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Autore: whispersinthedark_    09/12/2016    1 recensioni
“Sai… a volte le cose ci sembrano complicate, ma lo sono solo perché siamo noi a renderle tali.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ambra. Il suo respiro era color ambra.

Lei si perse in quel leggero e appena accennato flusso d’aria che fuoriuscì dalla bocca di lui, dopodichè tutto le fu chiaro: c’era qualcosa.
Ormai sapeva riconoscere i sintomi: battiti accelerati, incapacità di formulare frasi sensate, farfalle nello stomaco. Si sentì morire al solo pensiero: sapeva come sarebbe andata a finire.
Avrebbe passato mesi a sognare quegli occhi color cioccolato che sembravano leggerle dentro, facendola sentire nuda e sopraffatta. Ma non sarebbero mai stati suoi, avrebbe speso innumerevoli attimi a fissarli ogni volta che avrebbe potuto.

 
***

Ancora non sapeva da dove fosse uscita quella vampata di coraggio che le aveva permesso di invitarlo a cena, eppure era successo. Ed ora, a dieci minuti dall’ora X, il suo cuore non voleva smettere di svolazzare nella sua cassa toracica come un uccellino impazzito.
Cambiò abbigliamento più e più volte, continuando a cercare l’abbinamento perfetto e agitandosi sempre di più man mano che il tempo passava. Il suo telefono squillò.

“Sono sotto, mi apri?”

Corse giù dalle scale del condominio, con passi sempre più accelerati come il suo respiro. Lui la aspettava sotto: il cuore di lei perse un battito quando lo vide, e il suo corpo eccitato ebbe un fremito deciso. Sarebbe stata una serata difficile, pensò in cuor suo.

***

I titoli di coda del film scorrevano sullo schermo del pc. Lei si sollevò stiracchiandosi dalla comodissima posizione in cui si trovava, con la testa appoggiata sul grembo di lui. Inutile dire che l’ultima metà del film, il suo preferito in assoluto, era come se non li avesse visti. Si alzò per spegnere il computer e tornò ad appoggiarsi su di lui.
Le dita di lui, in un gesto automatico, iniziarono ad accarezzarle distrattamente il viso: il corpo di lei si incendiò e si rilassò allo stesso tempo, facendo fuoriuscire mormorii di piacere che si interruppero non appena lui smise.

“Eh no, che fai? Mi fai venire la scimmia e poi smetti?”

Si rese conto troppo tardi delle sue parole. Le sue guance si infiammarono, mentre lui si bloccò tentando di elaborare ciò che aveva appena sentito.
Lei si disperò: ecco, aveva appena rovinato tutto. Si era messa fretta, scombinando l’equilibrio perfetto di quella serata. Lui iniziò a farfugliare, visibilmente imbarazzato:

“Quindi… quindi io ti piaccio?”

Le guance di lei presero fuoco, diventando tizzoni ardenti.

“Ehm… sì, ti ho invitato qui per questo in realtà… però non volevo, insomma… ecco, non volevo uscisse così…”

Sentendosi terribilmente in colpa, lei alzò la testa dal grembo di lui e si mise a sedere accanto a lui.

“Ecco… sei carina, però ho paura… sai, e se poi ci lasciassimo? O se le cose andassero male? Insomma, l’imbarazzo… le lezioni insieme… sai…”

Le frasi di lui divennero tremolanti e insicure, come fiammelle di una candela al vento. Lei percepiva il disagio, quella densa cappa di insicurezze e paure aleggiava su di loro pesante e oscura.
Dopo qualche istante di silenzio, si decise. Ora o mai più, doveva tentare il tutto per tutto.

“Sai… a volte le cose ci sembrano complicate, ma lo sono solo perché siamo noi a renderle tali.”

La voce le tremava, mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime amare che stavano per bagnarle le guance. Pregava in silenzio che lui scegliesse il modo meno doloroso per abbandonarla col cuore infranto, che usasse le parole giuste, che…

“Oh, fanculo.”

Lui interruppe i suoi pensieri prendendola per il viso e baciandola.
Il corpo di lei esplose in mille pezzi colorati e incandescenti, per poi ricomporsi e disgregarsi ancora e ancora. Un rogo gigantesco bruciava dentro di lei, attivando ogni nervo del suo corpo all’unisono.
I baci divennero francesi, e il rumore delle bocche si convertì in ansimi. I respiri affannosi dei due si unirono come un coro eccitato, fondendosi l’un l’altro.



 
Ambra e madreperla, notte e giorno, calore e freddo. E improvvisamente, tutto riacquistò un senso.
   
 
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