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Autore: Faffa Merckson    08/12/2016    1 recensioni
Sfogo di Gianna, una studentessa universitaria, la quale parla con la sua amica Isabelle, mentre bevono una bella tazza di cioccolata calda.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Nonostante i mesi di distanza aumentano, mi capita ancora di pensare ai bei momenti passati con lui. Ci sono sere in cui i ricordi mi annebbiano la mente e un sottile strato di lacrime si forma sulle mie iridi scure. Mi stringo forte alle coperte nella speranza che prima o poi la mente smetta di ricordare; ma la speranza è vana. E allora mi ricordo com'era la mia vita esattamente un anno fa: andavo a scuola, mi svegliavo ogni mattina alle 6:30, avevo poca voglia di entrare in quella classe composta da individui antipatici e professori odiosi, ma, l'unico motivo che mi spingeva ad uscire di casa ogni mattina, era vedere lui seduto al solito banco. Lui è stata l'unica persona ad entrarmi così tanto nella mente, anzi che dico! Mi è entrata nel cuore (purtroppo o per fortuna). Ogni mattina veniva da me e mi dava il buongiorno, mi chiedeva cosa stessi leggendo, mi strappava il sorriso già dalle 8:30. a volte mi rubava il libro di italiano o di storia: diceva che era solo ed indifeso e che aveva bisogno della sua compagnia. Dio, quanto mi mancano le sue iridi verdi, ed il profumo della sua pelle…

La mia vita lì non aveva senso, non mi piaceva: non avevo la libertà che volevo, dovevo nascondere la mia identità a molte persone e, se la sera uscivo per svagarmi, incontravo per strada le solite facce da schiaffi dei miei compagni di classe. Un vero strazio! Il mio cuore, invece, sperava di incontrare lui, magari in piazza, o forse vicino al portone della casa. Ad essere sincera, non ce la facevo più a dipendere dalla sua presenza; lui non era la cura per la mia anima. Lui è il mio migliore amico, fine della storia.

Per l'università sono partita, davvero lontano da casa, proprio per potermi rifare una vita in tranquillità e libertà. Lui è nel posto giusto in cui dev'essere. Tutto sembra andare come il destino vuole. Eppure, a me manca tanto.

Adesso passo il tempo a studiare per non pensarci, a lavorare sodo, ma non posso impedire alla mia mente di pensare a ciò che essa vuole almeno quando mi metto a letto. Purtroppo non posso. A volte, mi capita di prendere il biglietto del concerto a cui siamo andati insieme l'estate scorsa: l'esperienza più bella della mia vita. Oppure prendo i biglietti degli spettacoli teatrali a cui abbiamo assistito e ne ricordo tutti i particolari: l'opera lirica, le pause tra un atto e l'altro, le belle chiacchierate, la cena da Pita Gyros. Ecco, il ricordo è fisso nella mia mente: quella sera, dopo lo spettacolo, mi aveva proposto di mangiare un panino da Pita Gyros; volle ordinarlo lui per me e successe che, a mia insaputa, mangiai un panino in cui c'erano aglio e cipolla. Puoi ben immaginare, cara Isabelle, com'era il mio alito il giorno dopo! (E i rimproveri che si beccò lui!).

Quando sono particolarmente triste la sera, prendo il cd di Låpsley che mi ha regalato ad agosto, prima che io partissi per Verona. Ricordo che fu un regalo inaspettato ed un gesto spontaneo da parte sua. Mi disse “Dovevo prenderlo per me, così ho pensato che facesse piacere anche a te averne uno”.

Isabelle, io attendo davvero con ansia il giorno in cui lo rivedrò, lo sogno la notte! Nel frattempo, continuo a ricordare quei bellissimi momenti passati insieme. Non so se lui mi abbia mai amata, ma sono certa che abbiamo vissuto una storia d'amore profondo davvero diversa da tutte le altre. Un amore che non si può spiegare con le parole.

 

NOTE:

Quello che ho scritto è tutto frutto della mia invenzione! :)

 

  
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