Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Levi01Ackermann    29/11/2016    2 recensioni
Non ricordo niente, non conosco il mio passato. Ci sarà una possibilità per riavere i miei ricordi?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1: Il Mondo di Sotto

 

Mi chiamo Akuma e ho vissuto per centoquindici anni. Sono nato il 15 Ottobre 1901 ma ovviamente, non ricordo molto di quello che è successo nei primi tre anni. Nonostante sono un maschio, per qualche motivo mi scambiano per una femmina e sinceramente è una cosa piuttosto fastidiosa, sapete...avere uomini dietro invece che donne.

 

Il luogo da cui iniziano i miei ricordi è il campo da guerra, la Prima Guerra Mondiale. Essendo un ragazzo, ho dovuto partecipare alla guerra, mettendo in rischio la mia vita molte volte. La gente non sa com'è essere nel campo da guerra...avere quella sensazione di paura che ti perseguita in continuazione, la paura della morte, la paura di essere attaccato nel sonno, la paura di rimanere solo in un mondo di sangue, dormire nei campi sotto lo sguardo dei superiori e svegliarsi a notte fonda per eventuali attacchi. Le tende erano sempre oscurate, i soldati sempre attenti, le notti passate con un occhio solo, la vista dei tuoi compagni saltare in aria o essere uccisi è orribile. La sera prima potevi anche aver bevuto qualche goccia con loro, giocato e scherzato con loro e il giorno dopo...spariti. Il generale, quel dannato generale antipatico ma in fondo con buone intenzioni...ogni mattina ci svegliava con la sua voce roca e se ci trovava a letto, ci buttava giù. Era una vita dura, molto dura per un tredicenne. Ricordo ancora quella dannata battaglia che ho affrontato, quando i tedeschi ci avevano attaccato ed eravamo riusciti a malapena salvarci, molti di noi morti nel tentativo di uccidere il loro generale. Ho perso molti amici e compagni ma ho promesso che sarei diventato forte abbastanza per vivere e proteggere coloro a cui tengo.

 

Gli anni passavano tra una guerra e l’altra, vedevo sempre più sangue e cadaveri. Ogni giorno, delle lacrime venivano versate, ogni giorno gli ospedali lavoravano senza sosta.

Una notte, tutti erano immersi nei loro sogni, nessun rumore, nessuno che fiatasse. Poi, calore, faceva caldo, molto caldo e sentivo odore di bruciato. Ho aperto gli occhi di colpo e ho visto il cielo tinto di un rosso fuoco. La tenda era bruciata, mi ero alzato velocemente, passando tra mille soldati morti che ancora bruciavano o erano già diventati polvere. Cercavo di non guardarli negli occhi, quegli occhi che esprimevano tutto il loro terrore di morire e che in questo momento erano sbarrati. Stavo correndo dal generale per sapere cosa fare ma appena arrivato, vidi solo una polvere nera. Tra la polvere, delle medaglie. Il generale era morto, bruciato in quell’incendio ingiusto. Presi le medaglie e corsi a cercare qualcuno, qualcuno ancora vivo. A un certo punto sentii una fitta lungo la gamba. Caddi a terra per il dolore e spostai lo sguardo alla mia gamba destra e vidi solo sangue. Sentivo bruciare tutto ma nonostante questo, mi rialzai e continuai a cercare. Un'altra fitta si aggiunse dalla gamba sinistra seguita da altri colpi mirati ai miei arti. Nonostante il mio corpo andasse in fiamme per il dolore, un sorriso mi si formò sul viso vedendo alcuni compagni che camminavano zoppicando. Li ho raggiunti e li ho aiutati per scappare. Mi misi il compagno ferito sulla schiena insanguinata dai colpi di fucile che mi avevano colpito di striscio, facendomelo bruciare come non mai. Arrivati in un bosco lontano dal campo in fiamme e dalla vista dei nemici, poggiai il compagno sdraiato ai piedi di un albero ed andai a cercare qualcuno disperatamente, qualcuno che ci aiutasse, qualcuno che ci curasse. Dopo un po’ di tempo, arrivai davanti a un dirupo e improvvisamente, la terra sotto i miei piedi si sgretolò e caddi nel buio.

 

Quando mi svegliai, mi ritrovai in una piccola stanza di legno. Il soffitto decorato da pelle di qualche animale e da collane di coralli. Il letto su cui ero sdraiato non era delle più comode, probabilmente fatto di paglia e pelle animale. Appena realizzai di non stare sognando, mi alzai di scatto guardandomi attorno e una donna si girò verso di me, una ragazzina direi dal suo viso. Aveva capelli castani, raccolti in una treccia che ricadeva sulla sua schiena e una fascia marrone sulla fronte, per tenere i ciuffi ribelli lontani dagli occhi, quegli occhi marroni come il cioccolato e sembrava...preoccupata

“Stai calmo, sdraiati” mi disse, correndomi incontro e spingendomi giù. Ma cosa mi è successo?

“Dove sono?” le chiesi

“Non ricordi come sei arrivato? Sei nel Mondo di Sotto, ti abbiamo trovato davanti al villaggio gravemente ferito, ho paura che per un po' dovrai stare a riposare” mi rispose lei. Io avevo qualche dubbio, non sapevo dell’esistenza di questo mondo, poi mi venne in mente i compagni feriti lasciati nel bosco

“Dove sono gli altri? Dove sono i miei compagni?” chiesi alla ragazza

“Li abbiamo trovati morti nel bosco e li abbiamo seppelliti. Avevano delle ferite molto gravi” mi disse lei. Non potevo crederci, non ero riuscito a salvarli, non ero riuscito a salvarli. Ero così triste che le lacrime mi uscirono senza la mia volontà

“Stai bene? Cosa è successo? Mi dispiace per i tuoi amici ma non abbiamo potuto fare niente” mi disse la ragazza, come se si sentisse in colpa

“No, anzi vi ringrazio per aver dato una tomba dove riposare ai miei compagni” la rassicurai io. Poi, mi riaddormentai cercando di passare quel momento di dolore e l’ultima cosa che sentii fu la chiusura della porta della stanza, poi buio.

 

Il mattino dopo, mi svegliai e vidi la stessa ragazza che mi portava del cibo

“Tieni, devi rimetterti in forze” mi disse. Io mangiai senza dire niente, poi mi resi conto che lei stava ancora seduta accanto al letto che mangiava

“Come ti chiami?” le chiesi e lei rispose

“Leyha, perché? E tu chi sei?”

“Io sono Akuma.” Dopo quel giorno, Leyha si è presa cura di me finché non ho iniziato a camminare da solo. Sembrava di essere tornati neonati ma Leyha mi aiutò e mi insegnò molte cose. Quel mondo era completamente diverso da quello in cui avevo vissuto finora. Alla fine, decisi di vivere in questo mondo, dove non si vedeva neanche l'ombra di una guerra. Leyha un giorno mi regalò questo quaderno e oggi mi sono messo scrivere quello che ricordo da quando sono nato.

 

Leyha si occupa di me tutti i giorni. Non riesco ancora a lavorare ma spero che ben presto riuscirò a muovermi liberamente. Passo i giorni a leggere libri o a guardare la gente di questo posto misterioso. Il villaggio è piccolo e si trova in montagna. Il panorama è bellissimo e qualche volta giuro di aver sentito l’odore della neve. Qualche volta andiamo al mare per pescare o semplicemente per prendere un po' di aria diversa. Scendiamo la montagna e camminiamo fino ad arrivare alla spiaggia. Una vasta area blu si apre tra le scogliere, l’acqua è così pulita che si vede il fondo marino. Leyha mi aiuta spesso anche ad entrare in acqua, e le sono molto riconoscente per tutto quello che fa per me

“Ma perché ti preoccupi tanto per uno come me?” le avevo chiesto una volta

“Perché sei la prima persona che aiuto e lo voglio fare fino in fondo” mi aveva risposto. Io ero rimasto senza parole, non avevo mai conosciuto una ragazza così gentile e altruista prima.

 

Passano i giorni e finalmente, dopo qualche mese, riesco a muovermi liberamente. Mi sgranchisco gli arti per bene e vado in giro per il villaggio. Come dicevo, il posto è stupendo, incomparabile. Vado a cercare Leyha per ringraziarla e la trovo nel bosco a cercare qualche frutto selvatico. La raggiungo

“Ciao!” la saluto e lei ricambia

“Sei guarito completamente vedo. Ne sono lieta”

“Grazie per tutto quello che hai fatto per me, se posso fare qualcosa per ricambiare” le dico “Non è niente, non devi ricambiare. Io sono felice di aver aiutato una persona” e mi rivolge un sorriso. Io le sorrido, come si fa a non voler bene ad una persona così? Per istinto, la stringo tra le mie braccia

“Ma…cosa fai?” mi dice e quando mi accorgo di quel che ho fatto, arrossisco e la lascio andare subito

“Sc…scusa, non volevo, cioè, sono felice…cioè, intendo che sono felice che ti sei presa cura di me…volevo dire…” balbetto e arrossisco ancora di più e infine mi giro dall’altra parte

“Ehm, no, non fa niente” mi dice lei. Mi giro e la vedo imbarazzata quanto me. Ma cosa mi è preso così all’improvviso? Sarò impazzito, sicuramente è così. Alla fine torniamo al villaggio senza fiatare. Ceniamo insieme ai suoi genitori e zii che mi hanno accolto e poi andiamo a dormire. Sono stanco e mi sdraio per bene nel letto. Perché mi sento così? Era solo un semplice abbraccio, nient’altro. Allora perché mi sento come se fosse chissà che? Non lo so, so solo che sono stanco. Appena chiudi gli occhi, sprofondo in un sonno tranquillo.

 

Il mattino dopo, trovo dei vestiti puliti su una sedia. Li prendo e me li indosso

‘Hanno l’odore di Leyha' penso e in effetti è così. Il suo buon odore fresco di piante selvatiche. Mi fermo un momento come per gustarle quell’odore, poi scuoto la testa

‘Ma cosa mi passa per la mente?’ penso e di nuovo mi vergogno di quel che ho appena fatto. Poi, sento di nuovo l’odore di Leyha e lo seguo. Arrivo in cucina e la trovo che prepara la colazione, si gira

“Buongiorno Akuma” mi dice

“Ah sì, buongiorno” dico imbarazzato. Poi pensandoci, da quando ho un olfatto così fino? Non ne ho idea e non ci do tanto peso così mi affaccio alla finestra e il vento fresco mattutino mi scompiglia i capelli. Guardo verso l’orizzonte e vedo una creatura strana. Una creatura gigantesca che vola libero nel cielo e che si dirige verso il villaggio. Esco dalla casa per guardare meglio e non appena mi vede, si dirige verso di me e atterra lì davanti, stando attento a non distruggere niente. Lo guardo meglio

‘Un drago!’ penso. Una creatura magnifica eppure terrificante, dalla pelle di una sfumatura tra il blu oceano e il nero come la notte. Lo squame che dà riflessi argentei sulle mura delle case e le ali grandi e maestose. Un drago a quattro zampe che mi guarda curioso e felice. Gli accarezzo il muso ruvido e lo guardo negli occhi, quei bei occhi grandi blu e verdi. Poi, mi fa segno di salire in groppa e solo allora, noto un oggetto simile a delle redini che portava alla bocca del drago. Tende la sua ala verso di me e io salgo, prendo le redini e il drago parte. Chiudo gli occhi per la paura ma appena li riapro, mi ritrovo tra le vaste montagne. Sento il vento fresco in faccia e il drago che si muove sotto di me. Non penso a niente ma all’improvviso, un dolore alle gambe. Controllo e vedo che sono arrossate e sbucciate. Il drago continua a muoversi e poco dopo, mi ritrovo con le gambe ricoperte di sangue

“Fermati!” urlo al drago, che inizia a planare per poi atterrare nel bosco

“Accidenti! Volare è bello ma non sapevo che avrei dovuto soffrire così tanto!” dissi e il drago mi guarda con uno sguardo dispiaciuto e inizia a leccare dove mi ero sbucciato

“Grazie” gli dico e come per magia, non c’è neanche il segno della ferita. Guardo le mie gambe meravigliato e accarezzo il muso del drago. Quando torno al villaggio, scorgo Leyha che aspetta all’entrata della casetta

“Leyha! Sono qui!” urlo e lei gira la testa verso la mia direzione

“Ma dove eri finito? E questo drago??” mi chiede

“Beh, ti racconto tutto a cena” le rispondo. Lancio uno sguardo verso il drago, che intanto si era accucciato davanti alla casa

“Grazie per l’esperienza indimenticabile di oggi” gli dico, anche se non so se riesce a capirmi. A cena, racconto come è arrivato e tutto quello che ho visto volando sul drago ed anche la sensazione euforica che avevo

“Però quel drago non lo conosco, perché mi ha invitato a salire su di lui? Accidenti, sinceramente non so nemmeno se è un maschio o una femmina” dico poi

“Forse l’hai incontrato quando eri molto piccolo, visto che sembra averti riconosciuto” mi dice Leyha

“Mmmmh...non credo perché nel mondo dove ho sempre vissuto non esistono i draghi”

“Allora non lo so, forse allora era di un tuo antenato” e io annuisco ma con un’aria interrogativa. La notte non riesco a chiudere occhio. Continuo a pensare al drago, al perché sia venuto proprio da me. Poi, con ancora tutte queste domande in testa, mi addormento.

 

Il mattino dopo trovo il drago che dorme davanti alla casa. Appena cerco di rientrare in silenzio, si sveglia e mi guarda

“Ok...allora...” prendo un grosso respiro e gli parlo

“Drago, perché ieri sei venuto proprio da me? Io non ti conosco” gli dico ma poi scuoto la testa, non credo che un drago possa capirmi. Improvvisamente, il drago mi fa segno di avvicinare la mia mano sulla sua fronte. Appena appoggio la mia mano lì, la mia mente si apre come un sipario, lasciando spazio anche alla mente del drago. Per un certo tempo, le nostre menti si collegano e delle immagini compaiono nella mia testa, immagini di un posto simile a questo villaggio, che siano ricordi? Ricordi del drago? Poi, vedo una persona salutare con la mano dal villaggio, un bambino piccolo con occhi grandi di colore diverso, uno nero e l’altro bianco, capelli tra una sfumatura blu e nera e un dolce sorriso stampato sulla faccia. Ma quello, quel bambino sono io, eppure non ricordo di essere mai stato in un posto del genere. All’improvviso, vedo un’ombra nera che avvolge il bambino e che lo porta via, su, oltre il cielo, lo seguo ma non lo trovo, è scomparso nel nulla. Mi stacco dal drago e cado, sconvolto. Quindi, ero originario di questo mondo di sotto ma sono stato portato via da qualcosa

“Allora Nocturnia, ti chiami così giusto? Quello che mi hai fatto vedere era tutto vero?” gli chiedo e lui annuisce. Poi, mi viene un dubbio, corro da Leyha e le chiedo

“Per quanto tempo ho dormito?” e lei risponde

“Per qualche giorno credo, perché?” e io la guardo

“Sei sicura? Non ho dormito di più?”

“No, altrimenti avremmo dovuto chiamare un medico esperto” mi risponde lei

“Ma perché mi fai queste domande?” mi chiede poi

“Ho qualche dubbio, credo di aver vissuto qui per un certo periodo. Puoi portarmi dal capo-villaggio?”

“Certo, non so perché tu voglia andare da lui ma va bene, seguimi.” Arrivati dalla casetta del capo-villaggio, entriamo e il signore ci ospita

“Allora, come mai questa visita di grande importanza?” ci chiede e io prendo subito la parola “Vorrei sapere se sono stato in questo villaggio prima”

“Non lo so, come ti chiami ragazzo?” mi chiede

“Io sono Akuma e so solo che il drago davanti alla casa di Leyha si chiama Nocturnia” gli rispondo io e lui mi guarda incredulo

“Sei tornato alla fine, dopo quasi ottant’anni, finalmente sei tornato!” mi dice

“Cosa? Ottant’anni?” gli chiedo e lui annuisce

“Sì, tu vivevi in questo villaggio ottant’anni fa, con i genitori e Nocturnia. Finalmente sei tornato...fratellone” mi dice, con un sorriso. Cosa? Mio fratello? Non ricordo niente di tutto questo. Cerco di ricordare ma c’è solo un’ombra scura nella mia mente

“Non è possibile, non ricordo niente!” dico, quasi urlando

“Non sforzarti troppo, quell’ombra nera ti aveva portato in un altro mondo e ti aveva cancellato i ricordi in modo che tu non potessi tornare più” mi dice l’anziano signore con un'espressione triste sul volto. Io non capisco, mi tengo la testa fra le mani, cercando di ricordare ma niente. Esco da quella casa ancora più confuso di prima, poi sento dei passi dietro di me e vedo il capo-villaggio venire di corsa

“Aspetta un attimo, ho una cosa da dirti, ho sentito dire che se riesci a uccidere quell’ombra, puoi riprenderti i ricordi, ma sono solo dicerie quindi non so” e io mi sorprendo di quello che ha appena detto e una speranza si accende dentro di me

“Davvero? Posso davvero riprendermi i ricordi?”

“Sì, ma non so dove si trovi l’ombra” mi dice

“Non fa niente, parto subito per cercarlo e lo ucciderò” dico e corro verso la casetta di Leyha per prendere le mie cose. Preparo uno zaino con vestiti, cibo e prendo anche un tappeto da mettere sul dorso del drago per evitare di farmi male di nuovo. Appena esco dalla casetta, vedo Leyha che aspetta davanti all’uscita

“Non andare, rischi di farti uccidere” mi dice

“Questa è l’unica opportunità che ho per riavere i miei ricordi, non posso rinunciare” le dico e mi avvio verso Nocturnia

“Allora vengo con te” dice Leyha all’improvviso

“No, non puoi, è pericoloso” le dico ma lei è già sparita nella casetta. Poco dopo esce vestita diversamente con uno zaino e dei pugnali. La guardo incantato ma poi mi riprendo

“Cosa fai! Ti ho detto che è pericoloso” ma non mi sta a sentire e posa una sella sul drago “Uno, io so come combattere, due, senza di me non sapresti dove andare e come sopravvivere in questo mondo tre, se non vengo, non ti darò la sella e quarto...ho dei conti in sospeso con lui” mi dice con determinazione. La guardo sorpreso, non sapevo di questo suo lato. Alla fine, accetto ma solo ad una condizione, che non vada mai in giro da sola. Alla fine, partiamo entrambi in groppa a Nocturnia per il viaggio, alla ricerca dell’ombra e dei miei ricordi.






Angolo dell'autore
Ciao a tutti, se trovate qualche lettera non accentata scusate, la mia tastiera non ha le lettere accentate :I  Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Devo ancora scrivere il secondo quindi probabilmente arriverà tardi :c comunque, per favore, scrivete che scosa ne pensate, se c'è qualcosa che dovrei migliorare, sono felice di cambiare in modo da scrivere meglio le prossime volte ^v^
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Levi01Ackermann