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Autore: SailorDisney    12/12/2016    0 recensioni
Bonnie lo guardò, si sentì mancare il respiro. Si prometteva ogni dannatissimo anno che non avrebbe fatto la figura della stupida, che lo avrebbe salutato come si salutano due persone adulte, che non lo avrebbe fissato inebetita, che ogni cinque minuti sarebbe andata a specchiarsi in bagno per rimettere a posto il rossetto, che non si sarebbe persa nei suoi occhi, che non si sarebbe toccata il ciuffo sulla fronte con fare nervoso. E come ogni anno, quella promessa stava andando a monte nei primi cinque istanti di conversazione.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Andy, Bonnie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Illustrazione che ho fatto per la storia:
http://lightyear90.deviantart.com/art/From-Andy-to-Bonnie-647924823


 

“Bonnie sei pronta?!” gridò la mamma dal piano di sotto.

“Uff… ancora un attimo mamma ti prego!” gridò lei lanciando all’aria l’ennesimo vestito e annaspando con la testa dentro l’armadio alla ricerca di quello “giusto”.

“Ogni anno la stessa storia… perchè il Natale a casa dei Davis deve essere una tale tragedia?” disse la mamma sbuffando salendo le scale per raggiungerla.

“Ci sono, lo giuro! Questo andrà bene!” disse cercando di farsi entrare a tutti i costi un vestito decisamente non della sua taglia.

“Hmm… sbaglio o è il vestito della festa del diploma? Sono passati un po’ di anni…” disse la mamma guardandola senza volerla offendere.

“Mamma! Dirmi che sono ingrassata non mi aiuterà di certo!” disse la ragazza tirandosi giù il vestito.

La mamma di Bonnie rise. “Non direi mai a mia figlia una cosa del genere… dico solo che sei cresciuta e… aspetta.” Tornò qualche istante dopo con un elegante abito da sera, luminoso e con un largo scollo.

“Mamma… è tuo questo?” disse Bonnie guardando con sospetto l’abito.

“Sono stata ragazza anche io, sai…? E anche di gran classe!” disse appoggiandosi l’abito e  sorridendo lasciandosi andare a chissà quale ricordo.

Bonnie la guardò con tenerezza. Si fece aiutare ad indossarlo e si voltò a guardarsi.

“Sei una meraviglia.” commentò la mamma portandole un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.

Bonnie sorrise, in effetti le stava proprio bene. Si passò un filo di trucco e raccolse i corti capelli come poteva in un’acconciatura, invece di tenerli amorevolmente spettinati come sempre.

“Adesso andiamo, ti aspetto giù.”

“Si, arrivo…” Bonnie era seduta sul letto, chiuse gli occhi e fece un respiro. “Tra poco lo rivedrò, come ogni anno…” sussurrò. Prese il suo amato Woody e lo rigirò tra le mani, sfiorandone i contorni con un dito. “Per una volta vorrei che non mi vedesse come la bambina di tanti anni fa…” Bonnie abbracciò Woody per farsi coraggio, poi lo ripose accanto agli altri giocattoli sul letto, rimasti lì negli anni, compagni di giochi, di mille avventure e anche di tutti quei momenti assurdi che accompagnano la crescita.

Bonnie si alzò, chiuse la porta e prima di farlo sorrise. Da piccola non si dimenticava mai di salutare i giocattoli prima di andare via e lasciarli soli, adesso era diventata grande ma non aveva perso l’abitudine di salutarli con lo sguardo, loro facevano ancora parte della sua vita, proprio come una volta.

 

La macchina uscì dal vialetto, i fari lasciarono la casa nel buio.

Woody si mise seduto sul letto e così anche gli altri lo seguirono prendendo vita.

“Si è fatta così grande…” disse il cowboy con un tono leggermente malinconico e lo sguardo un po’ perso nel vuoto.

Jessie posò la mano sulla sua spalla. “...ehi! Cos’è questo muso lungo? Era uno splendore stasera!” disse entusiasta.

“Sono d’accordo con Jessie, Bonnie stasera farà una bellissima figura. Andy rimarrà senza fiato!”  commentò Buzz raggiungendo i due amici.

“Sapete… mi sarebbe piaciuto rivederlo. L’ultima volta che l’ho visto era così diverso, gli era cresciuta la barba. Non credevo sarebbe mai successo, cioè… non lo avevo messo in conto, ecco.” disse Woody scuotendo la testa.

“Per fortuna non è successo quando giocava con te, pensa come sarebbe stato farsi abbracciare da un bambino con la barba!” disse Dolly unendosi al gruppo.

Woody rise. “Beh, si… in effetti…”

“Non si ricorderà nemmeno di noi, sciocco di un cowboy! Siamo roba vecchia!” commentò cinico Mr. Potato scendendo dal letto.

“Io invece sono sicura che ogni tanto torniamo nei suoi pensieri!” disse Jessie fiduciosa stringendo la spalla di Woody, lui le strinse la mano e sorrise ringraziandola.

“... e speriamo che quest’anno si accorga dei sentimenti della piccola Bonnie. Ogni anno fa di tutto per farsi notare da lui!” disse la signora Potato sbuffando agitando la borsetta in aria.

“Ma Andy è troppo grande per lei! Non potrebbero mai stare insieme!” si scompose Rex urlando.

“Non è poi così grande… e poi gli amori impossibili sono i più romantici!” disse Trixie sospirando.

Jessie sorrise guardando Buzz. “E’ proprio vero…”

Buzz arrossì. “Bene! Ci aspetta una festa di Natale giù in salotto o sbaglio?!” disse imbarazzato prendendo la mano di Jessie e richiamando a raccolta tutti gli altri.


 

Bonnie e sua mamma arrivarono davanti alla casa di Andy, illuminata a festa sin dal vialetto. La mamma di Andy era sempre stata un’amante delle festività in generale.

Fu proprio lei ad aprire la porta. “Oh siete arrivate! E… Bonnie, sei bellissima. Come ti sei fatta grande!” disse abbracciandola quasi stritolandola.

“S-signora Davis… soffoco…” disse lei.

“Mamma… lasciala stare…” disse un ragazzo cercando di fare accomodare dentro le due ospiti.

Bonnie lo guardò, si sentì mancare il respiro. Si prometteva ogni dannatissimo anno che non avrebbe fatto la figura della stupida, che lo avrebbe salutato come si salutano due persone adulte, che non lo avrebbe fissato inebetita, che ogni cinque minuti sarebbe andata a specchiarsi in bagno per rimettere a posto il rossetto, che non si sarebbe persa nei suoi occhi, che non si sarebbe toccata il ciuffo sulla fronte con fare nervoso. E come ogni anno, quella promessa stava andando a monte nei primi cinque istanti di conversazione.

“Ciao Bonnie…” le sorrise lui dolcemente. Per un solo istante cadde nei suoi grandi occhi marroni, gli stessi occhi che lo guardavano fiduciosa quando era una bimba, adesso quelli stessi occhi erano diventati intriganti, magnetici. Andy strizzò gli occhi e scosse la testa.

“Ehm… come stai? Sei… splendida.” disse prendendole il soprabito.

Bonnie diventò di tutti i colori e deglutì. Sperava che non avrebbe notato il rossore sulle sue guance. “B-bene… “ farfugliò. “BENE! Io… ehm, sono felice che ci avete invitato anche per questo Natale.” disse entrando in salotto, dove tutto era addobbato a festa.

“Uh! Questi me li ricordo!” disse fiondandosi sull’albero e cominciando a giocherellare con la decorazione di un Babbo Natale.
Andy la guardò sorpreso. Bonnie ritrasse immediatamente la mano, imbarazzandosi. Che figura da idiota, tra tutte le cose adulte di cui potevano parlare lei aveva deciso di concentrare le sue attenzioni su delle stupide decorazioni di natale.

Andy si avvicinò al piccolo babbo natale. “Quando eri piccola... e finivamo di cenare, ti fiondavi sotto l’albero, esattamente come hai fatto adesso. Tra tutti, sceglievi sempre lui. Dicevi perchè era baffuto e panzone.” Andy rise. “Nelle tue storie diventava sempre un pizzaiolo che lanciava pizze di neve su tutti gli altri giocattoli.” Rigirò il pupazzetto tra le mani e poi lo attaccò nuovamente al ramo dell’albero. Bonnie lo fissava inebetita. Come faceva a raccontare così dettagliatamente quel ricordo?

“Ti sarò sembrata una stupida!” disse Bonnie toccandosi la testa e guardando in basso.

“Eri una bambina.” rispose Andy. “Ma non come tutte le altre.”

Bonnie sorrise, era una frase così bella.

“Toh, guarda chi c’è!” disse la mamma di Andy prendendo in mano il piccolo babbo natale.

Andy trasalì. “Ti ricordi Bonnie?! Era il tuo preferito! Ogni anno Andy lo appende per primo, sa quanto sia importante per te!”

Andy diventò di tutti i colori. “Mamma… è pronta si o no la cena?!”

“Andy.. ancora arrossisci a 37 anni?” disse lei ridacchiando rintanandosi in cucina.

Bonnie rise. Andy era proprio imprevedibile ma ogni anno si confermava il bravo ragazzo di sempre, dolce, premuroso. Non era come tutti gli altri, Bonnie lo sapeva. E per questo si tormentava.

 

Improvvisamente suonarono alla porta. Bonnie andrò ad aprire sapendo già chi ci sarebbe stata dietro la porta.

“Molly!” disse sorridente.

“Bonnie!” disse lei fiondandosi sull’amica. “Scusate il ritardo! La piccola non smetteva un secondo di piangere e…”

Bonnie prese il fagottino tra le braccia e le porse un ditino.

“Tesoro!” Andy corse ad abbracciare la sorella.

“Bleah, Andy… cosa sono tutte queste manifestazioni di gioia, in fondo non ci vediamo solo da tre mesi.” disse lei infastidita andando in contro alla mamma.

Andy volse lo sguardo sulla piccola tra le braccia di Bonnie. “Chi è la nipotina caruccia dello zio?!” disse giocherellando teneramente con il labbro della bimba.

“Andy! Se la tratti così, da grande ti odierà.” disse Bonnie alzando gli occhi al cielo.

“...tu non mi odi così tanto.” disse continuando a giocherellare con la bimba.

“Umpf! E chi te lo ha detto?!” disse lei sistemandosi la piccola meglio in braccio.

“I tuoi occhi.” disse lui serio voltando le spalle e raggiungendo la famiglia.

Bonnie rimase lì ferma per un attimo, non sapeva se aveva capito bene. Stava parlando seriamente o si divertiva solo a prenderla in giro?

La cena si svolse piacevolemente, la famiglia Davis e la famiglia Anderson passarono la serata tra chiacchiere, auguri e brindisi.

“... e tu Andy, quando tornerai a Seattle? Subito dopo le feste?” chiese la mamma di Bonnie.  

Bonnie si rabbuiò. Era così felice che fossero tutti insieme da dimenticare che sarebbe stato temporaneo come tutti gli anni, e come tutti gli anni avrebbe dovuto aspettare il ritorno di Andy per il Natale per poterlo rivedere.

“Ehm… a questo proposito… non ho avuto ancora l’occasione di parlarvene ma… ho deciso di tornare qui. Sono mancato fin troppo e … non ho nessuna intenzione di perdermi i primi anni della mia nipotina. Torno a casa, mamma.” disse lui titubante.

“Cosa? Andy! Ma è meraviglioso! E il lavoro?! Devo rimettere in sesto la tua stanza!” disse la mamma alzandosi di scatto euforica.
Andy rise. “No, mamma. Ho già trovato un appartamento in centro, vicino all’ospedale dove ho chiesto il trasferimento. Ma verrò a trovarvi tutti i giorni!”

Molly si scagliò sul fratello in un abbraccio. “Fratellone! E’ fantastico…” disse lei quasi commossa. “E’ stata talmente dura… sono così felice…”

La famiglia Davis si strinse in un abbraccio. La mamma di Bonnie si portò il tovagliolo al viso per asciugare una lacrima che scendeva. Bonnie era impietrita. Andy… sarebbe tornato. Non poteva crederci. Cioè, non che sarebbe cambiato nulla. Magari lo avrebbe visto anche meno di prima ma… era così confortante. E la sua famiglia aveva bisogno di lui. Il cuore le si riempì di gioia. Quello, era davvero uno splendido natale.

Andy la guardò e sorrise, mentre la mamma e Molly continuavano a stritolarlo.

Le guance di Bonnie si colorarono nuovamente e lei abbassò lo sguardo sotto il tavolo.


 

Dopo la cena, Bonnie si accovacciò vicino l’albero a guardare tutte le decorazioni. Le due mamme si dedicarono alla cucina, mentre Molly litigava al telefono con l’ex-fidanzato sostenendo che “era meglio che non si facesse vedere”. Andy si sedette ai piedi dell’albero a gambe incrociate.

“Hmm… mi spiace per Molly.” disse Dolly guardandola con la coda nell’occhio mentre strepitava al telefono.

“Non preoccuparti. E’ forte. E lo sarà anche la piccola.” rispose Andy fiducioso.

“So cosa significa crescere senza il papà. Non sarò una psicolabile con la sfiducia nel prossimo ma… senti sempre che ti manca qualcosa.” disse Bonnie giocando con un angioletto.

“Lo so, Bonnie. So cosa significa.” disse cercando il suo sguardo.

Bonnie si imbarazzò. “Scusa. Certo che lo sai, che stupida, io … non volevo.”

Andy la tirò dal polso e la fece sedere sul tappeto con lui. Lei posò la ginocchia sul pavimento e si accomodò sistemandosi l’abito.

“E’ per questo che sei tornato… vero? Non vuoi che si sentano sole…” chiese titubante Bonnie.

“Cosa ne pensi?”

“Uh? Di cosa?”

“Ci vedremo più spesso.”

“Oh, spero proprio di no!” disse cercando di fare la sostenuta.

"Beh, dovrai... ho bisogno di vederli."

"Uh? Ma di chi stai parlando?" chiese Bonnie aggrottando le sopracciglia.

"I miei giocattoli! Devo assicurarmi che ti sei presa cura di loro, come ti avevo chiesto..."

Bonnie sussultò, lo guardò per un attimo confusa. Non capiva se parlasse sul serio, se volesse davvero rivedere i suoi giocattoli, se cercava una ... scusa per vedersi con lei. O forse scherzava e basta, come al suo solito. Era indecifrabile, la metteva in confusione. Ma non aveva nessuna intenzione di fare la figura della mocciosa, di dire che erano anni che si prendeva cura di loro come dei bambini, che non aveva mai permesso a nessuno di toccarli, che erano il suo tesoro più prezioso e gli amici più importanti della sua vita.

"Io... cioè... non so dove sono, ehm. Dovrei cercarli." mentì cercando di gettare lo sguardo altrove.

"Oh." Ad Andy si strinse il cuore. Poi sorrise. "Allora... potremmo cercarli insieme." disse sorridendo dolcemente.

Bonnie tossì. "Ehm... si, si certo. Cioè... si. Cioè, sarai impegnato... con il nuovo lavoro all'ospedale e il resto, cioè..."

"Troverò il tempo. Ne ho molto da recuperare da quando sono andato via..." disse pensieroso. "E poi è una cosa importante! Sempre se sarai disponibile… a proposito, come va con lo studio?”

“Studio... ? Andy ho 25 anni! Adesso lavoro…” disse lei quasi offesa.

“Oh, ma si certo, io… lo sapevo e … dove lavori?” chiese imbarazzato.

“Ho seguito mamma al Sunnyside e le do una mano lì…” disse sorridendo, esattamente con il sorriso che faceva da bambina, quando abbracciava i suoi peluche.

Andy sorrise con tenerezza. “E’ una cosa splendida, Bonnie.”

“Bonnie… tesoro, andiamo? Si è fatto tardi!” disse la mamma cercando il suo soprabito accompagnata dalla mamma di Andy.

“Uh? Si, certo…” disse alzandosi di scatto da terra e sistemandosi l’abito.

Andy la guardò alzarsi in piedi, era così bella. Era particolarmente attratto da quei gesti spontanei, non aveva il portamento di una donna ma sicuramente ne aveva l’aspetto. Andy soffermò il suo sguardo sulle mani, così sottili, sensuali, la guardò per l’ennesima volta sistemarsi il ciuffo sulla fronte. Bonnie si sentiva osservata. Perché la fissava in quel modo? Andy si sentì improvvisamente in colpa. Che stava facendo? Non poteva guardarla in quel modo, era una ragazzina, dannazione. E lui un uomo, un medico. Distolse lo sguardo d’improvviso e guardò da tutt’altra parte.

“Ciao Andy…” disse Bonnie sorridendo. “Allora… ci vediamo.”

“S-si…” rispose lui. Le due famiglie si salutarono affettuosamente. Bonnie camminava verso l’auto nel vialetto, fiocchi leggeri cadevano dal cielo, gelido vapore usciva dalla sua bocca, Bonnie  chiuse gli occhi. Sentiva un calore immenso dentro il cuore, quello era davvero uno splendido natale.

Andy si chiuse la porta alle spalle, poi fece un gran respiro. Era stata una serata davvero strana, intensa. Non ricordava di aver provato emozioni così forti da parecchio tempo, poteva sentire il cuore battere forte, era stranito, come se si fosse appena ricordato di averne uno, di cuore.

Era stata Bonnie a provocare quella strana sensazione? Quella ragazza che conosceva così bene… possibile che avesse attirato così la sua attenzione? Molly e sua mamma lo chiamarono dall’altra stanza interrompendo i suoi pensieri.  

“Arrivo…” disse passandosi una mano fra i capelli e dirigendosi verso la cucina.

“Bonnie ha dimenticato qui la sciarpa.” disse la mamma agitandola verso Andy. “Ma domani sarò al lavoro tutto il giorno… chi ci pensa a riportargliela?”

“Non guardare me…” disse Molly gettandosi a peso morto sulla poltrona.

Andy era titubante. E’ vero, aveva detto a Bonnie che si sarebbero rivisti presto ma ripensandoci non era una buona idea, i pensieri che aveva avuto quella sera lo facevano sentire tremendamente in colpa, non aveva nessuna intenzione di provare la confusione di quella sera.

“Ehm… io veramente… avrei un impegno e…” provò a dire.

“Andy! Sei appena tornato e già cerchi giustificazioni? E’ tanto che non fai una commissione per la tua mamma…” disse lei sbattendo le ciglia come una ragazzina.

“Mamma… sei sempre la solita.” commentò Andy prendendole la sciarpa dalle mani. “E va bene, ci passerò domattina…” Andy guardò l’oggetto e sorrise. Era così colorato, dai colori così sgargianti… così suo. Non avrebbe potuto essere di nessun’altra! Sorrise di nuovo. Poi scosse la testa. “Dannazione…” pensò. 

   
 
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