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Autore: lauren_reid    29/11/2016    0 recensioni
Sin dai tempi più remoti il dovere faceva parte della vita di ogni essere vivente.
Preciso, vago, deviabile, arduo a volte persino un obbligo per la sopravvivenza.
Per un Esorcista, un Bookman, un Noah, un Akuma era invece lo scopo dell'esistenza stessa.
Un dovere che non prevedeva affatto l'uso del cuore se non quello di chiuderlo in una scatola destinata a dimorare dimenticata nei meandri più infimi del loro essere, perchè i sentimenti ostacolavano il raggiungimento dell'obiettivo con la lucidità e l'oggettività necessarie.
Bastava quindi ignorarli, sopprimerli, e andare avanti era più semplice.
Era questa l'unica certezza che avevano Kanda, Lavi, Komui e Tyki Mikk prima di rendersi irrimediabilmente conto che, col tempo, era destinata a cadere.
[Pairings: Kanda x NuovoPersonaggio MASCHILE; Lavi x NuovoPersonaggio FEMMINILE; Komui x Bak]
[Accenni: Allen x Linalee; Marie x Miranda]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Yu Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25

~ Fiamme ~


 



Lenalee si ritrovava a combattere da sola contro l'ultimo dei quattro Livello 3 che l'avevano allontanata da Lavi e Bookman.

Era inevitabile che si sarebbero divisi, all'inizio aveva pensato che fosse solo per via della fitta nebbia che aveva perso il contatto visivo con i compagni ma ormai si era resa conto che i rumori indistinti che le permettevano di accertarsi della loro presenza nelle vicinanze erano diventati sempre più flebili fino a scomparire del tutto.

Ciononostante la cosa non la preoccupò più di tanto, confidava che sarebbe riuscita comunque a cavarsela e a riaggiungerli. La scarsa visuale che le impediva di vedere a un palmo dal naso, però, alimentava in lei un senso di insicurezza. Era la prima volta che si trovava in una circostanza del genere e non negò a se stessa di sentirsi francamente a disagio.

Fece appello a tutta la sua concentrazione per tenere i sensi bene all'erta, le probabilità di ricevere un attacco alle spalle erano piuttosto alte e sperò, una volta essersi disfatta del demone, di riuscire a trovare il frammento dell'Innocence in tempi decisamente stretti, o che almeno ne entrassero in possesso i due compagni al più presto.

Dapprima poco distinguibile, il rumore che man mano si avvicinava frontalmente assomigliava sempre di più a un continuo susseguirsi di piccoli e brevi scoppiettii accompagnato da un insolito odore di bruciato.

"Che cosa...?" Lenalee lasciò cadere la domanda a metà e aggrottò le sopracciglia nel contempo che si focalizzò il meglio che poté sul canale uditivo, piuttosto confusa sulla reale identità di cosa le stesse andando incontro.

Soltanto sull'ultimo però fu in grado di realizzare con assoluta certezza che il rumore non proveniva da altro se non da un raggio di luce violacea incandescente, largo quanto un paio di dita, la cui elevatissima temperatura a contatto col suolo incideva, spargendo intorno scintille rossastre, una scia sul terreno incenerendolo all'istante.

Soffocando un verso di sgomento la cinese si scostò immediatamente di lato, evitando per un soffio il contatto sulla pelle ma non la bruciatura sulla stoffa all'altezza del braccio.

Nonostante avesse il cuore in tumulto per lo scampato pericolo la mora non attese oltre per precipitarsi verso il nemico, la cui posizione approssimativa era stata suggerita dalla provenienza del raggio.

"Che strano" dichiarò il Livello 3 con il dito indice della mano destra ancora teso verso il vuoto davanti a sé, il leggero fumo che ne emanava la punta lasciava intendere chiaramente che l'avesse usato per attaccare l'Apostolo "Ero sicuro che fosse proprio..."

L'inaspettato calcio sul fianco da parte dell'Esorcista piombatagli davanti all'improvviso gli aveva impedito bruscamente di terminare la frase.

Quasi come se avesse i secondi contati Lenalee, questa volta con la gamba sinistra, lo calciò subito sotto la mascella ma prima che l'Akuma si ribaltasse indietro balzò leggermente in alto nel contempo che girò su se stessa e, infine, con l'arto inferiore destro assestò un potente colpo di tacco sul capo del demone, tale da fargli sbattere la faccia corazzata contro il terreno.

Indietreggiò di un passo e puntò le iridi sulla Bambola che giaceva immobile al suolo, il sangue scuro scendeva lento lungo il cranio fino a gocciolare sulla terra dove si raggrumò subito dopo.

Attese alcuni istanti.

Successivamente si volse e prese a correre, doveva trovare sia l'Innocence che Lavi e Bookman al più presto.

Man mano che avanzava il colore grigio della nebbia diveniva sempre più di un giallino pallido e luminoso e Lenalee non ebbe nemmeno il tempo di considerare quanto la cosa fosse strana che si fermò improvvisamente.

Delle fiamme crepitavano davanti a lei, abbastanza alte quanto vivide e ardenti che poteva persino sentirne il calore sul viso.

Era impossibile vedere con certezza per quanto si estendessero tuttavia su cosa fosse stato ad averle provocate non aveva alcun dubbio, infatti era piuttosto sicura che il calore emesso dal raggio luminoso dell'Akuma era stato talmente alto da permettere alla boscaglia di prendere fuoco in così breve tempo.

"Devo allontanarmi da qui!" allarmata fece un passo indietro volgendosi a sinistra, indirizzò poi lo sguardo verso il cielo coperto "Potrei saltare in alto!" dichiarò un istante prima di inginocchiarsi per prendere la giusta spinta.

“Titolo: Pietrificazione”

Fu proprio nel momento in cui la cinese stava per spiccare il salto che le gambe in tutta risposta non risposero ai suoi comandi. Non importava quanto ordinasse loro di fare il contrario, quelle continuavano a non muoversi affatto.

"Perché non si muovono?!" imprecò scettica.

Un sogghigno divertito proveniente dalla sua sinistra la fece trasalire, lentamente poi volse il capo nella stessa direzione.

Sbarrò gli occhi scioccata nel vedere a pochi passi da lei lo stesso Livello 3 contro il quale aveva combattuto poco prima. Una buona metà del suo viso ripugnante era ora ben visibile, prova che per quanto resistente era riuscita a danneggiare la corazza che lo proteggeva sebbene la veemenza con cui l'aveva colpito non era stata tale da eliminarlo definitivamente come invece aveva creduto.

“La mia abilità mi consente di paralizzare qualsiasi cosa io voglia” spiegò l'Akuma beffardo avvicinandosi “In questo caso il tuo punto forte, le gambe”

Per nulla intenzionata a cedere all'idea di arrendersi Lenalee abbandonò l'espressione colma d'astio indirizzata al demone e si afferrò una gamba con le mani nel tentativo di muoverla, ma la sola conseguenza fu che finì col perdere l'equilibrio.

“Dovrai strisciare” la sfotté la Bambola che ormai vicina le sferrò un calcio in pieno stomaco “Ma sarai comunque lenta, il fuoco ti divorerà prima che tu possa riuscire a scamparlo. Sarà divertente vedere le fiamme avvicinarsi sempre di più mentre ti uccido lentamente"

La Macchina del Conte non si lasciò certo sfuggire l'occasione di ricambiare la cortesia ricevuta e prese subito a colpire l'Esorcista nella parte superiore del corpo con pugni, calci, gomitate premurandosi soprattutto di ingliggerli con la massima delicatezza di cui era capace.

Lenalee, che distesa a terra su un fianco cercò di pararsi con le braccia come meglio poté, incassò inerme ogni singolo colpo in assoluto silenzio. Quasi arrivò a temere la fame di morte e vendetta di cui si serviva il nemico come una scarica di energia, noncurante dei danni poco indifferenti che lei stessa gli aveva causato precedentemente.

Aprì debolmente l'occhio destro e indirizzò l'iride sulle gambe che, nonostante tutto, erano rimaste immobili "I boots" notò sorpresa “sono ancora attivi”

“Voi, insulsi Esorcisti” con arroganza il Livello 3 la afferrò per la gola sollevandola da terra “Fate così tanto affidamento sulla vostra patetica Innocence senza rendervi conto che non è altro che il vostro punto debole”

Caricò un pugno e la colpì violentemente allo stomaco, colpo che la mora incassò soffocando un gemito di dolore.

L'abilità nemica sugli arti inferiori le aveva dato la sensazione che fossero talmente pesanti che l'incapacità di muovere un singolo muscolo le aveva fatto credere che nel frattempo la sincronizzazione si fosse annullata da sé. Era evidente che la Bambola doveva aver prestato occhio al proprio modo di combattere prima di scagliare con decisione la sua abilità, convinto che sarebbe stato sufficiente pietrificarle gli arti inferiori per metterla fuori gioco.

Non aveva tenuto conto, però, d'aver lasciato il lavoro a metà. E ringraziò l'intelligenza decisamente ridotta che la Bambola disponeva.

La sua arma anti-akuma, infatti, non era vincolata all'immobilità: era ciò che aveva realizzato quando, un attimo prima, aveva notato uno strano alone scuro ricoprire soltanto l'epidermide. Sicuramente l'abilità si estendeva fino alle dita, dato che nemmeno quelle intendevano collaborare con gli ordini impartiti dal cervello, ma essa non comprendeva comunque l'Innocence.

A volte dimenticava che quelli non erano più i vecchi Dark Boots, che non era più necessario dover muovere le gambe per attaccare e che piuttosto le era sufficiente pensare affinché l'arma agisse per suo conto. Sì, perché se lei non poteva muovere le sue stesse gambe, i nuovi Dark Boots invece potevano farlo.

Posso ancora batterlo” un lume di sfida le illuminò gli occhi mentre l'angolo delle labbra si curvò leggermente all'insù.

“Mi sembri sprovvisto di forze” prese poi a provocarlo “Altrimenti mi avresti sollevata più in alto. I tuoi pugni mi fanno solo il solletico”

L'Akuma si lasciò andare a una risata macabra “Vuoi fare la dura anche nei tuoi ultimi istanti, eh?” in seguito la sollevò più in alto nel contempo che caricò un nuovo pugno con la mano libera “Ti accontento subito!”

Il demone non fece in tempo a ferirla, però, che una ginocchiata non indifferente lo colpì in pieno volto costringendolo a lasciare immediatamente la presa sull'Esorcista.

“Tu!” urlò portandosi entrambe le mani sul volto “Come hai fatto a muov...?!”

Non passò più di un istante prima di venire nuovamente colpito al collo con un calcio tale da spezzargli l'osso.

Con una capriola all'indietro Lenalee ricorse infine al potere offensivo dei Boots per sferrare il colpo finale alla Bambola in pieno stomaco. Quest'ultima si accasciò a terra subito dopo, inerte, mentre la mora al contrario rimase sospesa in aria a mezzo metro dal terreno grazie all'abilità dell'arma.

Una debole risata divertita e soffocata si levò dalle labbra dell'Akuma, attirando per l'ultima volta su di sé l'attenzione dell'Esorcista “Credi davvero di riuscire comunque a cavartela?” la derise nello stesso attimo in cui si spense definitivamente.

Allarmata Lenalee si diede subito uno sguardo attorno.

Il fuoco aveva quasi raggiunto la carcassa, a separarli non c'erano più di un paio di metri.

Volse lo sguardo in alto, sebbene notò che le fiamme erano giunte persino sulle pendici degli alberi più alti la cosa non la preoccupò affatto: le avrebbe scampate dirigendosi dal lato opposto scampando così l'area incendiata ed era abbastanza palese che si sarebbe servita della velocità dei Dark Boots.

Non ebbe nemmeno il tempo di prepararsi a scattare, tuttavia, che avvertì un inspiegabile e lancinante formicolio lungo le gambe accompagnato da una sensazione pungente, come se un numero largo e indefinito di aghi le pungesse la pelle, tale da annullare forzatamente la sincronizzazione con l'Innocence.

L'Esorcista cadde inevitabilmente al suolo.

 

 
♦ Continua nel prossimo capitolo ♦
 


— EXTRA —
D.Gray-Man Checkmate GAIDEN

(Cosa successe prima dell'inizio della storia)

Frammento 23 || Lacrime

 


 

“Una collana?” chiese Allen piuttosto confuso non riuscendone a capire l'utilità.

“Quelle pietre sono Innocence” spiegò Richard sotto lo sguardo sconcertato dell'inglese “Non toglierla mai o vanificherebbe il fatto che te l'abbia data”

“La ringrazio, ma...” benché fosse la prima volta che veniva a conoscenza che l'Innocence potesse essere lavorata in tale maniera non si sentì affatto meritevole di poterla accettare. Quell'Innocence, recuperata dal Generale lungo la sua missione, era destinata ad altri compatibili.

“Per quanto tu sia forte d'animo e intenda contrastare la Memory non puoi mantenere attiva la tua Innocence troppo a lungo, finirà col prosciugarti tutte le energie prima o poi” lo interruppe Hope “Questa la sostituirà”

“Perché?” domandò Allen, non ne comprese assolutamente il motivo e soprattutto perché proprio in quel momento “Perché sta facendo questo?”

“Marian mi ha parlato di te nelle sue lettere” confessò il Generale “Sebbene le sue azioni siano spesso malinterpretate, non fa nulla se non per una ragione e sono sicuro che mi abbia messo al corrente affinché ti aiuti dove lui non avrebbe più potuto”

Il ragazzo abbassò lo sguardo inchiodandolo al terreno “Sa, è davvero ironico che dopo avermi tenuto nascosto tutto questo ora si preoccupi per me” sbottò.

Non vide affatto arrivare il pugno per nulla delicato da parte dell'uomo che lo colpì sulla testa senza troppi complimenti.

Mentre portò immediatamente la mano sinistra sulla parte dolente Allen alzò lo sguardo verso il suo interlocutore “Ma che diamine le è saltato in mente?!” lo rimproverò stringendo il pugno destro poco lontano dal proprio viso.

“Pensi che se te ne avesse parlato sin dall'inizio avrebbe migliorato la situazione?!” con tono severo Hope alzò di poco il tono della voce “Ti saresti comunque impegnato a diventare un Esorcista nonostante sapessi che saresti stato assorbito pian piano dal Quattordicesimo?!”

L'inglese sbarrò gli occhi.

Colpito nel profondo non osò rispondere, rimase in silenzio sforzandosi di riflettere per un istante sulle ragioni che doveva aver avuto il Maestro.

In tutti quegli anni non l'aveva mai messo in discussione apertamente nonostante a volte si lamentasse con i compagni del suo modo di fare nei propri confronti. In effetti come poteva avere torto? Quell'uomo non l'aveva mai abbracciato, né rivolto un sorriso e né tanto meno una gentilezza che potesse essere sotto forma di parola o di gesto.

Era vero, aveva preso profondamente male tutto ciò che gli era successo a partire dal momento in cui aveva controllato l'Arca per la prima volta e ancora peggio nel sapere che il Maestro era un alleato del Quattordicesimo, così tanto da pensareo che la storia fosse venuta a galla solamente per via di quell'evento che necessitava una spiegazione e che se non fosse successo lui avrebbe continuato a rimanere all'oscuro di tutto finché la propria esistenza non sarebbe scomparsa senza che lui stesso se ne accorgesse.

Dovette tuttavia riconoscere che il rimprovero del Generale non fu del tutto sbagliato: era stato proprio a causa della perdita di Mana che aveva deciso di diventare un Esorcista per aiutare le anime imprigionate negli Akuma ed eliminare definitivamente il Conte, e per quanto la strada da allora fosse stata sempre più ripida non si era mai arreso dando il meglio di sé.

Nonostante non fosse affatto tipo da tirarsi indietro e non mancasse di spirito molto probabilmente, avesse saputo a priori cosa l'avrebbe aspettato, non avrebbe avuto la stessa determinazione a guidarlo come quella che lo aveva accompagnato fino a quel momento.

 

Avrebbe dovuto scegliere un tizio più inutile come ospite”

 

Le parole che il Maestro gli disse avvolgendolo in un primo grezzo mezzo abbraccio gli erano sembrate futili e prive di significato fino ad allora, eppure se si fosse impegnato prima a interpretarne il vero significato non si sarebbe reso conto così tardi che ciò che egli intendesse dire era proprio che fosse fiero dell'Esorcista che era diventato e soprattutto che in fondo gli voleva bene. Affetto che gli aveva impedito di parlargliene prima se non costretto a doverlo fare perché non era così che si sarebbe comportata una persona legata affettivamente ad un'altra?

Allen si coprì la parte superiore del viso con il braccio sinistro “Maestro” mormorò permettendo alla rabbia di retrocedere e liberare l'ostruzione che aveva impedito alle lacrime di scendere libere lungo le proprie guance fino ad allora.

Non gli era difficile piangere ma fino ad ora il solo sentimento che si era portato dietro era la collera nei confronti del Maestro per avergli celato così a lungo quell'orribile verità e sopratutto per essersene andato così all'improvviso, lasciandolo nuovamente senza una persona a cui si era a fatica e profondamente affezionato.

Percepì improvvisamente una presenza sulla testa e la riconobbe come la mano del Generale, stupito del suo gesto l'inglese abbassò il braccio mentre alzava lo sguardo verso l'uomo che gli sorrideva nel tentativo di confortarlo.

“Torna all'Ordine, figliolo” gli disse dopo avergli scompigliato leggermente i capelli e ritratto l'arto a sé.

“Mi dispiace, Generale” il ragazzo lo fissò “Ma non posso ancora farlo, non fin quando non avrò trovato il modo di distruggere il Quattordicesimo”

“Stai scomparendo, Allen. Ogni volta che il Noah prende il sopravvento si fa sempre più forte mentre tu ti indebolisci” ribattè Hope senza peli sulla lingua “C'erano almeno altri quattro Noah in città oltre al Conte e se non fossi intervenuto molto probabilmente avrebbero potuto prenderti con loro senza che tu ne fossi minimamente consapevole, se non eliminarti definitivamente”

“La tua Innocence fa da calamita ad Apokryphos come la presenza di Neah agli Akuma del Conte" continuò l'uomo visto il silenzio da parte del ragazzo "Per quanto la tua forza di volontà sia notevole continuando di questo passo senza avere un luogo sicuro dove nasconderti finirai inevitabilmente nelle mani di uno dei due”

“Comprendo appieno la tua determinazione, ma non è questo il modo migliore per aiutare te stesso e il mondo a distruggere il Quattordicesimo” concluse infine.

“Sembrate essere tutti bravi a dirmi cosa debba e non debba fare” Allen si decise a rispondere “ma nessuno che sappia realmente aiutarmi”

Sebbene per la prima volta avrebbe voluto esprimere acidità proprio come faceva Kanda cercò comunque di apparire gentile anche se non riuscì a contenere una nota di sarcasmo, per quanto avesse continuato a sopportare così a lungo non gli sembrava giusto prendersela proprio con il Generale.

“Perdonami, le mie parole non avevano l'intenzione di rimproverarti” si scusò subito Hope prima di assumere un'espressione terribilmente seria “Conosco un modo per rimuovere la Memory” dichiarò con un filo di voce sotto lo sguardo scioccato di Allen, come se temesse che ci fosse qualcuno nascosto ad origliare.

“Sospenderò la missione per tornare all'Ordine e aiutarti ma non prima d'essermi occupato di una questione che purtroppo non posso assolutamente rimandare” Richard fissò il sedicenne dritto negli occhi “Ho bisogno di sapere che nel frattempo tu sia in un luogo ben protetto come il Quartier Generale”

“Parla di quel posto come se fosse davvero sicuro” sbottò l'inglese, ancora sforzandosi di riprendersi dalla notizia, considerando che i Noah erano riusciti ad infiltrarsi ben due volte nonostante le misure di sicurezza adottate dall'Ordine.

“Non lo è?” l'uomo al contrario sottolineò l'ovvio “Non è la nostra Casa, in fondo?”

Il ragazzo rimase totalmente spiazzato da tali parole seguite dal largo e sincero sorriso che Hope gli rivolse e si rese conto che, nel suo cuore, aveva inconsciamente considerato nessun altro luogo più sicuro di come lo fosse Casa sua sin dal momento in cui era stato accolto fra le sue mura e renderlo tale stava proprio a coloro che lo abitavano.

“Sì” annuì Allen deciso allargando le labbra allo stesso modo “È la nostra Casa

 
 
♦ Continua... ♦
 
   
 
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