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Autore: _MeAndYou_    30/11/2016    3 recensioni
[Alex e Maggie | Sanvers]
E se la 2x07 fosse andata diversamente?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Maggie Sawyer
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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** Piccola nota prima di cominciare: Ho iniziato a scrivere questa storia dopo aver visto le foto promozionali di Alex e Maggie dell’episodio 2x07. Le foto mi hanno ispirata e ne uscita fuori questa storia. Subito dopo aver visto l’episodio ho modificato qualcosa, citando anche qualche dialogo vero tra le due. **

 

I supposed to be happy with you



Era stata una giornata estenuante; il lavoro non le aveva dato tregua e Maggie continuava ad importunarla telefonicamente. Aveva ignorato le sue insistenti e ripetitive chiamate, così come aveva cancellato ogni singolo sms o messaggio nella segreteria. Non voleva parlarle, non voleva più saperne niente di lei, ma a quanto pare Maggie non sembrava cogliere i suoi segnali.

“Io ci sono, ma come amica.”

Erano state quelle le sue parole, era stata quella la sua decisione e allora perché continuava a tartassarla? Credeva davvero che sarebbero potute essere amiche? Come avrebbe mai potuto essere amica di una persona di cui era completamente cotta? Era assurdo.

Voleva ribadirle il concetto? Oh, no. Non ce n’era alcun bisogno. Quelle parole, seppur dure da digerire, erano state chiare, almeno in parte. Insomma, il succo di quel discorso era il seguente: Maggie non era interessata a lei. Le aveva aperto il suo cuore e in cambio aveva ricevuto una decisa e diretta pugnalata. Si era lasciata andare, aveva abbassato tutte le sue difese davanti alla detective e ci aveva guadagnato un grosso rifiuto che continuava a farle male. Ad ogni modo, doveva accettarlo, andare avanti e dimenticare. Ne aveva superate tante e avrebbe superato anche quella.

Fortunatamente non era sola.

Sua sorella Kara si prendeva cura di lei e tentava in tutti i modi di farla distrarre. Ad esempio, quella sera, l’aveva invitata a casa sua per la classica serata cinema che tanto amavano. Aveva spento il suo cellulare - così da evitare scocciature indesiderate -  e si era accomodata in cucina, in attesa dell’arrivo della sorella. Insomma, i presupposti per una nottata all’insegna del divertimento e della tranquillità c’erano tutti: un bel film, degli ottimi pop-corn e la compagnia della sua sorellina.

Niente lavoro, niente cuori infranti, niente Maggie.

Presupposti che crollarono quando aprì la porta e si ritrovò davanti alla minuta figura della detective, con indosso la solita e immancabile giacca di pelle nera. Che scherzo era mai quello?

«Allora sei viva, Danvers» esordì questa, sfoggiando uno dei suoi tanti sorrisi irresistibili.

Come osava presentarsi così? Con quel sorriso e quell’aria così allegra? Per non parlare poi del suo tono di voce. Sembrava quasi che per lei tutto fosse come prima. Ma in realtà, niente era come prima.

«Io... c-cosa ci fai qui?» aggrottò la fronte, posando i pugni chiusi sui fianchi. «Mi sembrava di essere stata chiara» aggiunse, immediatamente sulla difensiva.

«Chiara? Non rispondendomi alla chiamate? Questo lo chiami essere chiara?» ribatté, imitando la postura dell’altra.

Alex rimase in silenzio a rimuginare. Come aveva fatto Maggie a procurasi l’indirizzo di casa di sua sorella?

«Come hai fatto a trovarmi?» domandò semplicemente, mostrando tutto il suo fastidio.

«Sono una detective, Danvers, ricordi?» tornò ad accennare un sorriso.

Poi la ragazza fu colta da un’improvvisa sensazione. Kara Danvers, era l’unica candidata al banco degli imputati. Aveva complottato con la detective alle sue spalle? Questo era inaccettabile. Quindi, la serata cinema era tutta una messa in scena... La sua sorellina gliel’avrebbe pagata. Poco ma sicuro.

«Allora?» la voce della ragazza, ruppe il silenzio.

«Allora cosa?»

«Mi fai entrare?» le chiese, alzando un sopracciglio con fare divertito.

«No!» esclamò di colpo, meravigliata da quella richiesta. «Perché mai dovrei?» accentuò una risata, che trasparì assolutamente isterica e forzata.

«Voglio parlarti. Vengo in pace, Danvers. Andiamo» si fece seria, sperando che la ragazza dai capelli corti potesse smollarsi un po’.

«Cosa ti fa credere che io voglia sentirti parlare ancora? Ciò che mi hai detto mi è bastato. Ma ti prego di non pensare nemmeno alla possibilità che tra me e te...» agitò la sua mano. «Possa esserci un’amicizia.»

«Perché l’hai presa così male?»

«Cosa importa?» fece per chiudere la porta, ma il braccio di Maggie glielo impedì. «Devo romperterlo?» la minacciò, ma l’altra non sembrò credere molto a quell’avvertimento. Di fatto, le bastò mettere un po’ di forza per spalancare la porta e autoinvitarsi dentro casa.

«Concedimi cinque minuti» insistette.

«Due» sbuffò, concedendole un’ultima possibilità. «Purché tu non voglia ribadirmi gli stessi concetti della volta precedente. Non ne ho bisogno» precisò.

Maggie accettò la condizione e si levò la giacca, prima di cominciare a parlare. Aveva pensato tanto a cosa dirle, ma in quel momento, quella traditrice della sua memoria, l’aveva abbandonata. Una cosa però era certa: non voleva che Alex stesse male, specialmente se per causa sua.

L’aveva rifiutata e sì, era consapevole di quanto fosse brutto essere rifiutati; ci era passata anche lei, ma aveva sperato che Alex avrebbe potuto, in qualche modo, comprendere la sua motiviazione. La speranza era svanita, nel preciso momento in cui la ragazza le aveva voltato le spalle ed era andata via, ignorando la sua ultima e disperata chiamata.

L’aveva chiamata per nome, per la prima volta, ma evidentemente Alex non ci aveva fatto caso. Ora, però, era lì, con lei e non si era arresa. Aveva convinto Kara a combinarle un ‘appuntamento nascosto’ ed era lì. Perché? Perché ovviamente le importava di Alex. Per quanto poco la conoscesse, l’aveva, sin da subito trovata una donna intrigante. Sotto molti aspetti ci si rivedeva anche, ma c’era una parte di lei che la bloccava. Alex aveva appena fatto i conti con la sua sessualità, si era dichiarata con lei, con la sorella, ma era ancora agli inizi del suo viaggio. L’aveva baciata, ma questo poteva significare tutto, così come poteva significare niente. Continuava a chiedersi se quel bacio fosse frutto di un reale interesse o dell’euforia del momento.

In passato le era già successo di ritrovarsi in una situazione simile. Aveva commesso l’errore di lasciarsi contagiare dall’entusiasmo di una ragazza che si era appena scoperta lesbica. Si era lasciata illudere da stupide parole e ne era uscita a pezzi.  

“Non mi sento pronta” le aveva detto, dimostrandole che la sua era solamente un’infatuazione passeggera.

Aveva imparato dai suoi errori e non voleva ripetersi, nonostante Alex le piacesse. Oh sì che le piaceva. Come poteva non piacerle una donna del genere? Coraggiosa, forte, intelligente, bella, con una fantastica moto e brava a biliardo, più brava di lei. La vecchia Maggie, quella meno matura, non l’avrebbe mai respinta, ma quella nuova, la Maggie più prudente e razionale, l’aveva allontanata per paura di ricevere una seconda batosta.

«Non avevo intenzione di farti del male» prese parola, optando per un inizio calmo. «Ho solo cercato di farti capire la mia posizione.»

«La tua... posizione?» sorrise sarcasticamente. «Tutta quella pappardella è stata solo un modo carino per sbattermi in faccia la realtà, vero?»

«Qual-quale realtà?» la più bassa scosse la testa, confusa dalla domanda che le era stata posta.

«Che io non ti piaccio, Maggie» spalancò le braccia. «Ti credevo una più diretta. Certo, avrebbe fatto più male, ma per lo meno-»

«Ma cos-?» la interruppe. «Il mio non è stato un discorso di circostanza. Volevo davvero dirti quelle cose per farti capire il motivo del mio rifiuto. Siamo a due livelli diversi. Io sono arrivata a quel punto della mia vita dove vorrei costruire qualcosa di duraturo e solido, nulla di personale.»

«Mi stai dando della ragazzina incapace di impegnarsi?»

«Non era questo che intendevo» sbuffò, pentendosi di avere usato quelle parole facilmente fraintendibili. «Facendo coming out sei come stata catapultata in una specie di mondo fatto di arcobaleni ed io sono, come dire, la prima persona con la quale ti sei imbattuta in questo mondo. Quindi sì, è figo, è intrigante e ti eccita l’idea di avere un primo approccio con questa persona, ma devi solo capire che questo mondo è pieno di tanta altra gente. Io non sono la sola.»

«Ooookay, tu sei fuori di testa» alzò le mani in segno di resa. Mondo di arcobaleni? Ma di cosa stava parlando? «Hai finito? È tutto?»

«Capisco come tu possa sentirti, ci sono passata anche io-»

«Capisci?» l’aggredì improvvisamente. «No che non capisci, Maggie. Parli di arcobaleni, quindi perdonami, ma sei proprio fuori strada» divenne rossa in viso.

«L’arcobaleno era solo un-»

«Non mi interessa. Veramente, io... non mi interessa» prese un respiro. «Non voglio alterarmi, per cui, puoi andare, a meno che tu non abbia altro da aggiungere.»

«Cosa vuoi che ti dica? Cosa posso fare per-?»

«Non so, ma di qualcosa. Magari di sensato, lasciando da parte i mondi fatti di arcobaleni.»

«Non voglio che tu possa pensare cose sbagliate.»

«Cose del tipo?»

«Che tu non mi piaccia» sospirò. «Non è vero. Tu mi piaci, Alex» confessò, notando immediatamente il cambiamento di espressione nel viso dell’altra. «Io... cerco solo di tutelare me stessa. Ho avuto tante relazioni, andate male ovviamente... e da ognuna di questa ho imparato qualcosa. Vorrei solo non commettere gli stessi errori, ecco.»

«Quale sarebbe l’errore? Di cosa hai paura?» le domandò. La parola “paura” non era venuta fuori dalle labbra della detective, ma era una sensazione che Alex aveva captato da quelle parole.

«Non ho paura» disse con fermezza, sollevando il mento. «Io, sai, nella mia vita ho incontrato tante persone, ma sono poche quelle a cui ho tenuto veramente» prese un respiro. «A te ci tengo davvero, Alex. Tanto... E non voglio perderti. Quindi, spero che un giorno potremo essere amiche.»

Le parlò con il cuore aperto, senza muri, senza barriere... Non era ciò che Alex avrebbe sperato di sentirsi dire, ma erano ugualmente parole importanti e sincere, che non poteva ignorare.

«A me sembri spaventata da qualcosa... Non ti fidi di me?»

«Non è questo» Maggie scosse la testa e si sedette sul divano. «Sono felice che tu abbia fatto questo grosso passo, lo sono davvero. Ma non vorrei che tu mi usassi come esperimento per, insomma, capisci?»

«Sawyer!» esclamò con tono sorpreso. «Perché credi questo? Perché credi che tu per me possa essere solo un esperimento?»

«Ti ho spiegato perché.»

«Io ci credevo realmente, Maggie. La mia sessualità non è una moda del momento. Io sono così» confessò mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime. «Non avrei mai giocato con te, non ti avrei mai usata.»

«Davvero?» la dolcezza con cui la detective parlò, fu disarmante.

«Davvero.»

Alex sembrava sincera. Forse avrebbe dovuto crederle, forse avrebbe davvero dovuto fidarsi di lei e perché no, magari quella sarebbe stata la volta buona. Magari lei, sarebbe stata la sua persona.

«Quindi» mormorò Alex, camminando davanti all’altra, seduta sul divano. «Io ti piaccio?» chiese, finalmente riuscendo a sorridere.

«Ora non montarti la testa, Danvers» tirò su il mento, per incrociare il suo sguardo.

Alex aprì la bocca per replicare, ma si rese conto di non averne voglia. Non era il momento di fare troppo sarcasmo, quella conversazione doveva giungere ad una conclusione.

«Chiedevo perché sai, tu mi piaci» si fece coraggio, consapevole di rischiare di prendere un altro palo in faccia. «Mi piaci molto» celò l’imbarazzo dietro ad un sorriso.

«Definisci quel molto» soffiò, mettendosi in piedi e ritrovandosi ad una distanza minima dall’altra. Alex non osò indietreggiare di un solo centimetro, ma le divenne difficile mantenere la calma davanti all’estrema vicinanza di Maggie.

«Molto... tanto» borbottò. «Sì, cioè, mhh... Molto!» farfugliò in maniera imbarazzante.

«Molto?»

«Sì.»

«Allora ti confesso anche io una cosa» le disse, spostando lo sguardo dagli occhi alle labbra. «Il bacio che mi hai dato, beh, mi è piaciuto.»

«Sì?» il viso di Alex s’illuminò. Dopo quel rifiuto, aveva seriamente creduto che fosse una pessima baciatrice.

«Sì.»

«Quanto?» alzò un sopracciglio.

«Mhh... molto direi» rispose, rivolgendole una smorfia divertita. «Ci sai fare, Danvers.»

«Grazie, sì sai... certe cose nascono spontanee e io, come ti ho detto, volevo farlo da molto-»

«Sshh» le mise un dito al centro della bocca. «Va bene. Sai, magari potremmo provare ad uscire» le propose ufficialmente.

«Uscire? Cioè, uscire come appuntamento serio? O amiche?»

«Un appuntamento, Danvers!» sorrise fino a far comparire la sua adorabile fossetta. Una vera e propria debolezza per Alex.

«Possiamo provare ad andare lentamente» bisbigliò, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Un passo alla volta.»

«Sì, possiamo» accettò con voce tremante. Quel contatto le stava provocando una scarica smisurata di brividi. Il suo corpo ne era completamente invaso. «Un passo alla volta, va benissimo.»

Maggie sorrise, incapace di smettere di fronte all’innocenza e all’imbarazzo di quella donna. La trovava dannatamente bella. Bella nella sua semplicità, bella nella sua, talvolta, timidezza... Bella, sì. Bella da far invidia a chiunque. E di fronte a tanta bellezza, lei non aveva potere.

«Ora è meglio che vada» disse Maggie, indugiando con un passo all’indietro.

«Sì... sì» annuì l’altra, accarezzandosi i fianchi con le mani. «Sempre che tu non voglia- No!» s’interruppe da sola. «Ti accompagno alla... porta, sì» balbettò, indicando la porta d’ingresso.

Maggie non poté che sorridere, divertita dall’evidente nervosismo dell’agente DEO. Doveva ammettere però che la situazione era alquanto imbarazzante anche per lei. Ne aveva di esperienza con le donne, ma Alex riusciva a metterla così in difficoltà da farla sentire una pivella alle prime armi. Una parte di lei era tremendamente terrorizzata dall’effetto che la ragazza riusciva ad avere su di lei, ma l’altra non desiderava che sentirsi in quel modo.

«Grazie» parlò Maggie, ormai al di fuori dell’appartamento di Kara.

«Prego» rispose, appoggiandosi allo stipite della porta. «Ci vediamo domani?» chiese intimorita. Aveva bisogno di una conferma. Aveva bisogno che Maggie le ribadisse le precedenti parole. Aveva bisogno di realizzare di non essere nel bel mezzo di un sogno.

«Ti passo a prendere io, Danvers. Lavoro permettendo, ovviamente» ammiccò, facendole un occhiolino. «Ora puoi rientrare.»

«Giusto» sorrise, sentendosi sempre più impacciata. «Allora sì, entro... tu-»

«Io vado.»

«Sì.»

«Buonanotte Alex» piegò le labbra in un dolce sorriso.

«Buonanotte Maggie» ricambiò con un altrettanto sentito e tenero sorriso.

Finalmente trovò la forza di chiudere la porta, ma subito se ne pentì. Okay sì, avevano deciso di andare lentamente, ma era così frustrante dover rinunciare a fare ciò che avrebbe voluto. Allora riaprì la porta, ritrovando Maggie nello stesso preciso punto in cui era prima che la chiudesse.

«Sì?» Maggie sorrise, ma dai suoi occhi poteva trasparire tutta la sua vulnerabilità.

«Maggie io non-» scosse la testa, reggendosi con tutta la sua forza alla porta.

La detective accorciò le distanze, lasciando perdere qualsiasi cosa. Posò una mano sulla guancia arrossata di Alex e la baciò. Si dimenticò del “un passo alla volta”, si dimenticò delle sue paure, si dimenticò del mondo intero e nel preciso momento in cui le sue labbra si unirono a quelle dell’agente, per la seconda volta, si dimenticò anche il suo nome.

Alex barcollò all’indietro e se non fosse stato per il braccio di Maggie, dolcemente avvolto attorno ai suoi fianchi, sicuramente avrebbe perso l’equilibrio. 
Una ventata di calore le investì prima il volto e poi si disperse lentamente per tutto il corpo, fino a farle perdere quella poca lucidità che le era rimasta. Ma fu quando le loro lingue si accarezzarono per la prima volta che Alex capì quanto vero fosse il sentimento nei confronti di quella ragazza.

Forse sarebbe stato prematuro definirlo Amore, ma se quello non era ancora amore, era certa che presto lo sarebbe diventato.

 

 

Angolo Autrice.

Mia prima fanfiction in questo fandom. Sicuramente ne verranno fuori altre. Sottolineo ancora che ho scritto la storia primadi vedere la 2x08, quindi sì sono una mezza veggente. Ho azzeccato, in parte, cosa frenava Maggie e sono HAPPY. Non l'ho postata prima perché non mi convinceva, ma l'ho fatta leggere ad un'amica e mi ha consigliato di pubblicarla.
Ci sentiamo presto con nuove storie, aspetto qualche vostro commento.

 

  
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