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Autore: Red Raven    20/05/2009    5 recensioni
Aveva tentato di dimenticare. Davvero. Aveva provato a riabituarsi alla vita di tutti i giorni, questa volta con la consapevolezza che, volente o nolente, lì era e lì sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Ci aveva provato davvero.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edmund Pevensie
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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King of Narnia



Tre anni. Tre noiosi, lunghissimi anni.
Edmund osservò il liquido trasparente nel suo bicchiere. Poteva quasi passare per acqua.
Ne bevve un lungo sorso, ignorando il gusto amaro che gli scendeva giù per la gola. Ripose il bicchiere con una smorfia, mentre un vago senso di confusione si diffondeva nel suo cervello.
Tre anni erano passati da quando avevano lasciato Narnia per la terza e ultima volta. Decisamente la più dolorosa.
Aveva tentato di dimenticare. Davvero. Aveva provato a riabituarsi alla vita di tutti i giorni, questa volta con la consapevolezza che, volente o nolente, lì era e lì sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Ci aveva provato davvero.
Ma non c’era stato verso. Lui non era come i suoi fratelli, che in un modo o nell’altro erano riusciti a lasciarsi tutto alle spalle.
Persino Peter. Persino Lucy. Lui no.
Non riusciva a passarci sopra. Non riusciva a fare finta di niente. Non riusciva dimenticare l’unico posto in cui fosse sentito davvero libero.
Era in un vicolo cieco: la nostalgia era troppo grande per continuare a vivere, altrettanto grande la paura di dimenticare tutto. Non sapeva davvero che cosa fare.
“ Quella non risolverà i tuoi problemi, sai?”
Si voltò verso la voce, cercando di vedere con gli occhi appannati.
“ Che ti fa pensare che io abbia dei problemi?” disse con malcelata rabbia.
Si trovava di fronte una ragazza, pressappoco della sua età, con grandi occhi castani e una chioma selvaggia.
“Nessuno che sia in pace col mondo si metterebbe a bere da solo un’intera bottiglia di vodka alle cinque del pomeriggio” rispose lei con un tono saccente che gli ricordava molto Susan.
Lui le lanciò uno sguardo omicida.
“Grazie di avermi avvisato del mio stato pietoso, ora puoi anche andartene” disse.
“ Siamo nervosetti, eh? Ho toccato un tasto dolente?” sghignazzò lei.
“ Molto. Ora te ne vai?” grugnì lui, al colmo dell’esasperazione.
“ No” disse quella, e si sedette.
Edmund rimase colpito e profondamente scocciato dalla caparbietà di quella dannata ragazza.
“ Posso sapere che diavolo vuoi da me?” chiese irosamente.
“ Aiutarti” disse lei semplicemente.
“ E chi sei, Suor Calcutta? Cerchi qualcuno a cui propinare la tua buona azione quotidiana?” sbottò lui.
“Come siamo sgarbati” replicò lei, calma.
“ Se non ti piace, te ne puoi anche andare” esclamò lui.
“ No” disse lei.
Edmund sbuffò.” Fa’ come ti pare” disse alla fine, esasperato.
Rimasero un momento in silenzio, squadrandosi reciprocamente.
Alla fine la ragazza parlò:” Qual è il problema?”
“ Io non ho nessun problema” replicò stizzito Edmund.
“ Perché non la smetti di negare l’evidenza, così possiamo passare oltre?”
Edmund tacque: la cosa lo stava davvero stancando.
“Lo sai che cercare di dimenticare è inutile, vero?” disse lei.
“ Devi stare qui a psicanalizzarmi?” sbottò lui, esasperato.
“ Perché invece non cerchi di ascoltarmi? Che male ti può fare?” disse lei, guardandolo negli occhi.
Edmund scrollò le spalle “So bene qual è il mio problema, non c’è bisogno che me lo dica tu”
Di nuovo tacquero entrambi.
“ Piuttosto, si può sapere qual è il TUO di problema?” chiese Edmund.
“ Eh?” fece lei, senza capire.
“ Non hai niente di meglio da fare?” incalzò lui.
Lei sospirò: “ Sai” disse” avevo un appuntamento con un ragazzo”
“ E ti ha dato buca?” disse lui.
Lei scosse la testa:” Il mio istinto mi diceva di venire qui.”
“ Sei venuta qui senza motivo?” Edmund non capiva.
“ Così pare” rispose lei, sibillina.
“ Ma…perché?” chiese lui.
“ Chi lo sa; forse per propinare a qualcuno la mia buona azione quotidiana” rispose lei.
Edmund rise sommessamente “Sei una ragazza strana”
Lei inclinò la testa e lo trafisse con lo sguardo:” E tu invece?” chiese” Chi sei tu?”
Lui abbassò la testa: già, chi era lui?
“…non lo so” rispose alla fine.
“ Io lo so” disse lei, compiaciuta.
“ Tu sei un re”
Edmund ci mise esattamente dieci secondi per capire quello che la ragazza gli aveva detto. Si voltò, ma lei era scomparsa. Al suo posto c’era un block notes e una penna blu. Li prese in mano entrambi e aprì il block notes: sul primo foglio c’era disegnato un leone ruggente. Sotto, un’unica parola:

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John si svegliò presto quel giorno.
Si precipitò in cucina, dove i suoi genitori lo attendevano per fargli gli auguri e dargli il loro regalo.
Il sorriso nacque sul volto di John quando, scartatolo, scoprì che si trattava di un libro.
Con la gioia nel cuore lo aprì e, mentre aspettava la colazione, cominciò a leggere:
” C’erano una volta quattro bambini che si chiamavano Peter, Susan, Edmund e Lucy…”













Quando si è re o regina di Narnia, si è sempre re o regina





Note dell'autrice: ultimamente sto scrivendo anche troppo. Per la vostra disperazione ^^
Orbene, non so se l'ultima parte si capisca, nel caso non sia così, ve lo spiego subito: Edmund ha scritto le Cronache di Narnia (questo spiega la nota AU). Un po' meno chiaro è tutto il resto, ma d'altra parte non è molto chiara neanche a me.
Temo di essere andata un po' fuori personaggio: cioè, quello più che Edmund sembra Peter O_o Potevo cambiarlo, ma Peter scrittore non ce lo vedo, ergo...E poi Edmund è il mio personaggio preferito.
Orbene, se avete critiche, commenti, domande ecc. c'è l'apposito spazio recensioni: chiedete e vi sarà detto!
Au revoir!
   
 
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