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Autore: Dusty Ellingtown    11/12/2016    0 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di adolescenti, in particolare di due individui, costretti a vivere nel mondo del delirio della vita di oggi . Lei, giovane ragazza dolce ma piena di grinta si innamora perdutamente di Lou; un ragazzo adorabile, ma con un grave problema che lo perseguita da anni: la depressione. lei farà di tutto pur di aiutare il suo amato, ma a volte rischierà di cadere nel vortice lei stessa, tuttavia quando tutto sembra perduto, un raggio di luce invade quell'oscurità, e riuscirà a portare in salvo uno dei due...ma soltanto uno...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella fresca mattina di domenica, la prima ad alzarsi fu Jane, si mise seduta e dopo aver sbadigliato come per salutare il sonno, si guardò attorno e la prima cosa che vide fu un totale disordine, proveniente probabilmeante dalla notte scorsa. Lei ere su un divano letto insieme a un ragazzo che riconobbe dopo poco, era Lou. Sul pavimento giacevano più materassi e cuscini su cui ancora riposavano Maureen, John, Spud, e Jesse. La casa era quella di Lou, e si potevano vedere in ogni dove bottiglie vuote, pacchetti di sigarette sparsi quà e là, vestiti sparsi rimanenze di erba. La sera prima si erano divertiti parecchio. E mentre Jane cominciava lentamente a ricordare ogni avvenimento, Lou si svegliò e si mise seduto accanto a lei, intontito dalla notte precedente. Si poteva scorgere anche un discreto disordine in cucina; c'erano ingredienti sparsi ovunque e torte bruciate, e altri tentativi di chef quà e là. L'unica cosa che pareva familiare sia a Lou sia a Jane era il sole; il bagliore mattitutino soffice e gentile che li aveva risvegliate con la delicatezza di una carezza mammesca. Lou non aprì bocca. Doveva ancora realizzare che quella fosse casa sua, che c'era quel disordine, poi vide i loro strumenti, L'unica cosa trovata al proprio posto, L'unica cosa a cui tutti quanti erano veramente legati, nessuno di loro avrebbe mai permesso di vederli fuori posto dopo averli utilizzati. Di sicuro la sera prima avevano suonato; era questa la conclusione a cui Lou era giunto dopo svariati secondi di silenzio. Cercò delle parole come per cominciare la mattinata. Non sapeva perchè si trovava nel letto con Jane, o meglio, non si ricordava, ma in giro non c'erano segni di passione, quindi una cosa era certa, non si erano spinti più in là dal pomiciare. Lou voleva dire qualcosa a Jane, altrettanto intontita per capire che uno dei due avrebbe dovuto alzarsi; la giornata in qualche modo doveva pur cominciare, e così tutto quello che Lou riuscì a trafugare fu:

- domenica mattina

Jane, per guardarlo, si spostò una ciocca di capelli che le copriva parte del volto, e dopodichè sorrise e rispose con un:

-forse volevi dire Buongiorno

-si credo anch'io

ribattè Lou con un dolce sorriso che manifestava la sua confusione e ancora il suo stato di instabilità. Aveva bisogno di riprendersi, troppo alcool, troppo fumo, sentiva che il suo fegato implorava pietà e l'atroce dolore alla testa non era da meno. Jane, anche lei doveva riprendersi, e così come tutti gli altri, ma loro, se ne sarebbero resi conto dopo. Ad interrompere quel momento di silenzio da sonnolenza fu Jane che, decisa ad alzarsi, disse con tono flebile:

-vado a preparare il caffè

Lou annuì, trovadosi perfettamente d'accordo. Quando Jane si alzò dal letto barcollò un piccolopoco, ma una volta aquistato l'equilibrio si diresse, facendo attenzione a dove mettesse i piedi per non calpestare nulla, verso ciò che era rimasto della cucina. A quel punto Lou, che era ancora seduto sul letto, venne travolto da un senso di vertigini e forti giramenti di testa a tal punto di ricadere sul letto, senza forze. Sentendo il rumore Jane, dalla cucina si sporse, e vide cosa fosse accaduto,così lasciò perdere la caffettiera per qualche tempo e, ancora con molta sonnolenza addosso, preparò un frullato con le uova e del succo di frutta, poi portò il bicchiere con dentro quella bevanda poco invitante da Lou e, accarezzandogli la fronte per renderlo coscente del fatto che lei fosse lì, accanto a lui, gli porse il bicchiere e lui, mettendosi seduto con fatica, mandò giù l'intero bicchiere. Dopo poco già si sentì meglio. Jane, tornò in cucina, con gli occhi ancora socchiusi, e il caffè era quasi pronto, ne avrebbe dovute preparare tante di caffettiere, così, versò il caffè in una brocca, e preparò una seconda caffettiera, poichè in quella casa erano in tanti. Mentre il caffè era in preparazione Jane tornò a vedere come stesse Lou, e notò che era sempre seduto al solito posto. Nella stanza, alcuni avevano il privilegio della coperta, mentre altri no, ma riposavano ugualmente. Lou si sedette questa volta al bordo del letto, come pronto per alzarsi finalmente, e così fece. Diede uno sguardo complessivo alla situazione in cui era ridotta la propria casa, ma rimandò il problema a 'dopo'. L'aria si era fatta piuttosto pesante così aprì la finestra, e l'aria fresca venne a sostituire quella viziata, La luce scialba si introdusse con maggiore semplicità, invitando così gli altri ad alzarsi. Gli altri, con le palpebre ancora appiccicate tra di loro. Jane andò in bagno e cercò, lavandosi più volte i denti, di rimuovere quel fastidioso odore di alcool e di fumo che ormai la rivestiva, si guardò allo specchio: occhiaie, capelli con innumerevoli nodi, vestiti sgualciti, ma aveva un lieve sorriso che le dimostrava che qualsiasi cosa avesse fatto la sera prima, ne era valsa la pena. Uscì dal bagno e tornò in cucina, preparò un'altra caffettiera. Lou stava togliendo tutti gli ingredienti e il disordine dal tavolo pur di fare colazione. Nell'altra stanza invece, Maureen, si svegliò dal rumore della caffettiera in funzione, e così anche gli altri:

-non c'è modo meglio di farci svegliarsi col rumore del caffè che viene su

era tutta la grammatica che in quel momento Maureen era riuscita a mettere insieme pur di dire una cosa carina. Gli altri, non facendo minimamente caso alla frase di Maureen annuirono e si misero seduti come lei, sbadigliando, e stropicciandosi gli occhi per cercare di dare inizio alla giornata. Ognuno, come precedentemente Lou e Jane si guardò attorno e si rese conto del caos, provando a ricordare,ma invano. Vedendo però che Jane e Lou mancavano all'appello provarono a chiamarli:

-Lou

esclamò Spud, ma a bassa voce, non rendendosi conto che non avrebbe potuto sentirlo. Lou, nel frattempo era in cucina con Jane.

   
 
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