Io ci sarò sempre per te

Sono seduta davanti alla tua foto che sorride.
Il profumo dei fiori è dolce, forse perché stanno cominciando ad appassire.
Nelle orecchie ancora le ultime parole che ci siamo scambiati “Io ci sarò sempre per te” “Fa lo stesso, vorrei che non andassi...”
Ma, come al solito, tu non mi hai dato ascolto.
Sono passati solo pochi giorni ma io ho ancora bisogno di te.
Conosci i miei segreti, i miei problemi, sai che avrò sempre bisogno dei tuoi consigli.
Ma tu non sei più qui per darmeli.
La tua testardaggine, insieme al pirata della strada che ti ha travolto mentre andavi dove io non avrei voluto, ti ha portato via da me.
Ho visto la tua auto accartocciata, ho visto l'ambulanza che ti portava via a sirena spenta, senza più alcuna fretta. 
Ho visto i muratori cementare la tua lapide davanti agli occhi annichiliti e umidi di chi non voleva crederci.
Ho sentito le parole del prete che tentavano di essere consolatorie ma che non riuscivano ad mitigare il vuoto dentro.
Ho sentito la tasca che vibrava in un momento inopportuno, e l'ho ignorata.
E ancora... e ancora... cosa può essere così urgente da interrompere il mio pianto per te?

“Non piangere, io ci sarò sempre per te!”
“Sono qui, non me ne vado!”
“Ehi... perché non rispondi?”

Chi può avere un cuore così marcio da fare scherzi simili?
In certi momenti?

Sto per scagliare lontano il telefono, latore di tanta crudeltà quando sento che vibra ancora “Non farlo, devo parlarti”
Mi guardo intorno, il bastardo è qui, mi sta spiando, ha visto ciò che stavo per fare...
Ma sono tutti assorti nel loro dolore, in mano solo fazzoletti umidi.

Incredula, ma ancora scettica, decido di rispondere “che cosa vuoi?”
“Solo continuare a starti vicino”
“Te ne sei andato, hai scelto così, e ormai...”
“Non è vero, sono qui”

Continuo a guardarmi intorno, sento la tua presenza, la sentirò sempre, temo, ma tu non ci sei.

Poi il silenzio, consolatorio e preoccupante al tempo stesso.
E oggi all'improvviso “Vieni da me, devo parlarti”

Ebbene, eccomi!
Ancora non sono rassegnata a venire a trovarti qui, ma questa adesso è la tua casa.
E' tutto come pochi giorni fa, c'è solo meno gente e più silenzio.
All'improvviso ancora una vibrazione “So quello che vuoi”
“Quello che voglio è impossibile da realizzare”
“Non si può avere tutto, ma tu vuoi anche sapere, e vuoi soprattutto la vendetta... perché non è giustizia quella che cerchi, vero?”
“Mi conosci bene, sei veramente tu?”
“SI...”

Silenzio

E poi un ultimo messaggio.
E' un indirizzo.

Un fienile abbandonato in mezzo a un campo talmente isolato che ci metto ore a rintracciarlo.
La porta è sbarrata e chiusa con un lucchetto stranamente nuovo in quel contesto di abbandono.
Eppure, ora che ci faccio caso, i segni di pneumatico sembrano freschi...
Non posso entrare, ma forse riesco ad affacciarmi alla finestra, arrampicandomi un po'.
E quello che vedo non è una sorpresa per me, in fondo me l'aspettavo.
Un suv bianco col paraurti accartocciato, tracce di colore blu visibili tra le pieghe della carrozzeria, lo stesso blu della tua auto!

Prendo in mano il telefono per chiamare la Polizia, ma siamo in mezzo al nulla, e il segnale manca.
Nonostante tutto vibra tra le mie mani: “Sai cosa fare, vero?”
“Si, certo”

La giustizia, così come la vendetta, è consolatoria solo in parte.

“Adesso però devo proprio andare, anche se non vorrei... ci rivedremo, presto o tardi, ma non dimenticare che io ci sarò sempre per te!”.