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Autore: WinnaH    06/12/2016    2 recensioni
È una legge non scritta nota a tutti quella secondo cui i guerrieri siano quelli che creano i problemi e i maghi siano invece quelli che glieli risolvano.
Seguendo questa legge non scritta quindi, ogni gilda del regno affida a un guerriero in partenza per una missione un mago che lo aiuti a non creare casini o eventualmente a risolverli prima che diventino problematici per chiunque.

★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
★Numero Parole: 1353
★Prompt/Traccia: Fantasy!AU
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sharrkan, Yamuraiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il forziere delle rime


È una legge non scritta nota a tutti quella secondo cui i guerrieri siano quelli che creano i problemi e i maghi siano invece quelli che glieli risolvano.
Seguendo questa legge non scritta quindi, ogni gilda del regno affida a un guerriero in partenza per una missione un mago che lo aiuti a non creare casini o eventualmente a risolverli prima che diventino problematici per chiunque.
Ma è una regola non scritta che i guerrieri non abbiano proprio una grande affinità con i loro colleghi maghi e quindi non è poi così strano che accettino incarichi e partano da soli.

Yamuraiha, maga tra le più famose del regno, era tornata da una settimana dopo una missione nella vicina città portuale e si stava godendo il suo meritato riposo cercando un nuovo incarico che fosse facile ma anche ben remunerato.
La bacheca degli annunci pullulava di richieste di vario genere, ma molte riguardavano l'uccisione di un qualche mostro e per quanto lei lo trovasse un lavoro in cui era difficile annoiarsi, una volta ogni tanto avrebbe preferito fare un lavoro più da mago: qualche incantesimo repellente per mostri noiosi o qualche pozione per curare qualche strana malattia le andavano più che bene una volta ogni tanto. Erano semplici, facili e privi di qualsivoglia pericolo.
Dopo minuti di minuziosa ma inutile ricerca, alla fine si rassegnò a dover prendere l'ennesima richiesta per un grosso mostro che stava seminando il terrore in una qualche città.
Le cadde l'occhio sulla richiesta per l'uccisione di un Idrosauro, mostro che non aveva mai avuto l'occasione di uccidere. Prese il foglio in mano per leggere bene i dettagli, quando nella sala comune della gilda entrò Sharrkan, facendo più casino di un uragano.
Di solito le sue entrate erano rumorose, ma per il suo parlare e parlare. E parlare. Lui e la missione appena terminata, lui che era stato così bravo che la ragazza più bella della città gli aveva dato un bacio (sulla guancia, ma questo lo ometteva sempre), lui che aveva ucciso il mostro con un solo fendente, di quanto era stato impeccabile e altre sviolinate del genere.
Quella volta invece fece solo un gran casino sposando sedie e tavoli davanti a sé e correndo letteralmente verso di lei. Le fu davanti in così poco tempo che Yamuraiha fu quasi colta di sorpresa; lui le strappò di forza il foglio dalle mani, lasciandolo poi cadere a terra come se fosse carta straccia.
«Oh andiamo che ti prende ora?!» Yamuraiha era già stanca della sua presenza, nonostante fosse nella stanza da pochissimi secondi. Senza degnargli troppe attenzioni, guardò il foglio che stava toccando terra e allungò il braccio per piegarsi e prenderlo, ma Sharrkan la fermò prendendole il braccio e senza badare minimamente alle sue proteste o agli sguardi di tutti i presenti su di loro, soprattutto quelli maliziosi di Pisti, la trascinò fuori dalla sala, fino a un vicolo cieco dietro l'edificio principale della gilda.

«Se non mi dai subito una spiegazione a tutto questo che giustifichi tutto questo, giuro che ti fulmino!» Yamuraiha era furente, non solo era stata trattata di malo modo senza ragione apparente ma quel disgraziato casinista non sembrava essersi minimamente accorto di quello che aveva appena fatto.
Per tutta risposta, lui iniziò a gesticolare indicando prima la strada verso la capitale e poi qualcosa che sembrava essere un bosco, ma Yamuraiha non riusciva proprio a capire cosa stesse tentando di dirgli.
«Senti, o parli chiaro o non capirò mai che diamine stai tentando di dire!»
Sharrkan sospirò rassegnato, prese una boccata d'aria e parlò.

«In un bosco sono stato
per un lavoro remunerato.
Un forziere avevo trovato
ma sono stato ingannato.
Un incanto celato
che a rime mi ha forzato.»

Yamuraiha ascoltò il ragazzo parlare, mentre diventava sempre più rosso in volto. La risata della maga non tardò ad arrivare, facendo cadere ancora più nella vergogna il ragazzo che non osava protestare per evitare di parlare nuovamente in rima e quindi farla ridere ancora di più.
«Hai aperto il forziere delle rime?!» Riuscì a dire la ragazza quasi a stento tra le risate. Sharrkan non disse nulla, limitandosi ad annuire con poca forza. Stava diventando davvero imbarazzante per lui essere deriso a quel modo, e dover subire le risate della sua più acerrima nemica era una di quelle cose che avrebbe sinceramente voluto evitarsi.
«Ho brutte notizie per te. La prima è che anche volendo io non posso fare nulla per toglierti l'incantesimo.» Yamu vide la disperazione farsi strada nel volto del ragazzo.
«La seconda è che hai liberato qualcun altro da questo incantesimo.» Il volto di Sharkkan si tramutò in una strana espressione tra il confuso e l'esasperato.
«Terza e peggiore, a meno che tu non vada a cercare di nuovo quel forziere, dovrai aspettare che un altro idiota lo apra, così l'incantesimo passerà da te a lui e tu sarai libero.»
Il ragazzo sbiancò e iniziò a imprecare. O almeno era quello che tentò di fare.

«Quel forziere dannato
senza custode e dimenticato,
a parlar come un imbecille mi ha condannato.
Ma in quel bosco tornerò
e quel forziere distruggerò!»

Per quanto l'albino fosse furente e fosse anche molto convinto delle proprie intenzioni, Yamuraiha non riuscì a non ridere ancora di gusto.

«In quel dannato bosco bisogna tornare
e con me ti dovrò trascinare!»

Sharrkan sembrò non essere disposto a sopportare la vergogna senza fare nulla. Inoltre essere con una maga aveva i suoi indubbi vantaggi, anche se odiava ammetterlo.
«Aspetta cosa?! No no, devi andarci da solo o non funzionerà!» La maga cercò di essere di nuovo seria e pensò a cosa aveva letto riguardo a quel forziere. Non c'erano molte testimonianze e tutte combaciavano tra loro. L'unica certezza era che nessun incantesimo funzionava e niente avrebbe distrutto quel forziere. E poi c'era il rischio che quell'incantesimo passasse a lei. E lei non era cosi stupida da correre quel rischio.
«Una volta che avrai riaperto il forziere in teoria dovrebbe toglierti l'incanto quindi puoi tornare in tutta tranquillità qui alla gilda parlando come il solito scemo che sei!» Yamuraiha non ne era sicura, era in effetti la prima volta che incontrava qualcuno colpito da un incantesimo tanto insidioso quanto ridicolo. «Anche se in effetti non è poi così malaccio sentirti parlare in rima, ti fa quasi sembrare un bardo.»
Sharrkan la guardò con orrore, per poi imitare la posa di un bardo con un banjo in mano intento a suonare una qualche melodia. A quella vista, Yamuraiha scoppiò di nuovo a ridere. Era una risata diversa e Sharrkan se ne rese conto quasi subito. Se prima erano risate divertite ma con una briciola di derisione per quanto gli era successo, ora rideva divertita per quell'imitazione sciocca che aveva fatto su due piedi.
Smise con la sua imitazione e la guardò asciugarsi una lacrima causata dal troppo ridere. Era bellissima, era forte, era determinata. Era tutto quello che avrebbe voluto.
Non aveva mai rinunciato ai suoi sentimenti per lei, ma aveva rinunciato a confessarglieli. Il loro rapporto era troppo complicato e troppo delicato per rischiare di perderlo.
Lei riprese fiato e sfoggiò un sorriso che gli fece perdere un battito.
«Comunque. Perché invece di perdere tempo a fare imitazioni di bardi innocenti non vai a cercare il forziere? Prima lo trovi e prima ti liberi dell'incantesimo!»
L'albino sfoggiò un mezzo sorriso come per darla ragione. Ma non era un guerriero per nulla e infatti d'istinto le rispose.

«Quel che provo volevo a te confessare
ma quel forziere in mezzo si è dovuto ficcare.
Ora nel bosco devo tornare
e sperare un bardo non diventare.»

I due si guardarono una frazione di secondo, arrossirono all'unisono e prima che la maga potesse dire qualsiasi cosa e lanciargli addosso qualche incantesimo, Sharrkan corse via verso il bosco.

Yamuraiha rimase qualche secondo imbambolata, cercando di capire le parole del ragazzo senza però giungere a una conclusione logica. Tornò alla sala comune della Gilda chiedendosi chi fosse la ragazza per cui Sharrkan avesse preso una sbandata. Per una qualche strana ragione, aver scoperto che Sharrkan stava tentando di confessarsi a una ragazza l'aveva messa di pessimo umore.

 

 

 

 

 

 

Post Scriptum
Era da almeno un anno o forse anche di più che non scrivevo una SharrYamu, e infatti credo di noti. Spero non siano così OOC come mi sembra, ma dato che si trovano in una AU ho deciso di prendermi una qualche piccola libertà artistica.
Avrei voluto far parlare di più Sharrkan perché scrivere in rima mi stava facendo morire dalle risate, ma ho avuto pietà per lui!
Chiedo venia per il poco fluff, ma uno è lo scemo del villaggio e l'altra è tonta quindi è stato un po' difficile farli interagire senza che si strappassero i capelli come loro solito!
Spero che le prossime siano proprio diabetiche!

 

  
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