In Noctem

Lo vedesti per la prima volta al corso di inglese: alzasti lo sguardo e guardasti rapito quelle labbra così carnose ed invitanti.
Jang Dahyung non parlava moltissimo e studiava ancora meno: faceva così schifo che i professori lo davano ormai per spacciato, neanche fosse in fin di vita.
Aveva mille fogli e tanti sogni per la testa, lo si vedeva chiaramente. Vero, Hyuk?
Tu, Jiho e Hyoseob, appena passava, ridevate di brutto: era talmente sbadato che perdeva fogli ovunque.
 

carry my soul into the night
may the stars guide my way
I glory in the sight as darkness takes the day

Lo prese per le spalle e lo sbatté al muro.
“Non guardarmi così” disse il piccolo alla sua vittima.
Dahyung-hyung aveva gli occhi spalancati e la bocca schiusa.
Era così invitante e vulnerabile; non resistette a lungo.
Hyuk si avventò su di esse e nella sua testa imprecò prepotentemente.
Si era innamorato, le conseguenze erano queste.
Affondò le dita nei capelli biondi di Dahyung-hyung e ne massaggiò la cute.
Soffiò il suo nome ripetutamente, baciando ogni centimetro di pelle, non tralasciando nulla.

ferte in noctem animam meam
illustre stelle viam meam
aspectu illo glorior dumb capit nox diem
cantate vitae canticum sine dolore acte
dicite eis quos amabam numquam obliviscar

Jiho ti chiese cosa ti prendesse ultimamente: non avrebbe capito, pensasti.
Hyoseob fece coming-out con te, rivelandosi bisessuale: e tu, come un codardo, non confessasti quel bruciante dolore di passione quando pensavi a Dahyung-hyung.
Non avevi fatto i conti col tuo essere gay, la cotta enorme per lui, quello pseudo-rapper da strapazzo che si faceva chiamare Heize.
Sì, perché Dahyung era intelligente e si sapeva scegliere il nome che più gli si addiceva: era sia calore che nebbia.
Che nome meglio di Dean poteva descriverti al meglio?
Essere un novello James Dean non doveva essere per niente male, vero Hyuk?