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Autore: Sixela    28/11/2016    3 recensioni
Malcom si era sempre ritenuto una persona ordinaria.
Fedina penale immacolata, un lavoro da semplice impiegato, un appartamento non lontano dal centro città.
E allora perché a lui?!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Scarecrow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malcom si era sempre ritenuto una persona ordinaria.
Fedina penale immacolata, un lavoro da semplice impiegato, un appartamento non lontano dal centro città.
In giovane età non si era mai messo nei guai, era sempre stato uno studente diligente, studioso al punto giusto, non incline alla violenza.
E allora perché a lui?!
Lo psichiatra che gli era stato assegnato diceva che era normale che se lo chiedesse. Normale che cercasse di trovare una spiegazione logica. Normale ma del tutto inutile.
La verità era che da quando si era imbattuto nello Spaventapasseri non riusciva più a vivere normalmente.
Gli sembrava di sentire il suo fiato sul collo ogni volta che metteva piede fuori casa, evento che era drasticamente calato nell’ultimo periodo. Spesso, durante il giorno, si sentiva soffocare ripensando al gas di quel freak e al momento in cui gli era penetrato in gola. Quando stava per addormentarsi gli sembrava sempre di sentirlo sussurrare al suo orecchio, facendogli gelare il sangue nelle vene. A volte, durante la notte, si svegliava di soprassalto, la fronte imperlata di sudore, vedendo una sagoma ai piedi del letto.
Era nella sua testa, e non riusciva a farlo uscire.
A nulla servivano i tentativi degli amici di distrarlo o gli antidepressivi che gli erano stati somministrati. Lo Spaventapasseri era lì, e non sembrava intenzionato ad andare via.
Aveva provato davvero a non pensarci, a credere che l’arrivo di Batman fosse stato una manna dal cielo, a ritenersi fortunato per essere ancora vivo. Aveva fallito. In realtà, avrebbe preferito che Batman lo avesse lasciato morire piuttosto che dover vivere con quel mostro dentro la sua testa.
La decisione che aveva preso era drastica, lo sapeva. Forse qualcuno avrebbe pianto e avrebbe iniziato a chiedersi perché. Sorrise amareggiato a quel pensiero. Non c’era una risposta a quella domanda.
Quando impugnò la pistola, la voce del mostro, finalmente, sparì.
 
 
Crane apprese la notizia del suicidio di Malcom un paio di giorni dopo l’accaduto, mentre era in seduta dallo psichiatra, dentro una camicia di forza, ad Arkham.
Inizialmente non ricordò chi fosse di preciso Malcom. Vittime ne aveva avute tante, spesso si confondevano nella sua testa, assumendo contorni sfocati. Quando gli mostrarono la sua foto però, il ricordo venne a galla fulmineo. Il tizio che, casualità del destino, aveva paura degli spaventapasseri. Si era sentito al settimo cielo accorgendosi che a Malcom bastava la sua sola presenza per iniziare ad urlare e a piangere come il più pavido dei bimbetti. Questo non significava che avesse rinunciato all’uso del gas, quel tizio era pur sempre una cavia. Ma, in un certo senso, lo aveva fatto sentire stranamente euforico.
In parte gli dispiacque che fosse morto.
 Avrebbe tanto voluto fargli visita una volta uscito da lì.

  
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