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Autore: Notteinfinita    03/12/2016    3 recensioni
Una giornata a Grimmauld Place tra pulizie e scommesse
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Dal testo:
«Che schifo di modo di passare l'estate!» esclamò Ginny salendo le scale di Grimmauld place diretta al primo piano insieme al resto della squadra di pulizie.
«Dai, almeno a lavoro finito non verremo più attaccati dai Doxy quando entriamo in una stanza.» cercò di consolarla Hermione.
La smorfia dell'amica le fece capire che l'idea non la sollevava minimamente
«Magari potremo chiedere a tua madre se può premiarci con qualcosa di buono a lavoro finito.» propose allora, conciliante.
«Non sarebbe male come idea!» esclamò Ron, illuminandosi in volto.
«In effetti sarebbe piacevole.» aggiunse Harry, che adorava la cucina della signora Weasley.
«Banale!» rispose Ginny, lapidaria. «Ci sono, dividiamo la stanza in quattro. Chi finisce la sua parte per ultimo deve pagare pegno.» propose.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Paga pegno, Hermione!


«Che schifo di modo di passare l'estate!» esclamò Ginny salendo le scale di Grimmauld place diretta al primo piano insieme al resto della squadra di pulizie.

«Dai, almeno a lavoro finito non verremo più attaccati dai Doxy quando entriamo in una stanza.» cercò di consolarla Hermione.

La smorfia dell'amica le fece capire che l'idea non la sollevava minimamente

«Magari potremo chiedere a tua madre se può premiarci con qualcosa di buono a lavoro finito.» propose allora, conciliante.

«Non sarebbe male come idea!» esclamò Ron, illuminandosi in volto.

«In effetti sarebbe piacevole.» aggiunse Harry, che adorava la cucina della signora Weasley.

«Banale!» rispose Ginny, lapidaria. «Ci sono, dividiamo la stanza in quattro. Chi finisce la sua parte per ultimo deve pagare pegno.» propose.

«Non so...» tentennò Hermione, sapendo quanto sapesse essere sadica la sua amica.

«Ti prego.» pigolò la piccola rossa. «Facciamo così, prometto che la penitenza non sarà né crudele né disgustosa.»

«E se perdi tu?» chiese Ron, indispettito.

«Io non perdo mai.» fu la risposta della ragazza mentre con un ghigno apriva la porta del salotto che avrebbero dovuto pulire.

Il bello di abitare in una casa piena di maghi adulti è che se un minorenne compie qualche magia non è rintracciabile. Così, senza troppi complimenti, Ginny sfoderò la bacchetta facendo apparire i loro quattro nomi che dopo essersi mescolati andarono a delimitare ognuno una parte della stanza illuminandola di un colore diverso.

«Inizia la gara!» esclamò Ginny, fiondandosi dentro la stanza.

Incapaci di protestare gli altri tre la seguirono lanciandosi a capofitto nelle pulizie.

Per le successive tre ore i ragazzi lavorarono senza sosta disinfestando e ripulendo la stanza.

«Prima!» urlò Ginny, saltellando mentre la scritta con il suo nome svaniva.

«Secondo.» disse poco dopo Harry, tossicchiando per la polvere.

«Terzo.» annunciò dieci minuti dopo Ron, ormai sfinito; giusto un attimo prima che Hermione mettesse a posto l'ultimo soprammobile e si voltasse per annunciare di aver finito.

«Mi dispiace amica, hai perso.» annunciò Ginny, per nulla dispiaciuta. «La tua penitenza sarà dare un bacio sulle labbra a Fred.» affermò, senza scomporsi ma sottolineando sadicamente le parole.

«Cosa?!» urlarono in coro Hermione, Ron ed Harry.

«Avevo detto che non sarebbe stato né qualcosa di schifoso né di cattivo. Un bacio non arreca danno a nessuno e, a detta di molte, Fred è un bel ragazzo quindi non è neanche disgustoso.»

«Ma Ginny!» tentò di protestare Hermione.

«Niente ma. Dammi la mano.» ordinò.

La riccia le porse la destra, convinta che l'amica gliela volesse stringere invece la ragazza la voltò sul palmo e le picchiettò il polso con la bacchetta.

Immediatamente una piccola P rossa apparve sulla sua pelle.

«Questa è la P di penitenza. Appena l'avrai portata a termine sparirà da sola. Non tentare d'imbrogliare, non c'è modo di cancellarla.» spiegò, soddisfatta.

«Ragazzi, il pranzo è pronto!» urlò la signora Weasley dalla cucina costringendo i quattro ad interrompere il discorso e a scendere al pian terreno.

Per tutto il tempo del pasto Hermione non fece che tormentare il cibo nel piatto lanciando occhiate di rimprovero all'amica e sguardi preoccupati in direzione dell'ignaro destinatario della sua penitenza.

Finito di rigovernare la cucina, i ragazzi furono finalmente liberi.

Nel pomeriggio c'era una riunione dell'Ordine e la signora Weasley non voleva che approfittassero della scusa delle pulizie per origliare la conversazione così li aveva confinati al primo piano della casa.

«Hermione, ho dimenticato di dirti una cosa, hai tempo fino a mezzanotte per far sparire la P.» disse Ginny, mentre salivano le scale.

«Cosa?!» esclamò Hermione, allarmata.

«Mi dispiace! Pensavo avessimo più tempo.» rispose l'altra, sinceramente dispiaciuta.

Uno dopo l'altro fecero i ragazzi la doccia per poi ritrovarsi in uno dei salotti ripuliti.

Mentre Ron e Harry giocavano a scacchi, Ginny giocava con Grattistinchi e Fred e George progettavano i prossimi Tiri Vispi. Hermione si era portata dietro un libro ma non riusciva a capire nulla di ciò che leggeva.

Avrebbe voluto strozzare la sua amica, da dove le era venuta quell'assurda idea?

Lei non poteva baciare Fred, non poteva proprio, la sola idea le faceva andare a fuoco la faccia.

L'intero pomeriggio trascorse senza che lei riuscisse a concludere nulla e quando la signora Weasley annunciò che la riunione era finita e che potevano scendere per la cena, Hermione seguì gli altri con aria abbacchiata.

Il tempo stringeva e lei non aveva idea di come venire fuori da quella situazione.

Appena finito di mangiare i due gemelli si dileguarono andandosi a rinchiudere in camera e facendo precipitare ancora di più l'umore di Hermione.

Non poteva entrare in camera loro e dire “Fred ti devo baciare.”

Risalita nella camera che divideva con Ginny mise il pigiama e si sedette sul letto fingendo di leggere.

Quella sera non era proprio in vena di chiacchiere, anzi avrebbe proprio voluto soffocare col il cuscino la sua cara amica per averla messa in quella situazione.

Il rumore di alcune porte che si chiudevano le annunciò che anche gli altri abitanti della casa erano andati a dormire.

Era già tardi e le speranze che riuscisse a pagare il suo pegno si facevano sempre più labili.

D'un tratto ricordò di non aver lavato i denti e così, sbuffando, si alzò dal letto e, recuperati spazzolino e dentifricio si recò in bagno.

Lavati i denti spense la luce del bagno e si apprestò a tornare in camera sua non senza aver prima gettato uno sguardo verso la stanza dei gemelli.

Era ancora intenta a camminare con il viso girato chiedendosi quale scusa poteva inventare per baciare Fred quando andò a sbattere contro qualcosa di caldo e sodo.

«Fred!» esclamò, diventando rossa come un peperone.

Per fortuna il corridoio era in penombra e ciò la rassicurò.

«Allora, sputa il rospo, cosa ha combinato la mia sorellina?» le chiese afferrandole la mano e scoprendole il polso con la P. «L'ho visto durante la cena e so che non può essere altro che opera sua.»

Hermione annaspò in cerca di una bugia da propinargli ma non le venne nulla in mente.

«Su Granger, confessa, qual è il terribile pegno?» la punzecchiò.

Hermione serrò maggiormente le labbra se possibile arrossendo ancora di più.

«A giudicare dal tuo colorito ti ha chiesto qualcosa d'imbarazzante.» ipotizzò Fred, mettendole due dita sotto il mento e portandole il viso alla luce. «E scommetto anche che c'entra un ragazzo.»

Hermione si limitava a tacere ma il suo sguardo bastò a rivelargli che aveva indovinato.

«Devi baciare qualcuno...uhm...Ron o Harry...no, loro erano insieme a voi per tutta la mattina, avrebbero saputo del pegno; deve essere qualcuno che non c'era.» disse ancora, mentre Hermione sentiva il cuore andare a mille.

«Non avrebbe scelto qualcuno degli adulti per non incappare nella punizione di mamma quindi rimaniamo solo George ed io.» concluse, osservando divertito la faccia della ragazza, sconvolta dalla sua intuizione.

«Vi ho sentito mentre uscivate dal salotto.» confessò qualche secondo dopo, ridacchiando divertito.

«Imbroglione!» urlò Hermione, colpendolo con il tubetto del dentifricio per poi voltargli le spalle.

«Vuoi rimanere per sempre con quella P sul polso? Dai, paga pegno, Hermione!» le disse, appoggiandosi al davanzale della finestra, in attesa.

Timorosa, Hermione si volse. In effetti lui le stava facilitando le cose e lei si stava comportando da stupida.

Il problema era che Fred gli piaceva davvero e non le andava di baciarlo solo per via di una penitenza, d'altronde non poteva neanche rimanere con quell'assurdo tatuaggio.

Lentamente si avvicinò fino a portare il suo viso a pochi centimetri da quello di lui.

Stava ancora tentando di trovare il coraggio di annullare la distanza che li separava quando lui le cinse la vita con una mano facendo aderire i loro corpi e quando lei, stupita, alzò lo sguardo su di lui, portò l'altra mano alla sua guancia e la baciò.

Al primo tocco delle loro labbra l'avvertì sussultare per poi sentirla rilassare tra le sue braccia e rispondere al bacio con passione.

Non le importava più del motivo per cui lo stava facendo. Sapeva solo di essere tra le braccia di Fred e di sentirsi felice.

Quando infine si staccarono avevano entrambi il respiro affannato.

«È una fortuna che Ginny abbia scelto proprio me per farti pagare pegno.» disse poco dopo, continuando a tenerla stretta a se. «Non avrei mai potuto sopportare che qualcun' altro baciasse la ragazza che mi piace.» confessò poi.

A quelle parole Hermione sgranò gli occhi, incredula.

«Devo dedurre dal tuo sguardo che per te è lo stesso?» la incoraggiò, non sopportando oltre il suo silenzio.

Hermione sentiva che non sarebbe riuscita a dire una frase di senso compiuto, non mentre Fred con una mano stava giocando con i suoi capelli mentre con l'altra le carezzava leggermente il fianco. Così gli diede l'unica risposta di cui era capace, sportasi leggermente verso di lui gli prese il viso tra le mani e lo baciò.

Intanto, qualche metro più in là, una porta che era rimasta accostata veniva chiusa mentre una lunga zazzera rossa spariva sotto le coperte.

«Sono proprio un perfetto Cupido.» si complimento con se stessa Ginny, mentre si preparava a dormire il sonno dei giusti, felice che il suo escamotage avesse portato i suoi frutti.

Nota dell'autrice: questa ff mi è stata ispirata dalla OS 100 secondi per rubare un bacio  di Sia_

  
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