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Autore: incommensurabilmente    07/12/2016    1 recensioni
Mi ero ripromessa di essere forte, di non vacillare. Mai. Non davanti ad un uomo,non davanti a lui.
Eppure lo avevo sentito pronunciare quelle esatte parole.
"Vostra figlia non credo sia abbastanza per un uomo come me.."
Gli erano uscite da quelle dannate labbra che tanto avevo desiderato, sicure, nessun dubbio che facesse tremare la voce. Niente di niente, non un segno.
Ma io lo sapevo, mentiva.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero ripromessa di essere forte, di non vacillare. Mai. Non davanti ad un uomo,non davanti a lui. 
Eppure lo avevo sentito pronunciare quelle esatte parole. 
"Vostra figlia non credo sia abbastanza per un uomo come me.." 
Gli erano uscite da quelle dannate labbra che tanto avevo desiderato, sicure, nessun dubbio che facesse tremare la voce. Niente di niente, non un segno. 
Ma io lo sapevo, mentiva. 
A sé stesso e a chiunque lo stesse ascoltando in quel momento. 
Me lo aveva detto tante volte ormai.
Era amore quello che mi dimostrava con quegli occhi chiari e simili a quelli di una una sfinge, in pochi li sapevano decifrare e io li avevo letti e riletti come un libro infinito. 
Mi avevano regalato migliaia di volte brividi per quei pochi secondi di attenzione che mi avevano dedicato. 
Ma per lui sprecavo la mia giovinezza e verginità con un lord come lui, si credeva vecchio e ormai incapace di amare. Avrei dato tutto l'oro che avevo per una sola sua carezza e lui mi diceva di no per colpa della mia giovinezza, quella cosa che ogni nobile voleva nella propria sposa, quella qualità che ogni madre consigliava di non sprecare adesso lo stava allontanando. 
Ero sulla sedia accanto a quella di mio padre, il re, nei miei abiti da allenamento ancora sporchi di fango. 
Avrei tanto voluto sparire nei meandri della mia armatura, nascondermi tra gli spessi lacci di cuoio che la fermavano, mi imponevo calma ma lo stomaco si era chiuso, la testa era divenuta tremendamente leggera e una sensazione di malessere mi aveva preso. Non avevo osato alzare lo sguardo su di lui. 
Rifiutare il fiore ancora in bocciolo che io stessa gli avrei donato con tutta me stessa equivaleva a girarmi le spalle, capivo quello che diceva ma in quel modo faceva male a me e a me stesso, oltre che al suo re. 
Quale uomo poteva fare una cosa del genere? L'uomo che amavo, l'uomo che mi aveva fatto cambiare idea sul suo conto conquistando la mia fiducia con le azioni, con le parole giuste e con promesse sincere. Avevo sentito l'odio iniziale tramutarsi in interesse, curiosità e desiderio di contatto, con i primi combattimenti avevo potuto sperimentare effettivamente la potenza di un corpo del genere e senza nemmeno volerlo la mia mente inesperta aveva iniziato a volare alta sulle ali di un vento diverso, leggero ma forte, vivo, presente.
  
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