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Autore: Padme Mercury    23/11/2016    1 recensioni
Una piccola riflessione che ho fatto ascoltando la canzone omonima. Una mia personale interpretazione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We passed upon the stair 
We spoke of was and when 
Although I wasn't there
He said I was his friend 
Which came as some surprise 
I spoke into his eyes
I thought you died alone
A long long time ago

 
La notte scendeva grigia e tetra su Londra. Stranamente le strade erano completamente vuote, non c’era alcun segno di vita. David trovava quella situazione estremamente strana. L’aria era stagnante, come se in realtà si trovasse in una di quelle palle di vetro che agiti e fanno nevicare tutto attorno. Tirò su col naso, stringendosi appena nel bavero della sua giacca. Faceva abbastanza freddo, quel freddo gelido che rende la pelle screpolata e rossa. Non soffriva molto il freddo, in passato, ma con gli anni aveva sviluppato una certa intolleranza. Si lasciò sfuggire un leggero sorriso. Sembrava quasi un vecchio quando parlava in quel modo, eppure aveva solo quarant’anni. Era nel bel mezzo della vita e aveva ancora molti anni da vivere, razionalmente lo sapeva bene, ma ogni tanto quei pensieri gli balzavano in mente e lo facevano ridere per il tono petulante che assumeva nella sua testa.
 
Si fermò non appena vide una figura ferma sugli scalini esterni di una casa. Aveva un’aria vagamente familiare con quei capelli gonfi in alto e dai riflessi rossi. Forse aveva sbagliato, non era sicuro. Poteva essere chiunque, anche un pazzo fanatico come quello di Lennon. Fece per muoversi e andare via da lì, ma lo scricchiolio delle scarpe sull’asfalto gli rovinò tutti i piani di fuga, dal momento che la figura misteriosa alzò la testa. David si immaginò un leggero sorriso su quel volto scarsamente illuminato dalla luce dei lampioni. Chi era? Lo vide mettersi in piedi e sistemare la giacca che indossava. L’uomo deglutì, cercando di mettersi in una posizione di difesa, aspettando però che l’altro si avvicinasse di più a lui.

Spalancò gli occhi quando si accorse di chi si trattava e non poté fare a meno di sorridere, quasi si mise a ridere. La sua parte razionale continuava a chiedergli quanto si fosse drogato per vedere quello. Doveva essere di sicuro roba buona se lo aveva portato a vedere tutto quello. Prese il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca, cosa che fece anche l’uomo davanti a lui. Si misero entrambi a fumare, tenendo la sigaretta con la stessa mano e compiendo gli stessi identici gesti.

“Sembra che stia per piovere” la voce alta e leggermente aspra del suo interlocutore raggiunse le orecchie di David, che rischiò di strozzarsi col fumo con una risata.

“Già”

Voleva parlare di cose poco importanti? Benissimo, lui lo avrebbe di certo accontentato. Se non aveva voglia di affrontare argomenti seri, di cui avrebbero dovuto parlare comunque prima o poi, lui non era nessuno per costringerlo. Il tempo sembrava essersi fermato e David non si sarebbe stupito di vedere le lancette dell’orologio immobili. Portarono avanti una conversazione futile, poco importante. Parlarono di qualsiasi cosa, come due persone che non si vedono da anni. E in effetti non era molto lontano dalla realtà.

Ci furono due parole che stupirono David all’inverosimile, che gli fecero spalancare i suoi occhioni blu dalle pupille diverse e lo costrinsero a controllarsi per non scoppiare a ridere fragorosamente. Gettò il mozzicone a terra e lo schiacciò con la suola della scarpa, imitato allo stesso modo e allo stesso momento dall’altro uomo.

“Non ero lì. Come puoi dire che sono tuo amico?”

L’altro si strinse nelle spalle.

“C’eri, in qualche modo. C’eravate tutti” replicò semplicemente, fissandolo negli occhi. David deglutì,  qualcosa presente nello sguardo del suo interlocutore lo metteva a disagio.

“Credevo tu fossi morto molto tempo fa”
 
 
Oh no, not me 
I never lost control 
You're face to face 
With the man who sold the world

 
L’uomo rise, buttando indietro la testa e facendo ondeggiare i capelli rossi come il fuoco alla luce flebile dei lampioni.
“Oh, assolutamente no! Non essere stupido… Non ho mai perso il controllo. Hai fatto tutto quello che hai fatto perché ci sono ancora io lì con te. Non ti ho mai lasciato” terminò con una leggera stretta di spalle, guardandolo come se gli avesse appena spiegato la cosa più semplice e ovvia del mondo. “Sei faccia a faccia con l’uomo che vendette il mondo” terminò Ziggy, con un ghigno divertito sulle labbra.
 
I laughed and shook his hand 
And made my way back home
I searched for form and land
For years and years I roamed
I gazed a gazley stare 
At all the millions here
We must have died alone
A long long time ago
 
David rise e scosse la testa mentre guardava in basso, passandosi il pollice e l’indice agli angoli della bocca. Gli sembrava completamente assurdo, tutta quella situazione era assurda. Sì, decisamente doveva essersi fatto di qualcosa di pesante per poter immaginare tutto quello. Eppure… Eppure perché era così reale? Sentiva la presenza di quel suo vecchio alterego lì davanti a lui, sentiva il suo corpo e sentiva distintamente quell’odore identico al suo con solo alcune note diverse. Allungò una mano, così da poter stringere quella di Ziggy. Era una sensazione decisamente strana, stringere la propria stessa mano. Aveva una forma strana eppure così familiare, era come quando si sfregano entrambi gli arti per potersi riscaldare.

Lo superò, ricominciando a dirigersi verso casa. In quel momento era come se il tempo avesse ricominciato a scorrere normalmente e la città sembrò riempirsi immediatamente di tutte le persone che prima non c’erano. David aggrottò le sopracciglia, girandosi per guardare la strada dietro di sé. Piena di persone, ma di Ziggy nessuna traccia. Era ancora più confuso di prima. Cosa cazzo era successo? Se lo era immaginato completamente? Magari era solo stanco… Si passò una mano sul viso e ricominciò a camminare in direzione di casa sua.

Si sdraiò sul letto una volta arrivato, portandosi un braccio sulla fronte. Doveva voler dire qualcosa, per forza. Perché avrebbe dovuto vedere proprio quella scena? Chiuse gli occhi. Magari dormirci sopra lo avrebbe aiutato, o almeno era quello che dicevano sempre tutti. Non che avesse mai funzionato particolarmente con lui, ma voleva provarci.

Degli anni passarono, si dimenticò quasi completamente dell’incontro particolare che ebbe quella sera. Quasi si può dire che si dimenticò di Ziggy, se non fosse per il fatto che molto spesso i suoi occhi incontravano un bagliore familiare. A volte erano capelli rossi e biondi, a volte solo biondi, spesso anche ricci. Gli girava la testa ogni volta che ci pensava, ancora non ci aveva trovato una spiegazione e di sicuro non gli piaceva non sapere. Voleva capire cosa diamine stava succedendo nella sua vita, perché tutte quelle persone – quelle sue vecchie versioni di sé – lo stessero tormentando.
Si metteva ad osservarli ogni volta. Osservava tutte quelle apparizioni, quei milioni di persone che entravano nel suo campo visivo e ogni volta si stupiva di notare che era l’unico a vederli. Cosa gli stava succedendo? Stava facendo i conti con tutta la sua vita? Perché? Non riusciva a capirlo. Era felice, aveva una bella vita ora e di sicuro era passato oltre tutto gli eccessi degli anni ’70 – quei tipici eccessi che hanno marcato quel favoloso decennio. Perché, allora, gli stava succedendo tutto quello?

Tutte quelle versioni, lui credeva fossero morte. Dimenticate, accantonate. Pensava si fossero spente da sole come stoppini di candele molto tempo prima. E invece erano lì, davanti a lui quasi ogni giorno. Gli passavano di fianco, lo guardavano, lo oltrepassavano. Ogni tanto li aveva fermati e glielo aveva chiesto. Una scena che si era ripetuta all’infinito.

“Credevo fossimo morti molto tempo fa”
 
 
Who knows
Not me
We never lost control 
You're face to face 
With the man who sol
d the world
Who knows
Not me
We never lost control
You're face to face 
With the man who sold the world

 
“Chi lo sa?” rispondeva l’uomo con la saetta rossa sul volto.

“Io di certo non lo so” replicava il Maggiore Tom.

“Sai una cosa, David? Io lo so. Non abbiamo mai perso il controllo. Siamo sempre stati con te” gli rispondeva l’esile Duca con un sorriso di chi la sapeva lunga.

“Sei faccia a faccia con l’uomo che vendette il mondo, David” ghignò nuovamente Ziggy, guardandolo negli occhi con fare quasi di scherno. 
   
 
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