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Autore: Miyan    19/05/2009    0 recensioni
Lei non fa che pensare a lui. E' nella sua testa,è nel so cuore. Ma è tutto normale?
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo un piccolo desiderio

 

Lo guardo. Non posso fare a meno di osservare il suo profilo. Mi perdo nei suoi occhi ambrati, le lunghe ciglia non troppo scure, le labbra piene. Il collo. Sento la saliva inondarmi la bocca, ho l’acquolina, quasi stessi per assaggiare una fetta di torta. E per me lui lo è. Una zuccherosa e saporita torta al cioccolato, dolce e allo stesso tempo amara.

Non vedo la strada scorrere sotto le ruote della nostra automobile. Non la guardo, la mia attenzione è solo su di lui, il centro del mio universo, la calamita che mi attira senza che la mia ragione mi permetta di stargli lontano. Lui. Ogni secondo che passa mi fa male, perché è come un conto alla rovescia verso la fine. La fine di cosa? Non dell’amore, ma della serata. E io non voglio staccarmi da lui.

Lui guarda davanti a sé, per fortuna! Non vorrei mai che rischiasse di uscire di strada. Conoscendo la mia fortuna mi farei di sicuro molto male. Non riesco a distogliere lo sguardo da lui. Lo osservo umettarsi le labbra e il battito del mio cuore accelera.

“Che stai facendo?”

La sua voce come musica riesce a distogliermi dalla contemplazione. Abbasso lo sguardo arrossendo un poco, mentre mi sistemo meglio sul sedile e alzo gli occhi per osservar la strada.

“Ti stavo guardando. Sei molto bello sai?”

La mia di voce invece è un poco titubante, sembra anche più roca del solito. E sento una vampata di calore invadermi le guance.

“Si smettila dai, lo sai che non lo sono. Ma mi fa piacere sentirtelo dire”

E nel suo tono c’è allegria, dell’ironia e un poco di malizia, mentre per un attimo i suoi occhi abbandonano la strada per incontrare i miei.

“Oh no. Sei bellissimo”

Ma non so che altro dire. Ed il silenzio scende su di noi. Nell’abitacolo della sua auto ora gli unici rumori sono quelli del motore e la musica in sottofondo. Non so per quanto tempo rimaniamo così, io che l’osservo ancora di sottecchi mentre lui osserva la strada. Che serata piacevole. Il nostro primo appuntamento. Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo decisi a uscire. Da quanto è che ci sentiamo? Da quanto è che ci frequentiamo? Da quanto è che ci cerchiamo in mezzo alla gente? Un paio di mesi credo.

“Vuoi proprio andare a casa ora?”

Lo sento domandarmi e mi risveglio dai miei pensieri. Deglutisco mentre cerco il più velocemente possibile di formulare nella mia mente la risposta migliore. Ma quale sarà?

“No, cioè sì. Oh mamma, tu che proponi?”

Mi sento la lingua legata, il cuore a mille, non credo di essere molto lucida al momento. Le mani incominciano a tormentare il bordo inferiore della canottiera nera che indosso.

“Aspetta”

Solo una parola in risposta, carica di significati. Attesa. Attesa di qualcosa che avverrà dopo e di cui non so nulla. Osservo l’oscurità impregnare le strade, la notte è buia, le luci della città non riescono a batterla. Siamo in periferia, poco distante dalla zona industriale. Si ferma nel parcheggio di un supermercato. Posto non molto romantico ma non importa. Non voglio che il tempo scorra, vorrei si fermasse a questo momento. Distolgo lo sguardo da lui e lo rivolgo al di fuori del mio finestrino. Sento il portachiavi di metallo tintinnare quando spegne l’auto, e il motore s’arresta. Silenzio.

“Sai è da tanto che volevo uscire con te…

Parole vuote? Parole piene di significato? Non so, non riesco a voltarmi, il cuore mi martella in testa.

“Davvero?”

Insicura vado a chiedere conferma. La sua mano che si posa sulle mie, fermandole, impedendo loro di tormentare ancora la stoffa scura della maglia.

“Si. Mi sono chiesto più di una volta cosa fare, come fare. È strano. Non mi sono mai fatto molti problemi.”

E di nuovo quella nota ironica, e non posso non cercarne il volto nella penombra dell’auto. Non riesco a percepire appieno i suoi lineamenti, ma gli occhi sembran luminosi. Ha la mano fredda. Forse l’emozione sta facendo effetto su di lui. Io mi sento bollire invece. Ho le mani più calde del normale. Inizialmente non rispondo alla sua stretta, poi le mie dita si intrecciano con le sue.

“Lo so, sono un po’ particolare. Eternamente indecisa. Ancora non capisco perché hai voluto uscire con me…

Trema un poco la voce, me la schiarisco più volte, mentre abbasso gli occhi. E la sua mano libera va a posarsi sul mio mento, fa pressione per rialzarmi il viso su di lui. Eccolo, è proprio bello. Di una bellezza oggettivamente tenue forse, ma che traspare dal suo modo di fare, dai suoi gesti, dalle sue idee. È affascinante. È a pochi centimetri da me. Indeciso. Rimaniamo così per molti minuti, o forse pochi secondi che paiono esser molti di più. Poi mi bacia. Timide sembrano le labbra mentre si incontrano per la prima volta.

Ha un buon sapore. È come il mio gusto preferito di gelato, cremoso e allo stesso tempo fresco. Dura poco quel contatto, come se fosse una prova. Ci guardiamo negli occhi, nessuna parola. Quando socchiudo le labbra per affermar qualcosa ecco che mi posa due dita su di esse e scuote la testa in segno di diniego. Un altro bacio, questa volta più profondo, lento, saporito. Le sue mani che mi tirano verso di lui, mentre io gli poso una mano dietro alla nuca, stringendo tra le dita i capelli.

“No”

Mi scosta con forza e mi sento sempre più imbarazzata.

“Perché?”

Riesco a sussurrare la domanda per poi  sorridergli ma lo so che dal mio sguardo traspare timore.

“Fidati ciecamente di me.”

Non una richiesta, ma par un ordine quasi. Gli rispondo di sì con un cenno del capo, e lui s’avvicina di nuovo. Oddio come ho fatto a stare senza di lui fino ad ora? Alchimia? Magia? Non lo so, ma c’è qualcosa che mi inchioda qui, che mi fa perdere la lucidità, che mi fa desiderare di non separarmi mai da lui.

Le sue labbra e la sua lingua sono fatte per dar piacere. Mi sfiora appena le labbra per poi darmi piccoli baci su una guancia, scende sulla mandibola, par volerla mordere. Un brivido caldo che si espande in me. La lingua disegna piccoli ghirigori sul mio collo, par che la sua bocca non voglia scostarsi di un millimetro, mentre va a posarsi infine sulla clavicola. È piacere allo stato puro. Il respiro diviene più affannoso, sia il mio che il suo. E poi.

Dolore. Un attimo, una frazione di secondo ed è dolore. Il collo mi duole, è come se la pelle fosse stata lacerata. Ma non lo so, non vedo, non capisco, non ho mai provato nulla di simile. Sento che il calore fluisce da me. Panico, un’ondata di panico mi irrigidisce i muscoli, ma le sue mani sul mio viso, sulla mia schiena, sul mio corpo vanno a sciogliere quel macigno. E il piacere ha di nuovo il sopravvento. Le labbra dischiudo, riarse, sembra vogliano chiedere acqua.

Non so per quanto dura quell’estasi, non capisco, sono confusa. La sua lingua disegna ancora sul mio collo per qualche attimo. Quando si scosta da me, mi sento un poco debole, le mani vanno a cercare le sue. Ora sono le mie a essere gelide, le sue invece sono calde. E le sue bellissime labbra hanno assunto un colorito rossastro.

Inorridisco.

Non ci credo.

“Eccoti partecipe del mio segreto. Dovrei ucciderti ora, o farti divenire come me. Ma tu hai un’intelligenza superiore, puoi capire. Sei la mia anima affine, la mia metà.”

Leggermente roca la sua voce, sempre più affascinante. Un brivido gelido mi percorre la spina dorsale.

“Non dire cosa sei, ho capito. Ma ora, portami a casa, non mi sento molto bene”

E sfinita mi appoggio al sedile. Non so come finisco in uno stato di dormiveglia per gli ultimi minuti che mancano dal parcheggio del supermercato a casa mia. Quando sto per scendere la sua mano afferra la mia, mi fa volgere verso di lui e sussurra.

“Questo è il mio piccolo desiderio. Voglio te, anima, mente, corpo e sangue.”

Quelle parole risuonano nella mia testa, non riesco a levarmele mentre mi allontano dalla macchina senza dire una parola.

Ciao a tutti, non so chi possa leggere questo racconto, non so nemmeno a chi potrebbe piacere. E' da molto che non scrivo e forse sono un poco arrugginita. Qualcuno saprebbe dirmi come sto andando? Non ho ancora deciso se sarà una one-shot o una storia breve, vediamo se mi viene l'ispirazione. Intanto ringrazio coloro che hanno letto e chi leggerà in futuro.

Grazie a tutti

Miyan

  
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