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Autore: Faith_Black    03/12/2016    0 recensioni
Un momento può essere fatale, uno sguardo può deviare il percorso e quando due vite completamente diverse ma compatibili si incontrano, non possono che bruciare per un momento insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brendon Urie, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella era una di quelle serate che lo capisci subito che sta per succedere qualcosa, così quando Brendon Urie decise di essere ancora troppo pieno di energie per andare a dormire dopo quel concerto magnifico, avrebbe dovuto sapere che non sarebbe stata una serata come le altre. Raggiunge un paio di amici in uno dei suoi locali preferiti della città e per la prima ora e mezza non accadde assolutamente nulla, era la solita serata calda e allegra in una Los Angeles ancora tutta da scoprire. 
Dopo aver ballato per quasi tutta la sera, decise di aver bisogno di qualcosa, si avvicinò al bancone e lì successe qualcosa.

Eve Laine aveva passato probabilmente la serata peggiore della sua vita. Non solo aveva litigato con il suo ragazzo Josh, di nuovo, ma aveva anche fatto ritardo a lavoro e il suo capo, un idiota di prima categoria che sapeva solo approfittare di ogni momento per palpare le cameriere, le aveva fatto un richiamo. In più quella sembrava una serata particolarmente movimentata e tutta Los Angeles sembrava essersi riversata in quel locale. Non ricordava nemmeno più quanti cocktail, shots, birre e alcolici vari, aveva preparato e aveva un bisogno urgente di una sigaretta per calmarsi. Si stava giusto per prendere una meritata pausa quando vide Brendon Urie avvicinarsi al bacone e una strana vocina nella sua testolina le impose di restare e servirlo.

<< Ciao posso chiederti una birra o stai staccando? >> esordì lui con un sorriso molto carino in volto.
<< Ah ho ancora molto da fare prima che finisca il mio turno. – sospirò lei. – Una birra, certo arriva subito.>>
<< E’ un peccato perché ho notato che non ti sei fermato un secondo e mi piacerebbe offrirti qualcosa da bere.>> 
Brendon non sapeva nemmeno come gli fosse venuto in mente di dire una cosa del genere, lui era sposato e amava sua moglie, anche se a volte tra loro era dura. Cioè non che ci fosse qualcosa di male ad offrire da bere ad una ragazza, il problema era il pensiero che si era formato nella sua mente quando aveva posato gli occhi su di lei. I tratti ispanici, la pelle leggermente ambrata, gli occhi di smeraldo e quei capelli neri e lunghi che gli avevano fatto venire voglia di passarci le dita.
Eve inarcò un sopracciglio mentre posava la birra sul bancone davanti al cantante.
<< Perché dovresti volermi offrire da bere?>>
Lui sorrise di nuovo.
<< Perché no? – poi le porse la mano. – Sono Brendon.>>
<< Lo so chi sei. – gli fece notare lei, ma si accorse subito di essere sembrata scortese, quindi prese la sua mano. – Eve.>>
Il sorriso del ragazzo si allargò di più e dio se era un bel sorriso.
<< E’ un vero piacere, Eve. Ascolta non c’è nessuna possibilità che io ti convinca a staccare e venire via con me?>> di nuovo si chiese come gli fosse venuto in mente, ma il ghiaccio era sciolto ed era evidente che in qualche modo ci fosse sintonia tra loro.
<< Non posso davvero. – sorrise dispiaciuta. -  Il mio capo mi ha già rimproverata stasera e mi sta guardando.>> accennò con il capo verso sinistra dove un omaccione dall’aspetto abbastanza autoritario li stava fissando da lontano.
Brendon si avvicinò di più a lei come se volesse parlarle all’orecchio.
<< Aspettiamo che si distragga allora.>> sussurrò sorridendo.
La ragazza gli colpì il braccio in modo del tutto giocoso e stava per rispondere alla sua provocazione quando vide il capo avvicinarsi. Per qualche motivo non voleva che i dipendenti socializzassero con i clienti.
<< E’ meglio che vai, prima che mi prenda un altro richiamo per colpa tua.>>
Lui annuì, portandosi una mano all’altezza del cuore. 
<< Non sia mai. Vorrà dire che aspetterò.>> le fece l’occhiolino e poi tornò dai suoi amici.

La punizione per aver “flirtato” con un cliente fu che Eve non poté fare pause fino all’orario di chiusura e Brendon non si presentò più al bancone, anzi la ragazza non si accorse nemmeno quando lui e gli amici uscirono dal locale, troppo presa a servire mille clienti contemporaneamente. Alla fine poteva classificare lo scambio di battute con il cantante come un semplice momento, non gli era dispiaciuto di certo parlare con lui, ma di certo non si considerava che lui stesse davvero flirtando.
Quindi si stupì non poco quando, uscendo finalmente da quel locale maledetto, se lo ritrovò davanti tutto sorridente, fermo contro una macchina che l’aspettava.
<< Mi stavo chiedendo… - esordì stampandosi di nuovo quel sorriso stupendo sulle labbra. – Ma tu lavori davvero tutte le sere fino a quest’ora?>> chiede mentre lei si avvicinava.
Non lo aveva notato prima, troppo preso dal momento in sé per notare i dettagli, ma la ragazza indossava un vestitino nero semplice che però faceva risaltare tutti i suoi lati migliori e calzava degli stivali al ginocchio con tacco alto che il solo pensiero di indossarli per ore e ore gli fece venire male ai piedi per lei.
<< E’ la dura vita di una semplice barista. In più ho dovuto fare un doppio turno stasera.>> sorride anche lei, mostrando i denti avorio in contrasto con la carnagione mulatta.
<< Per colpa mia?>> si preoccupò di chiederle, ma la vide subito scuote il capo facendo ondeggiare di lato i bei capelli.
<< Diciamo che non è stata la mia serata migliore.>> accennò un sorriso.
<< Beh allora permettimi di cercare di renderla migliore.>> le porse la mano attendendo che lei la prendesse. La vide titubare e per qualche istante e pensò di essersi spinto troppo oltre, ma poi Eve sorrise e posò gentilmente la mano sulla sua.

La prima tappa fu un fast food aperto tutta la notte, mangiarono un panino a testa, divisero una porzione di patatine e bevvero una cola. Eve si stupiva di come la conversazione con Brendon non si esaurisse mai, anzi si trovava così bene con lui da aver quasi dimenticato che era le 4 del mattino ed era seduta in un fast food con il cantante dei Panic! At the Disco, il quale tra l’altro le stava tenendo la mano. 
Spostò lo sguardo su le loro mani unite sul tavolino e per un secondo sua vocina interiore le gridò “Che diavolo stai facendo? E’ un uomo sposato oltre che famoso!”, ma quando sollevò di nuovo lo sguardo, trovò l’uomo che le sorrideva e mise a zittire la sua voce interiore, voleva godersi quel momento senza pensare a cosa sarebbe o non sarebbe successo. Decise di ignorare anche il fatto che un paio di persone li stavano guardando e probabilmente avevano riconosciuto il suo accompagnatore.
Finirono di mangiare e Brendon pagò per entrambi vietando categoricamente alla ragazza di mettere mano al portafogli; le passò un braccio intorno al collo e la strinse un po’ a sé.
<< Dove vuoi andare ora?>> le chiese una volta fuori dal locale continuando a tenerla stretta al proprio corpo.
<< Decidi tu, credo di essere troppo stanca anche solo per per pensare ad un posto dove andare.>> rispose lei posando il capo contro il suo petto.
<< Oh che sbadato, non ho nemmeno pensato che forse volevi andare a riposare. Vuoi che ti porti a casa?>>
Eve scosse il capo. 
<< Non importa, mi sto divertendo…>> sollevò lo sguardo e incontrò il suo, così vicino da chiedersi quando si fossero avvicinanti tanto. 
Ci fu un momento in cui il mondo sembrò essersi fermano, il tempo non aveva significato e l’unica cosa che entrambi desideravano era avvicinarsi ancora e assaporare l’uno le labbra dell’altra, così quando Brendon fece scivolare il braccio lungo la schiena della ragazza e le prese una mano, Eve non esitò a farsi trascinare ovunque volesse.
Il cantante fece una piccola corsetta verso un vicolo più appartato, tirandosela dietro, stando attento a non accellerare troppo in modo che lei non rischiasse di cadere con i tacchi, e bloccandola poi tra il suo corpo e il muro di mattoni.
Eve poteva sentire il calore del corpo dell’uomo, ormai così vicino al proprio e chiuse gli occhi quando lui le posò una mano sulla guancia in una carezza dolce, attendendo solo il momento in cui avrebbe sentito le labbra del cantante sulle sue. Tenne gli occhi aperti comunque, imponendosi di non chiuderli perché voleva cogliere tutto quello che stava passando nella mente dell’altro.
Brendon si prese qualche minuto per osservare il viso della ragazza da vicino, l’accarezzò, scrutò nei suoi occhi verdi, passò il pollice sulle sue labbra morbide ed infine, lentamente, cancellò quell’ultima distanza e la baciò.
Le labbra di Eve erano effettivamente morbide, carnose e combaciavano perfettamente con le sue; le chiese l’accesso passando la lingua dolcemente sulla la fessura tra le labbra e lei le aprì piano lasciando che fosse lui scivolare tra esse; le loro lingue si incontrarono e piano iniziarono una danza dolce e proibita, ma appagante come un angolo di paradiso.

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovarono a casa di Eve, stesi l’uno sull’altra sul letto, mentre i loro corpi si sfioravano delicatamente, muovendosi in piena sincronia, e le loro labbra ancora congiunte, giocavano, si desideravano, si mordevano.
<< Brendon…>> mormorò la ragazza con un ultimo barlume di razionalità.
Lui posò un dito sulle sue labbra zittendola dolcemente.
<< Resta con me.>> le sussurrò prima di impossessarsi di nuovo delle sue labbra.
Per un tempo indefinito rimasero su quel letto semplicemente ad accarezzarsi a vicenda, il cantante avrebbe passato ora a sfiorare il corpo della ragazza, viziando gentilente ogni centimetro della sua pelle scura, lambendola con le labbra ed assaporando il suo sapore e godendo dell’espressione di beatitudine dipinta sul suo volto. Scese a baciarle il ventre piatto, giocando con la lingua sul piercing all’ombelico e facendola ridacchiare, arrivando a baciare il centro della sua femminilità e sorridendo del modo in cui la fece sussultare.
Eve gemette lievemente sentendo la lingua del cantante sfiorare una zona così sensibile del suo corpo e non riuscì a non portare una mano tra i suoi capelli, stringendo le dita tra di essi ed assecondando il suo movimento. Dio se era bravo! E tanti cari saluti ai pensieri razionali sul fatto che fosse sposato e lei non si era mai comportata così…
Brendon risalì il corpo di lei posando lievi baci nel tragitto, le accarezzò il viso, posizionandosi meglio tra le sue gambe e puntando gli occhi nei suoi mentre scivolava in lei, lentamente, non avevano di certo fretta di bruciare.
La naturalezza, la dolcezza, la complicità con cui divennero una sola entità, un insieme perfetto di due corpi perfettamente in sintonia sia di movimenti che di suoni, gemiti, sospiri, ansiti che bruciarono l’aria tutto intorno, fino all’apice di un orgasmo profondo, appagante, a suggellare quel peccato alle primi luci dell’alba; uno di quegli orgasmi che lascia senza fiato, senza energie ma che fa sorridere della più pura felicità.

Quando Eve Laine aprì gli occhi, la luce del sole che filtrava dalla finestra, calda e abbagliante, le fece intuire che doveva essere mezzogiorno o giù di lì. Quello che era successo la notte prima, tutto quello che era successo, le sembrava solo un bel sogno e se ne sarebbe davvero convinta se non fosse stato per il braccio che la stringeva ad un altro corpo addormentato accanto a sé. Sollevò lo sguardo e rimase a fissare il volto di Brendon Urie che dormiva beato e tranquillo, con un vago sorriso spontaneo disegnato sulle labbra.
La ragazza si mosse tra le sue braccia fino ad essergli di fronte, posò un bacio sulle sue labbra e accarezzò il suo viso, lui fece una lieve smorfia e strofinò il viso sul cuscino come un bimbo capriccioso che non vuole svegliarsi.
<< Dovresti andare, è tardissimo.>> mormorò.
<< Mi stai cacciando?>> chiese lui ancora con la voce impastata di sonno e gli occhi chiusi e Eve rise.
<< No, ma se vuoi restare qui tutto il giorno, fammi almeno andare a preparare la colazione.>> 
Lui la stava ancora stringendo a sé e questo le limitava considerevolmente movimenti, ma invece di sciogliere la presa, lui la strinse di più e aprì piano gli occhi puntandoli nei suoi.
<< Possiamo goderci ancora un po' questo momento prima di tornare alla realtà?>> chiese e sembrava quasi una supplica a cui lei non poté che annuire, così posò di nuovo le labbra sulle sue prima di poggiare il capo contro la sua spalla.
Passarono svariati minuti in silenzio, semplicemente godendosi quell'abbraccio e cercando di trattenere le sensazioni provate la notte prima, poi il cantante posò un bacio sulla sua fronte accarezzandole la nuca e lei seppe che quella era la fine di quel sogno. Era tardi ed entrambi dovevano tornare alla realtà delle loro vite. Ancora qualche minuto e lui sarebbe tornato ad essere il frontman dei Panic! At the Disco e lei una semplice barista che faceva due lavori per pagarsi il college.
<< Non dimenticarmi.>> sussurrò sulle labbra di lei prima di baciarle un'ultima volta, dopo essersi rivestito e averla guardata per qualche secondo. Lei rimase in quel letto, seminuda e coperta solo da un lenzuolo che profumava di loro; si prese quel bacio e non ci fu bisogno di aggiungere altro. Entrambi sapevano che non si sarebbero più rivisti, mai più, e ora avrebbero dovuto affrontare le conseguenze di quello che era successo, ma per quella notte, per quel fugace momento, si erano appartenuti e l'avrebbero ricordato per sempre.
  
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