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Autore: Yellow Canadair    02/12/2016    2 recensioni
C'è chi rimane al buio perché Nami ha comprato le lucine difettose per risparmiare; c'è chi rimane chiuso dentro l'ufficio del direttore e, preso da un delirio di onnipotenza, si lascia andare a dichiarazioni con i lumacofoni accesi; ci sono misteriosi "angeli" tra la neve che affermano di essere divinità scese dalla Luna; c'è chi finisce la legna quando fuori ci sono -15°C; c'è chi riceve un ordine di trasferimento e rischia di essere separata da superiori e ciurma; c'è chi viene trascinato al Galà di Capodanno del Governo Mondiale.
Questo e altro, perché qui si partecipa al “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Nove storie autoconclusive perché non è giusto che i personaggi di One Piece riescano a godersi le vacanze di Natale in pace.
[momentaneamente sospesa! Continua il prossimo Natale, domando scusa ai lettori!]
Genere: Avventura, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cipher Pool 9, Crocodile, Mugiwara, Smoker, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time”a cura di Fanwriter.it!

★Numero Parole: 1589

★Prompt/Traccia:  “Blackout”

 

 

Guarda che belle le lucine difettate

 

« Nami, Nami, Nami! Compriamo le lucine? È quasi Natale! Guarda come sono belle! »

La navigatrice aveva sospirato. Erano ormai due ore che lei e Rufy stavano camminando per le strade di quella città, in vicoli strettissimi pieni di gente che parlava, rideva, faceva battute e li invitava a comprare qualcosa. Erano stati letteralmente bombardati da suoni di canzoncine natalizie, da odori forti, da luci che sfavillavano da ogni direzione, e persone che camminavano in una grande marea di pance e gambe. Era un quartiere decisamente affollato, noto per l’artigianato natalizio e per le viuzze strette strette, con le case alte e i panni stesi ad asciugare da un lato all’altro dei balconi. Ogni passo era una sorpresa: alberi parlanti, statuine giganti, porticine al pianterreno che si aprivano su salotti, con tanto di inquilini che mangiavano e guardavano la televisione.

La calca era tale che nemmeno sembrava un’isola invernale: c’erano così tante persone che Nami si era tolta per disperazione il cappotto, cosa che comunque la agevolava quando doveva trattare sui prezzi.

Rufy era stato attratto dal cibo, che aveva assaggiato saltando di casa in casa dalle finestre aperte o di forno in forno, e oltretutto la specialità del luogo sembrava essere un particolare sugo con la carne dentro, proprio un piatto perfetto per Cappello di Paglia. Ma il Capitano amava anche le lucine, quelle a filo, da srotolare attorno all’albero di Natale. Gli piacevano da matti, specialmente quando le vedeva ancora tutte arrotolate: davano l’impressione di una grande pagnotta scintillante.

« Compriamo queste! » aveva indicato la scatolina da trentadue metri: giustamente, voleva decorarci la Sunny.

« Costano troppo. » l’aveva freddato la bella cartografa. Si era guardata attorno, nel negozio. « Compriamo quest’altre. La lunghezza è la stessa e costano la metà! »

« Ma sembra che qualcuno le abbia già aperte… » aveva ribattuto Rufy guardando la confezione: erano avvolte in un foglio di giornale tenuto insieme da un pezzo di scotch che non attaccava neanche più.

 

~

 

Nami infilò la spina delle lucine nella presa elettrica e ooooohhhh! la Thousand Sunny brillò sul mare, una miriade di lampadine che si arrampicavano sulle sartie risplendevano di blu, verde, rosso e oro.

Un secco BZZZZZ-POP, e sulla Sunny calò il buio più totale.

« Chi ha comprato le lucine nuove? » fece la voce di Usopp.

« Nami. » indicò Rufy nella tenebra, guardando verso le vele che erano ormai immerse nel buio come tutto il resto.

« Credo sia un sovraccarico al generatore. » riconobbe Franky. « Vado a ripararlo, voi staccate subito le lucine dalla presa. » accese i neon dei suoi capezzoli e sparì sottocoperta in direzione del quadro elettrico.

« Uffa, non possiamo decorare la Sunny per Natale » si dispiacque Rufy.

« Non ti disperare, Capitano » disse bonaria Nico Robin reggendo in mano un cero acceso nel portacandela d’ottone e proteggendo la fiammella con una mano. « Bastano un paio di candele, vero, Usopp? »

« Vado a prendere le scorte nel mio laboratorio! » scattò il cecchino avviandosi nel buio. Fece pochi passi e tornò indietro.

« Non è che qualcuno mi può accompagnare? » domandò con noncuranza. « Non perché ho paura del buio, ovviamente! Però i pacchi di candele sono pesanti, e… »

« Vengo io, vengo io! » squittì Chopper.

« E adesso andiamo a mangiare il pandoro! » gridò Rufy.

« Non nominarlo! » si arrabbiò Nami. « Sanji li ha messi tutti sotto chiave per colpa tua e non possiamo mangiarlo fino all’ora di merenda! Ingordo! »

« E poi non è il caso di distrarlo, ora che è il suo turno al timone. » disse Nico Robin. « Vado a portargli del caffè. »

« E io cosa faccio? » piagnucolò quello che almeno su carta era il Capitano.

« Albero. Presepe. Festoni. Tovaglia natalizia. » elencò Nami. « È tutto nell’armadietto sotto al cassero! appena Usopp porterà le candele, tu mi aiuterai a portare fuori tutto! »

« Non servono le candele… » una voce spettrale fece rizzare a Nami i peli sulla schiena. Brook aveva una voce splendida, ma a volte riusciva a farla risultare profondamente macabra!

I due ragazzi si girarono giusto in tempo per vedere l’anima perlescente del loro amico abbandonare le spoglie terrene e fluttuare a pochi centimetri d’altezza. La sua luce era fioca e azzurrognola, però riusciva a rischiarare la tenebra dell’alto mare in una notte senza luna come quella.

Rufy prese al volo il corpo di Brook e lo scheletro, ormai pura anima, disse: « E così posso vedere le mutandine anche al buio, yohoho! »

 

Nami avanzava nel corridoio della Sunny con Rufy al seguito e Brook come scorta, anche se lo scheletro risultava pesantemente contuso e non si azzardava più a chiedere di vedere indumenti intimi.

La ragazza si fermò davanti a un alto armadio di legno chiaro, prese dalla scollatura una piccola chiave e, aperto il lucchettino che le teneva chiuse, spalancò le ante.

Mise fra le braccia di Rufy le scatole man mano che le prendeva, elencando il loro contenuto. Poi, alla fine, ordinò: « Va’ in mensa, chiama Nico Robin e cominciate a sistemare gli addobbi delle prime due scatole. »

« Che state combinando? »

« Zoro? non eri in palestra? » osservò la navigatrice.

« Cercavo il cuocastro, ho fame. »

Nami intanto, illuminata da Brook, si stava caricando di altri scatoli traboccanti di festoni scintillanti.

« Seguimi, sto andando in cucina anche io. Prendi Mariah Carey, prima di venire. » dispose la ragazza.

« Chi?! » fece Zoro rimanendo impalato davanti all’armadio mezzo chiuso.

« Mariah Carey! Apri l’anta destra, è un po’ in alto, la senti subito! » disse Nami allontanandosi.

Zoro aprì le ante.

« Aaaaall I waaant for Christmaaas iiis… yoou- »

Zoro richiuse di scatto l’armadio che con sua sorpresa conteneva una formosa tizia che cantava.

 

~

 

« Nami » chiamò Roronoa.

« Dimmi » rispose la ragazza, che aiutata da Robin stava sistemando su ogni pomello della cucina un pupazzetto vestito da Babbo Natale mentre Rufy mangiava del torrone pescato chissà dove. Brook fluttuava calmo, insinuandosi sotto le gonne delle donne appena ne aveva l’occasione. Purtroppo per lui però faceva freddo, e le due avevano sì le minigonne, ma anche le calze spesse.

« Quando diavolo è salita a bordo, quella donna? »

« Ma chi? »

« ABBIAMO UN CLANDESTINO A BORDO? » urlò Usopp in preda al panico.

« Quella tizia nell’armadio! Maria qualcosa! » si arrabbiò lo spadaccino notando la calma dell’amica.

« Chi, Mariah Carey? Ma no, non è una clandestina. Fa parte delle decorazioni natalizie, è tutto a posto! La tiriamo fuori sotto Natale e a Gennaio se ne va per i fatti suoi, tranquillo. »

Franky arrivò in cucina sorseggiando Coca-Cola. « Super-problema. » annunciò. « Ci vorrà più del previsto. Si è fusa un po’ di roba. » disse.

« Risolvibile, vero? » si preoccupò Nami.

« Naturalmente, sorella! » la rassicurò il cyborg mangiando le scaglie di torrone volate via dalla postazione di Rufy. « Sono solo venuto a dirvi di non preoccuparvi, se la luce non torna subito. »

Sanji arrivò nella stanza. « Che ci fai qui? » fece Nami.

« Chopper mi ha dato il cambio al timone. » spiegò il cuoco togliendosi i guanti. « Così posso cucinare qualcosa di caldo per le mie dee! »

« Sìsì certo. » lo liquidò Nami, mentre Rufy al contrario si appiccicò alle gambe di Sanji per implorare una fettina di pandoro. « Come va la navigazione? Problemi? »

« Sì, il buio. Dalla poppa non si vede neanche la prua. Può salire Brook in coperta? È la cosa più luminosa che c’è, sarebbe utile anche in caso di scogli o secche… »

« Yohohoho, volo! » l’anima dello scheletro fluttuò fuori dalla porta chiusa della sala da pranzo e svoltò a destra, per salire sul ponte di poppa.

« Qui possiamo usare le candele. » disse Sanji accendendone un altro paio per supplire alla mancanza di Brook e posizionandole al centro della tavola, su un candelabro molto pesante fatto apposta per non rovesciarsi durante la navigazione.

 

~

 

« Ehi! Provate a riaccendere una luce! » sfidò Franky raggiungendo la ciurma sul ponte principale della nave, dove stavano sistemando i festoni tra le sartie in maniera, però, da non creare problemi con le manovre delle vele.

Una mano comparve accanto all’interruttore della luce in sala da pranzo, e degli occhi al di sopra.

« In cucina c’è. » fece rapporto Nico Robin. Vedeva chiaramente anche Mariah Carey appoggiata vicino all’albero di Natale.

« Anche in palestra tutto regolare. » riportò Zoro uscendo da lì.

« Anche in coffa, tutto regolare! » avvisò Usopp dall’alto.

« ACCENDIAMO LE LUCINE! » gridò festoso Rufy.

« FERMO! » venne placcato da cinque di loro, che gli tolsero di mano le lucine galeotte.

« Ma che Natale è, senza lucine? » si lamentò trascinandosi fuori dalla mischia. « Dovrebbe almeno… »

Nami guardò verso l’alto e mise un palmo verso l’alto.

Un fiocco di neve le si posò dolcemente sul guantino rosa.

« …nevicare? » suggerì al Capitano con un ghigno. « Giusto in tempo! »

Tutti misero il naso all’insù (anche chi -yohoho- il naso non ce l’aveva): dalle nuvole buie e grigie scendevano milioni di piccoli fiocchi bianchi.

Rufy sorrise, e tenendosi il cappello calcato in testa andò a stendersi sulla polena della Thousand Sunny. « Ora sì che sono cominciate le feste di Natale. » 

 

 

 

Dietro le quinte...

Ed eccomi qui! Anche io comincio a pubblicare per il contest indetto da Eneri_Mess che ringrazio infinitamente per l'impegno, per l'affetto, ma soprattutto per la pazienza <3 

Sono storie senza pretese, autoconclusive, che saltano da una ciurma all'altra, ma spero siano comunque che vi risultino curate e che i caratteri dei personaggi non sembrino stravolti. 

Questa storia è stata realizzata senza maltrattamenti su Mariah Carey. 

Grazie a tutti e buone feste,

Yellow Canadair

  
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