Capitolo 1
Ho sempre
pensato che gli uomini non sarebbero mai stati un gran peso per quelli
della
mia razza, ovviamente bisognava tenerli lontani dai nostri luoghi sacri
e dalla
nostre riunioni, ma negli ultimi tempi le mie convinzioni hanno
cominciato a
vacillare. Soprattutto da oggi direi…
Il vento mi
schiaffeggiava i capelli in faccia ferocemente, “maledizione,
non bastava quel
cazzo di un fantasma da inseguire, no…ovviamente dovevano
anche rintracciarmi i
cacciatori umani” correre nel bosco quando la notte
precedente aveva diluviato,
rendendo cosi il terreno impantanato e scivoloso, non era una cosa
facile,
anche per un licantropo come me. Sono veloce anche nel mio corpo da
umano ma se
mi fossi trasformata nella mia forma animale sarei sicuramente
più veloce è più
abile, e in una secondo riuscirei a raggiungere il fantasma e a
superare i
cacciatori. Purtroppo per me la ferita che avevo sul fianco, causata da
un
proiettile d’argento, non mi consentiva di trasformarmi e
quindi di risolvere
la faccenda al più presto.
“È
la
correte!!”, “questa volta non ci scappa quella
bastarda” gridarono i cacciatori
in lontananza, erano ancora abbastanza lontani ma grazie al mio udito
sopraffino non persi neanche una parola di quello che pronunciarono. Il
fianco
mi doleva e dovevo guardare in faccia alla realtà: non sarei
mai riuscita a
raggiungere il fantasma che stavo cacciando in quelle condizioni, era
troppo veloce
e furbo. Se non avessi avuto ferite e non fossi stata inseguita sarebbe
stato
uno scherzo catturarlo, lo avevo già fatto un milione di
volte, ma ora non ce
l’avrei mai fatta senza perdere un arto o senza essere
catturata dalle persone
che mi stava inseguendo, quindi meglio dare forfait e tornare a casa.
Avrei
lasciato in vita anche quei cacciatori visto che non potevo
affrontarli, anche
se non mi andava di lasciar vivere gente che avrebbe potuto uccidere
uno dei
miei fratelli o una delle mie sorelle del branco, però era
l’unico modo per
evitare di rimetterci la pelle.
Così
richiamai velocemente a me l’energia della natura intorno a
me sperando che
essa bastasse per mimetizzarmi tra gli arbusti e far perdere le mie
tracce e il
mio odore ai cacciatori. Dopo aver trovato alla svelta un nascondiglio
dove
mimetizzarmi mi concentrai e richiamai a me l’energia, che
entrò dentro al mio
corpo con un ondata di calore, e feci scomparire quasi del tutto il mio
odore
da lupo. Mi accucciai in alcuni cespugli e cominciai a riflettere, se i
cacciatori mi avevano trovato era perché qualcuno del branco
o qualcuno che mi
conosceva aveva cantato e visto che i cacciatori non erano stupidi, per
sicurezza se lo erano portati dietro in modo da trovare una traccia di
odore da
seguire. Però senza una traccia da seguire non potevano
trovarmi quindi per ora
ero al sicuro, senza però abbassare la guardia attesi che mi
raggiungessero a
bordo della Range Rover con la quale mi stavano dando la caccia. Gli
avevo già
visti. Non come una di quelle persone che incontri al supermercato di
cui
ricordi a stento i tratti, io le loro facce le avevo già
viste molto bene e da
vicino.
Una
settimana fa mi trovavo nei pressi del Lake Louise per una battuta di
caccia,
nessuno sapeva della mia piccola spedizione solo alcuni membri del
branco a cui
avevo dovuto spiegare perché non sarei stata presente alla
riunione che si
sarebbe tenuta alcuni giorni dopo. Non c’era un motivo
particolare che mi
spingeva ad andare a caccia nei pressi del Lake Louise, anzi era una
vera e
propria perdita di tempo visto che abitavo molto vicino al Parco
nazionale di
Alberta, in cui di sicuro le prede per un lauto pasto non mancavano; ma
avevo
sentito il bisogno di mettere a posto le idee e il parco nazionale non
era il
luogo ideale dove stare da soli. Cosi ero partita e dopo pochissimo
tempo ero
giunta a destinazione, in auto ci avrei messo cinquanta minuti ma con
il mio
corpo da lupo una decina di minuti bastavano. A volte anche meno quando
mi
andava di correre, ma quel giorno volevo prendermela con calma.
Però
quando
arrivai non feci neanche in tempo a catturare delle lepri che subito
senti in
lontananza il rumore di uomini con il passo pesante e di fucili
caricati
certamente con pallottole d’argento, pronte ad uccidermi. Lo
ammetto
solitamente sono una lupa curiosa, e in un'altra giornata non avrei
perso tempo
a investigare su questi uomini e a capire come facevano a sapere che
ero li,
visto che sapevo per certo di essere l’unica lupa in quel
posto, a causa della
riunione del branco che si teneva proprio quel giorno. Quel giorno
però non
avevo voglia e tempo di divertirmi con loro, così
lì evitai e la sera stessa me
ne tornai a casa.
Per questo
me li ricordavo così bene, perché mi avevano
già dato la caccia una settimana
fa. Vidi la scena come a rallentatore, l’auto che si
avvicinava a tutta birra
con gli uomini al suo interno già armati fino ai denti con
armi che per me
sarebbero state letali e poi lo sentii. Un odore forte che avevo
già sentito,
era l’odore di un lupo. “Quel traditore…
figlio di…” pensai dentro alla mia
testa; per un secondo pensai di averlo detto ad alta voce visto che di
colpo
l’uomo in questione girò la testa nella mia
direzione, ricominciai a respirare
quando si rigirò verso i suoi nuovi compagni e disse con una
voce che avrebbe
ghiacciato chiunque “muoviamoci non può essere
lontana, è ferita e per quanto
forte può essere, un lupo ferito non riuscirà mai
a seminare un auto,
soprattutto se esso è in forma umana…da quella
parte, sento ancora il suo odore”,
e si diressero con l’enorme macchinone e distruggendo la
natura che
incontravano verso la direzione che avevo fino a poco tempo prima
seguito.
Quando fui certa che si fossero allontanati del tutto, usci dal mio
nascondiglio e dispersi l’energia della natura che fino a
quel momento avevo
tenuto dentro di me per creare una mimetizzazione perfetta, e mi
lasciai cadere
al suolo. La giornata non poteva che andare peggio, avevo lasciato
libero un
fantasma che con tutta probabilità in questo momento era
alla caccia di un
nuovo corpo da possedere e una nuova vita da distruggere, avevo
lasciato in
vita dei pericolosi cacciatori che avrebbero potuto far del male a
qualcuno del
mio branco, avevo una ferita sul fianco che al posto di rimarginarsi in
fretta
mi stava imbrattando la canottiera che indossavo di sangue e avevo
appena
scoperto che uno dei lupi che avevo maggiormente ammirato, studiato e
diciamolo
tutta amato era diventato un traditore e mi aveva venduta a dei
cacciatori, eh
si la giornata non poteva che andare meglio.
Tornai a
casa senza fare altri spiacevoli incontri. Il problema ora era la
ferita sul
fianco che non aveva nessuna intenzione di rimarginarsi a quanto pare,
a causa
dell’argento che risiedeva nel proiettile e che impediva
quindi al mio corpo di
rimettermi essendo un potente veleno per la mia razza. Per fortuna mio
zio non
era in casa, ma in viaggio di lavoro per ancora almeno una settimana,
altrimenti mi avrebbe letteralmente ammazzato. Mi trascinai in bagno e
cercai
alla bel e meglio di ripulire la ferita dall’argento per
permettermi di
curarmi. Meno male che quest’ultimo mi aveva solo sfiorato
lacerandomi la carne
ma evitando che l’argento mi entrasse nel corpo. Sfiorandomi
soltanto esso
aveva imbrattato solo la carne lacerata che non poteva rimarginarsi.
Non sarei
mai riuscita a rimettermi in piedi da sola cosi chiamai
l’unica persona che
avrebbe potuto aiutarmi senza prima uccidermi, Vic.
“Dio
santo,
ma è mai possibile che tu attiri guai peggio del miele con
api! Mai una
chiamata per invitarmi a cena o per sapere come sto….no
ovviamente devi
chiamarmi solo quando ti serve la mia mano ferma per ricucirti o per
ripulirti
da quel cavolo di veleno che ti fai sempre sparare addosso”
sbraito Vic
sbattendo la porta d'ingresso. Per poco la porta non cadde talmente ci
mise
tanta forza, ovviamente non c’era d’aspettarsi
altro da un uomo alto quasi due
metri con delle mani che sembravano più delle pale che
semplici arti umani.
L’uomo si diresse subito verso il divano di pelle nera del
salotto su cui poco
prima mie ero stesa ormai
provata dalla
ferita avvelenata. La furia presente negli occhi del giovane di
dissolse subito
a quella vista. Subito quindi si posiziono al mio capezzale,
“ehi Vic, mi
dispiace d’averti chiamato, sapevo che era il tuo giorno
libero ma non sapevo
proprio che fare…ho provato a ripulirla in modo che si
rimarginasse ma non
funziona, a quanto pare quest’argento è
forte” mormorai con una voce fiacca,
“tranquilla, adesso ci sono qua io, non preoccuparti sono pur
sempre un medico…adesso
provo a ripulirla e se non dovesse funzionare proveremo con qualcosa di
un po’ più
drastico ma tu non preoccuparti…hai fatto bene a
chiamare” ripose con Vic con
la voce decisamente più calma rispetto alla precedente
entrata nella casa.
“Mi
vuoi
dire che cosa è successo?” mi chiese Vic poco dopo
aver cominciato a pulire la
ferita, guardandomi velocemente negli occhi in cui potevo vedere tutta
la sua
preoccupazione per me, “ le solite cose, caccia ad un
fantasma e spiacevole
incontro con dei cacciatori…”, “eh mi
spieghi come è possibile che ti abbiano
ferito? Ti conosco da quando eri una lupacchiotta spelacchiata e posso
dire con
sicurezza che sei la migliore lupa, la più forte e la
più furba e inoltre ai
poteri eccezionali dentro di te che ti rendono ancora più
forte, e in tutti
questi anni non sei mai stata ferita da dei cacciatori, quindi
permettimi di
ripetere la domanda, cosa è successo?”, sbuffai
tirandomi su dal divano, dovevo
ammetterlo imbrogliare Vic stava diventando sempre più
difficile, “eh va bene,
ma giura che non dirai niente a mio zio, altrimenti quello mi ammazza,
il
motivo per cui mi hanno ferito è che ho sentito un odore con
quei cacciatori
che mi ha destabilizzato per un attimo, che mi è stato
fatale”, “un odore di un
lupo con dei cacciatori? Allora stiamo parlando di un traditore, di chi
si
tratta?”, “ehm, non ci crederai se te lo
dico…” dissi strascicando le parole,
il fatto era che non riuscivo ad ammetterlo neanche a me stessa che il
proprietario di quell’odore mi avesse venduta ai cacciatori,
che mi avesse
tradito e non solo me ma tutto il branco. Vic si alzò in
piedi, butto le garze
sporche del mio sangue e si piazzo davanti a me in tutta la sua stazza,
“coraggio parla, deve essere qualcuno di molto vicino al
branco se ti ha scombussolato
così tanto da lasciarti ferire”, sputò
fuori con impazienza, era un suo diritto
saperlo, per il bene del branco. Quando vide la mia faccia cambiare
espressione, anche la sua cambio, “non dirmi
che…”, “si, il traditore è
Logen”