- Hermione, devi farlo fuori, e alla svelta! – continuò
lui indicando l’Horcrux dietro l’amica.
- S-sì. – Hermione, titubando,
rivolse di nuovo lo sguardo alla coppa ora immobile; trasalì quando, dal centro
dorato, zampillò un fiotto di liquido denso e rosso. Sangue.
Si riempì fino al bordo; lei si avvicinò sospettosa,
finché non riuscì a specchiarsi nella superficie liscia e brillante del
liquido. Trattenne il fiato mentre, la sostanza, prese a sobbollire,
increspandosi di piccole bolle che esplodevano, rilasciando fumo spesso come
nebbia, che, in breve tempo, riempì lo spazio intorno, rendendo quasi
impossibile la visuale di ciò che la circondava.
Hermione rabbrividì, - Ron? – urlò, non riuscendo più a
distinguerlo.
- Sono qui! Arrivo!– la voce di lui le giunse ovattata,
come se arrivasse da più lontano di quanto non fosse in realtà, ma ciò non le
impedì di sospirare di sollievo.
- No, non muoverti, non si vede niente, potresti cadere! –
rispose lei, alludendo all’apertura nel pavimento.
- Hermione, distruggi l’Horcrux!
Sbrigati! – strillò ancora Ron, da un punto imprecisato dietro di lei.
Hermione si fece coraggio e riportò decisa l’attenzione
alla coppa colma di sangue che gorgogliava, alzò di nuovo la zanna con entrambe
le mani, determinata a porre fine al problema, ma fu costretta a fermarsi
un’altra volta. Il fumo prese a vorticare di fronte a lei sempre più veloce,
spinto da un vento inesistente, sembrò inspessirsi ancora, fino a prendere una
forma definita. Davanti a lei si materializzò l’immagine, terribile e altera di
Bellatrix Lestrange.
Gli occhi rossi di Bellatrix,
erano l’unica cosa che avesse colore, il resto del suo corpo era un insieme
vorticante di nebbia densa e scura, ma non per questo era meno impressionante.
Hermione smise di respirare, spaventata, indietreggiò ed,
istintivamente, si portò una mano alla gola, dove, sotto le dita, riuscì a
percepire nettamente, la cicatrice che gli aveva procurato la donna che aveva
di fronte.
- Cosa pensi di fare, sporca mezzosangue? – la voce di Bellatrix era diversa da come Hermione la ricordava,
risuonava forte, amplificata, e si distinguevano due toni differenti, in
sottofondo c’era quello della Mangiamorte, ma più
insistente, si diffondeva la voce terrificante e fredda di Voldemort.
- Credi di essere in
grado di metterti contro di me ed uscirne viva? – Hermione era paralizzata
dal terrore, prese a tremare violentemente.
- Non dargli retta, Hermione, sta
cercando di spaventarti! – flebile come un sussurro, le arrivò all’orecchio
l’avvertimento di Ron, che non poteva vederla, ma riusciva anche lui a sentire
la voce minacciosa della figura, - Finiscilo, Hermione! – gridò ancora.
- Ti ucciderò e poi
cercherò tutta la tua famiglia. – Bellatrix
s’ingigantì, i capelli di fumo si muovevano incessanti attorno al suo viso
scuro, come se avessero vita propria, sembravano serpenti impazziti.
Hermione dovette alzare la testa per riuscire a continuare
a guardarla, ipnotizzata dai suoi giganteschi occhi rossi colmi di odio, - Scappa ragazzina, non puoi vincere contro di
me! Vi sterminerò uno ad uno! – dalla bocca di Bellatrix
esplose una risata orribile che si espanse nell’aria e rimbombò con un’eco
assordante, Hermione sentì rizzarsi i capelli sulla nuca, aveva voglia di
piangere.
- Distruggilo, puoi farcela! – Hermione non era più sicura
che il bisbiglio che sentiva, fosse quello di Ron,
forse era lei stessa a parlare, per farsi coraggio. La paura alterava le sue
sensazioni, pensò che sarebbe presto impazzita.
- Non avete scampo.
Vi schiaccerò come mosche! – Bellatrix allungò le
braccia nella direzione di Hermione, pareva che volesse strangolarla. Lei
impallidì, avvertì un rivolo di sudore freddo scenderle lungo la schiena e fece
un altro passo indietro. Per un attimo valutò l’opportunità di gettarsi nella
crepa sul pavimento e scomparire… sarebbe finito tutto velocemente.
- Hermione, ti prego, distruggilo! – l’urlo smorzato, ma ansioso di Ron la distolse da quel pensiero infelice
e la rese in un istante più lucida.
Non poteva arrendersi, erano arrivati fin lì, e mancava
pochissimo alla resa dei conti, non sopportava l’idea di farsi fermare da
un’illusione. Chiuse un attimo gli occhi e gli apparvero nella mente Ron ed
Harry che le sorridevano speranzosi. Poteva farcela, doveva farcela, ci sarebbe
riuscita per loro.
Respirò a fondo per calmarsi, si fece coraggio stringendo
forte la zanna, quando guardò di nuovo Bellatrix, si
concentrò sui volti di Harry e Ron che aveva evocato, e digrignò i denti
risoluta.
Bellatrix rise ancora, - Tu morirai ragazzina, ma prima vedrai
soffrire i tuoi cari, e il primo sarà il tuo amichetto rosso là dietro!
A quel punto qualcosa scattò in Hermione, una
determinazione sconosciuta, - Noooo! – correndo come
una furia, si avventò sulla coppa e la trafisse con un impeto di cui non si
credeva capace.
Ron capì che era tutto finito, quando un grido acuto si
librò nell’aria, tanto potente che dovette coprirsi le orecchie con le mani. La
nebbia si dissolse velocemente, risucchiata dal punto dove, Hermione,
continuava a colpire l’Horcrux ormai abbattuto.
Ron superò la crepa volando con la scopa che aveva sotto
braccio, e la raggiunse.
Hermione seguitava a scagliare violentemente la zanna
contro i resti contorti della coppa, aveva il volto rigato di lacrime.
Ron la abbracciò da dietro e la tirò su, lei lasciò
finalmente cadere la zanna e nascose il viso nel suo petto scossa dai
singhiozzi, - Shhh, è tutto finito, Hermione. – le
accarezzò i capelli, - Sei stata bravissima!
Lei alzò la testa e lo guardò, - Ha detto che ti ucciderà,
Ron, ti ucciderà! – sembrava disperata.
Lui non parlò, si limitò ad accarezzarle le guance per
asciugarle le lacrime che non accennavano a fermarsi.
- Dimmi che non succederà, dimmi che resterai con me.
Promettimi che non morirai, Ron, promettilo!
Ron le rivolse un sorriso debole e stanco, sospirò e la
strinse a sé con trasporto, poggiando la guancia sul suo capo.
- Promettilo! – ripeté Hermione contro il suo petto.
- Prometto che sarò con te… in un modo o nell’altro… -
disse, sussurrando le ultime parole.
Lei si liberò dalla stretta e puntò gli occhi nei suoi, -
Non è questa la promessa che voglio! – scosse impercettibilmente la testa,
quasi spaventata.
Lui la accarezzò ancora, giurando a sé stesso che quando
tutto sarebbe davvero finito, se fossero sopravvissuti, l’avrebbe accarezzata
ogni giorno, ogni attimo, non si sarebbe mai stancato di lei. – Non ti
prometterò qualcosa che non sono sicuro di poter mantenere, non ti deluderò di
nuovo, non voglio farlo mai più! – dichiarò serio.
Hermione lo fissò meravigliata, - No, Ron, tu… io… - borbottò confusa,
ma Ron la interruppe.
– Ascoltami. Stanotte sarà battaglia. – le prese il viso
tra le mani e si avvicinò a lei così tanto che i nasi quasi si sfioravano, -
Non posso preoccuparmi di me stesso, Hermione, devo proteggervi! Devo
proteggere te ed Harry, devo difendere la mia famiglia, e non voglio stare
attento a quello che succede a me, non posso!
Gli occhi di Hermione si riempirono ancora di lacrime, -
No…
Ron poggiò la propria fronte contro quella
di lei e sospirò, - Tu non sai quanto mi piacerebbe dirti che andrà tutto bene,
ma non so cosa succederà, e dobbiamo essere pronti. - serrò le palpebre e si lasciò
inebriare dal profumo di lei, - Fidati di me. – bisbigliò.
- Io mi fido di te, Ron. – mormorò Hermione con la voce
che tremava.
Lui riaprì gli occhi, e per un lungo momento si guardarono
senza parlare, talmente vicini che Hermione sentiva il respiro caldo di Ron
solleticarle il viso, poi lui, lentamente, la strinse a sé sempre più forte,
quasi a farle male, sentendo il piccolo corpo fragile di lei che si aggrappava
prepotente al suo, come se senza di lui, lei non riuscisse a stare in piedi.
Ascoltarono i loro cuori che battevano veloci in sincrono, e desiderarono
entrambi che quell’istante potesse durare per sempre…
Alla fine Ron sciolse l’abbraccio, improvvisamente
imbarazzato le rivolse un sorriso sincero, - Dobbiamo andare! – si chinò a
raccogliere i resti contorti
della coppa ormai irriconoscibile, e la scopa.
Hermione si allontanò riluttante e si affrettò a staccare
altre zanne dal teschio del Basilisco, quando ebbe le braccia cariche, si
riaccostò a Ron. Lui la aiutò a salire sulla scopa e si posizionò dietro di
lei, le cinse i fianchi con le braccia e afferrò il manico. Hermione appoggiò
la testa sul petto di Ron e gli si rannicchiò addosso il
più possibile.
Lui sorrise, - Non avere paura, non ti lascio cadere! –
assicurò ai capelli di lei.
- Lo so. – rispose Hermione, ma si avvicinò ancora di più.
Volarono via, uniti, tesi per lo scontro imminente,
impauriti dall’incertezza del futuro, ma con una forza nuova nel cuore, la
consapevolezza che non sarebbero più stati soli, che qualsiasi cosa fosse
accaduta, avrebbero combattuto per restare insieme, e non avrebbero mai
accettato la sconfitta.
Ci ho messo una vita a scrivere questa storia,
malgrado l’avessi in testa da quando ho finito di leggere DH per la seconda
volta, ma si sa, gli impegni… forse è venuta fuori più drammatica di quanto
avevo preventivato; d'altronde avevo bisogno di dare una giustificazione forte
al fatto che Hermione, la razionale Hermione, di punto in bianco, nel mezzo
della battaglia, si butta tra le braccia di Ron e lo bacia con Harry davanti… è
un po’ inusuale no? Mi rifiuto di credere che sia tutto merito degli Elfi
Domestici!
Spero che vi piaccia. Grazie a chi leggerà, in
particolar modo a chi lascerà un commento.
Alla prossima…
Emmahp7