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Autore: darkimera    18/05/2009    1 recensioni
"Dio creò l'Uomo a sua immagine e somiglianza. L'Uomo, però, disubbidì alle regole che gli erano state imposte, ritrovandosi così fuori dal Paradiso Terrestre. Fu allora che Loro nacquero. Come il serpente che prima o poi si morderà la coda, così Lui alla fine cercherà Lei." Così fu scritto, così avverrà...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 novembre. E siamo ancora a questa data.

Sapevo bene che ogni anno non potevo abbattermi in quella maniera, che dovevo superare prima o poi tutti i sensi di colpa che stupidamente mi angosciavano. Tutto quello che era successo tre anni fa era stato solo un banalissimo incidente, mi continuavo a ripetere, ma una parte della mia coscienza mi diceva che in fin dei conti era solo colpa mia. Se solo…

I miei pensieri vennero interrotti dal suono della sveglia. Svogliatamente la spensi e mi alzai.

Dopo essermi preparata scesi in cucina. Mio padre era già seduto e guardava mezzo assonnato la sua tazza di caffè. Al solito non si mosse quando arrivai né tanto meno accennò a un saluto.

In silenzio preparai la mia colazione, una tazza di latte con dei cereali, e la mangiai piano. Guardai mio padre. Mi ero sbagliata, non era mezzo addormentato, sembrava piuttosto intento a riflettere su qualcosa di molto importante.

Finita la colazione sciacquai la tazza e mi avviai verso la porta.

- Melanie… - mi richiamò indietro con voce seria che mi ricordava quella di quando mi aveva informato della morte della mamma.

Mi girai aspettandomi il peggio. I suoi occhi sembravano non volersi concentrare su di me, come se stesse cercando le giuste parole da dirmi.

Alla fine scosse la testa e accennò un sorriso. – No, niente… solo, stai attenta, mi raccomando.

- Ah… ok… - balbettai piano uscendo definitivamente.

Al momento non ci feci caso, ma poi mi resi conto che c’era qualcosa che non andava.

Mio padre se aveva usato quel tono di voce era stato sicuramente perché doveva dirmi qualcosa di importante che mi riguardava. Poi, però, non ne aveva avuto il coraggio e mi aveva semplicemente detto di stare attenta.

Scossi la testa. Non poteva essere così. Mi stavo solo facendo inutili problemi mentali.

Tuttavia, quel giorno, il pensiero che mio padre mi nascondesse qualcosa non mi abbandonò molto facilmente.

 

*

 

18 dicembre, lunedì.

Quel giorno avevo solo una lezione insieme a Seth, durante la quale mi ero promessa che gli avrei parlato con la speranza che tutta questa storia, il fatto cioè che lui mi ignorava, finisse al più presto.

Entrando nell’aula, però, ogni mia speranza si infranse.

Non c’era. Di solito, quando io entravo, lui era già lì, ma oggi no. Oggi no.

Sospirai delusa prendendo posto nell’ultimo banco.

La lezione cominciò e per qualche strano motivo cominciai a fissare la porta. Chissà forse speravo in un miracolo… Che scema, una perfetta idiota di un’adolescente ecco cos’ero.

Ma la porta si aprì ed entrò un ragazzo. Sentii il cuore rimbalzare con un tonfo nel petto e accelerare i battiti quando prese posto di fianco a me.

Okay, primo obiettivo raggiunto. Secondo obbiettivo, parargli, ne sarei stata capace?

Prima che avessi modo di aprir bocca, lui mi anticipò.

- Ciao. – la voce era normale, non una traccia del tono con cui l’avevo sentito parlare l’ultima volta.

Mi stava fissando con i suoi occhi penetranti, mi sentivo a disagio.

- Cos’è hai deciso di rivolgermi la parola? – ribattei sulla difensiva.

- Ti dispiace?

Quella domanda mi spiazzò. – Perché dovrebbe dispiacermi?

Silenzio. Perfetto, ottimo. Secondo obbiettivo raggiunto al 50%. Bel lavoro, Melanie.

Lui sembrava seguire la lezione, lo imitai cercando di non farmi coinvolgere troppo dagli strani pensieri che cominciavano a vorticarmi in testa.

Avanti, Seth, parla! Lo incitavo mentalmente, troppo codarda a fare io la prima mossa. Ma intanto l’ora correva via veloce e il suono della campanella si faceva più vicino.

- Senti, se proprio vuoi sentirtelo dire, mi dispiace, ok? – sbottai alla fine.

Lui si girò verso di me, curioso. – Perché dovresti chiedermi scusa?

Già perché dovevo chiedergli scusa?  - Non lo so.

Sorrise divertito. – Più che altro dovrei essere io a farlo, no? Ti ho spaventata…

La campanella suonò. Il prof ci dettò gli ultimi compiti e la classe cominciò a sciamare fuori dall’aula. Ci alzammo anche io e Seth, ma non uscimmo.

Bene, questo voleva dire che entrambi eravamo intenzionati a parlarci.

Il prof non badò minimamente a noi e uscì per andare in mensa.

Eravamo da soli. Seth andò a chiudere la porta dell’aula per evitare che qualcuno ci sentisse. Mi appoggia alla cattedra e lui si pose davanti a me. Aspettavo che cominciasse.

E magari lui aspettava che fossi io a farlo. Perché le relazioni umane sono così complicate?

Lo guardai. Era immerso nei suoi pensieri, probabilmente non sapeva da dove cominciare. Cercava di non incrociare il mio sguardo.

Beh, almeno non dovevo essere io a cominciare il discorso.

Alla fine mi guardò fisso negli occhi e parlò con  voce bassa e quasi severa. – Cosa hai visto esattamente quel giorno?

Ecco, perché doveva partire da lì? Perché proprio da quel giorno che avevo cercato di cancellare catalogandolo come assurdo? La porta dietro cui l’avevo rinchiuso a forza si spalancò con impeto.

– Hai dato un pugno a una colonna, dove fra l’altro è rimasto il segno, e poi sei sparito a una velocità impressionante. Immagino che mi debba dimenticare tutto, è così?

- No, non devi. Non devi farlo mai.

Il suo tono autoritario mi stupii, ma non fu solo quello. Forse avevo sentito male. – Cosa?

Sospirò e con tono paziente disse di nuovo: - Non devi dimenticare quello che hai visto.

- Perché? – non capivo, avevo il cervello che andava a rilento.

Abbassò gli occhi. Era una cosa che non doveva dirmi. Ne avrei fatto a meno, per il momento.

- Ma prima… prima di quello che mi hai detto… cosa hai visto? – sembrava non trovasse le parole, che avesse timore a farmi quella domanda.

Gli ingranaggi del mio cervello cominciarono a rielaborare pensieri formulati molto tempo addietro. Tutte quelle domande così mirate volevano solo significare che voleva rivelarmi la sua natura. Cosa che ero probabilmente arrivata anch’io a scoprire.

Inspirai profondamente prima di parlare. – Mi hai succhiato via del sangue.

Il silenzio più totale scese fra noi. I minuti scivolavano lenti fra di noi. Era una situazione insopportabile.

Emisi una debole risata. – Avanti, Seth! Non vorrai dirmi che tu sei… - non riuscì a finire la frase tanto mi sembrava irreale la cosa.

Lui riprese controllo della realtà e mormorò lapidario. – Sì.

Lo fissai sbigottita, lui ricambiava con uno sguardo impassibile.

Aspettavo la paura. Perché se fosse stato davvero un… oddio quanto era assurda la cosa, un… vampiro… avrei dovuto avere paura, no? Ma allora perché diamine sentivo dentro di me qualcuno, una piccola parte del mio essere, che gioiva come se avesse trovato una persona cara. Come se mi dicesse che in fin dei conti io e lui eravamo uguali?

Ancora una volta tra noi ci fu il silenzio. 

Scossi la testa più volte. Impossibile. Questa parola mi rimbalzava in testa come una palla di gomma.

Va bene, l’avevo pensato anch’io, ma ora detto da lui… beh, era tutto un altro paio di maniche.

- E’ strano che tu non sia scappata via urlando… - commentò.

Scossi la testa cacciando via altri pensieri. – Avrei dovuto farlo?

Fece spallucce. – Mi avresti dato una soddisfazione in più. Ma davvero non hai paura?

- Non lo so… non so cosa sto provando in questo momento, ma sono sicura che non c’è la paura. Non so è come se sentissi che io e te siamo uguali…

Si rabbuiò come se avessi detto qualcosa in più del dovuto, come se avessi scoperto un segreto che doveva rimanere tale.

- Andiamo a mangiare. – decretò uscendo dall’aula.

Il discorso vampiri era finito. Lo seguii senza fiatare.

 

*

 

Salve a tutti! Siamo giunti al sesto capitolo, da non crederci…

Sono commossa. Questa storia è la preferita di ben 8 persone!!!

E una l’ha pure messa tra le storie seguite!!!

Grazie a:

Arwen Woodbane

egypta

Fantasy_Mary88

ka chan

Miki89

SaphiraLearqueen (che l’ha anche messa tra le seguite)

Valespx78

wawa chan

Spero di tutto cuore di non deludervi con la storia

perché anche per me che sono l’autrice è un po’ confusa…

Mi hanno detto che somiglia un po’ troppo a Twilight

quindi vedrò di impegnarmi a renderla un po’ più originale!

Grazie e continuate a seguirmi, per favore!

Ho bisogno di voi!

To the next chaptre

Bye bye

darkimera

Provehito in altum

 

  
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