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Autore: didi_95    09/12/2016    0 recensioni
Nell'attesa e soprattutto nella speranza di un terzo capitolo della saga di Sherlock Holmes, breve flash introspettiva sui pensieri di Watson quando Sherlock si trascina Moriarty nelle cascate; uno dei momenti più intensi e più belli di entrambi i film a mio parere. Spero che le mie parole gli abbiano reso giustizia.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno sguardo


 
Quando lo aveva visto per la prima volta, avrebbe voluto tornare indietro, avrebbe voluto non aver mai posato lo sguardo su quello strano e carismatico uomo dalla chioma bruna e spettinata.
Forse perché già sapeva che tutto sarebbe cambiato: il suo stile di vita, le sue idee, la sua intera esistenza e perché no, anche la sua quotidianità.
Quella quotidianità che aveva cominciato ad odiare dal profondo, quella routine che lo portava giù fin nei bassifondi della propria anima...
Le ordinarie azioni giornaliere che gli facevano rimpiangere il fronte ogni singolo istante, ogni singola falcata zoppicante per una ferita mai rimarginata del tutto; una ferita più dell'anima che del corpo.
Tutto spazzato via con un colpo di vento, tutto incenerito... e da una sola persona.
Oh, ma poteva chiamarsi persona uno come il grande Sherlock Holmes?
Certamente no... termine troppo riduttivo e per niente calzante.
Holmes lo aveva riportato all'azione, al pericolo... alla vita.
Nemmeno lui stesso sapeva comprendersi.
Probabilmente la vita stessa iniziava ad avere un vero valore solo nel momento in cui rischiava di essere perduta.
Buffo...
Il sottile limite che può esserci tra il rischio e la morte...
Carezzati dalle dita della nera mietitrice senza mai cadere tra le sue scheletriche braccia.
Questo avevano sempre fatto.
Questo avrebbero fatto sempre.
Oh si... Mary lo aveva quasi convinto a fermarsi, a dare un taglio alla lotta contro il crimine, ma in fondo lo aveva sempre saputo anche lei che sarebbe stato inutile.
John Watson non era nulla senza adrenalina in corpo, senza la possibilità di fare del mondo un posto migliore... a modo proprio s'intende.
Ma soprattutto John Watson non era nulla senza Sherlock Holmes.
E passare da tutto a nulla in una frazione di secondo era qualcosa di incredibilmente doloroso... più delle pallottole, più della vecchia ferita di guerra, più di qualunque cosa avesse mai provato.
Il limite era stato alla fine superato.
Su quella gelida terrazza svizzera, il suono del proprio dolore soffocato dal rombo senza fine delle cascate di Reichenbach.
Questa volta non c'era un rimedio, nessun salvifico regalo di nozze a riportare Sherlock su quel balcone.
Erano stati beffati.
La morte si era portata via uno dei più grandi geni che l'umanità avrebbe mai ricordato, ma soprattutto, l'unico vero amico che John avesse mai avuto.
Watson rabbrividì, un uomo in un elegante frac nero nella fredda Svizzera invernale, un occhio ancora violaceo per i colpi ricevuti e lo sguardo azzurro ghiaccio perso nel vuoto innevato.
Un uomo che aveva avuto tutto e che ora non aveva più nulla.
Quando aveva intuito le intenzioni del collega e le implicazioni orribili di quella folle idea, un pensiero fulmineo gli era passato per la testa.
Dio... avrebbe davvero voluto non conoscerlo mai... perché alla fine, una vita senza Sherlock Holmes non valeva più la pena di essere vissuta.
Cos'era stato a fermarlo allora?
Semplice.
Uno sguardo.
Uno di quei secondi che nella mente durano secoli.
Un millesimo di addio che valeva più di un milione di strette di mano o pacche sulla spalla.
Non avrebbe più dimenticato quegli occhi.
Sarebbe stato l'unico a conoscere Sherlock Holmes per quello che era veramente, un genio sì, un egoista spesso, un drogato nei momenti di noia, un fenomenale detective, ma soprattutto un uomo, con tutte le proprie debolezze.
Avrebbe scritto di lui, delle loro imprese, quelle che c'erano state e anche di nuove, perché no?
E da uomo sarebbe diventato mito.
John Watson non avrebbe dimenticato, e nemmeno il mondo lo avrebbe fatto.
Sherlock Holmes non sarebbe mai davvero morto e lui non sarebbe mai stato davvero solo.
Il baffuto uomo in frac sorrise.
   
 
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