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Autore: Bel Riose    20/05/2009    1 recensioni
Nessuno può sfuggire all'amore, neppure l'immortale ragazzo che non voleva crescere. Pure, ora che ha deciso finalmente di tornare nel nostro mondo alla ricerca dell'unica persona che lui abbia mai amato, Wendy Darling, imparerà una amara lezione: l'amore non concede seconde opportunità. E quando si troverà faccia a faccia ad un imperatore tanto spietato quanto misterioso che sembra sapere su di lui molto più di quanto non voglia far pensare, Peter Pan sarà costretto ad udire la voce di una parte di se cui non aveva mai dato ascolto. Mia prima fanfic in assoluto basata su di un mio universo personale.
Genere: Triste, Science-fiction, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Peter rimase fermo all'udire l'imperatore, pure non completamente immobile: fremeva quasi impercettibilmente.
Fremeva di ira.
L'imperatore, dal canto suo, sembrava quasi, pur nella sua apparente inespressività, soddisfatto di quella reazione, come fosse proprio quello che cercava, quello che voleva vedere.
- Sei stupito, forse?- diceva- oppure semplicemente terrorizzato? Di sicuro, però, vorrai sapere cosa ho intenzione di fare...-
Nessuna risposta.
L'imperatore prese allora a girare attorno all'immobile Peter, gli occhi grigi fissi su di lui:- Bene...prenderò il tuo silenzio come un si.-
Un breve sospiro, quindi riprese:- Mi sembra opportuno dirti una cosa: io so tutto di te, dell'Isola che non c'è, dei suoi abitanti e dei suoi luoghi. Conosco ogni signolo centimetro quadrato, anche il più minuscolo anfratto...ma la mia conoscenza non si limita a luoghi e persone...-
Peter continuò a guardare fisso davanti a se, solo di tanto in tanto lanciando un fuggevole sguardo al suo interlocutore.
- In parole povere- continuò questi:-Io so perfettamente quale è la natura del tuo mondo, Peter, e la tua. E, cosa più importante, conosco il metodo per distruggerla, per farla sparire dall'universo come se non fosse mai esistita...ed è propriamente quello che ho intenzione di fare: cancellarvi, te ed il tuo mondo, come si cancella uno scarabocchio fatto a matita da un foglio.-
Fece una breve pausa, poi continuò:- Come avrai notato venendo qui, io posseggo cose che tu prima d'ora non potevi neppure immaginare...e quello che hai visto era solo un minuscolo, insignificante pezzo, diciamo pure un misero assaggio di ciò di cui io sono capace.-
Cacciò da una tasca un minuscolo oggettino.
Peter lo guardò, più automaticamente che di propria volontà: era un rettangolino completamente liscio.
L’imperatore continuò il suo discorso: - Ecco: questo è lo strumento per mezzo del quale morirai.-
Sembrava quasi sghignazzare, non fosse che era completamente atono nel tono ed inespressivo nel volto.
Peter era stupito: cosa diamine era quello?
- Dunque, questo è un piccolo gioiello di tecnologia…si tratta di un sofisticatissimo computer miniaturizzato che, impiantato sul collo di una persona, ne permette di controllare finanche il più recondito pensiero.
Uno strano, inquietante timore si fece strada nella mente di Peter, mentre l’imperatore giocherellava con quell’oggetto:- Ciò che ho intenzione di fare è semplicissimo: ordinerò di applicare questo simpatico giocattolino a tutti gli abitanti del mio Impero, in special modo ai bambini, di modo che controllerò tutti i loro pensieri, le loro fantasia. Perché sono questi che hanno creato te ed il tuo mondo, non è forse vero, Peter? Sono loro a mantenerlo in vita: i pensieri e le fantasie. Lentamente, ma inesorabilmente, io cancellerò pezzo dopo pezzo l’Isola che non c’è…e quando sarò sicuro di averti fatto soffrire a sufficienza, invierò le mie truppe e la spazzerò via una volta per sempre..-
Un abbozzo di sorriso comparve sul volto dell’imperatore, mentre pronunciava queste parole.
Aggiunse:- E se stai pensando che tanto esistono tanti altri posti dove io non regno, beh- scrollò le spalle:- Mi spiace informarti che io sono il sovrano di tutta l’umanità, il mio regno si estende lungo tutto l’Universo…come puoi capire da te, oltre il mio Impero c’è solo il nulla.-
Peter era esterrefatto, incredulo: davvero quel giovane aveva ai suoi piedi l’intero universo? Davvero egli poteva governare le stelle? Davvero poteva controllare i pensieri di tutti i suoi sudditi? Peter stentava a crederci. Mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che esistesse una persona tanto potente.
Mai.
Ma al di là dell’incredulità, una marea di domande ora assillavano Peter:- Se puoi fare tutto questo, allora mi puoi dire perché mi hai condotta qui? Perché mi hai preso prigioniero, quando puoi uccidermi ad uno schiocco di dita sulla mia Isola?- chiese.
L’imperatore sembrò diventare più cupo di quanto non fosse già, ma non rispose.
Si limitò a voltarsi e ad incamminarsi nuovamente verso il suo trono, mentre chiamava le guardie.
Il portone d’ingresso si aprì ed il Generale entrò nella sala accompagnato dai soliti soldati.
L’imperatore fece loro un cenno con la mano e le guardie presero Peter e lo trascinarono fuori, senza che questi opponesse resistenza.
Quando il portone si richiuse, nella sala rimasero solo l’imperatore ed il Generale.
- Cosa ne dobbiamo fare, ora?- chiese questi.
- Procedete come stabilito, Generale.- fu la perentoria risposta dell’imperatore, che nel frattempo si era riseduto.
Il Generale chiese nuovamente:- Ritenete davvero che sia necessario? Perché non passiamo subito ad eliminarlo?-
L’imperatore lo fulminò con gli occhi:- Questi sono gli ordini, Generale. Lei dovrà solo eseguire, chiaro?- fece una breve pausa, poi aggiunse:- C’è ancora qualcosa che Peter deve vedere.-
E mentre parlava, lanciò a terra il piccolo computer, frantumandolo.
  
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