Storie originali > Azione
Segui la storia  |      
Autore: LittleFallenAngel_    24/11/2016    0 recensioni
[INTERATTIVA][ISCRIZIONI APERTE]
Siamo in america, e gli zombie si sono visti solo in televisione. Fino a tre mesi fa, quando una misteriosa epidemia ha colpito gli stati uniti.
Nessuno sa che cosa sia questo virus, o come sconfiggerlo. Tutto quello che si può fare è sopravvivere.
Dal prologo:
La conduttrice scoppiò a piangere, ma non si spostò. Sarebbe stato inutile. Dietro di lei apparvero delle persone che scappavano. Qualcuno cacciò un urlo terribile e nell'inquadratura spuntò uno di quei mostri. L'infetto doveva essere morto da un po'. Era esattamente come quelli che si vedono nei film, tutti ricoperti di sangue e carne penzolante. Camminava in maniera quasi comica, se non per il fatto che non c'era nulla di comico in quella situazione. La conduttrice continuò a stare immobile a piangere con gli occhi chiusi -Non c'è più speranza- disse -Non c'é più...ranza, non c'è più speranza, non c'é più sp...za...-.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DEATH THINGS



Rommel era seduto sulla sua vecchia poltrona. La stanza era buia, solo un filo di luce entrava dalle finestre sbarrate.
Il vecchio si era alzato all'alba per inchiodare le assi alle finestre e il risultato era tutto sommato soddisfacente.
Dopo aver terminato il lavoro Rommel si era chiuso nella stanza, attento a girare due volte la chiave, ed era sprofondato nella poltrona ormai sfatta.
Seduto in quella stanza buia si autoconvinceva che essa fosse tutta la sua casa.
Da quando anche il piccolo Alex era stato portato via dai mostri Rommel non sopportava più la grandezza di quella casa, un tempo così piena di vita e felicità adesso abitata solo dal vecchio e dai fantasmi.
Lui li poteva sentire muoversi la notte, mentre riempivano ogni stanza con la loro dolorosa presenza, li sentiva mentre lo guardavano e gli dicevano che era tutta colpa sua, che se non fosse stato per lui sarebbero ancora tutti lì.
C'era Martha, la sua figlia più grande, morta all'inizio dell'epidemia per difendere la sua famiglia dai mostri. C'era Emma, sua moglie, strappata dalle sue braccia da un infetto e a cui aveva dovuto sparare due settimane dopo, perchè infetta lo era diventata pure lei. C'era Thomas, il suo figlio più piccolo, perduto per sempre per colpa del suo coraggio inutile. C'era Samma, la sua secondogenita, morta subito dopo il fratello che aveva cercato di proteggerla inutilmente dagli infetti.
E poi c'era il fantasma più terribile, quello che non lo mollava mai. Il piccolo Alex, figlio di Samma. Aveva solo sei anni ed era una creatura così innocente. Non si meritava di essere in quel mondo crudele.
Rommel si sentiva dilaniato. Ogni volta che un suo caro moriva, un pezzo di anima moriva con lui, fino a che non era rimasto più niente. Con il tempo si era autoconvinto che anche per Alex dovesse essere cosí, e che presto i fantasmi avrebbero perseguitato pure lui. Il mondo era orribile sia fuori che dentro la casa, e Alex era troppo piccolo per poter sopportare tutto ciò.
Così Rommel due sere prima lo aveva abbracciato forte e gli aveva detto che lo avrebbe mandato a fare un bel viaggio "Dove Nonno?" aveva chiesto lui con la sua vocina da angelo "in un posto migliore" aveva risposto Rommel. Ma Alex aveva paura "non voglio lasciarti, nonnino. Posso stare ancora con te? Non voglio andare via" aveva supplicato piangendo. Il vecchio gli aveva sorriso "Ma il posto in cui andrai è molto meglio, cucciolo. Ci saranno la nonna e zia Martha e zio Thommo. Ci sarà pure la mamma. E ti giuro che il nonno verrá presto da te" lo aveva rassicurato. Il bimbo allora aveva smesso di piangere e aveva sorriso "Posso rivedere la mamma? Mi manca tanto" aveva sussurrato. Allora era stato il turno del vecchio di piangere. Pensò alla sua dolce Samantha, ai suoi riccioli biondi e ai suoi occhi verdi. Pensò al suo sorriso, così bello da illuminare il mondo intero. Tutto andato, perduto. Ne lui ne Alex meritavano di vivere in un mondo senza Samma. Cercò nel nipote le tutte le somiglianze con la figlia. Aveva gli stessi occhi verdi, ma la pelle e i capelli scuri erano del padre. Le forme del viso assomigliavano molto a quelle di Samma. "Ora vai a dormire, così potremo andare da lei" aveva detto al nipotino spingendolo verso la cameretta "Resti con me nonno?" Aveva chiesto il bambino. Il nonno aveva sorriso e annuito.
"Notte piccolo" gli aveva detto rimboccandogli la coperta "Notte nonno" e aveva chiuso gli occhi. Rommel aveva aspettato più di mezz'ora per assicurarsi che il bambino dormisse. Con le lacrime agli occhi aveva tirato fuori una pistola col silenziatore.
'Ricorda perchè lo fai' si era detto 'Questo mondo è troppo brutto ormai per questo piccolo angelo. Lui si merita un posto sicuro, lontano dalla sofferenza e dal dolore' così aveva puntato la pistola alla testa del nipotino e prima di avere il tempo di ripensarci aveva premuto il grilletto. Non aveva avuto il coraggio di guardare quello che aveva fatto, semplicemente era andato nella stanza e aveva dormito un paio d'ore sulla sua poltrona, rassicurato dal fatto che il suo amato nipotino non dovesse più avere paura di nulla.
Ora era di nuovo seduto lì, e poteva sentire la voce di Alex che lo chiamava, che sbatteva i suoi piccoli pugni sulla porta chiusa della sua cameretta. Ma era solo un fantasma, e Rommel sapeva che se avesse aperto quella porta gli sarebbe entrato dentro e gli avrebbe distrutto l'anima.
All'improvviso la televisione, che fino a quel momento era statica si accese di tutti i colori sullo studio di un telegiornale. Ormai le televisioni avevano smesso di funzionare da un po', ma ogni tanto qualche notiziario riusciva a trasmettere per aggiornare le persone sulla situazione.
Rommel cercò di concentrarsi sulla televisione.
A condurre era una ragazza giovane, ma che portava come tutti i segni di quella catastrofe. Aveva il viso sporco e incavato, e delle grosse occhiaie suggerivano che non dormiva da giorni.
Gli ci volle qualche secondo per riuscire a capire veramente quello che diceva -...situazione molto brutta. Il governo non sa ancora spiegare...- ci fu un interferenza, il segnale non aveva mai preso molto bene lì -...cede. I militari sono già st...mo...litati. Quello che si sa è che il virus, qualun...sa sia, si sta diffondendo. Tra poco nessun paese sarà al sicuro. Per ora co...amo di spostarsi sulla co...ovest, dove sembra che il virus non sia ancora arrivato- Rommel pensò a come sarebbe stato andare in California. Prendere e partire sul suo furgoncino alla volta della salvezza. Ma perchè? Che senso avrebbe avuto ora che aveva eliminato anche l'ultima ragione che lo teneva ancorato a quel mondo orribile. La giornalista stava parlando di dati e statistiche del virus, ma Rommel non l'ascoltò, finchè non si sentirono delle urla. Il vecchio non riusciva a capire se provenissero da fuori casa sua o dalla televisione, ma appena vide il volto terrorizzato della giornalista capì di essere al sicuro -Sono qui! Stan...vando!- urlò la ragazza a qualcuno fuori campo.
La conduttrice scoppiò a piangere, ma non si spostò. Sarebbe stato inutile. Dietro di lei apparvero delle persone che scappavano. Qualcuno cacciò un urlo terribile e nell'inquadratura spuntò uno di quei mostri. L'infetto doveva essere morto da un po'. Era esattamente come quelli che si vedono nei film, tutti ricoperti di sangue e carne penzolante. Camminava in maniera quasi comica, se non per il fatto che non c'era nulla di comico in quella situazione. La conduttrice continuò a stare immobile a piangere con gli occhi chiusi -Non c'è più speranza- disse -Non c'é più...ranza, non c'è più speranza, non c'é più sp...za...-.
Ma Rommel aveva sentito abbastanza, e non voleva assistere a quello che sarebbe successo.
Così afferrò il fucile che teneva in mano da ore e se lo mise in bocca.
Poi premette il grilletto.
Gli zombie non lo avrebbero mai preso.




Angolo autrice:

Benvenuti a questa nuova interattiva! Era da un po' che volevo scrivere una storia sugli zombie, così mi sono detta perchè no? E un genere nuovo per me, quindi è un po' un'avventura pure per me.
Spero che la storia vi ispiri e che vorrete imbarcarvi con me.
Per chi volesse partecipare qua sotto c'è tutto ciò che vi serve:




INFO E REGOLAMENTO:

-La storia si svolge in america tre mesi dopo l'inizio dell'epidemia;

-Potete creare o un OC singolo oppure un gruppo di OC;


-OC SINGOLO:
potete creare un massimo di due Oc a testa,

non ci sono limiti di età,

la famiglia dell'Oc singolo deve essere o morta o comunque non presente. Se volete creare una famiglia potete fare un gruppo;

Oltre che a civili, servirebbero anche un paio di scienziati e un paio di militari (per chi volesse)
Chi sceglie di fare l'Oc singolo NON può fare anche un gruppo,


-GRUPPO:

I membri del gruppo devono per forza essere uniti,

Il gruppo può avere al massimo cinque membri,

I membri del gruppo possono essere sconosciuti fino all'epidemia, amici anche prima dell'epidemia o componenti di una famiglia. Possono anche essere misti,

Chi sceglie di fare il gruppo NON può fare anche un Oc singolo,





SCHEDA SINGOLO

Nome:
Secondo nome*:
Soprannome*:
Cognome:
Età:
Prestavolto:
Carattere:
Storia:
Come ha reagito all'arrivo degli zombie:
Ama/odia:
Genere di persona che sopporta/non sopporta: Disponibile per storia d'amore (con che tipo di persona vedreste il vostro Oc):
Paure e fobie:
Punti di forza/debolezza:
Arma:
Altro:


SUPPLEMENTO GRUPPO

Nome gruppo (non verrà per forza usato nella storia, serve solo per me per muovermi meglio. Perciò potete scrivere la prima cosa che vi viene in mente):

Come e quando si è unito al gruppo:

Come si rapporta con il resto del gruppo:

Come si rapporterebbe eventualmente con altri gruppi/persone:
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: LittleFallenAngel_