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Autore: lady lina 77    30/11/2016    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Demelza, dopo il tradimento di Ross, se ne fosse andata di casa?
Dopo la lite furiosa fra i due in cui ha rovesciato ogni cosa dal tavolo, urlando al marito tutta la sua rabbia, Demelza decide che non ha più senso rimanere a Nampara, con un uomo che non la desidera più e che sogna una vita con un'altra donna.
Prende Jeremy e Garrick, parte per Londra e fa perdere le sue tracce al marito, ricominciando una nuova vita lontana da lui e dalla Cornovaglia.
Come vivrà? E come la prenderà Ross quando, al suo ritorno da Truro, non la troverà più a casa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni seguenti, Ross era partito ed aveva messo a ferro e a fuoco tutta la Cornovaglia. Era andato a Illugan a cercare Demelza a casa di suo padre, poi si era spostato da Verity, aveva chiesto informazioni al villaggio dove vivevano la maggior parte dei suoi minatori e infine era andato pure a Southempton, per verificare che non si fosse imbarcata per il nuovo mondo.

Ma nulla, ogni ricerca era risultata vana ed infruttuosa. La preoccupazione e la frustrazione per quanto successo con sua moglie fecero passare in secondo piano i turbamenti per Elizabeth che, Ross lo sapeva, continuava ad aspettare una sua risposta, un suo cenno.

Ma non ne aveva tempo, non poteva occuparsi anche di lei, ora che Demelza se n'era andata. La cosa principale era ritrovare sua moglie e riportarla a casa, assieme a Jeremy.

Era furioso, preoccupato, si sentiva in trappola. La gente che lo frequentava aveva capito che qualcosa non andava, che Demelza non c'era ma per fortuna nessuno gli aveva ancora fatto domande dirette circa l'assenza di sua moglie. Ma sapeva che presto avrebbe dovuto affrontare la questione anche con gli altri, ammettere che sua moglie lo aveva lasciato e il perché. Provava vergogna, verso se stesso e verso l'immagine che avrebbe dato di lui al mondo.

Dopo due settimane di ricerche forsennate, ormai non sapeva più dove sbattere la testa. Doveva parlare con qualcuno o sarebbe impazzito!

Ogni giorno aveva sperato che Demelza cambiasse idea e tornasse ma era anche consapevole di quanto lei fosse testarda ed irremovibile quando prendeva una decisione, difficilmente avrebbe fatto ritorno a Nampara di sua spontanea volontà.

Bussò con energia alla porta di Dwight che, dopo pochi istanti aprì l'uscio. "Ross, qual buon vento! E' un po' che non ci vediamo. Tutto bene?".

"No". Entrò in casa, sedendosi al tavolo. Senza aspettare l'amico, si versò del vino in un bicchiere e bevve tutto d'un fiato.

Dwight gli si avvicinò, preoccupato. "Ross, cosa succede?" - chiese, sedendosi accanto a lui.

Ross si portò le mani alla fronte, chiudendo gli occhi. "Demelza se n'è andata".

"Cosa? Che diavolo stai blaterando?".

"Se n'è andata, mi ha lasciato. Ha preso Jeremy ed è sparita nel nulla".

Dwight spalancò gli occhi, incredulo. "Andata per non tornare? Ma chi, Demelza? Perché?".

Ross scosse la testa, allungando la mano per prendere il bicchiere vuoto davanti a lui. "L'ho tradita. E' stato solo una volta, una notte, è stato qualcosa di irrazionale, non avevo scelta, non potevo fermarmi...".

Dwight trattenne il fiato, evidentemente in difficoltà. "Hai tradito Demelza? Come hai potuto farlo, Ross? Hai una moglie meravigliosa che tutti ti invidiano, dannazione! Con chi, perché?".

Ross sospirò, abbandonandosi sulla sedia. "Con Elizabeth. Mi ha comunicato per lettera l'intenzione di sposarsi con George Warleggan e ho perso la testa. Demelza ha cercato di fermarmi ma non ci è riuscita. E così sono andato a Trenwith e... Beh Dwight, lo sai, io sogno Elizabeth da sempre, è il mio primo amore e non l'ho mai dimenticata e...".

"Ross, che stai dicendo, cosa stai blaterando? Santo cielo hai tradito tua moglie e stai quì ad accampare scuse? Demelza ti ha sempre amato più di ogni altra cosa, ti è sempre stata accanto e solo Dio sa quanto possa essere stato duro in certi frangenti vivere con uno come te e tu... tu nel mentre non avevi mai dimenticato Elizabeth?".

Il tono di voce acuto di Dwight lo fece sussultare. "So che sembra terribile detto così, ma io...". Cercò di prendere la bottiglia per riempirsi nuovamente il bicchiere, ma Dwight glie lo impedì. "Ti prego, ne ho bisogno" – implorò.

Dwight scosse la testa. "No, non ne hai bisogno! Quello che ti serve è essere sobrio e lucido e trovare una soluzione a questo disastro. Sempre che...".

"Sempre che, cosa?".

Dwight si sedette accanto a lui. "Sempre che la partenza di Demelza non ti sia utile a stare con Elizabeth. Ti faciliterebbe le cose, se è lei che vuoi".

A quelle parole, Ross alzò lo sguardo su di lui, colpito da quanto aveva appena detto. Quella di Dwight era evidentemente una provocazione, ma era vero, se Demelza non c'era più, la strada per arrivare ad Elizabeth sarebbe stata in discesa per lui. Ma stranamente questa era un'ipotesi che non lo allettava per niente, non ci aveva mai pensato e nemmeno ora gli passava per la mente di fare una cosa del genere. Da quando Demelza era partita, ogni suo pensiero era rivolto a lei e alla sua ricerca, era sua moglie e non concepiva minimamente l'ipotesi che potessero vivere lontani. Gli mancava, doveva ammetterlo a se stesso! Così come non poteva non ammettere che gli sarebbe piaciuto tornare indietro a quella notte e fare tutto in maniera diversa, rimanere a casa con lei, evitare Elizabeth e salvare così il suo matrimonio.

Ma il danno era fatto ed ora si sentiva perso. "Io voglio riportare a casa mia moglie. Elizabeth è stata... Sai, quelle cose... quelle cose che idealizzi e che ti sembrano perfette quando le vedi da lontano e poi, una volta che le hai provate, non ti attirano più? Le vedi per quel che sono da vicino, belle, piacevoli, ma che non valgono nulla in confronto a chi hai accanto e con cui condividi la vita. Io rivoglio Demelza a casa, solo questo. L'ho cercata ovunque e non è da nessuna parte".

"Ross, sai che è un bel casino, vero?".

"Lo so, Dwight. Non credevo che sarebbe successa una cosa simile".

Il dottore sospirò, poggiandogli amichevolmente una mano sulla spalla. "Ross, una donna vuole essere unica per il suo uomo. Anche Caroline, in fondo, sentiva la competizione coi miei pazienti e alla fine è andata a finire come ben sai".

"Caroline se n'è andata perché tu, invece che partire con lei, hai perso tempo a cercare di salvare il didietro a me. Mi sento terribilmente in colpa per questa cosa e spero di poterti aiutare a risolverla, un giorno".

Dwight sospirò. "Era destino che andasse a finire così, siamo troppi diversi, non avrebbe funzionato". Si sedette accanto a lui, prendendo a sua volta la bottiglia e riempiendo i due bicchieri. "Sai una cosa? Una bella bevuta ce la meritiamo, in fondo. E per quanto riguarda Demelza...".

"Cosa?".

"E' testarda Ross, ma ti ama. Qualsiasi cosa sia successa ed ovunque lei sia, ti ama. Pensa a questo, se non sai dove sbattere la testa".

"Già".

Entrambi bevvero, svuotarono la bottiglia e poi rimasero in silenzio seduti al tavolo ad osservare il soffitto, ognuno col suo peso nel cuore. Avevano amato due donne che non erano riusciti a tenere ed ora era come se il mondo attorno a loro si sgretolasse, facendoli sentire alla deriva.

"Ho deciso di arruolarmi come medico di marina, Ross".

"Forse dovrei farlo anch'io, a questo punto. La miniera, anche coi nuovi fondi ottenuti a Truro, non da garanzie e non ho più una famiglia di cui occuparmi".

Dwight sospirò. "Fallo se senti che è la tua strada. Ma prima, accertati di averle tentate tutte con Demelza, per ritrovarla".

"Lo farò".


...


Rientrò che era ormai buio, mancava da due settimane da Nampara, da quando era partito alla ricerca di Demelza, cavalcando per mezza Inghilterra. Per un attimo sperò che fosse tornata ma quando entrò in cucina, le candele spente e il silenzio opprimente gli tolsero ogni illusione.

Prudie gli andò incontro, ciabattando e borbottando. "Signore, siete tornato! E' piuttosto tardi. Volete mangiare qualcosa?" - chiese, con scarso entusiasmo.

"No, andrò subito a letto. Ci sono novità? Lettere, notizie su Demelza...".

Prudie scosse la testa. "Ci sono delle missive per voi. Una arriva da Trenwith, il matrimonio fra il signor Warleggan e la signora Elizabeth si terrà fra una settimana".

La freddezza con cui accolse quella notizia lo stupì. Tre settimane prima aveva dato fuori di matto, distruggendo il suo matrimonio con Demelza all'idea che Elizabeth sposasse George. Ora invece non provava nulla. "Ci sono altre belle notizie per me o posso andare a letto?" - chiese, con una punta di ironia nel tono di voce.

Prudie annuì. "E' stato quì il vostro socio alla miniera. Ha detto di dirvi di correre subito da lui, appena tornato. Pare che abbiano trovato ingenti quantità di stagno dietro la parete crollata. Tanto ingenti da farvi quasi diventare ricco".

"Cosa?". Era una buona notizia per i suoi uomini, se quello che aveva detto Prudie corrispondeva a verità, era la realizzazione di un sogno e il coronamento di anni di fatica. Ma non riusciva a gioirne. Quanto avevano faticato, perso, sofferto lui e Demelza negli anni di povertà che avevano condiviso insieme, aspettando un momento simile? Ed ora quel momento era quì e lei non c'era più... L'amarezza lo invase, come un veleno. "Grazie Prudie, domani mattina andrò alla miniera quanto prima".

"Aspettate ad andare a letto signore, c'è un'altra cosa?".

Ross alzò gli occhi al cielo. Che diavolo poteva esserci ancora? "Cos'altro c'è?".

Prudie rovistò nella tasca del suo grembiule, estraendone una lettera. "E' della signora. L'ho trovata sotto il cuscino del letto in cui avete dormito in libreria, dopo che...".

La interruppe, mentre il cuore prendeva a galoppargli nel petto. "Di Demelza?".

"Si signore, deve averla scritta prima di lasciare questa casa. L'ho trovata quando ho disfatto il letto, visto che ormai siete tornato a dormire nella stanza padronale".

Con le mani tremanti, Ross prese la lettera e senza dire nulla salì al piano di sopra, chiudendosi nella sua stanza. Si gettò sul letto, con mente e cuore in tumulto. Una lettera, da Demelza... Forse non tutto era perduto, forse gli aveva lasciato un recapito, una spiegazione, un qualche appiglio per ritrovarla. La aprì, speranzoso e allo stesso tempo terrorizzato. Riconobbe la scrittura elegante, ordinata e pulita di sua moglie, molto migliore della sua.

"Ross, ti scrivo questa lettera per informarti che sto partendo con Jeremy. Non ha importanza né dove andrò, né quello che farò ma ti rassicuro che farò di tutto perché nostro figlio stia bene, su questo puoi dormire sonni tranquilli. Sono la figlia di un minatore dopo tutto, una donna del popolo. E le donne del popolo sanno cavarsela anche senza avere un uomo accanto, sanno lavorare ed arrangiarsi da sole. Le donne del popolo non hanno bisogno né di aiuto né di attenzioni, come giustamente avevi detto ad Elizabeth durante una vostra vecchia conversazione che avevo ascoltato per errore, a Trenwith.

Non cercarmi, sarebbe una inutile perdita di tempo perché non tornerò. Non hai responsabilità verso di me, sentiti libero di vivere come vuoi, accanto alla donna che hai sempre desiderato. In fondo ho sempre saputo che sarebbe successo, che era lei che volevi, che ero solo una seconda scelta. Non è una bella sensazione vedere, giorno dopo giorno, che l'uomo che ami non ti considera abbastanza per lui. E non voglio che mio figlio provi quello che provo io crescendo, vedendo suo padre che sogna una vita e una famiglia altrove. Lo so, l'ho sempre saputo che era Elizabeth che volevi, che né io, né Julia, né Jeremy saremmo mai stati alla sua altezza, che quella perfetta per te era lei. Non me ne vado per il tradimento di una notte ma per tutti quelli avvenuti prima, ogni volta che diventavamo invisibili e tu correvi da lei, senza curarti del fatto che ne potessimo soffrire. Mi hai tradita in mille modi Ross e forse l'ultimo non è nemmeno stato il peggiore.

Ora non avrai più bisogno di accampare scuse, ora potrai vivere con lei alla luce del sole. Tu ed Elizabeth.

Il vostro amore supererà ogni ostacolo, come non è riuscito a fare il nostro. Siete perfetti e fatti per stare insieme, come le avevi detto sempre in quella famosa conversazione che ho sentito, mio malgrado.

Ora potrete farlo, potrete vivere il vostro amore, mi faccio da parte e me ne vado. Ti auguro di essere felice con lei, sul serio. L'unica cosa che ti chiedo, per me e per Jeremy, è di non cercarci più. Vivi la tua vita e permetti a noi di vivere la nostra, serenamente, senza sentire il peso del confronto con altre persone. Non sentirti in obbligo, mai, non ne abbiamo bisogno.

Demelza


Gli sembrò che la stanza gli collassasse addosso. Cercò di ricordare a quale conversazione si riferisse Demelza nella lettera ma i suoi ricordi in quel momento erano confusi ed incoerenti.

Era una lettera breve, non rabbiosa, non accusatoria, una lettera scritta con cuore ferito della donna che aveva sposato e che aveva giurato di amare sopra ogni altra cosa.

Facevano male quelle parole messe nere su bianco, gli davano la consapevolezza di ogni suo errore o torto, di quanto l'avesse fatta soffrire, di quanto l'avesse trascurata, di quanto l'avesse ferita, tanto da farle credere di essere la seconda scelta, un ripiego. Non era vero che non l'aveva mai considerata abbastanza per lui, non era vero dannazione!

E ora, che avrebbe fatto?

Non era il tradimento di una notte che aveva spinto Demelza ad andarsene, ma il tradimento di tutte le promesse che gli aveva fatto e che non si era mai curato di mantenere, troppo preso da se stesso, dal voler cambiare il mondo, dal suo antico ed utopistico amore giovanile.

L'aveva persa, giorno dopo giorno. E per la prima volta ne aveva la piena consapevolezza.

E ora che era rimasto solo, aveva la certezza di capire cosa avesse provato lei per anni. Ed era qualcosa di terribile.






  
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