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Autore: FairySweet    04/12/2016    7 recensioni
L'aveva lasciata andare o almeno ci aveva provato. Non poteva restare ancorato ai suoi occhi, non poteva vivere dei suoi ricordi perché altrimenti si sarebbe perso nel mare vuoto delle lacrime.
Ora però, in quel dipinto ancora mezzo vuoto, prendeva vita un volto d'angelo che costringeva il respiro a rallentare ...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                       Piccolo Fiore





Un fiore di cristallo, era così che appariva ai suoi occhi Maria Antonietta.
Bella come allora, dolce e delicata, un piccolo fiore troppo debole per la cattiveria di quella corte, un fiore con spine fragili e forse perfino troppo presuntuoso.
Fece un bel respiro camminando lentamente attraverso la sala gremita di gente.
Sentiva i loro sguardi bruciare sulla pelle, le domande silenziose assetate di chiarimenti.
Perché era lì? Con quale diritto una granduchessa del nord camminava per i saloni di Versailles senza alcun controllo? E si divertiva ad immaginare le espressioni sui loro volti.
Lo sgomento, la confusione nel vedere una giovane donna avanzare senza paura alcuna, sicura in ogni suo passo.
Un abito che non apparteneva all'aristocrazia parigina, un abito cucito da mani abili che nulla aveva di pomposo o ingombrante e i capelli, lunghi, terribilmente lunghi e così luminosi da oscurare perfino il sole.
Ciocche dorate raccolte in una treccia considerata alquanto volgare ma che le permetteva di sorridere senza timore alcuno.
Il ciambellano si inchinò a lei piegando il bastone dorato, un cenno solo, le porte vennero chiuse alle sue spalle e assieme a loro, ogni sguardo, ogni sussurro, ogni stupida parola lasciva.
Erano sole, lei e quel passato dal quale era fuggita.
Vide il bel volto della regina illuminarsi, i suoi occhi di cielo riempirsi di emozione “Ho pregato in ogni lingua del mondo di potervi rivedere” chinò il capo seguita dal saggio consigliere che aveva con sé ma l'altra scosse la testa sorridendo “Ve ne prego, sedete con me” “Vostra grazia vorrà perdonare questa piccola intrusione, non era mia intenzione distrarre la maestà vostra dai suoi impegni” “Impegni?” domandò confusa “Credete davvero che possa avere impegni?” “Non è compito mio credere cose del genere” si avvicinò a lei sedendo sulla poltrona porpora di fronte alla regina.
“Avete espresso il desiderio di vedermi altezza reale” “Si, è così e voi ...” “Ho realizzato il vostro desiderio ma avrei io un favore da chiedervi” l'uomo al suo fianco tossicchiò appena costringendola a ridere ma lo sguardo confuso di Maria Antonietta le permise di continuare “Perdonatemi, vedete, il mio consigliere ha passato l'ultima ora a ripetermi quanto sciocco sia chiedere favori ad una regina” “Siete così diversa” “In cosa?” domandò divertita appoggiandosi dolcemente allo schienale.
Era rilassata, diversa dal capitano delle guardie reali che per tanti anni le era rimasto accanto, c'era in lei il freddo dei ghiacci, nei suoi occhi viveva la forza, nei suoi gesti l'eleganza di una donna che ha imparato ad amare.
L'aveva convocata a palazzo per parlare con lei, per tentare di assecondare il piano sciocco del re convinta che la loro amicizia l'avrebbe aiutata ma ora, di fronte a quello sguardo tagliente dipinto d'ironia, ogni pensiero si mischiava, ogni parola rifiutava di uscire dalle labbra.
Lei era lì e la sfidava con quegli occhi tanto belli, con quel modo così diverso di appoggiarsi allo schienale, con leggerezza quasi come volasse “Siete diversa nell'aspetto, siete diversa nelle parole” “Il tempo cambia molte cose mia regina” “Non cambia le persone così tanto” “Al contrario, credo invece che il tempo sia il miglior amico del cambiamento” “Dunque avete una domanda per me?” “Si vostra grazia” “Chiedete ve ne prego” gli occhi di Helena si sollevarono irriverenti piantandosi sul suo volto “Perché mi avete convocato a palazzo?” ci mise qualche secondo prima di trovare una scusa per risponderle.
Si portò una mano alle labbra sorridendo “Non è forse privilegio di una regina poter chiedere l'incontro con un'amica amata?” “No” “No?” “Non è per questo che sono qui altezza reale, non è per questo che mi avete convocato” la regina sospirò stringendo più forte le mani sui braccioli “Via, lasciateci tutti!” una giovinetta dagli occhi di notte posò un vassoio sul tavolino affrettandosi a lasciare la presenza della sovrana ma Aström restò immobile alle spalle della sua signora.
Lo sguardo fiero, le mani elegantemente chiuse dietro alla schiena “Oscar, ve ne prego, vorrei parlare con voi in privato” “Il mio consigliere si occupa degli affari di stato, si occupa della complessa velocità dei miei pensieri quando mio marito è assente e vedete, in questo momento, il mio sposo non c'è” per qualche secondo, lesse sul volto della giovane il fastidio per quella risposta arrivata come un fulmine su di lei ma che potere aveva la regina di Francia? Era una granduchessa svedese, una donna sposata con il cugino di sua maestà Gustavo di Svezia, la preferita tra le sue cugine e nemmeno il potere di Maria Antonietta sembrava intaccare la luce preziosa che le splendeva dentro “Se questo è vostro desiderio Oscar e sia, ma non vi risparmierò certo parole dure” “Non ho alcuna intenzione di evitarle” “La complessità dei vostri pensieri racchiude anche la cattiveria?” inspirò a fondo rilassando ogni muscolo del corpo “Volete conoscere i miei pensieri vostra altezza?” non aspettò nemmeno la risposta si alzò dalla poltroncina passeggiando elegantemente “Penso che la corona francese sia più debole di quanto in realtà non voglia apparire, penso che un sovrano che affama il proprio popolo meriti di soffrire quanto soffre il popolo e ...” si fermò qualche secondo davanti a lei permettendo all'ironia di colorarle la voce “ … penso anche che il ridicolo tentativo del re sia fallito e penso che la regina meravigliosa che una volta servivo, non avrebbe mai accettato simili ricatti” “Lo faccio per il mio popolo” “Lo fate per voi stessa. È redenzione che cercate? L'ho già detto ai vostri ambasciatori, le questioni di stato appartengono al re” “Voi siete l'unica in grado di arrivare al sovrano, le vostre parole possono smuovere il pugno duro con il quale sta colpendo la Francia!” esclamò Maria Antonietta stringendo più forte le mani sui braccioli “Non ho alcun potere vostra grazia, non ho stretto io tali accordi e non ho alcuna intenzione di entrare nei giochi della politica” “Voi mi dovete obbedienza!” era forse la prima volta che la regina di Francia, tirava fuori la forza del suo cuore.
In piedi a pochi passi da lei, il petto che tremava sotto lo sforzo di quello scatto improvviso, le labbra serrate, gli occhi come fulmini.
Una volta forse, avrebbe chinato il capo e chiesto perdono per aver deluso sua altezza reale ma ora, che motivo aveva per chinare il capo? Amava la sua regina, l'amava da sempre e per anni aveva sperato di vederla diventare più grande di quanto già non fosse.
Per anni aveva pregato al suo fianco affinché diventasse la più amata tra tutte le regine, giusta, caritatevole con il popolo, madre e sovrana.
Perfino ora, davanti a quello scatto nervoso, vedeva nei suoi occhi la bambina viziata che non era stata in grado di prendersi cura della propria nazione e si rimproverava per questo, forse avrebbe potuto aiutarla diversamente, forse avrebbe potuto fermarla e aprirle gli occhi ma come si può cambiare il passato? Lei stessa ci aveva provato e a cosa era servito? Il passato era tornato a cercarla, gli occhi di Andrè avevano bussato alla porta del presente ma i lunghi anni trascorsi lontani l'uno dall'altra, avevano forgiato un carattere diverso, forte, indipendente più di quanto non fosse già.
Quegli occhi avevano trovato il rifiuto sulla soglia, una famiglia, una vita, la libertà, era cambiata e forse era quel cambiamento che cercava nello sguardo di Maria Antonietta.
Una regina non può scegliere chi amare né vivere una vita semplice questo lo sapeva bene ma una sovrana, una sovrana vera, aveva il dovere di curare ogni uomo, donna o bambino del suo regno come figlio proprio.
Era questo che lei non capiva, pretendeva obbedienza, pretendeva lo scioglimento di un patto stipulato molti anni addietro e in cambio di cosa? Vedeva in quel gesto, il tentativo disperato di avere nuovamente al suo fianco l'amica che tanto le era mancata ma come poteva restituirle quell'amica? Sarebbe ripartita subito per la Svezia, a che scopo legarla ad una promessa che mai avrebbe trovato pace? Si avvicinò di un passo ancora alla sovrana sospirando “Ci sono cose a questo mondo che non possono essere cambiate vostra altezza” “Sono la regina di Francia, posso cambiare anche le stelle nel cielo se la cosa mi aggrada!” “Siete arrabbiata, siete delusa e spaventata. Potete urlare con me, sono forte abbastanza sapete? Sopporto bene le sferzate della rabbia” “Non avete alcun diritto di rivolgervi a me con questo tono! Dimostrate rispetto e abbassate lo sguardo!” ma Helena non si mosse, l'uomo alle sue spalle sorrise appena “Avete sempre avuto il mio rispetto, avete sempre avuto la mia amicizia e il tenero amore di una sorella ma ora vostra grazia, le priorità nella mia vita sono cambiate” “Siete francese, la vostra obbedienza è qui!” esclamò gelida mostrandole l'anello reale.
Il volto delicato era ormai colmo di rossore, gli occhi lucidi, il respiro accelerato “Partirò questa notte stessa altezza reale. Torno in Svezia e con me partiranno anche i miei figli” per qualche secondo, sul volto di Maria Antonietta passò la confusione “I vostri ...” Helena sorrise annuendo dolcemente “Niklas, l'erede che tanto desiderava mio marito ...” continuava a parlare allentando la tensione nel cuore della giovane
“ … Erland ed Elin, il sole e la luna delle nostre vite ...” sfiorò il volto della regina costringendola a respirare di nuovo “... e Reine, il mio piccolo angelo” “Voi avete ...” “Siete madre anche voi, conoscete l'amore per i figli, come posso mettere in pericolo i miei bambini?” la sentì tremare sotto le dita “Vostro marito ha mentito dunque! Gli ho chiesto molte volte … gli ho chiesto di voi e non ha mai ...” “Avete mentito anche voi altezza reale” la giovane rise cercando di trattenere lacrime innocenti, indietreggiò di colpo sedendo maldestramente sul suo piccolo trono “Non sono arrabbiata con voi, avete il mio amore altezza reale ma non più la mia obbedienza e credetemi, il dolore che voi provate, mi ha spaccato il cuore ogni minuto da quando la vostra lettera ha toccato le mie mani” “Kunglig höghet” Helena annuì appena voltandosi verso Aström, il ciambellano si avvicinò alla sovrana, lo sguardo confuso mentre le dame di compagnia entravano trafelate.
Si affaccendavano attorno a lei come tante piccole api alla ricerca del nettare prezioso ma gli occhi di Maria Antonietta erano ancora incatenati ai suoi “Prendo congedo dalla maestà vostra” “Non potete, non ve lo permetto” “Mi lascerete andare perché c'è un sovrano là fuori che mal sopporta questi giochi. Ho sposato un figlio del nord altezza reale, il mio re ora è un'altro ma voglio che sappiate che il mio cuore ...” posò una mano sul petto trattenendo un tenero singhiozzo “ … è sempre stato colmo d'amore per voi” “Voi mentite Oscar, non è amore qualcosa che ti costringe al pianto” “Lo è forse fingere che tutto sia normale? C'è una rivolta attorno a voi, siete forte abbastanza per affrontarla. Non avete bisogno di me né del mio sovrano” “Oscar ...” strinse più forte la mano sul petto chinando lentamente il capo, l'uomo al suo fianco fece lo stesso seguendo poi i passi della duchessa “Siete stata brava” sussurrò non appena le porte furono richiuse alle loro spalle “Temevo di dovervi staccare da lei con la forza” “Non sono una bambina. Questa follia non poteva certo trovare accoglimento. Non mi piacciono i ricatti né questa corte sciocca e presuntuosa” “Allora perché piangete?” sorrise appena nascondendo una perla trasparente “Era vero quello che le ho detto, l'amavo come una sorella” sentì la mano dell'uomo posarsi dolcemente sulla sua schiena, una carezza delicata che aveva l'unico compito di alleviare il dolore.


 
  
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