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Autore: diamond286    29/11/2016    0 recensioni
Quando incontrai per la prima volta i suoi occhi non credevo che si sarebbero insinuati nella mia mente a tal punto da non andarsene più via, non credevo nemmeno che lui con il suo carattere, i suoi difetti e il suo modo di fare sarebbe riuscito a superare quel muro di ghiaccio che avvolgeva il mio cuore... eppure è successo. Vi capita mai di guardare una persona che in quel momento vi sembra un individuo senza importanza e il momento dopo è la cosa più importante della vostra vita, quella senza la quale non riuscireste a vivere e tutto questo grazie ad un piccolo ed insignificante dettaglio... ma infondo non sono proprio le cose più piccole a farci cambiare idea su una persona? Perché infondo basta anche solo un gesto, un abbraccio, una carezza, una dimostrazione d'affetto a farci battere di nuovo il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Questa che sto per raccontarvi non è la solita storia di due ragazzi che stando insieme e vivendo a stretto contatto in casa, si innamorano perdutamente l'uno dell'altro, o almeno non è solo quello... le cose non sono andate esattamente come tutti si aspettano, si sono evolute in modo complicato, ci sono stati ostacoli che non tutti avrebbero il coraggio di affrontare forse perché a volte fanno troppa paura per riuscire a superarli. Questa è la storia di una ragazza cresciuta troppo in fretta a causa della cattiveria della gente, ha costruito uno scudo per difendersi da quelle persone che vogliono il suo male, che non vedono l'ora di vedere una sua lacrima cadere. Così facendo però ha allontanato anche tutti quelli che avrebbero solo voluto aiutarla e proteggerla, si è isolata da tutto e tutti non avendo più un briciolo di fiducia nel mondo e in quelli che lo abitano. Questa è la storia di un ragazzo, che ha dovuto affrontare la vita senza l'affetto dei suoi genitori, che non ha conosciuto il calore di un abbraccio, l'amore che si trasmette attraverso una semplice carezza sulla guancia o un piccolo bacio sulla fronte... un ragazzo che crescendo si è fatto trascinare da una cerchia di amici che compiono azioni che lo porteranno quasi sull'orlo del baratro, che con il tempo ha acquisito delle abitudini sbagliate e dei modi di fare che spesso gli fanno commettere degli errori. Tutto questo era iniziato per attirare l'attenzione che gli era stata negata fin da bambino, ma che con il passare del tempo continuò per puro divertimento, poiché quella piccola dose di pericolo, anche se insignificante, lo aiutava ad allontanare tutte le falsità che aveva intorno ogni giorno. Questa storia parla di due ragazzi che aiutandosi a vicenda hanno saputo riempire le carenze dell'uno e dell'altro con affetto e dolcezza, che hanno fatto sparire incubi e fantasmi del passato riportando speranza e felicità, due ragazzi che pur sapendo quali fossero le loro imperfezioni hanno accettato di vivere un amore che li avrebbe portati alla salvezza... questa è la nostra storia e per parlarvene, per farvi capire come avvenne tutto, dobbiamo cominciare a raccontarvela dal principio, dall'inizio di tutti i nostri problemi.

Quando lo vidi per la prima volta, quando all'inizio di questa avventura scorsi i suoi occhi capì immediatamente che in quel ragazzo c'era qualcosa di nascosto, qualcosa di non detto che lo rendeva speciale. Ma a quel tempo ero troppo chiusa nel mio dolore per capire che di lui avrei potuto fidarmi poiché mi capiva meglio di chiunque altro. Non credevo che in questo mondo ci fossero persone simili, forse perché pensavo che il mio dolore fosse unico, non lo so... ancora a distanza di anni non riesco a spiegarmelo. Eppure inconsapevolmente da quel giorno qualcosa nella vita cambiò. Mi ricordo che stavo tornando a casa avvolta dall'enorme cappuccio della mia felpa, lasciavo che la pioggia mi bagnasse i vestiti, sentivo freddo ma nonostante questo continuavo a camminare come se niente fosse. Quando arrivai a casa, anche se definirla casa non è proprio il termine adatto, vidi subito Doris caricare a passo di marcia verso di me, il cipiglio nervoso sul suo volto si vedeva lontano un miglio, a lei non piacevano i miei comportamenti, il mio rimanere distaccata e indifferente ad ogni cosa, per lei era inconcepibile che io mi fossi trasformata in una persona del genere, ma con il tempo ha capito che qualunque parola lei spendesse per rimproverarmi sarebbe stata inutile, parlare con me era come parlare con un muro. Lei si è presa cura di me fin da quando ero bambina forse è l'unica a cui ogni tanto dedico un po' di quell'affetto che mi è rimasto, lei ha visto tutto quello ho dovuto patire, la falsità delle persone che avevo intorno e anche l'indifferenza di mio padre davanti a fatti molto gravi che mi sono accaduti e che hanno segnato la mia vita per sempre, ha visto il mio cambiamento cercando di impedirlo, ed anche se non me lo ha mai confessato, io so che in parte si sente responsabile di esso. Come sempre mi diede degli asciugamani puliti e mi fece entrare dentro quella specie di reggia in cui abitavo, di solito dopo questa routine andavo di corsa in camera mia, ma in quel momento venni attratta da qualcosa che non sarebbe dovuto essere li, che scombinava l'intero ordine che quella casa aveva avuto in tutti questi anni. Un ragazzo era seduto sul divano sistemato al centro della sala, la sua posizione era quella del classico fighetto crede di avere il mondo ai suoi piedi con un semplice schiocco di dita, mi scrutava con uno sguardo strano, forse per altre persone questo non avrebbe significato nulla, ma in quel momento dentro di me si insinuò una strana sensazione, era come se attraverso quello sguardo lui stesse cercando di leggermi dentro, di scrutare il mio animo e leggere i miei segreti più profondi e questo mi metteva addosso un grande disagio.
- Lui è Erik, quel ragazzo di cui ti aveva parlato tuo padre prima di partire - 
Sembrava che Doris mi avesse letto nel pensiero poiché aveva risposto a tutte le domande che affollavano la mia mente in un secondo. In effetti ora che ci penso bene mio padre mi aveva parlato di lui e dal minimo che ho ascoltato ho capito che avrebbe vissuto con noi a tempo indeterminato o almeno fino a che i suoi genitori non sarebbero tornati dal viaggio di lavoro che avevano intrapreso. Sentendosi nominato si alzò dal divano avvicinandosi a me, in faccia aveva il classico sorrisetto da play boy, quello per cui tutte le donne rimangono affascinate, ma questo con me non funzionava, io ero diversa dalle altre, non mi facevo abbagliare da un sorriso, figuriamo poi se apparteneva ad un ragazzino montato come quello. Una volta che mi fu vicino mi porse la mano, ora tutti si aspettano che io gli e la stringa e mi presenti, ma come imparerete presto io faccio esattamente il contrario di ciò che la gente si aspetta, fu proprio per questo che mi incamminai verso le scale che mi avrebbero portato nella mia stanza, lasciandolo li da solo con ancora la mano alzata nel salotto. Distintamente sentì la voce di Doris che gli porgeva le sue scuse da parte mia, ma non ci badai più di tanto, raggiunsi la mia camera e aprì la porta del bagno interno ad essa, mi tolsi i vestiti fradici e quando la vasca fu colma entrai immergendomi nel suo colare, sospirai, il gelo che aveva avvolto la mia pelle a causa della pioggia stava cominciando ad andarsene. Questa era una delle poche cose che io adoravo, il calore dell'acqua che avvolgeva il mio corpo mi rilassava, era una di quelle rare volte in cui dimenticavo tutto quello che avevo intorno compresi i problemi che mi affliggevano. Quando uscii, mi avvolsi nel mio accappatoio ed entrai in camera prendendo dell'intimo e degli abiti puliti cambiandomi, guardai l'orario, il mio orologio segnava le quattro "forse è ora di mettersi a studiare", così presi i libri e a malavoglia cominciai a fare la marea di esercizi per il giorno dopo. Quando finì di studiare, mi accorsi che si erano fatte le 20.00 e feci appena in tempo a sgranchirmi un po' le gambe prima di sentir bussare alla porta, quello era il modo di Doris per avvisarmi che la cena era stata servita a tavola. Quando scesi mi ricordai della presenza di quel ragazzo di cui avevo già dimenticato il nome, mi sedetti accanto a lui e cominciai a mangiare, ma ovviamente il silenzio che c'era prima che io arrivassi non poteva durare per sempre poiché dopo qualche minuto sentì un rumore di posate sbattere sul piatto e la sua voce rimbombare per tutta la sala da pranzo

- non capisco quale problema tu abbia con me, voglio capire cosa ti ho fatto... perché quando ci hanno presentati mi hai trattato come un idiota!! -

lo guardai per un minuto, poi poggiai le mie posate e solo dopo essermi pulita la bocca con il tovagliolo, mi girai verso per dargli una risposta, il tutto con calma senza alcuna fretta

- credimi le mie intenzioni non erano quelle di farti sembrare tale -

- allora perché hai fatto quella scenata? -

- perché mi sembra uno sforzo inutile quello di conoscerti, non so chi sei e non mi interessa , potresti andartene da un momento all'altro perciò anche solo sapere come ti chiami mi sembra superfluo, ho visto tante persone a cui mi sono affezionata andarsene via e non tornare più dopo che mi avevano assicurato tutto il contrario, ormai ho imparato a conoscere le persone, siete tutti uguali, prendete in giro chi vi vuole bene, perciò perché affaticarsi ad istaurare un rapporto di amicizia se poi verrà interrotto bruscamente portando inoltre una delusione... mi sembra una perdita di tempo - rimase stupefatto dalla mia risposta, mi guardava sorpreso, non capisco il perché della sua reazione lui mi ha fatto una domanda e gli ho risposto dicendogli ciò che pensavo tutto qui, alla fine quando fini di mangiare, me ne andai direttamente al piano di sopra.

Quando entrai nel mio letto, ripensai a quella breve conversazione, devo ammettere che quel ragazzo è strano, tutta quella furia solo perché l'ho ignorato, da quello che ho capito i genitori sono sempre in viaggio lasciandolo solo la maggior parte delle volte, però guardandolo meglio negli occhi questa volta, ho visto in loro qualcosa di famigliare, il loro colore così simile al mio, spento e opaco, mi fa quasi pensare che anche lui abbia avuto un passato tormentato "ma cosa dico, non è possibile nessuno può capire cosa ho passato... non capisco nemmeno perché sto facendo questi pensieri... sarà per la stanchezza, a volte gioca brutti scherzi, forse è meglio se mi addormento".

   
 
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