Gli era mancato così tanto il suo Victor che decise di non uscire a festeggiare la sua qualificazione al Grand Prix Final o la fine del torneo di Rostelecom.
Tornarono quindi subito nella loro lussuosa camera d'albergo, e lì Yuri si accorse che il suo coach sembrava davvero strano; come se si fosse appena ricordato un episodio che l'aveva fatto innervosire. 
In un attimo un treno di pensieri gli attraversò la mente ad una velocità impressionante. Cosa stava turbano il suo Victor? Maccachin stava bene; lui si era, seppur per un pelo, qualificato per il Grand Prix Final... 
Tutto era andato bene, e quando si erano visti all'aeroporto si erano corsi incontro, lui gli aveva baciato la mano e lo aveva abbracciato. Forte. Come sempre. Quindi come mai adesso era così arrabbiato?
"Yuri" lo chiamò con tono grave, come quando doveva rimproverarlo.
Sentì alle sue spalle i passi di Victor che si avvicinava a lui lentamente, fino ad appoggiare il suo forte e tonico petto alle spalle di Yuri.
Le dita del russo scorrevano piano sul suo corpo, dal fianco fino al collo, e poi di nuovo giù, come se avesse bisogno di riaffermare il suo possesso. 
Appoggiò ad un certo punto un dito sulle sue labbra, accarezzandole lentamente e facendosi poi strada nella bocca dell'atleta nipponico; era stranamente aggressivo, e Yuri non riusciva a comprendere innanzitutto se lo trovasse piacevole o meno, e poi il motivo per cui Victor lo stava facendo così all'improvviso.
"Ci sono telecamere praticamente ovunque durante le gare... Lo sai, vero?"
Perché quella domanda? È ovvio che lo sapeva, e non c'era stato momento in cui non aveva sperato che Victor lo avesse guardato, osservandolo attentamente mentre come sempre pattinava solo per lui.
Come mai, tra i suoi affanni di eccitazione crescente, pareva così aggressivo?
Yuri annuì, trovandosi incapace di proferire parola.
"E quindi dimmi" continuò lento e roco "come ti sei permesso di abbracciare tutte quelle persone?" 
Tolse piano il dito dalla bocca di Yuri permettendogli di girarsi e di guardarlo in quei suoi profondi occhi azzurri che in quel momento lanciavano dardi di lussuria.
"Non lo sai che tu sei solo mio?" Disse con voce bassa e strascicata per poi assaporare con la sua lingua la saliva del moro che gli bagnava le dita.
Lì fu tutto chiaro: Victor era geloso.
A questa realizzazione Yuri si sentì sopra le nuvole, e decise che era doveroso farsi perdonare dal suo innamorato.
Si sfilò velocemente gli occhiali, tirò indietro i capelli e fece un mezzo sorriso, sapendo che già in quella semplicità di gesto sarebbe riuscito a trasmettere a Victor tutto l'Eros di cui era capace.
"Se ti prometto di non farlo più, tu mi permetti di baciarti?" Chiese per poi avventarsi sulle sue labbra senza attendere risposta. 
Sentì Victor sciogliersi come burro ad ogni suo tocco, mentre Yuri indugiava a godere della calda umidità della sua bocca , permettendosi di accarezzare languidamente quel corpo perfetto che tanto amava, realizzando che 
Mai nessun altro corpo avrebbe voluto toccare se non il suo
Mai nessune altre labbra avrebbe voluto baciare se non le sue
Mai nessun altro amore avrebbe voluto ricevere se non il suo. 
Quella notte Victor restò totalmente in balia di Yuri, che per la prima volta aveva avuto la possibilità di bearsi delle espressioni distorte di Victor da un piacere che lui gli stava dando piuttosto che riceverlo, dimostrando a Victor che mai più avrebbe avuto bisogno di essere geloso, perché da quella notte si erano finalmente appartenuti completamente: Yuri apparteneva a Victor e Victor apparteneva a Yuri, nella più languida e occulta, eppure forte, unione del mondo.