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Autore: Eneri_Mess    12/12/2016    3 recensioni
Per la challenge "The things you said"
1) ... over the phone: Sawamura risentì, come un brivido lungo la schiena, lo stesso spiacevole nervosismo che lo aveva tormentato finché non si era deciso a fare il numero del compagno. [DaiSuga]
2) ... when you thought I was asleep: « Io non voglio vederti giocare dallo schermo di una tv. Non voglio fare il tifo per te. Non ho proprio alcuna intenzione di ammettere che sei meglio di me perché qualche squadra forte ti chiederà di unirti a loro » [KageHina]
3) ... under the stars and in the grass: « Tra meno di tre mesi sarò maggiorenne » ma la nonchalance si mischiò a un tono capriccioso. [IwaOi] [Age Gap]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Koushi Sugawara, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Challenge: “Things you said”
Prompt: 6) things you said under the stars and in the grass
N° parole: 1808
!Avvertimenti: Age Gap! Si tratta di una AU: Studente!Oikawa e Professore!Iwachan. Un piccolo esperimento… che vorrebbe essere poi trasformato in una storia più corposa.
 

 
Richiesta e dedicata a Yuki Delleran 
 
 


 
 
Quando Iwaizumi scostò l’occhio dal mirino per controllare l’ora dall’orologio, incrociò prima la punta di un paio di scarpe da ginnastica familiari.
« Oikawa » sospirò stancamente, tornando a guardare attraverso il telescopio e girando un paio di manopole per tenere le dita impegnate.
« Sensei » replicò placido il ragazzo. Anche se il professore non poteva vederlo, il sorriso nella sua voce era immaginifico abbastanza da far sbagliare di proposito la calibrazione all’uomo per perdere tempo a risistemarla.
Il silenzio non sembrava un problema e meno che mai un invito ad andarsene. Tooru fece il giro alle spalle di Hajime; rimase sempre sul confine del suo spazio personale, distraendolo quanto bastava nel fargli percepire la sua presenza, e si accostò al tavolino da campeggio. La valiggetta del telescopio troneggiava chiusa, ma metà degli accessori era disposta ordinatamente e pronta all’uso. Un paio di libri, Due passi tra le stelle e L’Astrolabio, erano da una parte, ignorati.
« Ai falò si stanno rimpinzando di schifezze e bibite. Si sta perdendo la festa, Sensei » riferì trastullandosi con un vecchio canocchiale d’ottone portato per una spiegazione sulla storia dell’ottica, di cui i suoi compagni avevano bellamente ignorato il fascino durante la lezione all’aperto di quel tardo pomeriggio. Se lo rigirò con cura tra le mani, passando le dita sulla parte in pelle dove era stata incisa una piccola dedicata: A Hajime, per vedere lontano e oltre le convenzioni.
« Aha » fu la risposta dopo quella che parve una lunga distrazione. Hajime era in effetti distratto, ma non da quello che stava vedendo nella volta notturna attraverso lo strumento astronomico. Avvertiva fin troppo chiaramente la presenza del suo studente - per quante volte se lo ripetesse, il concetto sembrava cozzare contro un muro - poco dietro di sé.
« Credo che Suga-sensei abbia bevuto un paio di birre di nascosto. Sa’, la disperazione  per il fatto che sia toccato a lui portarci in gita. Non era molto in sé quando mi ha preso da parte dicendomi che mi terrà d’occhio, come se avessi chissà quale cattivo proposito. Non ha capito che i casinisti sono Makki e Mattsun »
Bugiardo, pensò Hajime, e faticò a trattenere uno sbuffo e a roteare gli occhi. Come se non sapesse che la mente dietro certe trovate degli studenti era sempre lui.
Passò dell’altro silenzio, quasi fosse obbligatorio e necessario. Le dita di Tooru si fecero impazienti nel rigirare il piccolo monoculare, passando i polpastrelli sui caratteri incisi, finché lo strumento non finì di nuovo sul tavolino.
Hajime si irrigidì quando sentì toccarsi il polso. Ritrasse il braccio neanche avesse preso una scossa elettrica e finalmente scostò il volto dal mirino. Oikawa era davanti a lui, un sorriso più timido - dannatamente vero, per una volta, e molto efficace - e due occhi nocciola che anche al buio della notte, con l’illuminazione fiacca di una vecchia lampada da campeggio, brillavano di aspettativa.
Sei cresciuto ancora, fu il pensiero che Iwaizumi riuscì a trattenere appena sul bordo delle labbra. Era quasi alla sua altezza, anche se quei ciuffi di capelli ordinatamente disordinati giocavano a suo favore.
« Posso…? » chiese morbido lo studente, perdendo di innocenza e facendo ancora un mezzo passo avanti mantenendo il contatto visivo.
Iwaizumi lo fissò senza capire - un fremito a serpeggiargli dalla base del collo fin giù lungo la schiena nell’avvertire l’aria più tiepida, riscaldata dai loro respiri.
« Vorrei usare il telescopio » spiegò Tooru dopo un lungo attimo, un po’ divertito, accennando allo strumento tra loro. « Posso? »
Iwaizumi fece un passo indietro e un gesto meccanico con la mano a dire prego. Anche quando Oikawa si chinò sul mirino, ravviandosi la frangetta, il suo sorrisetto non si spense, Come se non avesse voluto lasciare in sospeso la loro conversazione.
« Cosa sto osservando, Sensei? È un pianeta? » chiese a bassa voce, scimmiottando un tono da domanda a lezione.
L’insegnante distolse finalmente l’attenzione per riportarla al bel cielo notturno, sgombro e luminoso solo di stelle.
« Giove. In primavera è il momento migliore per osservarlo » rispose piano, ma non senza una nota addolcita, di chi ripensa a qualcosa di bello.
« Giove… » ripeté l’alunno, scostandosi dall’obiettivo per rialzare lo sguardo. Alzò il braccio e roteò l’indice a indicare una porzione di spazio. « Quindi quella è la mia costellazione »
Allo sguardo perplesso di Iwaizumi ridacchiò. « Sono nato il venti Luglio. Quella è la costellazione del Cancro? »
Hajime seguì la linea immaginaria verso la volta notturna e annuì. Distrarsi, ancora, fu una pessima mossa. Si chiese se la sua ragione lo facesse a posta. Quando sentì il corpo di Tooru contro il fianco, spalla contro spalla, l’odore del suo bagnoschiuma e chissà quale altra crema, fu tardi per tirarsi indietro. Osservò il suo profilo; la curva del setto natale disegnata ad arte e le labbra, distese in un sorrisetto che sapeva essere perfettamente civettuolo, ma magnetico allo stesso tempo. Registrò solo all’ultimo il calore delle loro dita, semplicemente vicine.
« Dunque… » riprese Oikawa, volutamente basso, compassato, prendendo il silenzio per un assenso, conscio che commentare l’assenza di repliche avrebbe spezzato il momento. « Le due stelle lì di fianco sono Castore e Polluce? I Gemelli? »
« Sì » e venne fuori un bisbiglio complice, più di gola di quanto Haijime avrebbe voluto. Non riuscì ad allontanarsi come il buon senso tentava di fargli capire dall’inizio. Non c’era nessuno. I fuochi dei falò erano la sfumatura di un bagliore a valle, ad almeno un quarto d’ora di cammino. Il telescopio lo avevano montato nel punto più alto, vicino alla “Cascina degli Astronomi” - essendo quello un posto rinomato per le osservazioni - lontano dalla baita che li ospitava in gita e dal luogo del camping. Ora che ci pensava, Iwaizumi si rese conto che per raggiungerlo Tooru si era fatto una discreta scarpinata in solitaria. Tuttavia non doveva essere un motivo per non reagire e ricordarsi che era uno studente - un suo studente.
« Oikawa- »
« Il Sensei è nato il venti Giugno, sotto il segno dei Gemelli » gli parlò sopra il ragazzo, ancora con il naso all’insù, la frangetta a coprirgli lo sguardo e l’uso della terza persona con un’allegria troppo calzata. « Tra i nostri compleanni passa un mese esatto! »
« Otto anni » disse Hajime prima di pensarci, e l’atmosfera si spezzò. Fece un passo indietro, squadrando Oikawa, fermamente e… sentì il respiro irrigidirsi, venire fuori con fatica. Si era lasciato trascinare più di quanto fosse consono.
Anche Tooru distolse lo sguardo dal cielo e tutto parve più buio. Le ombre su di loro sembrarono renderli ancora più distanti. Le labbra dell’adolescente ora erano una curva tentennante, in bilico sul far sopravvivere un sorriso alla va tutto bene.
« Tra meno di tre mesi sarò maggiorenne » ma la nonchalance si mischiò a un tono capriccioso.
« Non fa differenza » e nel dirlo, Hajime lo superò per tornare al tavolo del telescopio e iniziare a mettere via gli accessori. A fare qualcosa per tenere, di nuovo, le mani impegnate. Per dissimulare un indesiderato tremore interno al petto.
« Per vedere lontano e oltre le convenzioni » citò Tooru, fermandolo dal riporre via il piccolo cannocchiale d’ottone, la mano sopra la sua in una presa forte. « Perché non lo fai con me? Perché non vuoi andare oltre? Dammi una possibilità »
« Sei un ragazzino, Oikawa. Ascoltati quando parli, sei più intelligente di così » la durezza del tono lasciò l’altro spaesato, permettendo al professore di liberare la propria mano e finire di risistemare le cose. E sentirsi in colpa senza un motivo concreto. Sapeva di avere ragione. Ma se i tempi, il luogo, i ruoli fossero stati altri…
« Se non fossi uno studente, un tuo studente, le cose sarebbero diverse? Se avessimo avuto la stessa età, mi avresti detto di no allo stesso modo? »
Hajime avvertì l’occhiata gelida e risoluta nella sua interezza e non riuscì a negare.
« I problemi tra di noi sono questi » c’era dell’allegria vuota sul viso di Tooru che fece male. Il giovane allargò le braccia, come se fosse esasperato, ma tremava. « Non c’entra il mio carattere, i miei hobby, quello che combino o come tratto gli altri, come ti faccio perdere le staffe, come mi comporto quando gioco a pallavolo, come ti guardo. La verità è che ti piacciono queste cose… io ti piaccio » la voce gli si spense e anche le braccia caddero miseramente lungo i fianchi, mentre i suoi occhi nocciola parvero per la prima volta neri nel buio della notte. « Ma dato che un documento dice che ho otto anni meno di te e che fino alla fine della tua supplenza sarò etichettato come tuo studente… il resto non ha ragione di esistere e diventa più facile dirmi no »
Hajime respirò pesantemente, allontanando gli occhi ma senza abbassarli. Si passò una mano tra i capelli. Non poteva fingere che Oikawa non avesse detto che la verità, ancora più scomoda nel constatare quanto lo avesse capito.
Nella misura in cui Tooru sapeva essere contorto nei pensieri, nei desideri, nel cambiare umore, lui era molto più semplice. Vergognosamente semplice. Quella situazione, il tenere a bada la realizzazione che ci fosse - che ci potesse essere - molto di più nella loro relazione, fare appello al socialmente giusto, lo aveva stancato. Guardò di nuovo Oikawa, per scoprire che fissava l’erba bagnata di rugiada. In sei mesi dire di conoscere una persona è un azzardo, il più delle volte una convinzione dettata dalle sensazioni esaltanti e positive, eppure Iwaizumi aveva la chiara idea che anche a tent’anni, a cinquanta, quel ragazzino avrebbe conservato i modi infantili di prendere in giro gli altri, lo sguardo magnetico, che cercasse lusinghe o fosse serio, la gestualità esagerata. Il suo fascino con quei capelli scompigliati e… per il resto, aveva ancora da crescere.
Bastò quel salto nel futuro a convincerlo.
« Un compromesso » sospirò e aspettò che Oikawa tornasse a rialzare il volto per continuare. « Non succederà nulla tra di noi - il ragazzo trattenne il respiro - Niente fino al tuo compleanno » Tooru si riempì di speranza.
« Davvero? »
« … non esaltarti » lo placò Iwaizumi poggiandogli una mano sul petto quando il giovane si fece più vicino. « Fino ad allora sarò il tuo insegnante e nient’altro, capito? »
Oikawa non perse il sorrisetto contento, dondolandosi sui talloni incapace di contenersi.
« Yes, Sir » cincischiò in un finto gesto militare prima di infilarsi le mani nelle tasche dei jeans - artigliando l’interno per sopprimere la voglia di abbracciarlo. « Posso iniziare a pensare a cosa saremo dopo? O magari al mio regalo di compleanno… Iwachan? »
« Non chiamarmi così… Shittykawa »
« Sensei! »
 

 


 
Rieccociiii dopo un po’ di tempo.
Ho voluto sperimentare. Un giorno mi sono ritrovata davanti una fanart (che non ritrovo, piango) con Oikawa versione studente e Iwachan professore. Gasp. Esplosione di immagini, plot buttato giù alla velocità della luce, tempo 0. Va bene. Un altro progetto per il duemilacredici. Ma intanto ho sfruttato questa challenge per buttare una base.
La verità è che non sono soddisfatta. Potevo fare molto meglio (e mi scuso con Yuki per averle presentato un lavoro mediocre ç_ç), però in teoria doveva essere una mini!fic, una toccata e fuga, e lo è stata.
Alla prossima!
Nene ~
Pagina Autore: Nefelibata
   
 
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