Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: tixit    03/12/2016    1 recensioni
Piccole storie sul filone di "Loki e Basta". Loki aspetta un bambino e decide di cambiare aria per un po'.
Non so ancora quante. Le inserisco in una raccolta, almeno si fa prima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Thorki on the rocks'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un drago verde non vola

“Cazzo!” sibilò Anghrbodhra lasciando andare Loki, ma lentamente, perché non si facesse male.

“Ti avevo detto di lasciarmi!” Loki lo guardò furibondo, pronto ad iniziare una lite, i pugni contratti, le parole che gli affastellavano la mente senza un ordine - Anghrbodhra non avrebbe dovuto stringerlo, lui non era abituato ad essere toccato, l’unico che lo aveva stretto con tanta intimità era stato Thor, e vedi come era finita! Thor si era preso tutto.

Anghrbodhra sollevò le mani come in segno di resa e gli disse, con voce calma “Ho ricevuto il messaggio. Forte e chiaro.”

Loki sentì che dentro di sé stava ribollendo: Anghrbodhra non poteva minimizzare tutto così, ma come aveva osato? Aveva pensato di potergli dire cosa era bene per lui? Era stufo di gente che si arrogava il diritto di decidere al posto suo, senza mai chiedergli nulla, anzi mentendogli! Gente come Odino! che gli mentiva dalla nascita, tenendogli nascosto chi era, come funzionava quel suo corpo disgustoso, cosa gli poteva capitare, a cosa avrebbe dovuto prestare attenzione... che lo faceva sentire in colpa per quello che non era quando probabilmente non avrebbe mai potuto essere come Thor, nemmeno sforzandosi ancora di più di quanto non avesse già fatto.

Che gli mentiva sul suo futuro: non solo non si sarebbe mai seduto sul trono di Asgard, ma... una famiglia? Odino non avrebbe accettato che una linea di successione tutta sua si sostituisse a quella legittima di Thor! Mai! Se lui, Loki, avesse amato qualcuna, riamato, una donna del suo rango, e se si fosse voluto sposare, una storia normale, che non avrebbe scandalizzato nessuno, glielo avrebbero permesso? Con Thor ancora scapolo? Loki ne dubitò: Odino avrebbe fatto qualcosa e la donna sarebbe morta, o coperta da qualche scandalo, o resa sterile a loro insaputa.
E se, nonostante tutto, avesse avuto un figlio legittimo? Un maschio... sarebbe vissuto?

Ci aveva riflettuto sopra a lungo e la sua conclusione era stata: solo se Thor fosse già stato sposato a sua volta, e con almeno tre o quattro figli maschi, sani, biondi e con gli occhi azzurri.
Allora e solo allora a Palazzo ci sarebbe stato posto per un Principino figlio di Loki, ma a patto che fosse dei colori sbagliati, della taglia sbagliata e che si interessasse di cose inappropriate. E che il piccolo, di tutto questo, se ne vergognasse apertamente.

Anche lui... oh quanto si era dannato per ciò che non era, ma, in fondo, gli stessi motivi per cui veniva deriso erano quelli che avevano garantito la sua sopravvivenza a Palazzo.

Se avesse mai sfidato e battuto Thor in un campo, Odino come lo avrebbe guardato? Con quell'amore che lui sperava di riuscire a meritare? Da qualche tempo aveva preso a dubitarne.

Quanto a quella... "cosa" che lui aveva dentro di sé, il parassita che gli succhiava le energie e lo schiaffeggiava con la nausea, quel grumo di tessuto era molto probabilmente l'unica famiglia che avrebbe mai avuto. Un "essere" che lo disgustava e a cui non aveva nessun amore da dare perché le uniche persone che gli era stato insegnato fossero degne di essere amate erano degli asgardiani perfetti.

Odino lo aveva gettato nel gran caos che era la vita con le armi spuntate...

E lui aveva chiamato "padre" un mostro del genere...

E Frigga? Frigga, faceva esattamente la stessa cosa, una complice. Aveva taciuto, fedele al suo sposo, ingannando quel figlio non figlio con le sue omissioni. Si, certo, lei lo aveva amato, ma alla fine Thor era sempre Thor, tutta un'altra cosa.

Quanto a Thor... forse non aveva mentito su quello che non poteva sapere, ma non aveva mai riflettuto un attimo su come si sarebbe sentito Loki a dover digerire, oltre a Sif, pure Gissa e chissà quante altre!
Lo aveva trattato come una vacca. E aveva lasciato che Sif lo chiamasse così davanti a tutti.

E, a dirla tutta, era anche stufo di gente come Sif!

Lui aveva tagliato i ponti con tutto questo e Anghrbodhra non si doveva permettere!

Non fece in tempo a dire nulla, perché Anghrbodhra si era voltato, senza guardarlo, e si era avviato verso gli altri, lasciandolo solo nel buio.

************************

L’amico di Domi fermò il giovane dai capelli rossi a metà strada, mettendogli una mano su un braccio “Mi è chiaro che Drago Verde ha un problema con la gestione della rabbia…” esordì con un sorriso timido.

“Non sono fatti nostri.” tagliò corto Anghrbodhra, togliendo la mano dell’altro dal suo braccio con un gesto brusco, ma non scortese. Forse avrebbe voluto dire che non erano fatti degli altri, ma, alla fine, lui non aveva idea di cosa volesse Loki, davvero. Lui non sapeva nulla, esattamente come tutti loro.
C’era un padre del cucciolo? Da qualche parte c’era sicuramente, ma avrebbe fatto parte della vita di Loki?
Forse quella storia di una trasformazione sarebbe stata la risoluzione di un problema, magari era questo che Loki avrebbe voluto - che capitasse come un incidente - e non era suo diritto intromettersi.

“Oh si che lo sono…” replicò l’amico di Domi con voce severa, “staremo accampati al freddo, con provviste limitate per chissà quanto tempo, la sua rabbia prima o poi sarà un fatto di tutti...”

“Non più dei modi di Domi.” replicò Anghrbodhra in tono brusco e l’altro fece una risatina divertita “Non è uno zuccherino, hai ragione, ma Domi è mio amico è in lui c’è più di quello che hai assaggiato,” alzò una mano per bloccare l’intervento di Anghrbodhra “Su Drago Verde è sicuramente lo stesso, dal tuo punto di vista, mi è chiaro… del resto è te che ha morso… saprai bene chi stai difendendo.”
Poi scosse le spalle e disse in modo spiccio “Può farlo? Mutare forma? O non può?”

“Non è questione di essere in grado,” Anghrbodhra guardò l’altro negli occhi, “Diciamo che in questo momento non gli farebbe bene per niente.”

Pensò a tutto quello che sarebbe potuto andare storto in una trasformazione, dalla semplice scomparsa del piccolo - in un volatile non era previsto lo spazio per un grembo ed un cucciolo da tenere protetto - al corpo di Loki devastato, e rabbrividì. In silenzio.

Loki non poteva aver desiderato questo. Lo aveva visto a volte accarezzarsi distratto il ventre, Loki non aveva sicuramente desiderato... Loki, probabilmente, non aveva nemmeno pensato alle conseguenze: era solo un ragazzo e si credeva intoccabile dalla vecchiaia, dalla malattia, dal dolore e dalla morte.

Lo immaginò in terra con il ventre squarciato, mentre gli occhi gli si velavano inesorabilmente e si sentì in collera.

E poi, a pensarci bene, il problema della rabbia c'era e non intendeva tollerarlo.

“Allora quella soluzione è esclusa.” il tono dell’altro fu pratico ed Anghrbodhra apprezzò che non insistesse per conoscere i dettagli - non glieli avrebbe raccontati - fidandosi del suo giudizio.

“Non abbiamo molto tempo, ma l’idea del tuo…” il giovane arrossì, non osando pronunciare la parola amico,”l’idea di Drago Verde è giusta. Io non so mutare, ma potremmo costruire qualcosa che voli.”

“In pochissimo tempo?” il giovane dai capelli rossi era scettico.

“Siamo maghi, mi pare…” l’altro si strinse nelle spalle,”Qui il vento non manca… pensavo ad un aquilone…”

Anghrbodhra si pensò su “Si, un aquilone è una ottima idea, ma Sigeric lo vedrebbe, con la poca luce che sta calando? e lo seguirebbe? E se non potesse camminare?”

“Una persona legata all’aquilone, potrebbe… parlare con Sigeric...”

Anghrbodhra replicò scettico “E del problemino del peso in più? ce ne dimentichiamo? Gli aquiloni di solito non portano un carico...”

“No, ma tu e lui, quando siete scesi lungo il fianco… come alla cascata…”

Anghrbodhra sorrise, un sorriso largo che arrivava fin dentro gli occhi “La bolla d’aria… si potrebbe tentare una variazione… più che altro per aumentare la superficie, e per virare… ma è un azzardo.”

“Hai altre soluzioni?” la voce risuonò come un colpo di frusta.

“Chi si farebbe legare?” Anghrbodhra era scettico: facile fare i piani con la vita degli altri.

“Il più leggero.”

Anghrbodhra valutò l’altezza del giovane - non era un nano, ma non era molto più alto di uno di loro, osservò i polsi sottili, che fuoriuscivano dalle maniche e valutò critico l’ampiezza delle spalle. Era intabarrato in un mantello ed era impossibile stabilirne la muscolatura, ma non doveva essere tanta “Sto già parlando con il più leggero, immagino.” annotò con voce tagliente.

“Probabile.”

“Come ti chiami?”

“Hithaer.” disse l’altro in tono scontroso, “Vuol dire… è la foschia sul mare.”

“Proprio di buon augurio,” borbottò Anghrbodhra. Hithaer stava per rispondere piccato, ma gli venne da ridere, “In effetti, bofonchiò...” ci sarebbe mancata solo la nebbia…

In fretta raggiunsero gli altri e si sedettero per spiegare la soluzione, che avevano in mente. Tutti contribuirono offrendo ciò che sapevano fare meglio in campo di incantesimi. Non notarono che Loki li aveva raggiunti, fino a che non pose una domanda diretta a Hithaer “Sai virare in aria?”

Il giovane impallidì e scosse la testa. “Tu sapresti?”

“Forse, non ho mai provato in questo modo… credo che la cosa migliore sia che ti aiutiamo noi da terra, stabiliamo dei segnali perché tu possa farci capire cosa vuoi fare?”

“Sono contento che sei dei nostri,” disse Anghrbodhra in tono neutro, “mi serve una mano con la bolla ed i calcoli. Solo tu lo puoi fare.”

Loki annuì, senza guardarlo in faccia. Si vergognava. Tutta quella rabbia… sarebbe stata giusta con Sif - sacrosanta! - forse Odino l’avrebbe meritata, ma non l’avrebbe accettata e nemmeno capita. Di certo con Thor avrebbe anche potuto farlo prima di andarsene - ma poi la sua fuga non avrebbe più avuto senso: era solo andandosene in silenzio che sarebbe diventato davvero libero. Ma Anghrbodhra? Anghrbodhra… accidenti! l’aveva perfino morso!

“Se vuoi qualcosa in cambio, me lo farai sapere, quando questa faccenda sarà finita, va bene?”

Loki si sentì come se il ragazzo coi capelli rossi gli avesse appena restituito lo schiaffo di poco prima. Forse se lo era meritato, ma faceva male comunque. Cosa poteva chiedere in cambio ad Anghrbodhra? Uno che aveva diviso con lui quello che aveva senza chiedere mai nulla? Non aveva nemmeno lasciato che lui si umiliasse a chiedere… ripensò alla tisana di pochi minuti prima - non era più a Palazzo, non era più il Principe, non aveva schiavi con sé. Non c’era stato niente di dovuto in quella tazza fumante. Un gesto libero. Che non chiedeva nulla in cambio. E che, proprio per quello, non aveva prezzo.

Lavorarono tutti in fretta, molto concentrati e alla fine misero insieme un aquilone con dei pezzi di stoffa leggeri e dei rami di betulla tenuti insieme con delle corde.

L’aspetto non era rassicurante, ma questo era il meglio che si potesse fare con così poco tempo e con la loro magia.

Hithaer, pronto per farsi assicurare, si chinò verso Loki e gli sussurrò “Grazie.” Si capiva che era nervoso.

“Il tuo amico Domi non ritiene che potresti farti male?” il tono era sarcastico, apposta per ferire.

Hithaer alzò gli occhi al cielo. “Drago Rosso non è un coglione.” lo ammonì.

“No, non lo è.” ammise Loki mentre assicurava le caviglie di Hithaer con un incantesimo di protezione.

“Cosa penso di te, te lo spiego per benino quando questa faccenda sarà finita.”

Loki alzò un sopracciglio “Paura che ti faccia cadere durante una virata?”

“Hai dato un morso al tuo unico amico, qui, solo perché ti ha dato un parere onesto… non sei uno che incassa con stile.”

Loki sobbalzò e per un attimo sembrò vulnerabile, solo per un attimo, Hithaer sospirò rumorosamente “Ti stavo prendendo per il culo, asgardiano. La tua razza non ha il minimo senso dell’umorismo, vero? Sapete solo agitare un’arma e mangiare l’arrosto con le mani…”

“Tanto poi ce le puliamo sulla tovaglia…” rispose Loki con un sogghigno. Poi con un colpo deciso di coltello tagliò la corda che assicurava l’aquilone al suolo e questo si alzò vorticando nell’aria. Hithaer gridò per la sorpresa e poi continuò per la paura, ma il vento si portò via il rumore con sé.

“Potevi aspettare che ti dicesse di essere pronto!” ruggì Domi, irritato, ma Loki lo zittì con un gesto della mano “Non credo lo sarebbe mai stato, meglio così, come una sorpresa…”

“Mi pare di aver sentito un urlo…” mormorò Anghrbodhra perplesso.

“Sicuramente un grido di esultanza…” rispose Loki con aria impassibile, mentre verificava scrupolosamente la tensione delle corde e l’aquilone nel vento, pronto ad esaudire la prima richiesta di Hithaer.




Un grazie di cuore a chi legge, segue, ricorda, preferisce e recensisce!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: tixit