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Autore: Lady R Of Rage    04/12/2016    2 recensioni
In un’altra vita, Mettaton è stato un tiranno. Un dittatore totalitario, subdolo e crudele quanto inquieto e spaventato, che ha costretto il proprio regno in un regime di terrore per il quale ha pagato con la propria vita.
Nel presente, Mettaton scopre segreti su sé stesso che non avrebbe mai immaginato. Viene messo davanti a un lato del proprio essere che non avrebbe mai voluto vedere, che odia e teme allo stesso tempo. E quando le richieste d’aiuto non ottengono risposta, dovrà prendere in mano la situazione da solo.
E salvarsi: perché la sua vita non è uno spettacolo e il finale lo sceglie lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphys, Asgore Dreemurr, Mettaton, Papyrus, Sans
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie '#MTTBrandVitaDiM...'
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Il Prezzo Del Potere - Tragicommedia In Quattro Atti Sull’Ineluttabilità Del Destino


Introduzione: Casualità 
 
Alphys aveva chiamato per la terza volta, e Mettaton non la sopportava più.
L’ultima cosa di cui aveva voglia in quel momento era della sua tensione e del suo continuo panico agitato. Voleva bene alla scienziata, o almeno ne era convinto, ma a volte sentiva davvero di non tollerarla affatto.
L’Umana era ormai giunta alle porte del MTT Resort. Aveva prenotato una camera per la notte e mangiato ogni sorta di delizie al MTT Resort. Ad Alphys, per telefono, aveva detto che sarebbe andata avanti due giorni dopo. A quanto pare aveva bisogno di accumulare dei soldi per una certa armatura in un certo villaggio, e ci avrebbe messo un po’.
“Benissimo” aveva pensato Mettaton. “un giorno di vacanza per me”.
Lontano da Alphys, lontano dai suoi dipendenti che ormai conosceva a memoria, lontano da quell’ambiente tutto uguale. Con la prospettiva di scappare dal Sottosuolo ormai sempre più vicina, i luoghi della sua routine gli sembravano ancora più noiosi e grigi del normale. Così, per non “morire di noia”, era scappato via di nascosto in cerca di luoghi dove non era mai stato prima. 
Per muoversi in incognito, Mettaton usava la propria forma EX. La batteria era ancora inefficiente, ma se non c’era un pubblico a guardarlo poteva permettersi di razionarla evitando piroette e passi di danza. In quel modo restava acceso anche per ore intere, giusto il necessario per godersi un bel pomeriggio fuori. 
Per non far vedere il suo nuovo corpo al pubblico, lo copriva con un mantello nero col cappuccio.
“Meravigliosamente drammatico” pensava guardando la sua immagine riflessa negli specchi di ghiaccio. Assomigliava tremendamente al Traghettatore (o era una Traghettatrice?), ma con un fascino indubbiamente maggiore, e due gambe che avrebbero fatto invidia anche alla più affascinante delle modelle.
Si era fatto traghettare in un’area remota della zona innevata del Sottosuolo: un punto tranquillo, lontano dal soffocante clamore dei fan, dove rilassarsi quanto voleva, godendosi la sensazione di fresco della neve sul proprio corpo e il silenzio ovattato dell’isolamento. Ma soprattutto, pregustando senza ritegno la sua prossima vittoria.
“L’umana verrà domani al Core”. pensò. “Io la affronterò, la sconfiggerò, prenderò la sua anima, e… tutto quello che ho sempre desiderato sarà mio. Libertà… stardom… milioni di persone mi guarderanno!”.
Era tutto premeditato, nel minimo dettaglio. Forse Alphys gli sarebbe mancata un po’… e forse anche Napstablook… e Shyren, magari… ma cosa gli importava? Tre persone non erano nulla paragonati alle folle che lo avrebbero adorato se tutto fosse andato come previsto. 
Aveva passato giorni interi a sognarlo, mentre il resto del Sottosuolo dormiva ignaro di ciò che li attendeva.
Avrebbe ucciso la bambina, prendendo l'anima dal suo corpo come un gioiello in suo tributo. Avrebbe superato re Asgore e la Barriera. E poi...
"«Signore e Signori, ecco il momento che stavate aspettando». Il sipario si apre. Le luci del palcoscenico rutilano in ogni direzione.
«Per la prima volta per voi... la grande e unica star del Sottosuolo...». Il pubblico grida e applaude. Chiamano il mio nome, urlano fino a sgolarsi per me.
«L'irresistibile... meraviglioso... delizioso...». Eccomi, eccomi che appaio. Le urla si fanno sempre più forti. Il pubblico mi ama. Mi venera.
«MET-TA-TON!».
E qui le urla si fanno così forti da soffocare persino i pensieri."
Esultò mentalmente, rotolandosi nella neve senza pericolo di danneggiarsi. Era completamente impermeabile, dopotutto, e ormai stanco del caldo soffocante di Hotland. Il freddo lo esaltava, lo completava. Sentiva quasi un’affinità con neve e ghiaccio. 
"Quando sarò una star sulla terra, mi farò procurare una vasca di ghiaccio che farò riempire ogni giorno. Sarà un toccasana per i miei sistemi".
Ad un tratto, la sua mano urtò qualcosa sotto la neve. Qualcosa di morbido, dalla consistenza plastica.
Mettaton scattò a sedere, caricando d’istinto il cannone nel suo braccio. Guardando meglio si accorse però che si trattava, semplicemente, di un astuccio di plastica trasparente. Era chiuso ermeticamente da una chiusura lampo e conteneva un mucchietto di fogli di carta rosa.
Mettaton sbatté le palpebre, allungando la mano verso lo strano oggetto. “Non è mio. Dovrei rimetterlo dove stava” pensò accarezzando la plastica con la mano guantata. 
Eppure non lo rimise a posto. Si limitò a guardarlo per vari minuti, senza parlare, continuando a sbattere le palpebre e riflettendo dentro di sé in cerca di una motivazione valida per non aprirlo. Convenne alla fine che non resisteva alla curiosità.
-Solo una sbirciatina. Che male fa? Dopotutto sono una star: posso permettermi di osare una volta ogni tanto.-
Aprì l’astuccio ed esaminò il contenuto, seduto a gambe incrociate nella neve, usando il proprio mantello come una tovaglia da picnic. C’erano cinque fogli in tutto, scritti con una penna rosa glitterata su carta rosa pastello. La calligrafia era un grazioso corsivo tondeggiante.
Mettaton trasalì. C’era qualcosa di familiare in quella scrittura.
Troppo familiare.
“Questa persona scrive proprio come me” pensò, lievemente irritato. Nessuno poteva permettersi di rubargli la sua unicità.
Poi si accorse che dietro a ciascuno dei fogli era stata spillata una fotografia. Voltò di spalle il foglio che teneva in mano e trasalì nuovamente.
-Non è possibile…- esalò, le mani che tremavano tanto da rischiare di far cadere il suo tesoro in mezzo alla neve.
Era una sua foto. Lo raffigurava nella forma EX, raggiante come una vera stella, adagiato per traverso su un grande trono, abbigliato con un lungo mantello viola e una grande corona dorata. Stringeva nella mano uno scettro adorno di pietre preziose, e levava le gambe al cielo, ridendo di gusto.
Una didascalia nella parte bassa recitava le parole “27 Gennaio 201X: Incoronazione di Re Mettaton I”.


Angolo Della Lady:
Io non lo capisco, il King Mettaton ending. Non mi stupirei se Toby Fox si fosse pentito di averlo inserito.
Va bene, quasi tutti i personaggi del gioco hanno commesso degli errori: Asgore con le anime umane, Undyne con l'Empress Undyne Ending in cui dichiara guerra all'umanità (e sì, scriverò una #MTTBrandVitaDiM... anche su quel finale), Alphys con gli Amalgamati e così via. Almeno secondo me, però, essere un dittatore totalitario e uccidere/imprigionare/far sparire dalla circolazione chi non lo venera non è un piccolo difetto che sviluppa ulteriormente il personaggio: è un crimine, e non può essere giustificato. 
Cosa voleva FARE, con quel finale? C'è gente che già non tollera Mettaton senza bisogno di quel finale, per ragioni che vanno dal fatto che ha ferito Alphys e Napstablook, al fatto che ha sostituito la statua memoriale di Asriel con una di sé stesso, alla battuta "So what if a few people have to die? That's show business, baby!". 
Forse si aspettava che fossimo noi fan ad esplorare quel finale e mostrare della profondità in esso? Ma figuriamoci. Delle opere d'arte tridimensionali e complesse con Mettaton? Scherzi? Per un sacco di fanartist è solo una scusa per disegnare Mettaton stravaccato sul trono con gli stivali alzati, o che impugna una motosega sogghignando "bow down, bitches". La cosa più triste che gli fanno fare è piangere perché ha perso due followers. Le opere compless e complicate? Tch, quelle sono per Sans.
Quindi, diciamocelo: questo è il mio modo di risolvere/liberarmi di quel finale. Ho scelto di impostarlo come qualcosa a metà tra una rottura della quarta parete e un What If!, in cui tiro fuori uno dei miei headcanon sulle timelines, che spiegherò nei prossimi due capitoli.
Spero che vi piaccia. Ci vediamo presto per il Primo Atto.
Lady R

 
  
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