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Autore: kiku77    30/11/2016    9 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti^^
Oggi vi scrivo prima, per poi lasciarvi all’ultimo capitolo della storia. Mi sembra il miglior modo per salutarvi…

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno “attraversato” questa storia, ognuno nel suo modo unico e speciale: chi leggendo silenziosamente, chi scrivendomi in privato, chi commentando di tanto in tanto e chi recensendo con costanza, passo dopo passo.
Grazie per il tempo che avete dedicato a questa ff, alle vostre osservazioni e riflessioni, ai vostri pensieri, alle vostre impressioni.
Per me tutto questo significa molto.

Spero di ritrovarvi alla prossima storia^^
A presto,
kiku
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Il tragitto verso Narita è intimo e silente.
Genzo guida e sembra concentrato sulla strada.
Lascerà l’auto in aeroporto e poi uno degli uomini di fiducia del padre andrà a ritirarla domani: Yukari tornerà a casa in treno.
“Sei sicura che non vuoi che ti riporti indietro il mio autista?” chiede per l’ultima volta il portiere, voltandosi per un attimo.
“Sì, sono sicura. Preferisco tornare da sola.”
Dentro l’animo del ragazzo c’è come una tempesta: si sente scoppiare, e soffocare, eppure continua a macinare la strada ostentando sicurezza. Con le mani salde al volante, sembra il solito Genzo.
Yukari invece è seduta al suo posto e non è mai stata così calma come adesso.
Si sente perfettamente a suo agio, sicura dei suoi mezzi. Sicura  di sé.
Il suo corpo è ancora in fremito perché ha conosciuto gli abissi dell’altro.
Non le importa se non è vestita bene, non le importa se non ha i capelli in ordine e ben pettinati.
Non gliene frega niente di cosa penserà il mondo, una volta che saprà di questa storia.
E’ talmente in armonia con se stessa che adesso ha proprio l’impressione di essere un bel pesce dentro un’ampolla di cristallo, con acqua fresca, limpida, pulita.
Sa bene che questa sicurezza finirà presto. Durerà giusto il tempo di arrivare al gate di Genzo.
Una volta partito, magari ritornerà alle sue paure, alle sue paranoie, alle sue tremende insicurezze.
Ma anche di questo ora non si cura.
Si tratta solo di un altro piccolo step.
Poi anche lei salirà su una aereo e raggiungerà il suo ragazzo in un’altra fetta di mondo.
Imparerà nuove cose, studierà, s’impegnerà, però questa volta senza spegnersi, senza ripiegarsi su se stessa, come un fiore senza luce.

Sospira, sorride.
“Che hai?”
“Niente… non vedo l’ora di raggiungerti.”
Genzo sorride anche lui, ma solo un istante.
Ha occhi lucidi, come se da un momento all’altro dovesse scoppiare a piangere.
Cosa che è impossibile: Genzo non piange mai. Genzo non sa neanche come si fa a piangere.
Si sente l’animo scavato, come se qualcuno stesse raschiando il fondo.
Fondo fatto di pareti ripide, di argilla e quarzo: polvere sottile gli impedisce di restare vigile.
Ha il cuore nello stomaco, la milza che pulsa come un muscolo vivo.
Gli manca l’aria, gli mancano le parole.
Vorrebbe dirle che è bellissima, che l’ha sempre pensato, sin da quel primo giorno, quando era seduta insieme agli altri e lui si faceva vivo dopo mesi di silenzio ed assenza.
Sin da quella prima sera, per il compleanno di Mamoru, quando si è seduto per la prima volta sui gradini di quella palazzina, in periferia.
Lui lottava contro tanti demoni diversi e non ha saputo riconoscere subito cosa stava succedendo.
Gli sembrava che non stesse succedendo proprio niente.
Invece, lentamente, inesorabilmente, tutto cambiava.
Le ragazze ti scavano dentro, ti fanno diventare l’anima di burro.
E le tue ossa sono di pietra serena, si sbriciolano con niente.
Pensava fossero tutte stupidaggini, rime stonate di poesie popolari, roba che può far emozionare solo un vecchio come suo nonno.
Adesso invece ha capito che non è così e un po’ se ne vergogna anche.
Avesse reagito e realizzato prima, forse non avrebbe perso tutto questo tempo e ora conoscerebbe a memoria il corpo di Yukari. Lo avrebbe memorizzato alla perfezione.
Invece si deve accontentare di averlo solo assaggiato.
Sente il profumo buonissimo della sua pelle candida, ricorda bene com’è stato toccarla, attraversarla, ma ha assoluto bisogno di studiarla.
Vorrebbe dirle che dal momento in cui si separeranno accenderà il cervello su quel corpo. Accenderà il conto alla rovescia.
Glielo vorrebbe proprio dire.
Ma resta in silenzio, con il cuore che scoppia, blindato.

No, pensa Yukari.
Genzo non lo cambi in una notte.
Ci vuole più tempo.
Mettitelo bene in testa: per sciogliere tutto il gelo ci vorrà un po’.
Dovrai lasciare che lui ti studi per bene.
Dovrai permettergli di spogliarti ancora molte volte.
E poi, a mano a mano che imparerà a memorizzare il tuo corpo, il gelo si scioglierà.
Comincerà a parlare.
Comincerà a dirti tutte le cose che vorresti sentirti dire.
Per esempio, che sei bella.
Sei bella: e non importa se hai capelli sciolti o raccolti.
Comincerà ad aprirsi e smetterà di essere chiuso come un riccio.
Il suo cuore blindato, diventerà di burro, scavato fino all’ultimo frammento e tu imparerai a conoscere ogni battito, ogni momento.
Questa sensazione stupefacente diventerà la regola e non ci sarà più alcun motivo di avere paura.
Perché gli avrai scavato l’animo e senza di te si sentirà niente.
Perché ti ha già scavato l’animo e  tu senza di lui ti senti un pesce senza ampolla, un pesce che non sa più come si fa a nuotare.
Non temere: Genzo inizierà a parlare.
A dirti tutte le cose che vorresti sentirti dire.
Non importa se sei pesce o farfalla.
Lui ti dirà che sei bella.
Che sei bella e basta.

 

   
 
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